Newgrange è un monumento neolitico nella regione di Bru na Boinne, nella contea di Meath in Irlanda. Il nome è piuttosto moderno e deriva dalla “nuova” fattoria (newer grange) dei monaci dell’abbazia di Mellifont nei pressi di Drogheda, 14 km a nord. L’abbazia fu chiusa nel 1539, ma l’associazione del sito con la “nuova fattoria” dei monaci rimase. Newgrange fu costruito attorno al 3200 a.C., prima delle piramidi di Giza e di Stonehenge, ed è parte di uno dei complessi megalitici più famosi e importanti d’Europa. In totale sono presenti 37 tombe nella valle di Bru na Boinne (“Dimora del Boyne”), situata presso un’ansa del fiume Boyne, e il sito include altre due enormi strutture simili a Newgrange: Knowth e Dowth. Il monumento di Newgrange si estende per 76 metri in larghezza e 12 in altezza, arrivando a coprire un acro di terreno (4500 metri quadri). L’entrata conduce ad un passaggio alto 19 metri, che si apre su una camera centrale con tre nicchie (a volte definite “camere”) nelle mura, poste ad intervalli che corrispondono al nord, all'ovest e al sud. Gli scavi hanno portato alla luce resti umani nella nicchia ad ovest.
Nonostante Newgrange fosse originariamente definita una tomba a galleria, è stata riconosciuta in tempi recenti come un monumento il cui scopo, anche se includeva la sepoltura dei defunti, era più ampio e significativo. Ogni anno, nei giorni vicini al solstizio d’inverno del 21 dicembre, il sole che sorge brilla attraverso un’apertura sopra l’entrata, illuminando il passaggio all’interno e, soprattutto, la nicchia ad ovest in fondo alla camera centrale. L’archeologo Michael J. O’Kelly fu il primo ad osservare il fenomeno in epoca moderna, il 21 dicembre 1967. O’Kelly, il cui lavoro a Bru na Boinne ha apportato il contributo maggiore per la comprensione del sito, è il principale responsabile della reinterpretazione di Newgrange come monumento, non come semplice tomba: esso è propriamente definito col termine cairn, un cumulo di pietre posizionate dall’uomo che include ghiaia levigata dall’acqua. Newgrange è inserito fra i siti Patrimoni dell'Umanità dell’UNESCO.
La costruzione di Newgrange
Le tombe e i monumenti di Bru na Boinne furono costruiti tra il 3300 e il 2800 a.C. Esisteva una struttura precedente a questo periodo, che fu smantellata, e le sue pietre furono utilizzate nelle prime fasi della costruzione di Newgrange. Dei quattro tipi di tombe megalitiche definite dagli archeologi - tomba a cortile, tomba a portale, tomba a galleria e tomba a cuneo - furono costruite a Bru na Boinne solo tombe a galleria. Gli storici George Eogan e Peigin Doyle commentano sull’argomento: “I costruttori delle tombe a galleria rappresentano una tradizione distinta da coloro che costruivano tombe a portale e tombe a cortile. Questa tradizione si sviluppò prima sulle coste occidentali d’Europa, in particolare nella penisola iberica e in Bretagna, prima di diffondersi in Gran Bretagna e Irlanda” (10). Questo è particolarmente interessante perché si ritiene che i Celti arrivarono in Irlanda dalla penisola iberica verso il periodo 500-300 a.C., molto dopo la costruzione del sito di Newgrange. Ciò ha portato alcuni a ritenere che l’arrivo dei Celti sia da retrodatare, ma potrebbe anche essere spiegato con l'arrivo di popolazioni non celtiche dalla stessa regione.
Nella regione doveva comunque esistere una comunità stabile che ha edificato queste strutture imponenti: dovevano essere abili nel lavorare la pietra e possedere una ricchezza considerevole, per poter dedicare tempo alla costruzione di grandi tombe e monumenti. Eogan e Doyle scrivono:
Doveva essere necessaria un'ampia gamma di risorse: tronchi per movimentare le pietre… corde per tenerle; e barche o legname per trasportare via acqua le pietre dal loro luogo originario, che era spesso molto lontano dal sito in costruzione. Considerando che le tombe erano spesso costruite su alture, molte grosse pietre dovevano essere anche trasportate verso l'alto (11).
