Adriano (78-138 d.C.) fu imperatore di Roma (dal 117 al 138 d.C.) ed è conosciuto come il terzo dei cinque buoni imperatori che governarono con giustizia (Nerva, Traiano, Adriano, Antonino Pio e Marco Aurelio). Il suo regno segnò l'apice dell'Impero Romano, solitamente posto nel 117 d.C., e fornì una solida base per il suo successore.
Nato come Publio Elio Adriano a Italica (nell’odierna Spagna), Adriano è conosciuto soprattutto per la sua attività letteraria, gli importanti progetti edilizi in tutto l'Impero Romano e, in particolare, il Vallo di Adriano, nella Britannia settentrionale. È anche ricordato per la sua storia d'amore con il giovane bitinio Antinoo (circa 110-130 d.C.) che divinizzò dopo la morte, dando origine al culto popolare di Antinoo che, all'inizio, rivaleggiava con il Cristianesimo.
Adriano era profondamente interessato alla letteratura, in particolare a quella greca, al misticismo e alla magia egiziani. Era tra gli imperatori romani più colti - anche tra i famosi cinque migliori - scrisse poesie e altre opere e insistette per supervisionare personalmente il maggior numero possibile dei progetti edilizi che aveva commissionato. Sotto il suo regno scoppiò in Giudea la rivolta di Bar Kokhba (132-136 d.C.) che Adriano represse personalmente; in seguito cancellò il nome della regione, rinominandola Siria Palestina, ed esiliò la popolazione ebraica dalla zona.
La rivolta ebbe un impatto enorme sull'imperatore, che soffriva di problemi di salute dal 127 d.C. e la cui salute peggiorò costantemente dal 136 d.C. Sua moglie, Vibia Sabina (83 -137 circa d.C.), morì nel 136/137 d.C. e lui la fece divinizzare, ma il loro era stato un matrimonio infelice poiché Adriano era omosessuale e aveva frequenti relazioni con uomini più giovani. Adottò Antonino Pio (imperatore dal 138 al 161 d.C.) come suo successore e morì, molto probabilmente di infarto, nel 138 d.C.
Giovinezza
Adriano fu istruito nella sua città natale, Italica Hispania (l'odierna Siviglia, Spagna) da un tutore privato o in una scuola per i figli dei Romani di classe elevata, alla quale appartenevano i suoi genitori. Suo padre era un senatore che morì quando Adriano aveva dieci anni: fu mandato allora a scuola a Roma e nell’86 d.C. circa Traiano lo prese sotto la propria protezione, prima di diventare imperatore. La moglie di Traiano, Plotina, amava il giovane Adriano e incoraggiava la sua attività letteraria, in particolare l’interesse per la poesia e la cultura greca. Lo studioso Anthony Everitt scrive:
All'improvviso si infatuò di tutto ciò che era greco. Subito dopo la morte del padre si immerse negli studi greci con tale entusiasmo da essere soprannominato Graeculus, “ragazzino greco”. (15)
Iniziò allora l'ammirazione di Adriano per la Grecia, che durò per tutta la vita e che durante il suo regno lo unì alla Grecia e alla sua cultura. Anche oggi spesso si ritiene erroneamente che Adriano fosse greco o di discendenza greca.
La sua prima carica fu quella di tribuno sotto l'imperatore Nerva (imperatore dal 96 al 98 d.C.); fu scelto per portare a Traiano la notizia che sarebbe stato il successore di Nerva. Quando Nerva morì, Traiano salì al trono. Traiano (imperatore dal 98 al 117 d.C.) fu il primo imperatore romano di origine provinciale. I biografi successivi avrebbero tentato di collocare la nascita di Traiano e Adriano nella città di Roma, ma entrambi erano di etnia spagnola, e alcuni ritengono che sia questa la ragione dell'adozione di Adriano da parte di Traiano come suo successore. Tuttavia la maggior parte degli studiosi contesta questo punto, poiché è possibile che Traiano non abbia nominato affatto Adriano.
Traiano morì durante una campagna in Cilicia nel 117 d.C., mentre Adriano era al comando della sua retroguardia, e non si ritiene che abbia nominato un successore. La moglie di Traiano, Plotina, firmò i documenti di successione, sostenendo che Traiano aveva scelto Adriano, e si pensa che lei, non l'imperatore, fosse responsabile dell'adozione di Adriano come erede. Comunque sia, è noto che Traiano rispettava Adriano e lo considerava come suo successore anche se non lo designò ufficialmente. Il servizio che Adriano rese a Traiano è ben documentato dalle varie importanti cariche che ricoprì prima di diventare imperatore.
