Colonia di Jamestown in Virginia

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Joshua J. Mark
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 23 ottobre 2020
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Portoghese, Spagnolo
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Historic Jamestowne (by Ken Lund, CC BY-SA)
Jamestown storica
Ken Lund (CC BY-SA)

La colonia di Jamestown, fondata nel 1607 in Virginia, fu il primo insediamento permanente inglese in Nord America. Si trattò del terzo tentativo della Virginia Company di Londra di creare un centro di commercio stabile nelle Americhe, dopo i fallimenti delle colonie di Roanoke nel 1587-1590 e di Popham nel 1607-1608.

L'obiettivo principale era quello di realizzare profitti per gli azionisti che avevano finanziato la spedizione ma, all'inizio, l'impresa sembrò un insuccesso. Le persone che erano state selezionate per questo fine si rivelarono inadatte al compito ricevuto, fatta eccezione per il capitano John Smith (1580-1631), che fu in grado di portare avanti dei negoziati con la tribù dei nativi Powhatan e di assumere il comando della colonia.

Dopo che Smith lasciò l'insediamento per tornare in Inghilterra nel 1609, la colonia sembrava condannata a scomparire a causa dello straziante inverno del 1609-1610, che causò la morte della maggior parte dei suoi abitanti. Nel maggio del 1610 arrivò una nave con dei rifornimenti, a bordo della quale c'erano due uomini che avrebbero capovolto le sorti della colonia: John Rolfe (1585-1622) e Sir Thomas Gates (1596 circa - 1622). Nel giugno del 1610 arrivò un'altra imbarcazione, che trasportava il terzo uomo decisivo per le fortune dell'insediamento, Lord De la Warr (1577-1618).

Rolfe aveva un'idea innovativa per una nuova miscela di tabacco, che sarebbe diventato la coltura da reddito della colonia. Gates divenne governatore e organizzò l'insediamento, mentre De la Warr preveniva la diserzione e supervisionava il lavoro di Gates. Nel 1611 arrivò Sir Thomas Dale (1596 circa - 1619), che avrebbe partecipato alla fondazione della colonia di Henricus, in Virginia, e dato inizio alla rimozione delle tribù indigene dei Powhatan dai territori circostanti.

L'INSEDIAMENTO AVREBBE CONTINUATO A PROSPERARE FINO AL 1699, QUANDO VENNE ABBANDONATO A FAVORE DI WILLIAMSBURG, CHE SAREBBE DIVENTATA LA CAPITALE DELLA COLONIA.

Il tabacco era una coltura ad alta intensità di manodopera, che portò all'utilizzo della cosiddetta indentured servitude, un sistema basato su lavoratori vincolati da un debito, per arrivare poi alla pratica della schiavitù. I primi africani arrivarono a Jamestown nel 1619 e, all'inizio, pare che abbiano lavorato nelle stesse condizioni e con le stesse politiche degli indentured servants, i "lavoratori a debito".

Lo stesso anno, si riunì l'assemblea dell'House of Burgesses, il primo ente governativo su base rappresentativa nelle Americhe. Il 1619 fu anche l'anno in cui venne lanciato il programma delle Jamestown Brides. Nel 1622, la confederazione dei Powhatan sferrò un attacco combinato per cacciare via i coloni e, nel 1624, il re d'Inghilterra Giacomo I, sul trono dal 1603 al 1625, prese il controllo diretto di Jamestown attraverso un decreto reale.

L'insediamento avrebbe continuato a prosperare fino al 1699, quando venne abbandonato a favore di Williamsburg, che sarebbe diventata la capitale della colonia. Il sito dell'insediamento originario venne acquistato nel 1892 da una coppia, i coniugi Barney, per preservarlo: i primi sforzi in tal senso iniziarono nel 1900 e sono continuati fino ai giorni nostri. L'area adesso è un parco nazionale.