Le pietre usate a Newgrange furono lì trasportate da luoghi lontani come le Wicklow Mountains, nella contea di Wicklow, 113.9 km a sud, e dalle Slieve Croob Mountains nella contea di Down, 107 km a nord. Vennero portate pietre anche dalle Mourne Mountains, 94 km a nord del sito, mentre la ghiaia era estratta localmente presso una cava oggi sommersa, indicata come il “laghetto a forma di otto”. I costruttori dovettero quindi individuare e poi trasportare le pietre dalle montagne lontane, con ogni probabilità attraverso il Mare d’Irlanda, e poi trasportarle via terra a Bru na Boinne. Tutto ciò doveva naturalmente richiedere un grande sforzo e molto tempo. Michael J. O’Kelly nota che vi sono 97 pietre megalitiche (kerb stones), “nessuna più leggera di una tonnellata, e alcune molto più pesanti” a Newgrange, e che il sito contiene “circa 200.000 tonnellate di pietra” in totale. Egli scrive:
Nessuna delle lastre strutturali fu estratta, tutte mostrano superfici geologicamente usurate, ad eccezione dei punti in cui le lastre sono state deliberatamente incise [decorate con spirali o altri simboli]. Le loro condizioni di usura, e le righe che possiamo vedere su alcune di esse, suggeriscono che fossero state raccolte nel punto in cui erano rimaste verso la fine della glaciazione. Immaginiamo la difficoltà di trovare così tante pietre adatte, mezzo nascoste come dovevano essere da boscaglia e vegetazione, e di portarle sul posto, principalmente in salita essendo Newgrange sulla cima di un crinale (116-117).
O’Kelly immagina una forza lavoro divisa in gruppi di sei, alcuni dei quali portavano la ghiaia, alcuni andavano alla ricerca delle pietre, altri le trasportavano, e altri le piazzavano. Quando il monumento fu completo, non è chiaro se questi gruppi aiutarono nella realizzazione del rivestimento esterno in quarzo bianco, che fu restaurato in tempi moderni. O’Kelly sostiene, tuttavia, che il tutto sia pura speculazione: “Che nessuno ritenga che quanto appena esposto sia più di una mera ipotesi, elaborata nella completa ignoranza che abbiamo riguardo lo stile di vita e le abitudini dei costruttori” (118). Senza alcuna testimonianza scritta, non abbiamo modo di sapere come il monumento fu realizzato, perché fu costruito o quale scopo avesse. Ciò che sappiamo con certezza è che la gente della zona impiegò almeno 30 anni per costruire Newgrange, forse anche di più, e che fu usato costantemente dopo la sua costruzione come importante centro rituale.
La leggenda e la scoperta
Per qualche motivo il monumento fu abbandonato durante l’Età del ferro in Irlanda (ca. III secolo a.C.), dopo l’arrivo dei Celti. Per i successivi 2000 anni non ci fu alcuna attività rituale nella regione, e i terreni venivano usati dai contadini, come fecero i monaci dell’abbazia di Mellifont. La memoria collettiva dell’importanza rituale del sito era però forte, come testimoniano i riferimenti al monumento contenuti nelle leggende e nei miti irlandesi. Il piccolo popolo, i Tuatha de Danann (figli della dea Dana), erano ritenuti gli artefici della costruzione di Newgrange, poiché il sito viene descritto come la tomba del loro capo, il Dagda Mor, oppure di suo figlio Oengus del Brugh, o anche del grande dio Lugh dal lungo braccio, padre dell’eroe Cú Chulainn. Si credeva anche che Cú Chulainn fosse stato concepito in questo luogo, quando Lugh fece visita a Dechtine in sogno, mentre ella dormiva qui. Il luogo era permeato di proprietà magiche e poteva produrre cibo e bevande (soprattutto birra) senza fine, inclusi due maiali, uno vivo e l’altro già condito, cucinato e pronto per la tavola. Nella famosa leggenda irlandese The Pursuit of Diarmuid and Grainne, Aengus porta il corpo di Diarmuid a Bru na Boinne per la sepoltura dopo la morte dell’eroe, e si diceva che gli Alti Re d’Irlanda, incoronati a Tara, fossero qui sepolti fino al tempo degli Ui Neill (800 d.C. ca.).
