I giardini pensili di Babilonia

Definizione

Mark Cartwright
da , tradotto da Aurora Alario
pubblicato il 27 luglio 2018
Disponibile in altre lingue: Inglese, Arabo, Francese, Greco, Indonesiano, Coreano, Portoghese, Spagnolo, Turco
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Hanging Gardens of Babylon (by Martin Heemskerck, Public Domain)
Giardini pensili di Babilonia
Martin Heemskerck (Public Domain)

I Giardini Pensili di Babilonia erano i leggendari giardini che abbellivano la capitale dell'Impero neobabilonese, costruiti dal più grande re Nabucodonosor II (605-562 a.C.). Unica tra le sette meraviglie del mondo classico la cui esistenza viene contestata dagli storici.

Alcuni studiosi sostengono che i giardini si trovassero a Ninive, capitale dell'Impero assiro, mentre altri si schierano con gli scrittori classici e attendono che l'archeologia offra prove inconfutabili della loro esistenza. Altri ancora ritengono che i giardini siano solo frutto dell'immaginazione degli antichi. Gli scavi in Babilonia e gli antichi testi babilonesi tacciono sulla questione, tuttavia gli scrittori classici descrivono i giardini come situati nella capitale di Nabucodonosor e ancora esistenti in epoca ellenistica. La natura esotica dei giardini rispetto ai più consueti elementi greci, insieme al mistero sull'effettiva ubicazione e la successiva scomparsa, hanno reso i Giardini Pensili di Babilonia la più affascinante tra tutte le Sette Meraviglie.

Babilonia e Nabucodonosor II

Babilonia, situata a circa 80 km a sud dell'odierna Baghdad in Iraq, era un'antica città il cui insediamento risale al III millennio a.C.. Il periodo più importante della storia della città si colloca nel VI secolo a.C., durante il regno di Nabucodonosor II, quando la città era la capitale dell'Impero neobabilonese. L'impero venne fondato dal padre di Nabucodonosor, Nabopolassar (625-605 a.C.), a seguito delle vittorie sull'Impero assiro. Nabucodonosor II ottenne risultati più importanti, tra cui la conquista di Gerusalemme nel 597 a.C.. Il re babilonese si impegnò a rendere la capitale una delle città più belle al mondo. Verso il 575 a.C. venne costruita la Porta di Ishtar, dalle belle torri e con piastrelle smaltate raffiguranti animali reali e immaginari. Una doppia cinta muraria, di circonferenza compresa tra i 7 e i 20 km secondo varie fonti, probabilmente la più grande mai costruita, circondava la città, e poi c'erano forse i vasti giardini di piacere la cui fama si diffuse in tutto il mondo antico.

La prima menzione dei giardini in una fonte classiCA è quella di Beroso di Kos, del 290 a.C. circa.

Nomi e descrizioni

La maggior parte degli studiosi ritiene che l'idea di costruire giardini per puro piacere, piuttosto che per la produzione di cibo, abbia avuto origine nella Mezzaluna Fertile, dove erano considerati come dei paradisi terrestri. Da lì l'idea si sarebbe diffusa in tutto il Mediterraneo antico, tanto che in epoca ellenistica anche i privati, o almeno i più ricchi, crearono giardini privati in casa. Non si trattava soltanto di fiori e piante, ma comprendevano anche elementi architettonici, scultorei, idrici, e persino il panorama era un elemento da tenere in considerazione per l'antico giardiniere paesaggista. I giardini divennero talmente desiderati che i pittori di affreschi, come accadeva a Pompei, coprivano intere pareti delle ville con scene che davano l'impressione di entrare in un giardino quando si faceva ingresso in una stanza. Luoghi all'aperto del genere, dunque, devono la propria esistenza all'antica Mesopotamia e, soprattutto, ai magnifici Giardini Pensili di Babilonia.

I Giardini Pensili di Babilonia venivano talvolta chiamati Giardini Pensili di Semiramide, dal nome della leggendaria e semidivina sovrana assira che i greci ritenevano avesse ampiamente contribuito a ricostruire Babilonia nel IX secolo a.C.. Erodoto, lo storico greco del V secolo a.C., descrive l'impressionante sistema di irrigazione e le mura babilonesi, ma non menziona alcun giardino in particolare (anche se la Grande Sfinge è curiosamente assente dalla descrizione di Giza). La prima menzione dei giardini in una fonte classica è di Beroso di Kos, che in realtà era un sacerdote di nome Bel-Usru proveniente da Babilonia e trasferitosi sull'isola greca. Scritta intorno al 290 a.C., dell'opera di Beroso non restano che stralci citati da scrittori successivi, tuttavia, molte delle descrizioni di Babilonia sono state confermate dall'archeologia.

