Leonardo da Vinci (1452-1519) fu un artista, architetto, ingegnere e scienziato italiano del Rinascimento. Noto per la sua capacità di osservare e rappresentare la natura, i fenomeni scientifici e le emozioni umane in qualsiasi forma. Leonardo diede vita a dei capolavori innovativi che ne misero in evidenza una certa padronanza nell'utilizzo della luce, della prospettiva e dell'effetto globale. Tra le opere più amate troviamo la Gioconda e l'opera murale Il Cenacolo.
Considerato una delle menti più brillanti della storia, l'approccio di Leonardo nell'acquisire conoscenza in tutti i campi, dall'anatomia alla meccanica, prevedeva la comprensione tanto della teoria quanto della pratica. In breve, combinando le abilità dell'artigiano con quelle dello studioso, la visione di Leonardo dimostrò i benefici di un approccio completamente nuovo alla comprensione del mondo attuale e del modo migliore per creare qualcosa di nuovo e meraviglioso per il futuro.
Gioventù
Leonardo nacque il 15 aprile 1452, figlio illegittimo di un avvocato della città di Vinci, vicino a Firenze. Talentuoso fin da bambino, soprattutto nella musica e nel disegno, verso il 1464. il giovane Leonardo fu avviato alla carriera artistica e studiò come apprendista nella bottega di Andrea del Verrocchio (1435-1488 circa). A frequentare la bottega, tra gli altri futuri artisti di rilievo, vi furono anche Sandro Botticelli (1445-1510) e Pietro Perugino (1450-1523) In bottega Leonardo imparò a padroneggiare le tecniche di schizzo e di pittura, nonché le ultime tendenze, quali l'utilizzo di dettagli ornamentali in stile classico nei dipinti. Un primo contributo che Leonardo lasciò all'arte rinascimentale fu, probabilmente, l'angelo inginocchiato nel dipinto del Battesimo di Cristo del Verrocchio (1470 circa, Uffizi, Firenze). Leonardo, una volta completato il periodo di apprendistato nel 1472, divenne assistente retribuito del Verrocchio e iscritto come maestro al registro dei pittori della compagnia di Firenze.
Durante i primi anni di carriera, Leonardo perfezionò diverse tecniche, tra le quali il chiaroscuro (giustapposizione di luce e ombra) e lo sfumato (la transizione di colori più chiari in colori più scuri). Il chiaroscuro è evidente in particolare sia nell'illustrazione a carboncino colorato della Vergine col Bambino e Sant'Anna (National Gallery, Londra) del 1503 circa, sia nella versione pittorica del 1505 circa (Louvre, Parigi). La tecnica dello sfumato viene ben illustrata nell'olio su tavola della Vergine delle Rocce (1483 ca.) (Louvre). Leonardo fu però anche un innovatore. L'Annunciazione del 1472 ca. (Uffizi) mostra come l'artista abbia seguito alcune tendenze rinascimentali, come la presenza di dettagli classici nel leggio di Maria, ignorandone altre, come l'evidente rifiuto della simmetria negli alberi dello sfondo.
Paolo Giovio, vescovo di Nocera, storico dell'arte e contemporaneo di Leonardo, nella sua mini-biografia riassume la personalità dell'artista come segue:
Aveva un carattere molto affabile, forte e generoso, e un bellissimo aspetto. Critico straordinario e creatore di invenzioni eleganti e piacevoli, soprattutto per rappresentazioni teatrali. Cantava accompagnandosi con la lira ed era in piena sintonia con tutti i principi del suo tempo.
