Inti

Definizione

Mark Cartwright
da , tradotto da Babeth Étiève-Cartwright
pubblicato il 07 marzo 2014
Disponibile in altre lingue: Inglese, Cinese, Francese, Spagnolo
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Inca Gold Sun Mask (by Andrew Howe, CC BY-NC-SA)
Maschera solare inca in oro
Andrew Howe (CC BY-NC-SA)

Inti era il dio inca del sole, era ritenuto onnipotente ma era anche un dio benevolo e capace di grande generosità. Tuttavia, Inti poteva infuriarsi e dimostrava il suo malcontento attraverso eclissi solari che richiedevano sacrifici per riconquistare il favore del dio. I governanti inca si consideravano discendenti diretti di Inti, patrono dell'impero e della conquista militare.

Parentela e ruolo di Inti

Inti era il sole, che nella mitologia degli Inca era stato creato dalla suprema divinità Inca Viracocha da un'isola del lago Titicaca. Sebbene Viracocha fosse di rango superiore, di solito rimaneva sullo sfondo degli affari del mondo e permetteva a intermediari come Inti di governare il mondo in modo concreto. Inti era sposato con la dea della luna Quilla. Collegando così gli dei all'umanità, si ritiene che il primo sovrano inca e fondatore della civiltà, Manco Cápac, sia stato istruito da Inti o sia stato addirittura suo figlio, insieme agli altri antenati inca originari, come Mama Ocllo, che in alcune versioni del mito viene descritta anche come moglie di Inti. In questo modo i sovrani Inca successivi potevano rivendicare la discendenza divina e sottolineare il loro ruolo di intermediari tra gli dei e la gente comune. Manco Cápac indossava persino un costume di lenzuola d'oro per impressionare la gente con la sua discendenza divina. Tuttavia, solo con Viracocha Inca (1425 ca.) o con il 9° sovrano inca Pachacutec Inca Yupanqui (1438-1471 ca.) il culto di Inti si affermò realmente nelle pratiche culturali degli Inca. Con l'espansione dell'impero Inca, il culto del sole fu incorporato nelle religioni dei popoli conquistati e usato come propaganda imperiale per dimostrare che gli Inca erano il popolo con il diritto divino di governare.

Il tempio Coricancha ("Casa del Sole") e il recinto sacro di Sacsahuaman, nella capitale inca di Cusco, erano dedicati a Inti.

Il Coricancha

Il tempio Coricancha (“Casa del Sole”) e il recinto sacro di Sacsahuaman, nella capitale Inca di Cusco, erano dedicati a Inti e furono probabilmente costruiti sotto il regno di Pachacutec. È qui che la figura più anziana della religione incaica, il Gran Sacerdote del Sole (Villac Umu), presiedeva i riti in onore di Inti, assistito da acllas (o acyllyaconas), giovani sacerdotesse vergini. Esistevano anche cerimonie solari eseguite da sacerdoti uomini e donne nei siti sacri di tutto l'impero. L'esempio più famoso è forse quello di Machu Picchu, dove una tipica intihuatana o “palo del sole”, situata nel punto più alto del recinto sacro, veniva usata durante i solstizi per collegare simbolicamente il sole alla terra con una speciale corda. Gli intihuatana venivano utilizzati anche per regolari osservazioni astronomiche del sole e forse di altri corpi celesti. Altri templi importanti si trovavano a Pisac (a nord-est di Cusco), a Ingapirca (nell'odierno Ecuador) e sull'Isola del Sole, sul lago Titicaca, che i sovrani Inca visitavano una volta all'anno durante un pellegrinaggio.

