Tempio di Artemide a Efeso

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Mark Cartwright
da , tradotto da Pietro Vittorio Armando Mariotti
pubblicato il 26 luglio 2018
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Spagnolo, Turco
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Model of the Temple of Artemis (by Faigl.ladislav, GNU FDL)
Modello del Tempio di Artemide
Faigl.ladislav (GNU FDL)

Il Tempio di Artemide a Efeso era situato sulla costa occidentale dell'Asia Minore (odierna Turchia), costruito nel VI secolo a.C. Tale era la sua poderosa grandezza, il doppio di dimensione rispetto ad altri templi greci incluso il Partenone, tanto che venne considerato presto una delle Sette Meraviglie del mondo antico.

Distrutto da un incendio nel IV secolo a.C. e poi ricostruito, il grande tempio ionico sopravvisse fino alla Tarda Antichità e all'invasione dei Goti del 267 d.C. Quando venne ricostruito, nel 401 d.C. venne distrutto per l'ultima volta da una rivolta di cristiani. Oggi solo le fondamenta e una colonna restano come ricordo del sito dove una volta si trovava uno dei più grandi templi del Mediterraneo antico.

Artemide ed Efeso

Efeso (o Ephesos/Ephesus) era una colonia greca sulla costa occidentale dell'Asia Minore fondata nell'VIII secolo a.C., anche se erano presenti coloni greci nella zona dal 1200 a.C. circa. La dea greca Artemide (Diana per i Romani) era particolarmente importante per gli Efesini, infatti il luogo della sua nascita era considerato da loro la vicina Ortygia (per gli altri Greci era Delo). Artemide era la dea della castità, della caccia, degli animali selvatici, delle foreste, del parto e della fertilità. Il culto della dea ad Efeso comprendeva elementi orientali (presi in prestito da dee come Iside, Cibele e la "Signora degli Animali"), così come la sua rappresentazione nell'arte, con statue superstiti, non come nel resto della Grecia, essendo ricoperta di uova come un simbolo del suo ruolo di dea della fertilità. Dunque, la dea venerata a Efeso è spesso chiamata Artemide Efesia.

INIZIATO NEL 550 A.C. CIRCA, CI VOLLERO 120 PER COMPLETARE IL TEMPIO MARMOREO E, COME I SUOI PRECEDENTI, ERA DEDICATO AD ARTEMIDE E COSÌ ERA CONOSCIUTO COME L'ARTEMISIUM.

La città ebbe un rapporto scostante con il vicino regno di Lidia, difendendosi da molti attacchi ma allo stesso tempo assorbendo alcuni elementi culturali da esso. Il re lido Creso (r. 560-546 a.C.) conquistò Efeso tra il 560 e il 550 a.C., e poi fondò la costruzione di nuovi edifici, tra cui un nuovo grande tempio ad Artemide o, come lo storico greco Erodoto scrive, "dedicò molte colonne" (Storie, 1.92). Un interessante ritrovamento archeologico nel sito fu una sezione di una colonna recante l'iscrizione 'dedicato da Creso'.

C'erano state già numerose versioni del tempio nei secoli ad Efeso, ed Erodoto descrive gli Efesini legando una corda di 1243 metri tra l'antico tempio e la città come un disperato e futile tentativo di dedicare l'intera città ad Artemide per poterli salvare dai Lidi.

Il tempio

Il magnifico nuovo tempio era sotto la supervisione, secondo lo scrittore romano di I secolo d.C. Plinio il Vecchio, del grande architetto Chersifrone di Cnosso mentre Strabone, il geografo greco (64 a.C. - 24 d.C. circa), nota che il lavoro debba essere accreditato sia a Chersifrone che a suo figlio Metagene. Ad ogni modo, entrambe le figure potrebbero essere vissute nell'VIII secolo a.C., così da poter essere coinvolte nella costruzione della primissima versione del tempio. Nonostante ciò, un trattato sul tempio scritto alla metà del VI secolo a.C. viene attribuito a Chersifrone e Metagene. Vitruvio, l'architetto e scrittore romano di I secolo a.C., dice che il progetto iniziò con la coppia precedente e venne completato da Peonio di Efeso.