(Woods, 269)
Note e schizzi
Leonardo non si limitava all’arte, aveva interessi molto più vasti che includevano, in pratica, tutto ciò che riguardava il mondo della fisica. Studiò architettura, ingegneria, geometria, prospettiva, meccanica e idraulica per comprendere il funzionamento delle cose, nonché il motivo per cui apparivano in un certo modo all’occhio umano . Non tralasciò il mondo naturale, studiò anatomia, botanica, zoologia e geologia. Leonardo per tutta la vita conservò dei taccuini su cui annotava i risultati di ricerche e idee per nuove invenzioni. Tra le macchine ideate dall'artista ci sono gru, barche a pale, carri armati, cannoni, apparecchi per respirare sott'acqua e persino congegni volanti. L'unico elemento che mancava a molti di questi progetti era il motore a combustione interna, che sarebbe stato inventato soltanto alcuni secoli più tardi. Le note sui taccuini spesso venivano accompagnate da schizzi, molti dei quali possono considerarsi capolavori in miniatura. Il più famoso tra tutti gli schizzi è, forse, il disegno dell'Uomo Vitruviano (riportato in basso).
Leonardo, inoltre, annotava riflessioni sulla pittura e osservazioni sugli effetti della natura che reputava utili per un artista. Come affermò lui stesso, "un pittore non è ammirevole se non è universale", anche se apprezzava il fatto che la padronanza di qualsiasi soggetto richieda tempo, notando che l'impazienza è la madre della stupidità (Hale, 183). Appunti e trattati furono indubbiamente utili nel ruolo di Leonardo come precettore di giovani artisti che istruiva in bottega. Una curiosità legata a tali appunti è che molti sono scritti a specchio, ovvero in senso inverso rispetto alla normale grafia.
Leonardo, oltre a pile di taccuini, possedeva un'impressionante biblioteca personale costituita, nel 1503, da 116 libri che coprivano argomenti quali la medicina medievale e rinascimentale, la religione e la matematica. La collezione comprendeva opere fondamentali come la Storia naturale di Plinio, la Geografia di Tolomeo I e il De re militari di Roberto Valturio. Leonardo era interessato anche alle lingue, in particolare al latino, che tentò di imparare da autodidatta per leggere i manoscritti medievali nella forma originale; nei suoi taccuini si trovano lunghi elenchi di parole in latino.
Milano
La versatilità di Leonardo viene ulteriormente dimostrata dall'incarico ricevuto dal duca di Milano Ludovico Sforza (1452-1508). Leonardo, trasferitosi in città nel 1482, rivestì il ruolo di principale ingegnere militare e navale degli Sforza, da un lato, e di maestro pittore e scultore, dall'altro. Per le feste di Ludovico, Leonardo realizzò anche ingegnosi automi , tra cui pianeti in movimento con all'interno le omonime divinità. Il maestro si dedicò alla realizzazione di un'imponente statua equestre in bronzo di Francesco Sforza (1401-1466), fondatore della dinastia, tuttavia, il progetto non andò mai oltre lo stadio di modellino in terracotta e non si trattò dell'unica opera che Leonardo lasciò incompiuta. In alcuni schizzi che ci sono pervenuti, oltre alla struttura generale dell'opera, si può notare come Leonardo stesse cercando di capire come realizzare e trasportare i massicci pezzi di bronzo per l'assemblaggio finale.
Leonardo ritrasse l'amante di Ludovico Sforza, Cecilia Gallerani, nel dipinto La dama con l'ermellino del 1490 circa (Museo Nazionale di Cracovia, Polonia). Nei 17 anni trascorsi a Milano, tuttavia, fu il murale Il Cenacolo (vedi sotto) l'opera più importante. Nello stesso periodo, in particolare nel 1490, Leonardo sperimentò una nuova tecnica di disegno a gesso rosso su carta trattata. Tra i tanti esempi rimasti, il più famoso è un autoritratto dell'artista invecchiato e con una folta barba. Il disegno è oggi conservato presso la Biblioteca Reale di Torino.
