Agrigento (greco: Akragas, latino: Agrigentum) era una città-stato fondata dai greci sulla costa meridionale della Sicilia vicino al fiume Akragras (oggi S. Biagio) a soli 5 km dal mare. Al suo apice, nella città vivevano 300.000 abitanti e intorno ad essa si ergevano 12 km di mura difensive nelle quali si aprivano nove cancelli. I magnifici edifici risalenti al V secolo AEC, giunti fino ai giorni nostri, sono testimoni della ricchezza di Agrigento e rendono la città uno dei più spettacolari siti archeologici del Mediterraneo. Agrigento è riconosciuta tra i siti del Patrimonio Mondiale dell'Unesco.
Cenni storici
Nella mitologia, Agrigento fu fondata da Dedalo e da suo figlio Icaro dopo la fuga da Creta, ma le testimonianze storiche riportano che la città-stato o polis fu fondata circa nel 580 AEC da coloni di Rodi e Creta, i quali un secolo prima avevano fondato la vicina città di Gela. Il primo sovrano degno di nota fu Falaride (ca. 570-549 AEC) che estese l'influenza della città ai territori vicini e costruì la spettacolare cinta muraria. Il tiranno divenne famoso nelle leggende per il suo approccio innovativo alle esecuzioni. I condannati venivano rinchiusi all'interno di un enorme toro in bronzo, scaldato con il fuoco. Falaride si divertiva nel sentire le urla provenienti dall'interno della statua dell'animale, che sembrava muggire di rabbia.
Un periodo simile di dominio territoriale ebbe luogo sotto il regno di un altro tiranno Terone (ca. 489-473 AEC), ricordato come un sovrano giusto e un mecenate. Alleandosi con Siracusa contro Cartagine, la città prosperò in seguito alla battaglia di Imera nel 480 AEC, pur dovendo affrontare un importante battaglia con Gerone il tiranno di Siracusa nel 472 AEC circa. Da quel momento in poi, la città divenne conosciuta per le sue meraviglie architettoniche, in particolare i suoi ampi templi dorici costruiti in arenaria. Era famosa a tal punto che Pindaro in un'ode dedicata al vincitore di un'Olimpiade, scrisse: “Akragas, la città più bella mai costruita dai mortali.” Diodoro descrisse la città come una delle più ricche del mondo greco, e il famoso filosofo ed esperto di medicina Empedocle (ca. 492-432 AEC), originario della città, riferendosi agli abitanti di Agrigento e al loro modo di vivere disse queste famose parole: “… fanno festa come se dovessero morire domani, e costruiscono come se dovessero vivere per sempre.”
Agrigento restò neutrale nella guerra tra Atene e Siracusa nel 413 AEC, ma fu comunque attaccata e messa sotto assedio per sette mesi, dopo i quali fu distrutta dalle truppe Cartaginesi nel 406 AEC, come vendetta per la sconfitta di Imera nel 480 AEC. La città si rimise in sesto e divenne un importane insediamento ellenistico, ma fu di nuovo saccheggiata nel 262 AEC e nel 210 AEC. dai Romani. Tuttavia, i nuovi dominatori assicurarono un periodo di prosperità per Agrigento. L'area romano-ellenistica, costruita partendo da una griglia di base con sei strade principali che dividevano la città in settori, è giunta fino ai giorni nostri. Ville con affreschi e mosaici testimoniano la ricchezza di alcuni degli abitanti. La città continuò a prosperare anche nell'era Bizantina, di cui sono visibili ancora oggi le distintive tombe semicircolari intagliate nell'arenaria.
Reperti archeologici
Il Tempio della Concordia
Costruito tra il 450 e il 430 AEC, è uno dei templi greci meglio conservati ed è spesso descritto come il Partenone della Magna Grecia. Questo tempio dorico (40 x 17 metri) era dedicato probabilmente a Castore e Polluce. L'interno è composto da un pronaos, una cella e un epistodomos, dove si conservavano tesori, offerte e registri pubblici. Su ogni facciata sono presenti sei colonne, mentre sui lati lunghi ve ne sono 13, ciascuna ornata da quattro scanalature. Sul fregio si alternano triglifi e semplici metope. Le buone condizioni in cui il tempio si trova ancora oggi sono dovute alla riconversione dello stesso, nel 597 EC, in una basilica cristiana, formata da una galleria e tre navate.
Tempio dei Dioscuri (Castore & Polluce)
Questo nome gli è stato assegnato per convenzione. I resti visibili oggi furono ricostruiti nel XIX secolo EC, ma in origine, il tempio, appartenente al V secolo AEC, misurava intorno ai 34 x 16 metri e aveva 6 x13 colonne esterne. Fu distrutto durante l'assedio del 406 AEC. Davanti al tempio si trova un altare circolare, usato per i sacrifici animali e per le offerte di libagioni nelle cerimonie religiose, e una parte importante del santuario era dedicata a Demetra e Persefone.
