Enḫeduanna

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Definizione

Joshua J. Mark
da , tradotto da Elisa Mion
pubblicato il
Disponibile in altre lingue: Inglese, Arabo, Francese, Serbo, Spagnolo, Turco
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Cuneiform Writing (by Jan van der Crabben, CC BY-NC-SA)
Scrittura Cuneiforme
Jan van der Crabben (CC BY-NC-SA)

Enḫeduanna (2285 - 2250 a.C., circa), poetessa di Akkad, è la prima autrice al mondo di cui si conosca il nome ed era la figlia del sovrano Sargon di Akkad (Sargon il Grande, 2334 - 2279 a.C., circa). Attualmente non è possibile affermare con certezza se Enḫeduanna fosse effettivamente consanguinea del sovrano Sargon di Akkad oppure se tale titolatura fosse unicamente simbolica, se non ideologica.

È chiaro, tuttavia, che il sovrano Sargon di Akkad riponeva profonda fiducia in Enḫeduanna, elevandola alla posizione di somma sacerdotessa del tempio più importante di Sumer (nella città di Ur), ed affidandole la responsabilità di attuare dei veri e propri sincretismi religiosi tra le divinità sumeriche e le divinità accadiche, al fine di creare e garantire la stabilità di cui il suo impero aveva bisogno per prosperare nell'eternità.

Inoltre, le si attribuisce il merito di aver creato per prima i principi compositivi della poesia, delle melodie, dei salmi e delle preghiere, utilizzati in tutto il mondo antico, e determinanti lo sviluppo degli attuali generi letterari riconosciuti. L'accademico Paul Kriwaczek scrive:

Le sue opere, anche se riscoperte soltanto in epoca moderna, sono rimaste per [secoli] i modelli di riferimento per la composizione delle suppliche alle divinità. Attraverso i Babilonesi, hanno influenzato ed ispirato le preghiere ed i Salmi della Bibbia ebraica e gli inni omerici della Grecia. Mediante loro, una debole eco di Enḫeduanna, la prima autrice letteraria della storia, può essere persino percepita nell'innografia della Chiesa cristiana primitiva (121).

La sua influente esistenza fu davvero rilevante, parimenti alla sua eredità letteraria. Incaricata dal padre di grandi responsabilità, Enḫeduanna non solo superò le aspettative, ma arrivò addirittura a cambiare l'intera cultura antica. Attraverso le sue opere scritte, modificò la natura stessa degli dèi mesopotamici e la percezione che i popoli dell'antica Mesopotamia avevano del divino.

Esistenza

Il nome di Enḫeduanna si traduce come “Grande Sacerdotessa di An[u]” (il dio del Cielo) oppure “Sacerdotessa di En, moglie del dio Nanna”. Ella proveniva dalla città settentrionale di Akkad e, come nota Kriwaczek “[...] avrebbe dovuto avere un nome semitico alla nascita, [ma] quando lei si trasferì nella città di Ur, il fulcro della cultura sumerica, assunse una titolatura ufficiale sumerica: Enḫeduanna - "En" (Capo Sacerdote o Sacerdotessa), "Hedu" (ornamento), "Ana" (del Cielo)” (120).

Enḫeduanna organizzò e presiedette il complesso dei templi della medesima città, ovvero il cuore della città stessa, e tenne testa ad un tentativo di colpo di stato da parte di un ribelle di Sumer di nome Lugal-Ane, che la costrinse comunque all'esilio. L'impero accadico, per tutta la ricchezza e la stabilità che apportò all'intera regione, fu costantemente tormentato da rivolte nei vari territori sottoposti alla sua dominazione. Una delle responsabilità di Enḫeduanna nella regione di Sumer sarebbe stata quella di tenere sotto controllo le popolazioni proprio con la religione e la fede.

I suoi inni ridefinirono gli dèi per il popolo dell'Impero accadico Durante il dominio di Sargon e contribuirono a mantenere l'omogeneità religiosa di fondo ricercata da parte dello stesso sovrano.

Nel caso di Lugal-Ane, tuttavia, sembra essere stata sconfitta, almeno inizialmente. Nel suo poema, L'Esaltazione di Inanna, narra di come ella stessa sia stata rimossa dal suo incarico di sacerdotessa e costretta all'esilio. Enḫeduanna scrive una richiesta di aiuto alla dea Inanna, chiedendole di rivolgere una petizione al dio An[u]:

Sono state recate delle offerte funebri, come se io non fossi mai vissuta lì.