Hanging Gardens of Babylon
Giardini pensili di Babilonia
Ferdinand Knab (Public Domain)

Beroso descrive alte terrazze di pietra simili a montagne ricche di alberi ad alto fusto e fiori di ogni tipo. Le terrazze con vegetazione sospesa non solo creavano un effetto estetico gradevole, ma ne facilitavano anche l'irrigazione. Beroso spiega che i giardini vennero creati per non far sentire alla moglie del re babilonese, Amytis di Mede, la nostalgia per la patria dalle verdi colline dalla quale proveniva. Purtroppo, nei documenti babilonesi non c'è alcun riferimento a una regina con tale nome.

Diodoro Siculo osserva che le terrazze dei giardini si innalzavano verso l'alto come un antico teatro e raggiungevano un'altezza di 20 metri.

Molte altre fonti descrivono i giardini come se fossero ancora esistenti nel IV secolo a.C., tuttavia si tratta di scritti risalenti a centinaia di anni dopo il regno di Nabucodonosor e i cui autori quasi certamente non hanno mai visitato Babilonia e conoscevano poco sia l'orticoltura che l'ingegneria. Strabone, il geografo greco (64 a.C. circa - 24 a.C. circa), descrive l'ubicazione dei giardini come in prossimità dell'Eufrate che scorreva nell'antica Babilonia, e fa riferimento anche ad un complesso sistema di coclee che portava l'acqua dal fiume ai giardini. Cita anche la presenza di scale per raggiungere i vari livelli. Lo storico greco Diodoro Siculo, anch'egli del I secolo a.C., nota che le terrazze erano inclinate verso l'alto come un teatro antico e raggiungevano un'altezza totale di 20 metri, costruite su pilastri e rivestite di canne e mattoni.

Giardini mesopotamici

Esistono precedenti di grandi giardini in Mesopotamia che precedono quelli che si sarebbero trovati a Babilonia. Ne esistono persino delle raffigurazioni, ad esempio su un pannello in rilievo proveniente dal Palazzo Nord di Ashurbanipal (668-631 a.C.) a Ninive, oggi conservato al British Museum di Londra. In realtà, alcuni studiosi suggeriscono che l'idea dei giardini babilonesi sia il risultato di un equivoco monumentale e che sia Ninive a possedere la favolosa meraviglia, costruita da Sennacherib (705-681 a.C.). Numerose sono le testimonianze di carattere testuale e archeologico di giardini a Ninive e la città veniva talvolta definita "vecchia Babilonia". In ogni caso, anche se si accetta l'ipotesi di Ninive, ciò non esclude la possibilità di giardini a Babilonia.

Assyrian Gardens
Giardini assiri
The British Museum (Copyright)

Esistevano anche giardini posteriori rispetto alla data di costruzione presunta dei giardini pensili di Babilonia, ad esempio a Pasargadae, sui monti Zagros, edificati da Ciro il Grande (530 a.C.). Tutti i giardini di tale genere erano solitamente dotati di terrazze per favorirne l'irrigazione, di alte mura per garantire l'ombra, di alberi raggruppati per preservare l'umidità vitale e resistere ai venti torridi e, naturalmente, tutti erano situati vicino a una fonte d'acqua abbondante. Dal momento che i giardini venivano comunemente associati ai palazzi (in quasi tutte le culture, dall'antica Cina alla Mesoamerica), alcuni studiosi ipotizzarono che anche i giardini di Babilonia, se esistenti, si trovassero vicino o all'interno di uno dei palazzi reali di Nabucodonosor situati sulle rive del fiume Eufrate.

Le sette meraviglie

Alcuni monumenti del mondo classico suscitarono l'ammirazione dei visitatori provenienti dai quattro angoli del pianeta, grazie all'incredibile splendore, alle ambizioni artistiche e architettoniche e alle dimensioni, che ne accrebbero la fama diventando tappe obbligate (themata) per l'antico viaggiatore e il pellegrino. Sette tra tali attrazioni entrarono a far parte dell'originale "lista delle cose da vedere" quando scrittori antichi quali Erodoto, Callimaco di Cirene, Antipatro di Sidone e Filone di Bisanzio compilarono liste dei luoghi più belli del mondo classico. I primi elenchi delle Sette Meraviglie includevano i giardini con le magnifiche mura della città di Babilonia che, secondo Stratone, erano lunghe 7 km e in alcuni punti spesse 10 m e alte 20 m, punteggiate da torri ancora più alte. L'autore P. Jordan suggerisce che i giardini entrarono a far parte delle Sette Meraviglie del Mondo Antico perché "attraevano per il puro lusso e la romantica perversione dell'impresa" (18).

Dopo Nabucodonosor, Babilonia continuò a essere una città importante nell'ambito dell'Impero achemenide (550-330 a.C.) e dell'Impero seleucide (312-63 a.C.), i cui sovrani spesso ne utilizzavano i palazzi come residenza. Presa successivamente dai Parti, dagli Arsacidi e poi dai Sassanidi, la città continuò a mantenere la propria influenza strategica nella regione, quindi è molto probabile che i giardini siano sopravvissuti ancora per diversi secoli dopo la costruzione.