Artemis
Artemide
Mark Cartwright (CC BY-NC-SA)

Iniziato nel 550 a.C. circa, ci vollero 120 anni per completare il tempio marmoreo, come i suoi precedenti, era dedicato ad Artemide e così era conosciuto come l'Artemisium (o Artemision). Come molti templi dedicati alla dea nel mondo greco, era situato a poca distanza dalla città e Artemide era considerata come protettrice dei confini (fisici e non solo), della vegetazione selvaggia, degli animali e della natura in generale. Secondo Plinio il Vecchio nella sua Storia naturale (36.97), il tempio misurava 129,5 metri in lunghezza e 68,8 metri in altezza, quasi il doppio del Partenone di V secolo a.C. di Atene (69,5 x 30,9 m). Aveva 127 colonne che erano alte 18,3 metri e con 1,2 metri di diametro. Le colonne erano posizionate in due file in tutti i quattro lati, otto o nove in quelli corti e 20 o 21 in quelli lunghi. Queste colonne sulle facciate erano decorate con figure a rilievo con scene tratte dalla mitologia greca.

Il fregio decorativo del tempio rappresentava scene raffiguranti le Amazzoni, che, nella mitologia greca, si pensava avessero trovato rifugio a Efeso da Eracle. I blocchi dell'architrave sopra le colonne si stima dovessero pesare 24 tonnellate ciascuna, e la forza ingegneristica che li misero al loro posto fecero credere agli Efesini che sia stata proprio Artemide a sistemarli in quel modo. Secondo Vitruvio nel suo Sull'architettura (2.9.13), la statua cultuale di Artemide che si ergeva all'interno del tempio (e per la quale il progetto prese corpo inizialmente) era fatta di legno di cedro.

PLINIO IL VECCHIO DESCRIVE IL TEMPIO COME “IL MONUMENTO PIÙ STRAORDINARIO DELLA MAGNIFICENZA GRECA”.

Le fondamenta del tempio ricevettero diversa attenzione, prima da Plinio il Vecchio che loda l'ingegnere e scultore Teodoro di Samo per averle predisposte su un terreno paludoso limitando così gli effetti dei terremoti. Plinio nota anche che strati alterni di pelle di pecora e carbone vennero utilizzati per garantire la stabilità necessaria per sostenere il peso mastodontico delle strutture che sarebbero state costruite sopra. Scavi nel sito nel 1870 d.C. rivelarono infatti che le fondamenta del tempio erano composte da strati di soffice malta e carbone. Strati di schegge di marmo e carbone sono stati scoperri in scavi del XX secolo, ma nessuna esplorazione ha trovato tracce di pelli di pecora.

Distruzione e ricostruzione

Nel IV secolo a.C., il tempio parzialmente fondato da Creso venne distrutto da un incendio volontario per mano di un uomo chiamato Erostrato, he divenne uno dei piromani più famosi della storia, nella sua sola ambizione di commettere il sacrilegio. Secondo lo scrittore greco Plutarco (c. 45 a.C. - 125 d.C.) nella sua biografia di Alessandro Magno, il grande condottiero macedone nacque lo stesso giorno nel quale il Tempio di Artemide bruciò, attorno al 21 luglio 356 a.C. (il sesto giorno del mese di Ecatombeone). Ricordando che Artemide era la dea del parto, Plutarco osserva:

È stata questa coincidenza che ispirò Egesia di Magnesia ad elaborare una battuta che avrebbe potuto essa stessa causare l'incendio: disse che per forza il tempio di Artemide è stato distrutto, dal momento che la dea era impegnata ad assistere la nascita di Alessandro. Ma quei Magi che erano allora a Efeso interpretarono la distruzione del tempio come un presagio di un grande disastro, e corsero per la città battendosi il viso e urlando che quel giorno aveva portato un grande flagello e calamità per l'Asia. (254)

Column Drum from the Temple of Artemis, Ephesus
Sezione di una colonna dal Tempio di Artemide, Efeso
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

Nonistatnre queste sinistre predizioni, il tempio venne ricostruito nello stesso punto e seguendo lo stesso progetto dell'originale, ancora meglio secondo Strabone (Geografia, 14.1.21)- Degli scavi, comunque, hanno rivelato che il tempio ellenistico era leggermente più piccolo del suo precedente, misurando circa 105 x 55 metri con colonne alte 17,65 metri. In più, la nuova versione venne collocata su una base più alta per rendere il tempio più imponente. L'architetto incaricato era o Chirocrate o Dinocrate, secondo Vitruvio. Strabone osserva inoltre che Alessandro, quando visitò Efeso nel 334 a.C., si offrì di pagare le spese per la ricostruzione se il suo nome fosse apparso su un'iscrizione nel tempio finito. Gli Efesini rifiutarono l'offerta, un uomo senza nome dichiarò che non fosse corretto per un dio dedicare doni a un altro dio, e dunque, gli Efesini pagarono loro stessi con una colletta di gioielli di privati cittadini.