Altri viaggi e Francia
Leonardo nel 1500 visitò Venezia. In questo periodo dipinse una personale rivisitazione erotica della storia di Leda e il cigno appartenente alla mitologia greca, dipinto oggi andato perso, nonostante ne siano rimasti gli schizzi. Nel 1502 Leonardo lavorò a Roma, dove ricevette l'incarico di sistemare i canali della città dallo statista Cersare Borgia (1475-1507). Mappò anche la città e le regioni circostanti, oltre a progettare migliorie ai porti. Una delle mappe più celebri è quella di Imola, realizzata nel 1502, nella quale tutte le strutture vengono rappresentate dall'alto con precisione su scala; si tratta della prima mappa del genere ad essere stata realizzata. Nel 1503 Leonardo si trovò di nuovo a Firenze per lavorare alla creazione di bozzetti rappresentanti una scena di battaglia per un dipinto murale nella Sala del Consiglio della città. Il "cartoncino" di Leonardo, ora perduto, rappresentava la battaglia di Anghiari del 1449 tra gli eserciti di Firenze e Milano. Nei primi anni del XVI secolo Leonardo completò anche un ritratto a cui probabilmente aveva lavorato sporadicamente, la Gioconda (vedi sotto).
Nel 1517 Leonardo si trasferì in Francia, dove le sue capacità vennero apprezzate da Francesco I di Francia (1515-1547), grande mecenate di artisti e architetti del Rinascimento. Leonardo, espressamente invitato dal re francese, potrebbe essere stato coinvolto nella fase iniziale della progettazione del castello di Chambord di Francesco I sul fiume Loira, costruito dal 1519 al 1547. L'ingegnosa scala a doppia spirale del castello viene spesso attribuita a Leonardo, anche se mancano prove certe.
L'ultima opera d'arte di Leonardo fu il dipinto San Giovanni Battista (Louvre) del 1515 circa, anche se negli ultimi anni della sua vita sembra essersi dedicato maggiormente alla ricerca scientifica. Leonardo morì nella sua casa francese, Chateau Cloux (alias Clos Lucé), il 2 maggio 1519 e fu sepolto nella Cappella di Sant'Uberto, accanto al Castello di Amboise.
Reputazione ed eredità
L'enorme varietà di opere lasciate da Leonardo ha stupito storici e critici fin dalla sua morte. Come affermò lo storico del Rinascimento Jacob Burckhardt (1818-1887), "i contorni colossali della natura di Leonardo non potranno mai essere concepiti più che vagamente e lontanamente " (104). Le opere artistiche di Leonardo influenzarono i colleghi artisti del Rinascimento per la maestria nella composizione e nell'utilizzo della luce, per il contrapposto nella postura delle figure (cioè l'asimmetria tra la parte superiore e inferiore del corpo) e per la pura invenzione e varietà delle composizioni.
Tuttavia, è anche vero che alcuni elementi delle opere di Leonardo erano così raffinati e sofisticati che pochi artisti avevano speranza di imitarli. Allora come oggi, gran parte della sua arte era molto ammirata ma non tutti la comprendevano appieno. Nonostante ciò, coloro che potevano vedere, videro. L'opera del maestro per la Battaglia di Anghiari, di cui sono state fatte diverse copie, influenzò artisti di talento come Raffaello (1483-1520), il quale ne ammirò molto la massa di umanità che si contorce, apparentemente immortalata in un istante sospeso nel tempo. Si tratta solo di uno degli esempi dell'influenza del maestro, solo un prodotto di quella che il matematico e assiduo collaboratore degli artisti Luca Pacioli (1447-1517 ca.) già chiamava "la mano sinistra divina" (Campbell, 387). La fama di Leonardo arrivò persino a Costantinopoli, dove il sultano dell'Impero Ottomano Bayezid II (1481-1512) lo invitò, senza successo, alla sua corte.