Scavi archeologici periodici iniziarono nell'antica Babilonia nel 1899 e, sebbene siano state trovate molte strutture antiche come le doppie mura e la Porta di Ishtar, non c'è traccia dei leggendari giardini. Un promettente ritrovamento di 14 stanze a volta durante gli scavi del Palazzo Sud di Babilonia si è rivelato, dopo la decifrazione di tavolette ritrovate sul posto, niente di più spettacolare di granai, anche se di grandi dimensioni. Un'altra serie di scavi molto più vicini al fiume e parte di un altro palazzo del re rivelarono grandi drenaggi, muri e ciò che potrebbe essere stato un bacino idrico, tutti elementi necessari per l'irrigazione dei giardini, ma non una prova certa della favolosa meraviglia perduta.

Ruins of the North Palace of  Nebuchadnezzar II, Babylon
Rovine del Palazzo Nord di Nabucodonosor II, Babilonia
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

Oltre al silenzio dell'archeologia, in modo altrettanto significativo, nessuna fonte babilonese menziona i giardini, né la creazione o l'esistenza, tanto meno lo stato di degrado. Si tratta forse della prova più schiacciante contro l'esistenza stessa dei giardini a Babilonia, dato che gli archivi sono pieni di descrizioni dettagliate delle realizzazioni e dei progetti edilizi di Nabucodonosor, fino ai nomi delle strade di Babilonia.

Hanging Gardens of Babylon, Reconstructed
I giardini pensili di Babilonia, ricostruiti
NeoMam Studios (CC BY-SA)

Nonostante la mancanza di prove fisiche e testuali contemporanee, sembra difficile credere che i giardini non siano mai esistiti, se la leggenda ha stimolato una tale copertura da parte degli scrittori antichi e se hanno mantenuto il proprio posto nella lista delle meraviglie per così tanto tempo. Se si scarta l'idea che i giardini si trovassero davvero a Ninive, la risposta più probabile, come sempre, sembra trovarsi nel mezzo. Gli elenchi originali delle meraviglie sono stati compilati da scrittori greci o da coloro che scrivevano per un pubblico ellenistico e cosa avrebbe impressionato di più un greco, abituato alle aride colline terrazzate di uliveti, di un lussureggiante giardino di esotismo ingegnosamente irrigato nel clima incredibilmente caldo dell'Iraq? Forse a Babilonia si trovava un giardino di qualche tipo, le cui dimensioni sono state ingigantite proprio come il palazzo di Cnosso a Creta è stato trasformato in un mitico labirinto dalle precedenti generazioni di autori greci. Forse sarà il tempo a dirlo, mentre l'archeologia continua la sua lenta e laboriosa indagine sul passato. Se non altro, i Giardini Pensili di Babilonia sono l'esempio supremo del motivo per cui è stata concepita l'idea delle Sette Meraviglie, una selezione di opere umane di ogni splendore che pochi avrebbero visto con i propri occhi, ma che tuttavia suscitavano stupore, discussione ed emulazione.

Domande e risposte

I Giardini Pensili di Babilonia esistono ancora?

I Giardini Pensili di Babilonia oggi non esistono più, il mistero circonda la loro precisa ubicazione e la causa della loro scomparsa.

Chi ha distrutto i Giardini Pensili di Babilonia?

Nessuno sa che fine abbiano fatto i Giardini Pensili di Babilonia o se siano esistiti con certezza.

A cosa servivano i Giardini Pensili di Babilonia?

I Giardini Pensili di Babilonia, come altri giardini mesopotamici, erano utilizzati come luogo di svago fresco e all'ombra per i governanti e l'élite della società. Probabilmente erano dotati anche di frutteti.

Bibliografia

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Info traduttore

Aurora Alario
Sono una traduttrice freelance. Mi sono laureata in Mediazione Linguistica presso il SSML Centro Masterly di Palermo, dove ho studiato interpretariato e traduzione per le lingue inglese e francese. Mi interessa la storia e subisco il fascino della cultura indiana. Sono appassionata di informatica, musica e lingue, ovviamente.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

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Cartwright, M. (2018, luglio 27). I giardini pensili di Babilonia [Hanging Gardens of Babylon]. (A. Alario, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-17206/i-giardini-pensili-di-babilonia/

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Cartwright, Mark. "I giardini pensili di Babilonia." Tradotto da Aurora Alario. World History Encyclopedia. Modificato il luglio 27, 2018. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-17206/i-giardini-pensili-di-babilonia/.

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Cartwright, Mark. "I giardini pensili di Babilonia." Tradotto da Aurora Alario. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 27 lug 2018. Web. 20 nov 2024.