Coricancha, Cuzco
Coricancha, Cusco
Canopic (CC BY-NC-ND)

Inti Raimi

Inti era venerato soprattutto durante la festa di Inti Raimi, che si svolgeva durante il solstizio d'inverno a giugno e durava diversi giorni. Uno dei sacrifici più comuni a Inti era quello dei lama bianchi, ma venivano dedicate al dio anche offerte di cibo, di altro bestiame e persino di aree coltivate. C'erano anche sacrifici umani (compresi quelli di bambini) in occasioni cerimoniali speciali o in momenti di particolare crisi, come terremoti o morti nella famiglia reale. Queste cerimonie avevano lo scopo di assicurare il continuo successo dell'impero Inca, del suo popolo e dei suoi raccolti. Una storia curiosa è quella di un'aquila attaccata dalle poiane e caduta dal cielo durante una cerimonia in onore di Inti tenutasi nel 1526 circa. Si pensava che ciò predicesse il crollo dell'impero Inca. Fu infatti in questo periodo che i primi segni della mortale malattia del vaiolo, portata dai conquistadores spagnoli dal Vecchio Mondo, cominciarono ad apparire tra la popolazione Inca e sarebbe passato meno di un decennio prima che la capitale Inca cadesse nelle mani degli spagnoli.

Rappresentazioni nell'arte

Inti non era spesso rappresentato nell'arte incaica, ma quando lo era era di solito come statua d'oro, disco solare o maschera d'oro. L'oro era particolarmente associato al dio perché si credeva che il metallo prezioso fosse il sudore del sole. La statua più sacra di Inti era conservata nel suo santuario di Cusco. L'interno di questo tempio era una meraviglia in sé, poiché era rivestito da 700 pannelli di mezzo metro di oro battuto, mentre all'esterno c'era una scena in dimensioni reali di un campo di grano con lama e pastori, tutti realizzati in oro e argento. La statua rappresentava Inti come un piccolo ragazzo seduto, chiamato Punchao (Sole diurno o di mezzogiorno). Dalla sua testa e dalle sue spalle risplendevano i raggi del sole, indossava una fascia regale e dal suo corpo uscivano serpenti e leoni. Il ventre della statua era cavo e serviva a conservare le ceneri degli organi vitali dei precedenti sovrani inca. Ogni giorno questa statua veniva portata all'aria aperta e ogni sera tornava nel santuario. La statua fu portata in un luogo sicuro all'arrivo degli spagnoli nel 1530, ma sembra che alla fine sia stata trovata nel 1572, per poi scomparire senza lasciare traccia, probabilmente fusa come molti altri manufatti inca.

Le maschere di Inti erano tipicamente fatte di oro battuto finemente e presentavano anche i raggi del sole che spuntavano dalla testa del dio in un disegno comune alle maschere delle divinità pre-Inca. Questi raggi erano tipicamente tagliati a zig-zag e talvolta terminavano con un piccolo volto o una figura umana. La maschera più famosa di questo tipo era esposta nel tempio di Coricancha a Cusco.

Gli adoratori del dio e la maggior parte delle opere d'arte realizzate in suo nome sono scomparsi da tempo, ma Inti continua a vivere in diverse culture sudamericane attuali. La festa di Inti Raimi è stata riportata in voga con una grande festa annuale a Cusco, diverse bandiere nazionali recano una sua immagine sotto forma di sole fiammeggiante e la moneta del Perù negli anni '80 si chiamava Inti e ancora oggi fa riferimento a lui con il nuovo nome di sol - sole in spagnolo.

Bibliografia

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Info traduttore

Babeth Étiève-Cartwright
Babeth ha insegnato inglese presso il British Council di Milano. Parla correntemente francese, inglese e italiano e ha 25 anni di esperienza nel campo dell'istruzione. Ama viaggiare e scoprire la storia e il patrimonio di altre culture.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2014, marzo 07). Inti [Inti]. (B. Étiève-Cartwright, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-12505/inti/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Inti." Tradotto da Babeth Étiève-Cartwright. World History Encyclopedia. Modificato il marzo 07, 2014. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-12505/inti/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Inti." Tradotto da Babeth Étiève-Cartwright. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 07 mar 2014. Web. 21 feb 2025.