Sembra però che nel 100 d.C. alcuni contrasti abbiano messo i due uomini l’uno contro l’altro. Non vi è alcuna documentazione al riguardo, ma da allora in poi Traiano si rifiutò di elevare il rango di Adriano: infatti le posizioni che gli furono assegnate lo allontanarono dalla cerchia di Traiano. Poiché entrambi erano omosessuali e Traiano si circondava di giovani favoriti, si è pensato che Adriano potrebbe aver sedotto, o tentato di sedurre, uno di loro, mentre era sposato con Sabina, causando una spaccatura con Traiano, ma questa è solo un’ipotesi.
Chiaramente fu Plotina, non Traiano, la forza principale dietro i progressi di Adriano dal momento in cui entrò nella sua sfera di influenza. Plotina e Salonia Matidia (la nipote di Traiano, anche lei affezionata ad Adriano) spinsero per il suo matrimonio con la figlia di Matidia, Vibia Sabina, e anche Matidia potrebbe aver contribuito a renderlo imperatore. Sarebbe stato di gran lunga migliore come imperatore che come marito. Sembra che Sabina non abbia mai accettato il matrimonio, sin dall’inizio, e Adriano preferiva la compagnia degli uomini. Sebbene il suo matrimonio non possa essere considerato un successo da nessun punto di vista, il suo regno fu spettacolare.
Adriano diventa Imperatore
Lo stretto rapporto di Adriano con le truppe comportava l’immediato sostegno dell'esercito, e anche se il Senato romano avesse voluto mettere in dubbio la sua successione, non avrebbe potuto fare nulla. Adriano fu sostenuto dalla maggior parte del popolo di Roma e fu molto ammirato per tutto il tempo in cui rimase in carica. La sua popolarità come imperatore è attestata dal fatto che, anche se fu assente da Roma per la maggior parte del regno, nelle sue prime biografie non appare nessun segno di rimprovero o critica. I primi imperatori romani, come Nerone (imperatore dal 54 al 68 d.C.), furono duramente criticati per aver trascorso lontano dalla città un tempo di gran lunga inferiore. Il professor D.Brendan Nagle scrive:
[Adriano] trascorse la maggior parte del suo regno (dodici anni su ventuno) viaggiando in tutto l'Impero, visitando le province, sovrintendendo all'amministrazione e controllando la disciplina dell'esercito. Era un brillante amministratore che si occupava di tutti gli aspetti del governo e dell'amministrazione della giustizia. (278)
La sua devozione all'esercito romano era tale che dormiva e mangiava tra i soldati; inoltre è comunemente raffigurato in abiti militari, anche se il suo regno fu caratterizzato da una relativa pace. La stabilità dell'impero e la crescente prosperità concessero ad Adriano il lusso di viaggiare nelle province, dove ispezionò in prima persona i progetti che aveva commissionato stando a Roma.
I progetti edilizi di Adriano sono forse la sua eredità più duratura. Visitò la Britannia nel 122 d.C., poco dopo la repressione di una rivolta, e ordinò la costruzione di un lungo muro difensivo per prevenire una facile invasione da parte dei Pitti del Nord; questa struttura è il famoso Vallo di Adriano, nell’odierna Inghilterra. Fondò città, innalzò monumenti, migliorò strade e rafforzò le infrastrutture delle province in tutta la penisola balcanica, in Egitto, Asia Minore, Nord Africa e Grecia. Visitò la Grecia almeno due volte e si fece iniziare ai Misteri Eleusini. L'Arco di Adriano, costruito dai cittadini di Atene nel 131/132 d.C., onora Adriano come fondatore della città. Le iscrizioni sull'arco citano Teseo (il fondatore tradizionale) ma anche Adriano, per i suoi importanti contributi ad Atene, come il grande Tempio di Zeus.
A Roma fece ricostruire il Pantheon (che era stato distrutto da un incendio) e il Foro di Traiano, oltre a finanziare la costruzione di altri edifici, terme e ville. Molte di queste strutture sono sopravvissute intatte per secoli, alcune fino al XIX secolo, e il Pantheon, perfettamente conservato, può essere visitato ancora oggi. Adriano aveva un grande interesse per l'architettura e sembra che fornisse agli architetti idee o addirittura progetti, sebbene gli studiosi non ritengano più che sia stato l'architetto principale di nessun progetto.
Il Vallo di Adriano
Il più famoso di tutti i suoi significativi monumenti ed edifici è il Vallo di Adriano, nella Britannia settentrionale. La costruzione del muro, noto nell'antichità come Vallum Hadriani, iniziò intorno al 122 d.C., in occasione della visita di Adriano nella provincia. Segnava il confine settentrionale dell'Impero Romano in Britannia, ma la lunghezza e l'ampiezza del progetto (che si estendeva da costa a costa) suggerisce che lo scopo più importante del muro fosse la dimostrazione del potere di Roma. A est del fiume Irthing il muro era originariamente largo 3 metri e alto circa 6 metri, tutto costruito in pietra; a ovest del fiume era largo 6 m e alto 3,5 m, costituito da pietra e manto erboso, e si estendeva per 120 km su un terreno irregolare.
