L'antica dea greca Nike rappresenta la personificazione dell'ideale della vittoria. Simili personificazioni erano comuni nella cultura dell'antica Grecia; altri esempi includono la Saggezza, la Conoscenza e la Giustizia. A differenza di altre divinità nel pantheon greco, a tali personificazioni non venivano date personalità umane e storie. Per questa ragione non ci sono molte informazioni su Nike nella cultura greca, a parte quelle relative a sua madre Stige (figlia dell'Oceano) e suo padre Pallade, il Titano. Aveva tre sorelle, anch'esse personificazioni: Zelos (Rivalità), Cratos (Supremazia) e Bia (Forza), le quali - assieme a Nike - sedevano sempre con il saggio Zeus sul Monte Olimpo.
La dea è stata una figura popolare nell'arte antica greca, figurando in sculture, ceramiche e monete. Solitamente corrisponde alla descrizione di Esiodo come 'Nike dalle belle caviglie', è rappresentata con le ali e spesso nell'atto di porgere una corona di vittoria ad altri dei, vittoriosi eroi o atleti. La più antica statua della Nike alata proviene da Delo e risale al 550 a.C., molto probabilmente scolpita da Archermos. La statua è in stile arcaico ed assume la tipica posa del periodo, con le ginocchia piegate mentre corre. Sulle ceramiche attiche del V-IV secolo a.C., Nike spesso conduce un cocchio o si erge accanto ad un altare o ad un toro sacrificale.
Uno dei più comuni epiteti della dea Atena era 'Atena Nike' ed un tempio ad Atena come Vittoria fu costruito sull'Acropoli di Atene intorno al 420 a.C. Acroteri (degli elementi decorativi) bronzei agli angoli e sul colmo centrale del tetto del tempio rappresentano Nike, ed il tempio stesso era circondato da una balaustra bronzea decorata con fregi raffiguranti Nike mentre conduce i tori al sacrificio ed erge vari trofei come armi ed armature.
Nike appare anche in sculture decorative su altri edifici, sia in fregi che sui tetti di molti templi come acroteri, su molte monete dalla Tracia e dalla Macedonia; per esempio, appare su una decadracma d'argento di Siracusa (Sicilia) mentre incorona un auriga (circa 400 a.C.). Statue di Nike erano inoltre erte per commemorare vittorie militari, come la statua alta 1.40m (490-480 a.C.) posta sull'Acropoli dedicata al generale Kallimaco, che fu ucciso nella Battaglia di Maratona in cui i greci sconfissero i persiani.
In antichità, le rappresentazioni di Nike più celebrate facevano parte delle grandi statue del V secolo a.C. delle divinità Atena e Zeus, che si trovavano - rispettivamente - nel Partenone di Atene e nel Tempio di Zeus ad Olimpia. Queste enormi statue crisoelefantine erano composte da un nucleo centrale in legno sontuosamente ricoperto di avorio intagliato ed oro brunito. Il volto, il torso, le gambe e le braccia erano in avorio intagliato mentre i capelli e gli abiti erano in foglia d'oro. In entrambi i casi, la divinità taneva nella mano destra una statua di Nike, sempre associata ad Atena, e nel caso di Zeus e dei Giochi panellenici di Olimpia, significativa nel suo ruolo di elargitrice di premi. La statua di Zeus era considerata una una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico, raffigurava il padre degli dei seduto di un enorme trono riccamente decorato con più figure di Nike sulle gambe. Nessuna delle due statue è stata rinvenuta ma le descrizioni di Pausanio, le più piccole copie romane e le monete che le raffigurano, ci aiutano ad intravedere la magnificenza che abbiamo perduto.
Una terza rappresentazione che doveva incutere un certo timore negli antichi era la statua di Nike realizzata da Peonio, posta su un piedistallo triangolare alto nove metri appena fuori dal Tempio di Zeus ad Olimpia. Dedicata al santuario dai messeni e dai naupatti a seguito della loro vittoria sugli spartani a Sfacteria nel 424 a.C., la Nike stessa era alta tre metri e dominava l'intero sito. La statua è scolpita secondo il ricco stile popolare alla fine del V secolo a.C., e con un chitone allo stesso tempo svolazzante e aderente e con le ali dispiegate, l'impressione è che la dea si sia appena posata delicatamente sul piedistallo.