Mi sono avvicinata alla luce, ma la luce mi ha bruciato.

Mi avvicinata all'ombra, ma sono stata sopraffatta da una tempesta.

La mia deliziosa bocca di miele si è sporcata. Racconta ad An di Lugal-Ane e del mio destino!

Possa An annullarlo per me! Non appena lo dirai ad An, An mi libererà! (righe 67-76).

Pare proprio che la dea Inanna abbia ascoltato la sua preghiera e, grazie all'intercessione divina, ad Enḫeduanna fu finalmente restituita la carica che le spettava nel tempio della città di Ur. Sembra che sia stata la prima donna a ricoprire questa posizione nella città e che il suo comportamento come sacerdotessa sia stato un modello esemplare per coloro che poi l'hanno seguita.

Opere e Componimenti

Enḫeduanna è soprattutto celebre per le sue seguenti opere e componimenti: Inninsagurra (incipit: in-nin ša-gur-ra), Ninmesarra (Nin me šara) ed Inninmehusa (incipit: in-nin me-huš-a), che si traducono rispettivamente come “La Grande Padrona”/ "La Signora di Tutti i `Me'", “L'Esaltazione di Inanna” e “La Dea dei Poteri Temibili”, tutti e tre potenti, incisivi e profondi inni dedicati alla dea Inanna (in seguito identificata con la dea accadica/assira Ištar, la dea ittita Šauška, la dea greca Afrodite e la dea fenicia Astarte, unicamente per proporre qualche esempio tra le numerose altre divinità). Questi inni ridefinirono gli dèi per il popolo dell'impero accadico durante il dominio di Sargon e contribuirono a mantenere l'omogeneità religiosa di fondo ricercata da parte dello stesso sovrano. Per oltre quarant'anni Enḫeduanna ricoprì la carica di somma sacerdotessa, sopravvivendo anche al tentativo di colpo di stato contro la sua autorità da parte di Lugal-Ane.

Oltre che per i suoi inni, Enḫeduanna è ricordata per le 42 poesie che scrisse, e che riflettono le sue stesse frustrazioni e speranze personali, la devozione religiosa, la sua avversità alla guerra ed i sentimenti per il mondo in cui viveva. La sua scrittura è personale e diretta e, come nota lo storico Stephen Bertman:

Gli inni ci forniscono i nomi delle principali divinità adorate da parte dei popoli mesopotamici e ci indicano dove si trovavano i loro principali templi, [ma] sono proprio le preghiere che ci insegnano l'Umanità, poiché nelle stesse incontriamo le speranze e le paure della vita quotidiana e comune degli esseri umani, creature mortali (172).

Le preghiere di Enḫeduanna esprimono con onestà quelle speranze e quelle paure, e lo fanno con la sua voce ben distinta. Paul Kriwaczek dipinge un meraviglioso ritratto della poetessa al lavoro:

Seduta nella sua camera, o forse nel suo ufficio, poiché la direttrice di un'impresa così grande e prestigiosa come il tempio di Nanna ad Ur doveva sicuramente avere a disposizione le migliori soluzioni lavorative e logistico-gestionali, i suoi capelli splendidamente acconciati da Ilum Palilis [il suo parrucchiere] e dal suo staff, dettando al suo scriba, forse proprio Sagadu, del quale Wooley ha recuperato il sigillo, Enḫeduanna ha lasciato un segno indelebile nella storia, componendo, a suo nome, una serie di oltre quaranta straordinarie opere liturgiche, che sono state poi copiate e ricopiate per quasi 2.000 anni (121).

Tralasciando il virtuosismo tecnico e la bellezza di queste opere e componimenti, il loro impatto sulla teologia mesopotamica fu davvero profondo. Enḫeduanna rese più vicini gli dèi agli abitanti della Terra, sintetizzando le credenze sumeriche ed accadiche, per creare una comprensione più ricca di quella antecedente. Le riflessioni di Enḫeduanna sul dio della Luna, Nanna, ad esempio, resero la divinità stessa un personaggio eticamente più profondo e più simpatico, e la dea Inanna fu elevata da divinità vegetativa locale ad onnipotente Regina del Cielo. Queste due divinità, assieme alle altre che trasformò attraverso il suo intenso lavoro intellettuale, apparvero più compassionevoli di prima: divinità per tutti i popoli mesopotamici e non unicamente per i Sumeri o per gli Accadi.