Fu costruito in sei anni dalle legioni di stanza nella Britannia romana. Lungo tutto il muro c'erano tra le 14 e le 17 fortificazioni; un vallum (un fossato appositamente costruito con lavori di sterro) correva parallelamente al muro. Il vallum misurava 6 m di larghezza per 3 m di profondità ed era fiancheggiato da grandi cumuli di terra compatta. Poiché la politica estera di Adriano era "pace attraverso la forza", si pensa che il muro, in origine intonacato e imbiancato, avrebbe chiaramente rappresentato la potenza dell'Impero Romano.
Antinoo
Dopo la sua visita in Britannia, Adriano andò in Asia Minore e si recò nella regione della Bitinia per ispezionare il restauro di Nicomedia, che egli aveva finanziato dopo che la città era stata danneggiata da un terremoto. Fu a Nicomedia o nella vicina Claudiopoli che nel 123 d.C. incontrò il giovane Antinoo, che per i successivi sette anni divenne il suo compagno quasi inseparabile. Antinoo aveva forse 13-15 anni, ma i legami omosessuali tra uomini più anziani e ragazzi erano accettabili nella cultura romana, purché entrambe le parti acconsentissero. Alcune di queste storie d'amore erano brevi "avventure" ma altre, come quella di Adriano e Antinoo, erano relazioni serie e impegnate.
Adriano fece in modo che Antinoo fosse inviato in una prestigiosa scuola di Roma, che addestrava i giovani alla vita di corte, e poi, dal 125-130 d.C., il giovane fu l'amante di Adriano, vivendo con lui nella villa fuori Roma e accompagnandolo nei viaggi verso le province. La loro relazione seguiva il modello greco, in cui un uomo più anziano aiutava un giovane nello sviluppo morale e intellettuale e nel progresso sociale. Everitt scrive:
[Adriano] avrebbe potuto considerare il suo ragazzo bitinio come un giocattolo - Adriano aveva fama di procacciatore di lussi e licenziosità, Antinoo faceva parte di una lunga serie di conquiste ... [Ma] il più ellenico degli imperatori considera se stesso un erastes (amante) e Antinoo il suo eromenos (amato). Secondo le regole, avrebbe trattato il ragazzo con rispetto, lo avrebbe corteggiato e gli avrebbe dato la possibilità di scegliere se accettare o meno le sue avances. Qualsiasi "favore" concesso ad Adriano sarebbe stato accompagnato da un serio impegno per lo sviluppo morale di Antinoo mentre diventava adulto. (243)
Questo sembra essere stato esattamente il percorso seguito da Adriano. La coppia viaggiò insieme dal 127 al 130 d.C., arrivando in Egitto in tempo per celebrare la Festa di Osiride nell'ottobre del 130 d.C. A un certo punto, verso la fine del mese, poco prima della festa, Antinoo annegò nel fiume Nilo. Adriano riferì il fatto come se fosse stato un incidente, ma storici come Dione Cassio (circa 155 - circa 235 d.C.) e Aurelio Vittore (circa 320 - circa 390 d.C.) sostengono che Antinoo si sarebbe sacrificato in un rituale per curare Adriano da una malattia (non si sa precisamente quale) di cui soffriva da qualche anno. Questa versione è rafforzata dall'osservazione che Antinoo, come amato favorito di Adriano, sarebbe stato senza dubbio assistito da servitori che lo avrebbero salvato dal fiume; inoltre poco prima della morte di Antinoo la coppia fece un viaggio a Eliopoli, dove ebbe con un sacerdote un incontro riguardante i riti mistici. Sembra che la salute di Adriano in seguito migliorasse, ma il dolore per la perdita del suo amante e migliore amico fu devastante.
Adriano divinizzò immediatamente Antinoo, un fatto senza precedenti perché, di solito, un imperatore sottoponeva la proposta al Senato per l’approvazione. In onore di Antinoo ordinò la costruzione della città di Antinopoli, sulla riva del Nilo nel punto in cui era annegato e, abbastanza rapidamente, intorno al giovane crebbe un culto che si diffuse rapidamente nelle province. Antinoo divenne la figura di un dio che muore e resuscita e che, poiché una volta era umano, si pensava rispondesse più rapidamente di altre divinità alle suppliche. Fu considerato dio della guarigione e della compassione e i suoi seguaci innalzarono sue statue nei templi e nei santuari in tutto l'impero. Si stima che una volta ci fossero più di 2.000 statue di Antinoo: ne sono state recuperate 115. Il culto di Antinoo divenne così popolare che, più di 200 anni dopo, rivaleggiava con la nuova religione del Cristianesimo e con il ben consolidato culto di Iside.