I taccuini di Leonardo, pubblicati solo dopo il 1570, furono influenti sia per le teorie sulla pittura e gli studi sulla prospettiva, sia per la ricerca del sapere in generale. Il semplice modo in cui Leonardo illustrava determinati soggetti (da un embrione a una cattedrale), tramite l'utilizzo della sezione, della prospettiva, della precisione in scala e della ripetizione del soggetto da punti di vista diversi, avrebbe influenzato in seguito il modo di disegnare in architettura e la creazione di diagrammi nella scienza. Leonardo, in particolare, dimostrò che la pratica e la teoria non potevano e non dovevano essere separate. Il grande maestro provò in prima persona che la conoscenza completa di qualsiasi argomento richiedeva una fusione delle abilità dell'artigiano, dell'estro e dell'immaginazione dell'artista e della meticolosa ricerca e ragionamento dello studioso. Di conseguenza, l'approccio a molte materie, soprattutto all'arte, all'architettura, all'ingegneria e alla scienza, cambiò radicalmente per sempre.
Capolavori
La Gioconda
La Gioconda è un ritratto a olio su tavola di una donna non identificata realizzato da Leonardo tra il 1503 e il 1506 circa. Misura 98 x 53 centimetri (38 x 21 pollici), un formato relativamente piccolo che spesso sorprende i visitatori abituati a vedere questa immagine iconica in ristampe più grandi. Il dipinto, piuttosto che limitarsi a catturare le caratteristiche fisiche del personaggio, cerca di cogliere lo stato d'animo e i pensieri del soggetto in un momento specifico, che Leonardo chiamava "i moti della mente" (Campbell, 257). Altri effetti includono l'uso della prospettiva aerea, come la regressione del colore sullo sfondo più lontano di un paesaggio acquatico e la differenza di gradazione del colore dall'alto verso il basso del dipinto.
La postura disinvolta della dama e la posizione delle mani creano, con il capo come punto più alto, la classica forma a triangolo sperimentata da molti artisti rinascimentali nei propri dipinti. I colori chiari e scuri vengono utilizzati con sapienza per enfatizzare il viso ovale e le mani morbide della donna, mentre i contorni di queste ultime combinano linee convesse e concave a creare l'illusione di un movimento flessuoso. Infine, la vista di tre quarti della donna crea un'ulteriore suggestione di movimento, in quanto sembra essersi girata proprio in quel momento per guardare l'osservatore. Che Leonardo sia esclusivamente interessato a presentare la visione di un individuo vivo e vegeto in intimo contatto con l'osservatore viene ulteriormente evidenziato dalla mancanza di qualsiasi titolo identificativo e dalla totale assenza di gioielli o altri simboli di ricchezza, tipici dei ritratti fino a quel momento. L'opera ebbe un'impatto immediato, ispirando artisti come il giovane Raffaello nella ritrattistica, come del caso dei dipidnti di Maddalena Strozzi e Baldassare Castiglione. Leonardo doveva essere soddisfatto della Gioconda , dal momento che in vita non se ne separò mai e il quadro è oggi una delle attrazioni principali del Museo del Louvre di Parigi.
Il Cenacolo
Il Cenacolo (noto anche come L'Ultima Cena) è una rappresentazione dell'ultimo pasto di Gesù Cristo e dei suoi apostoli che Leonardo dipinse sulla parete del refettorio di Santa Maria delle Grazie, una residenza dell'ordine domenicano a Milano. Si trattava di un soggetto tradizionale per la decorazione dei refettori monastici e l'opera fu molto probabilmente commissionata da Ludovico Sforza, il cui stemma compare nella parte superiore del dipinto. L'opera fu completata nel 1498 circa. Il fascino del murale sta nella variazione delle reazioni emotive mostrate da ciascuno degli apostoli alla notizia che uno di loro presto tradirà Gesù.