Parte del fascino della produzione letteraria di Enḫeduanna corrisponde all'aperta sensualità ed all'ardente devozione espressa nella stessa da parte della sacerdotessa. Nell'opera La Signora dal Cuore Grande (a volte anche tradotta semplicemente come Inno alla Dea Inanna), la poetessa scrive:

Tu sei magnifica, sia lodato il tuo nome, tu sola sei magnifica!

Mia signora ... Io sono tua! E sarà sempre così! Che il tuo cuore sia dolce con me!

[...]

La tua divinità risplende sulla Terra! Il mio corpo ha sperimentato il tuo grande castigo.

Lamento, amarezza, insonnia, angoscia, separazione ... Misericordia, compassione, cura,

Tua indulgenza e tuo omaggio, per provocare inondazioni, per aprire terreni aspri e per trasformare

Le tenebre in luce (righe 218, 244 - 253).

In un'altro frammento del presente testo poetico (righe 115 - 131), Enḫeduanna loda la dea Inanna per i suoi doni di desiderabilità ed energia, descrive come la dea stessa abbia il potere di “trasformare un uomo in una donna ed una donna in un uomo” (riga 121), un possibile riferimento all'androginia del clero e dei seguaci del culto della dea Inanna. I templi della dea Inanna ed i relativi rituali erano gestiti da un clero di entrambi i sessi, ed i suoi devoti erano noti per la loro abitudine a travestirsi, a mescolarsi, a camuffarsi, a confondersi o ad eliminare la distinzione tra maschio e femmina per perseguire la trascendenza alla dea Inanna.

Ed è proprio Enḫeduanna ad alludere a questa stessa esperienza in ognuna delle sue opere, in versi troppo numerosi da citare, implorando la dea di prenderla, di essere un tutt'uno con lei, di distruggerla e di salvarla. Questi stessi sentimenti saranno poi espressi nei Salmi della Bibbia, anche se usualmente con meno sensualità. Il libro biblico de Il Cantico dei Cantici si avvicina maggiormente alla passione espressa negli inni di Enḫeduanna.

Controversie

Sebbene sia indubbio che una donna di nome Enḫeduanna sia vissuta e sia stata pure somma sacerdotessa nella città di Ur, alcuni accademici, ricercatori e studiosi mettono in dubbio che questa donna possa essere considerata l'autrice degli inni che portano il suo stesso nome. L'assiriologo Jeremy Black, ad esempio, sostiene che, pur essendovi prove sufficienti per stabilire la sua effettiva storicità, non ve ne sono che suggeriscano la maternità delle poesie per le quali è celebre. Jeremy Black, infatti, osserva che:

Nella migliore delle ipotesi, possiamo affermare che Enḫeduanna aveva al suo servizio uno scriba, a noi noto grazie al sigillo del suo stesso cilindro, e che è probabile, se non possibile, che siano stati composti inni a suo nome ... Nella peggiore delle ipotesi, invece, va sottolineato che tutte le fonti manoscritte sono databili al II millennio a.C., circa, e per lo più al XVIII secolo, ovvero circa sei secoli più tardi rispetto alla morte di Enḫeduanna (316).

L'obiezione all'autorialità di Enḫeduanna è stata contestata sulla base del fatto che la poetessa nomina se stessa in alcune delle sue opere - ne La Signora dal Cuore Grande, alla riga 219, e ne L'Esaltazione di Inanna, alle righe 66 e 81 - per stabilire la sua medesima autorialità. Gli scrittori successivi le hanno attribuito il componimento poetico e, come nota Paul Kriwaczek:

[...] Enḫeduanna ha lasciato un segno indelebile nella storia, componendo, a suo nome, una serie di oltre quaranta straordinarie opere liturgiche, che sono state poi copiate e ricopiate per quasi 2.000 anni (121).

Non considerare le prove storiche e testuali della sua autorialità sulla base del fatto che è “più probabile” che le poesie siano state scritte da uno scriba maschio, è insostenibile. Sembra invece molto più verosimile che il sigillo cilindrico del suo scriba sia stato utilizzato su documenti per autenticarli in quanto provenienti dal suo ufficio - oltretutto un utilizzo comune dei sigilli cilindrici e normalmente previsto - e non depone a favore dell'autorialità dello scriba delle opere di Enḫeduanna.