Gerusalemme e la rivolta
Adriano affrontò il suo dolore come meglio poteva e continuò il viaggio nelle province. Sebbene fosse un uomo colto e istruito, non sempre rispettò la sua politica di relazioni pacifiche con gli altri, sia a livello personale sia professionale. Era noto che perdeva spesso le staffe con gli studiosi di corte con cui non era d'accordo e una volta accecò accidentalmente un servo a un occhio, lanciandogli uno stilo in preda alla rabbia. A Gerusalemme, quando gli Ebrei si rivoltarono contro la sua costruzione di un tempio, Adriano diede pieno sfogo al suo temperamento in maniera tragica.
Nel 132 d.C. Adriano visitò Gerusalemme, che era ancora in rovina dopo la Prima Guerra Romano-Ebraica del 66-73 d.C. Ricostruì la città secondo i suoi progetti e la ribattezzò Aelia Capitolina Jupiter Capitolinus dal suo nome e da quello del re degli dei romani. Quando costruì un tempio a Giove sulle rovine del Tempio di Salomone (il Secondo Tempio, considerato sacro dagli Ebrei), la popolazione si sollevò sotto la guida di Simon bar Kochba (chiamato anche Shimon Bar-Cochba, Bar Kokhbah, Ben-Cozba, Cosiba o Coziba), in quella che è conosciuta come la Rivolta di Bar-Kochba.
Le perdite romane in questa campagna furono enormi, ma le perdite ebraiche non furono meno significative. Quando la ribellione fu sedata, 580.000 ebrei erano stati uccisi e oltre 1000 città e villaggi distrutti. Adriano quindi bandì i rimanenti ebrei dalla regione e la ribattezzò Siria Palestina, dal nome dei tradizionali nemici del popolo ebraico, i Filistei. Ordinò di bruciare pubblicamente la Torah, giustiziò gli studiosi ebrei e proibì la pratica e l'osservanza del Giudaismo.
La morte e il successore
La gestione della rivolta di Bar-Kochba da parte di Adriano è l'unica macchia sul suo regno altrimenti ammirevole; egli fece le sue scelte in base alla tradizionale politica romana nella gestione delle rivolte: una risposta dura seguita dalla restaurazione. Forse spinse la sua reazione a tal punto a causa dell'indignazione personale, per il fatto che qualcuno aveva messo in discussione il suo tempio o qualsiasi altra sua decisione.
Poiché la sua salute peggiorava, Adriano tornò a Roma e si diede a scrivere poesie e a occuparsi di affari amministrativi. Nominò come suo successore Antonino Pio, a patto che Antonino a sua volta adottasse il giovane Marco Aurelio (imperatore dal 161 al 180 d.C.). Aurelio avrebbe co-governato con Lucio Vero (imperatore dal 161 al 169 d.C.), il cui padre era il figlio adottivo di Adriano. Adriano morì nel 138 d.C., all'età di 62 anni, presumibilmente per un attacco di cuore.
Fu sepolto prima a Pozzuoli, su un terreno appartenuto al retore Cicerone (in omaggio all'amore per il sapere di Adriano), ma quando l’anno successivo Antonino Pio completò la grande tomba di Adriano a Roma, il suo corpo fu cremato e le ceneri furono seppellite in quel luogo, con quelle di sua moglie e del figlio adottivo Lucio Elio Cesare, padre di Lucio Vero. Antonino Pio fece divinizzare Adriano e costruì templi in suo onore. Per quanto riguarda l'eredità del suo regno, lo storico Edward Gibbon osserva:
[Il governo di Adriano fu] il periodo nella storia del mondo durante il quale la condizione degli uomini fu più felice e prospera ... quando la vasta estensione dell'Impero Romano fu governata dal potere assoluto sotto la guida della virtù e della saggezza. (61)
Il regno di Adriano è generalmente considerato in accordo con la valutazione di Gibbon. Anche tra i cinque buoni imperatori dell'antica Roma, Adriano si distingue come uno statista eccezionale. Aurelio, l'ultimo dei cinque buoni imperatori, avrebbe regnato in tempi molto più travagliati di quelli conosciuti da Adriano, e suo figlio, Commodo (imperatore dal 176 al 192 d.C.), divenne di fatto un dittatore, il cui regno irregolare e il cui assassinio portarono a disordini politici e sociali inimmaginabili sotto Adriano.