Come ogni grande opera d'arte, Il Cenacolo è stata oggetto di ogni sorta di interpretazione. Alcuni, ad esempio, hanno riconosciuto Maria Maddalena nella figura che dovrebbe essere il giovane San Giovanni Evangelista, seduto alla sinistra di Gesù. Nonostante l'intenso interesse per le figure marginali e il relativo significato, il protagonista della scena è naturalmente Gesù, che, presentato come una forma triangolare posta al centro del dipinto, è ulteriormente portato all'attenzione dell'osservatore grazie alla prospettiva precisa dello sfondo che guida l'occhio verso il centro del dipinto in maniera irresistibile. Il motivo triangolare è ulteriormente ripetuto dalla marcata divisione cromatica delle vesti di Gesù e dalla disposizione degli apostoli in quattro gruppi distinti, ciascuno dei quali forma un triangolo approssimativo con i rispettivi corpi collettivi. Infine, in mezzo all'azione e al trambusto degli apostoli che gesticolano, Gesù, con entrambe le mani sul tavolo, è una visione di immobilità, un centro calmo e consapevole in una tempesta di sdegno e incomprensione.
L'opera ebbe un impatto immediato ed enorme grazie a un'incisione realizzata da Marcantonio Raimondi (1480-1534) che fu distribuita in lungo e in largo agli artisti interessati. Sfortunatamente, le cose andarono male a un decennio dal completamento dell'opera, quando la pittura iniziò a sgretolarsi. Leonardo aveva sperimentato l'uso di colori a olio e tempera su intonaco con una tecnica non documentata, invece del metodo dell'affresco vero e proprio, già noto e molto più duraturo. Da allora, questa dubbia sperimentazione ha messo in crisi i restauratori del Cenacolo. Il dipinto ha sofferto anche in tempi più recenti. In primo luogo, è stata inspiegabilmente realizzata una porta nel muro che va ad intromettersi nella parte inferiore del dipinto. Durante la Seconda guerra mondiale, inoltre, l'edificio è andato in fiamme a causa di un bombardamento. Il murale, per fortuna, grazie alla protezione di un muro di sacchi di sabbia, è sopravvissuto al bombardamento, tuttavia, è rimasto esposto alle intemperie fino a quando non sono state effettuate adeguate opere di riparazione dell'edificio. All'inizio del XXI secolo è stato eseguito un programma di restauro completo e il murale può essere visitato dal pubblico, anche se il numero di visitatori è limitato e la prenotazione è obbligatoria.
Uomo vitruviano
Anche se non si tratta di un'opera d'arte compiuta (né mai destinata ad esserlo), lo schizzo a penna e inchiostro su carta noto come l'Uomo Vitruviano è diventato così famoso da essere una delle immagini più spesso associate al nome di Leonardo. Misura 34 x 25 centimetri, venne disegnato intorno al 1492 e si trova oggi nella Galleria dell'Academia di Venezia. Il nome dell'opera deriva da Vitruvio (90 ca. - 20 ca. a.C.), architetto romano famoso per aver scritto il De Architectura (Sull'architettura), un influente trattato che combina la storia dell'architettura e dell'ingegneria antiche con l'esperienza personale dell'autore e i suoi consigli in materia.
L'opera di Vitruvio era popolare durante il Rinascimento, quando gli artisti riesaminavano il mondo classico per trovare idee e ispirazione. In un passaggio particolare, Vitruvio suggerisce che le corrette proporzioni architettoniche possano essere ricavate studiando le proporzioni del corpo umano. Il passo descrive un corpo umano all'interno di un cerchio e di un quadrato. Diversi artisti e architetti del Rinascimento, attratti dall'idea che esistesse una relazione misteriosa e forse addirittura divina tra la matematica, il corpo umano e la bellezza, provarono a rappresentare ciò che Vitruvio aveva descritto solo a parole. L'Uomo Vitruviano di Leonardo è uno di tali tentativi. L'ombelico dell'uomo è posto al centro del cerchio e le punte delle dita e i piedi ne toccano la circonferenza. Una seconda figura maschile, sovrapposta all'altra, si trova inserita in un quadrato. Il disegno è forse una metafora della posizione dell'umanità al centro di un universo ordinato e come tale è diventato un simbolo del Rinascimento e dell'indagine in corso sull'esatta relazione tra religione, scienza e arte.