Conclusione

Nel 1927, l'archeologo britannico Sir Charles Leonard Woolley recuperò l'ormai celebre Disco di Enḫeduanna (quest'ultimo in calcite) durante gli scavi archeologici da egli stesso diretti nel sito dell'antica città sumerica di Ur. Le tre iscrizioni sul Disco identificano perfettamente i quattro soggetti iconografici rappresentati: Enḫeduanna, il suo amministratore Adda, il suo parrucchiere Ilum Palilis ed il suo scriba Sagadu.

L'iscrizione reale apposta sul Disco recita: “Enḫeduanna, sacerdotessa-zirru, moglie del dio Nanna, figlia di Sargon, sovrano del mondo, nel tempio della dea Inanna”. La raffigurazione di Enḫeduanna è stata posta in primo piano sul Disco stesso, a sottolineare la sua importanza rispetto alle altre assieme alla sua carica, al suo ruolo di grande potere ed influenza nella cultura del tempo.

Wooley ha anche scoperto il complesso del tempio, dove le sacerdotesse venivano sepolte in un cimitero a loro dedicato. Kriwaczek scrive:

Le evidenze archeologiche e testuali-documentarie suggeriscono che si continuarono a recare offerte a queste sacerdotesse defunte. Dal momento che uno dei manufatti più sorprendenti, prova tangibile dell'esistenza di Enḫeduanna, è stato recuperato in corrispondenza di uno strato stratigrafico databile a molti secoli più tardi rispetto alla sua morte, rende probabile che lei, in particolar modo, sia stata ricordata ed onorata per molto tempo dopo la caduta della dinastia che l'aveva nominata alla direzione del tempio stesso (120).

Un'ulteriore conferma del suo profondo impatto nella cultura è data dal fatto che ancora oggi viene ricordata ed onorata, e che tuttora vengono composte poesie sullo stesso modello da lei creato oltre 4.000 anni fa.

Nota dell'autore: un sincero ringraziamento alla lettrice Elizabeth Viverito per i suoi approfondimenti sulle opere ed i componimenti di Enḫeduanna.

Domande e risposte

Chi è Enḫeduanna e che cosa ha compiuto?

Enḫeduanna è la prima autrice al mondo di cui si conosca il nome ed era un'influente poetessa di Akkad. A lei è attribuito il merito di aver creato per prima i principi compositivi della poesia, delle melodie, dei salmi e delle preghiere, utilizzati in tutto il mondo antico, e determinanti lo sviluppo degli attuali generi letterari riconosciuti.

Per che cosa è celebre Enḫeduanna?

Enḫeduanna è celebre per essere la prima autrice di cui si conosca il nome al mondo ed un'influente poetessa di Akkad. Figlia del sovrano Sargon di Akkad, era la somma sacerdotessa del tempio più importante di Sumer, nella città di Ur.

Perché è così importante Enḫeduanna?

Enḫeduanna è la prima autrice al mondo di cui si conosca il nome ed era un'influente poetessa di Akkad. Somma sacerdotessa, le sue opere e componimenti erano prevalentemente di carattere religioso. Sembra che sia stata la prima donna a ricoprire questa posizione nella città e che il suo comportamento come sacerdotessa sia stato un modello esemplare per coloro che poi l'hanno seguita.

Info traduttore

Elisa Mion
Archeologa, sin da bambina prova sincero e crescente interesse e fascino (se non vero e proprio Amore!) per le Civiltà, la Storia e l'Archeologia del Vicino Oriente antico. Nel 2022 si è laureata con lode in Archeologia del Vicino Oriente antico discutendo una tesi incentrata su Ninive (Iraq).

Info autore

Joshua J. Mark
Scrittore freelance ed ex Professore part-time di Filosofia presso il Marist College (New York), Joshua J. Mark ha vissuto in Grecia ed in Germania, ed ha viaggiato in Egitto. Ha insegnato storia, scrittura, letteratura e filosofia all'Università.

Cita questo lavoro

Stile APA

Mark, J. J. (2014, marzo 24). Enḫeduanna [Enheduanna]. (E. Mion, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-10021/enheduanna/

Stile CHICAGO

Mark, Joshua J.. "Enḫeduanna." Tradotto da Elisa Mion. World History Encyclopedia. Modificato il marzo 24, 2014. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-10021/enheduanna/.

Stile MLA

Mark, Joshua J.. "Enḫeduanna." Tradotto da Elisa Mion. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 24 mar 2014. Web. 15 set 2024.