Il sito fu dimenticato così come la lingua gaelica, la sua letteratura e la sua tradizione furono represse, e quasi perdute, sotto il dominio inglese. L’invasione normanna del 1169 d.C. portò gli Inglesi in Irlanda, e il loro controllo sulla vita nell’isola crebbe costantemente con misure sempre più oppressive, fino a quando fu spezzato dai patrioti irlandesi agli inizi del Novecento, arrivando alla fondazione della Repubblica d’Irlanda negli anni Venti. Molto prima dell’arrivo degli Inglesi, tuttavia, l’attività rituale presso il sito rallentò fino a cessare del tutto, a causa probabilmente della sostituzione dei riti pagani con quelli cristiani, a seguito dell’arrivo del missionario San Patrizio nel V secolo d.C.
I grandi tumuli di Newgrange, Knowth e Dowth e le tombe circostanti furono dimenticate, fino alla loro riscoperta nel 1699. Michael O’Kelly descrive l’evento nella sua opera Newgrange: Archaeology, Art and Legend:
La scoperta della “grotta” a Newgrange fu causata dalla ricerca di pietre per il proprietario terriero Charles Campbell. Avendo scoperto che ce n’erano in grande quantità sotto un verde tumulo nella sua proprietà, diede istruzioni ai suoi lavoranti di estrarne alcune, e questo portò alla scoperta dell’entrata della tomba. Ciò accadde nel 1699. Fortunatamente nello stesso periodo lo studioso e antiquario gallese Edward Lhwyd era in viaggio in Irlanda, e quando ebbe notizia della scoperta a Newgrange arrivò sul posto, prendendo accuratamente nota di tutto ciò che vedeva e sentiva. Egli scrisse ai suoi amici a riguardo, e quattro delle sue lettere sono state conservate, tutte più o meno recanti le stesse informazioni. La prima lettera è datata 15 dicembre 1699 ed è da ritenere che la “caverna”, così come era chiamata, fosse stata aperta da non molto e che Lhwyd fu in grado di ottenere resoconti diretti riguardo la scoperta. Egli descrisse ciò che aveva visto usando gli stessi precisi termini che era solito usare nei suoi studi botanici e di altro argomento (24).
A Lhwyd fece seguito Sir Thomas Molyneaux dell’Università di Dublino, che con le sue osservazioni attirò altri visitatori. Nessuno di questi studiosi riteneva che il monumento di Newgrange fosse stato costruito dalle popolazioni native d’Irlanda, poiché l’attitudine dominante degli Inglesi riguardo gli Irlandesi era che questi ultimi fossero rudi barbari, incapaci di una tale impresa. Newgrange fu attribuita ai Vichinghi e persino agli Egizi. Durante tutto il Settecento il sito fu visitato da un gran numero di antiquari, che fecero molte ipotesi sull’origine e sullo scopo del tumulo e, nell’Ottocento, molti altri continuarono, incluso lo studioso John O’Donovan e l’artista George Petrie, che diede valutazioni più erudite su Newgrange. Nel 1882 il monumento passò sotto la tutela del governo di Gran Bretagna e Irlanda grazie allo Ancient Monuments Protection Act, ed ebbero inizio le opere di conservazione.
Newgrange oggi
Dobbiamo attendere fino al 1962 per degli approfonditi scavi archeologici sul luogo, ad opera di Michael J. O’Kelly, che durarono fino al 1973. È grazie al lavoro di scavo e restauro di O’Kelly che il monumento è nelle condizioni in cui lo vediamo oggi. Nel 1993 Newgrange fu nominato Sito Patrimonio dell’UNESCO, ed è il più conosciuto tra i cairns neolitici del mondo (tra cui anche Maeshowe in Scozia e Gavrinis in Bretagna). Si accede al sito tramite il Bru na Boinne Visitor's Centre, che offre visite guidate. Più di 200.000 persone provenienti da tutto il mondo visitano il sito ogni anno, e viene organizzata una lotteria per scegliere i fortunati che desiderano partecipare all’osservazione dell’alba nel giorno del solstizio d’inverno. Il numero di candidati (molte migliaia) testimonia il fascino imperituro e misterioso del grandioso monumento di Newgrange.