Il Tempio di Eracle
Il tempio più antico del sito fu costruito circa nel 510 AEC in onore dell'eroe Eracle venerato dalla città. La base del tempio misura 73,9 x 27,7 metri, la sua altezza invece doveva raggiungere i 16 metri. In origine, vi erano 6 colonne su ciascuna facciata e 15 lungo i lati, ma oggi rimangono solo le 9 erette nei restauri del 1922 EC. Ciascuna colonna era ornata da quattro scanalature e il frontone aveva delle sculture decorative. All'interno vi era una statua in bronzo.
Il Tempio di Giunone (Hera Lacinia)
Costruito intorno al 450 e al 430 AEC, il tempio Dorico misurava circa 41 x 20 metri e 15,3 metri di altezza. In origine, vi erano sei colonne su ciascuna facciata e 13 lungo i lati. Ciascuna colonna (sono 30 quelle ancora in piedi) è composta da quattro scanalature. È interessante notare come ancora oggi siano visibili le macchie nere causate dal fuoco appiccato durante l'attacco cartaginese nel 406 AEC. All'interno del tempio, si trovava la statua della dea Era (nome Romano: Giunone), venerata come protettrice dei matrimoni e degli sponsali, riti che si tenevano all'esterno del tempio, dove è possibile visitare le rovine dell'altare.
Il Tempio di Zeus
L'imponente tempio di Zeus (o Olympieion) fu costruito negli anni 480 a.e.c. per commemorare la vittoria su Cartagine nella battaglia di Imera. È uno dei più ampi templi costruiti nell'antichità, misura 113 x 56 metri e si erge su una base formata da 5 gradini. Alto 33 metri, era grande quanto un moderno stadio di calcio. Una particolarità strutturale è visibile nell'uso di semicolonne invece delle colonne a tutto tondo. Queste colonne insolitamente spesse (sette sulle facciate e 14 sui lati lunghi), venivano intervallate da enormi figure del dio Atlantide (le versioni maschili delle cariatidi, conosciute anche come telemones, telamoni) con le braccia piegate nello sforzo di sorreggere il soffitto. Queste 38 figure del dio erano alte 7,6 metri, ma la loro ubicazione è ancora motivo di dibattito tra gli studiosi. L'altezza delle colonne del tempio era di 16,88 metri ed erano ampie 4,22 metri. Secondo Diodoro, il frontone riportava sculture che raffiguravano una gigantomachia e scene della guerra di Troia.
Il tempio è anche uno dei primi e rari esempi nell'architettura greca in cui il ferro venne usato all'interno dei blocchi di pietra. Nelle pietre dell'architrave venivano intagliate delle fessure nelle quali venivano posizionate barre di ferro (31 x 10 cm) che offrivano sostegno strutturale al momento di posizionare le pietre. Non apportavano alcun vantaggio alla solidità strutturale del complesso, ma offrivano una maggiore forza di trazione durante i lavori di costruzione poiché i larghi blocchi dell'architrave riempivano il grande spazio tra le colonne. Il tempio non era ancora terminato quando fu distrutto dai cartaginesi nel 406 AEC.
La tomba di Terone
Le leggende attribuiscono questo monumento a Terone, considerandolo la sua tomba, ma in realtà la struttura è simile a quella dei monumenti Romani del I secolo AEC e probabilmente fu eretto in commemorazione dell'assedio del 262 AEC. Si può notare una combinazione di elementi architettonici dorici e ionici, il monumento è alto 9,3 m e largo 5,3 m. Una sottile piramide, ora perduta, si ergeva sulla cima dell'edificio.
Altri edifici & artefatti
Un edificio degno di nota è il tempio di Efesto, costruito circa nel 430 AEC, di cui sopravvivono solo due colonne e parte della base. È ancora visibile anche il tempio di Esculapio, la parte centrale di un santuario di 10.000 metri quadrati dedicato al dio della guarigione, costruito tra il 400 e il 390 AEC. Infine, è possibile vedere un ben conservato Ekklesiasterion del IV secolo AEC, usato per le assemblee cittadine.
Data l'importanza del sito, non sorprenderà che esso sia ricco di artefatti risalenti al Neolitico. Alcuni dei pezzi più importanti includono gli enormi telamoni del tempio di Zeus, un raffinato Kouros e un espressivo busto di un guerriero, entrambi in marmo, un sarcofago romano finemente intagliato e un'eccellente selezione di vasi con figure rosse nere di fattura greca. Tutto ciò è conservato nel Museo Archeologico di Agrigento.