Il Mar Egeo si estende tra le coste di Grecia ed Asia Minore (l'odierna Turchia). Contiene oltre 2.000 isole insediate dagli antichi greci; la più grande di esse è Creta (Kriti) mentre la più nota e più spesso fotografata è Santorini (Thera o Thira). Entrambe hanno un forte legame con la storia antica e la mitologia greca, con Creta al centro del mito di Teseo e del Minotauro, e la distruzione di Santorini - conseguenza di un'eruzione vulcanica - che a lungo è stata considerata una probabile fonte d'ispirazione per la descrizione di Atlantide fatta da Platone nei suoi dialoghi di Crizia e Timeo.
L'Origine del Nome
Nell'antichità esistevano diverse interpretazioni del nome 'Egeo'. Si diceva che avesse preso il nome dalla città greca di Ege, o da Aegea, una regina delle Amazzoni morta in mare; o da Aigaion, la ''capra marina'' - altro nome di Briareo - uno degli arcaici Ecatonchiri, o, soprattutto tra gli ateniesi - Egeo - il padre di Teseo che si lasciò annegare in mare credendo che suo figlio fosse morto durante la famosa spedizione a Creta per sconfiggere il Minotauro. Una possibile etimologia è la derivazione dalla parola greca αἶγες – aiges = ''onde'' (Esichio di Alessandria; uso metaforico di αἴξ (aix) ''capra''), quindi ''mare ondoso'', cf. anche αἰγιαλός (aigialos) ''costa''.
Il Commercio nell'Egeo
I primi abitanti della Grecia, i micenei, facevano grande affidamento sull'Egeo per il commercio e, sembra, si siano spinti fino alla Spagna e all'Egitto. Il commercio martittimo divenne la loro principale fonte di guadagno e, con il tempo, colonizzarono le varie isole dell'arcipelago egeo ed avviarono la produzione di diversi beni come fichi, uva, vino, uvetta, miele, grano, verdure varie ed erbe. Il marmo, in modo particolare, divenne un importante prodotto di esportazione. Questa produzione, assieme a quella della terraferma, rese ricchi i mercanti greci, ma le stesse acque su cui facevano affidamento per la loro ricchezza e sostentamento divennero la via per loro caduta.
I Popoli del Mare
Nel 1200 a.C. circa, la Civiltà micenea collassò e, sebbene non sia stata individuata un'unica causa universalmente condivisa, si ritiene molto probabile che siano soccombuti agli stessi misteriosi invasori che avevano devastato l'Egitto e l'Anatolia: i Popoli del Mare. Chiunque essi fossero, ne sono descritti gli attacchi a danno degli egizi, degli ittiti, dei greci e dei fenici (cananiti) finché infine si stanziarono lungo le coste della Cananea acqusendo il nome di filistei. Non vi è dubbio tra gli studiosi, basandosi sulle fonti primarie, che i Popoli del Mare fossero giunti in Grecia dal sud del Mar Egeo ed abbiano devastato le coste, effettuando incursioni sulla terraferma ed impossessandosi delle isole.
Poco dopo il loro arrivo, i dori discesero dal nord della Grecia e la Civiltà micenea crollò (nonostante alcuni studiosi abbiano speculato che la cultura micenea fosse stata tenuta in vita grazie a quei greci che avrebbero in seguito fondato Atene, mentre Sparta vantava fieramente antenati dori). La civiltà greca come la conosciamo oggi, nacque a seguito dell'invasione dorica. È interessante notare, se si crede che la cultura micenea sia sopravvissuta attraverso Atene, che le colonie greche in Asia Minore erano in gran parte insediamenti ateniesi. Si crede che il poeta Omero provenisse da una di queste colonie greche e che i famosi eroi della sua Iliade, probabilmente l'opera più popolare ed influente del suo tempo, fossero tutti micenei.
Nella Mitologia
Il Mar Egeo figura in modo significativo in molti dei più famosi miti greci (Icaro e Dedalo, Teseo ed il Minotauro, Giasone e gli Argonauti, l'Odissea, tra gli altri) e Platone fece ampio uso delle isole nei suoi dialoghi. Nell'Eutifrone, ad esempio, Platone fa venire di proposito il giovane che sostiene di sapere tutto dall'isola di Nasso, che era nota per essere la più prospera e per i suoi abitanti piuttosto ricchi e accondiscendenti. Secondo Erodoto, l'isola di Nasso era la più prospera per i commerci intorno al 500 a.C. e potè facilemente pagare i tributi dovuti ad Atene sotto forma di oro e di aiuti militari dopo il tentativo fallito da parte dell'isola di lasciare la Lega di Delo nel 476 a.C. Durante l'Età d'Oro della Grecia ed oltre, il Mar Egeo continuò ad avere un'importante ruolo nel commercio ed in guerra, aiutando la cultura e la civiltà greche a fiorire finché i romani, come prima di loro i Popoli del Mare, sfruttarono i corsi d'acqua per conquistare ed assoggettare la Grecia.