Le Sette Meraviglie

Alcuni dei monumenti del mondo antico impressionarono così tanto visitatori di ogni dove con la loro bellezza, ambizione artistica e architettonica e mastodontica stazza che la loro reputazione crebbe come luoghi da non perdere (themata) per il viaggiatore o pellegrino dell'antichità. Sette di questi monumenti diventarono la 'lista originale' quando scrittori antichi come Erodoto, Callimaco di Cirene. Antipatro di Sidone e Filone di Bisanzio complicarono delle liste dei luoghi più meravigliosi del mondo antico. Il Tempio di Artemide di Efeso entrò nella lista canonica delle Sette Meraviglie a causa della sua stazza e bellezza; la posizione vicina al mare (che sin dall'antichità si è ritirata di alcuni chilometri) avrà sicuramente contribuito all'effetto spettacolare dell'edificio. Senza dubbio, il Tempio di Artemide era spesso considerato come la più grande delle sette meraviglie da quelli che lo avevano visto. Plinio il Vecchio descrive il tempio "come il più meraviglioso monumento della magnificenza greca" (Storia naturale, 36,97). Pausania, lo scrittore di viaggio greco di II secolo d:C., nella sua Descrizione della Grecia, descrive le dimensioni del tempio come "sorpassando tutti gli edifici fra gli uomini" (4.31.8).

Temple of Artemis, Ephesus
Tempio di Artemide, Efeso
Carole Raddato (CC BY-SA)

Efeso continuò ad essere una città importante in età romana e divenne capitale della provincia romana d'Asia dopo il 129 d.C. Questa prosperità portò attenzioni non gradite e il tempio di Artemide venne distrutto un'altra volta, o comunque danneggiato, dai Goti durante la loro invasione dell'Egeo nel 267 d.C. Anche se venne subito ricostruito o restaurato, una rivolta cristiana, mossa dal decreto dell'imperatore romano Teodosio I (r. 379 - 395 d.C.) contro le pratiche pagane nel 393 d.C., definitivamente distrusse il tempio nel 401 d.C. Nei secoli successivi, la zona venne gradualmente coperta da detriti portati dalle alluvioni regolari del vicino fiume Kaystros, anche se Efeso continò ad essere un' importante città bizantina fino a quando venne conquistata dai Turchi nel 1304.

Il Tempio di Artemide non venne dimenticato, e una tradizione nacque nel periodo medievale per la quale alcune colonne di Haghia Sophia a Costantinopoli vennero prelevate da esso, ma il noto specialista sui Bizanfini Cyril Mango rileva l'assurdità di quest'idea. Senza dubbio, alcuni blocchi dal tempio furono riutilizzati per numerosi edifici a Efeso, una pratica comune nell'antichità.

Così grande era il leggendario splendore del Tempio di Artemide che alcuni archeologi nel XIX secolo d.C. iniziarono a scavare nel sito. È stato trovato nel 1869 da John Turtle Wood. Gli scavi iniziarono sotto la tutela del British Museum di Londra, e scoprirono numerosi importanti artefatti come leggiadre figure in marmo di Artemide Efesia risalenti al I e II secolo d.C. I resti del grande tempio vennero trovati, e durante un'altra serie di scavi dal 1904, altri dettagli vennero rivelati. I reperti più antichi, specialmente offerte votive di metalli preziosi, risalgono al VII secolo. Numerosi capitelli e parti di colonne sono stati scoperti del tempio di VI secolo, mentre uno dei migliori ritrovamenti fu una magnifica sezione di colonna intarsiata proveniente dalla versione ellenistica. La sezione, la quale ha numerose raffigurazioni scolpite in rilievo includono Ade, Persefone ed Hermes, si trova ora al British Museum. Oggi tutto quello che resta del tempio sono le fondamenta, e una singola colonna è stata ricostruita, piuttosto che dare un'idea della gloria perdute, dà un'aria malinconica al sito il quale è stato uno dei più straordinari del Mediterraneo antico.

Info traduttore

Pietro Vittorio Armando Mariotti
Pietro is a history student at the University of Milan. He’s interested especially in ancient history, Greek religion and mythology.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2018, luglio 26). Tempio di Artemide a Efeso [Temple of Artemis at Ephesus]. (P. V. A. Mariotti, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-17191/tempio-di-artemide-a-efeso/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Tempio di Artemide a Efeso." Tradotto da Pietro Vittorio Armando Mariotti. World History Encyclopedia. Modificato il luglio 26, 2018. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-17191/tempio-di-artemide-a-efeso/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Tempio di Artemide a Efeso." Tradotto da Pietro Vittorio Armando Mariotti. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 26 lug 2018. Web. 17 dic 2024.