I primi sforzi della colonizzazione

La colonizzazione europea delle Americhe iniziò con Cristoforo Colombo (1451-1506), che prese possesso delle isole caraibiche in nome della Spagna tra il 1492 e il 1504. Il successo di queste prime colonie e la ricchezza che generarono fecero sì che la Spagna inviasse altri uomini per espandere la sua presenza coloniale e per cercare oro: alla fine del XVI secolo, gli spagnoli avevano conquistato territori che andavano dai Caraibi fino alla zona meridionale, centrale e nordoccidentale del continente americano. Nel corso dello stesso periodo, anche la Francia e i Paesi Bassi rivendicarono dei territori nella regione. L’Inghilterra, dunque, era l'ultima arrivata.

Inizialmente, gli inglesi si accontentarono di finanziare corsari come Sir Francis Drake (1596 circa - 1596) e Sir Martin Frobisher (1596 circa - 1594) per sequestrare il carico delle navi spagnole che ritornavano dalle colonie o per effettuare delle incursioni nelle città portuali ma, alla fine, la regina Elisabetta I, sul trono d'Inghilterra dal 1558 al 1603, capì che sarebbe stato più efficiente fondare le proprie basi nelle Americhe, da dove sarebbe stato possibile colpire gli spagnoli. La sovrana affidò questo compito a Sir Walter Raleigh (1596 circa - 1618) il quale, nel 1584, organizzò la spedizione Amadas-Barlowe per reclamare territori non ancora finiti nelle mani di altre potenze europee.

Map of Virginia by John White
Mappa della Virginia di John White
John White (CC BY-NC-SA)

Ricevuti dei rapporti favorevoli al ritorno dei suoi capitani, Raleigh battezzò "Virginia" la terra che avevano cartografato in onore di Elisabetta, "la regina vergine". Un'altra spedizione al comando di Ralph Lane, morto nel 1603, fondò la colonia di Roanoke nell'attuale Carolina del Nord, che però ebbe vita breve. La colonia di Lane non sopravvisse, principalmente a causa dei maltrattamenti a danno dei nativi e al tradimento della loro iniziale ospitalità; stessa sorte toccò all'insediamento creato da John White nel 1587, la cosiddetta "colonia perduta".

La fondazione di Jamestown

La regina Elisabetta I morì nel 1603 e il suo successore fu Giacomo I, che riaccese gli sforzi per la colonizzazione. Diversamente da Elisabetta I, Giacomo I non temeva un intervento da parte della Spagna, dato che l'Invincibile Armata era stata bloccata e in gran parte distrutta grazie agli sforzi di Drake, Frobisher e di una tempesta improvvisa. Giacomo I concesse delle autorizzazioni a due società di capitali, la Virginia Company di Londra e la Virginia Company di Plymouth, i cui investitori compravano le loro azioni aspettandosi un profitto.

Entrambe le autorizzazioni gli consentivano di fondare degli insediamenti in Nord America, purché non entrassero in contrasto con altre potenze coloniali. La Virginia Company di Londra inviò una spedizione che portò alla fondazione di Jamestown, in Virginia; la compagnia di Plymouth fondò la colonia di Popham, nell'attuale Maine. La colonia di Popham sarebbe stata abbandonata dopo 14 mesi.

The Susan Constant
La Susan Constant
Bart (CC BY-NC)

La spedizione di Jamestown era capitanata da Christopher Newport (1561-1617), che aveva il comando di tutte e tre le navi: la Susan Constant, che comandava personalmente ed era la più grande delle tre, la Godspeed e la Discovery. Tra i suoi compagni di bordo c'era il capitano John Smith che, a causa di alcuni problemi nel corso del viaggio, fu accusato di ammutinamento e passò la maggior parte del viaggio in prigione. Non si sa quale reato avesse commesso, ma la sua esecuzione era stata fissata: si salvò quando vennero aperti gli ordini della Virginia Company e Newport realizzò che Smith era stato designato come uno dei capi della colonia.

Il sito dell'insediamento di Jamestown fu selezionato in base alle mappe della spedizione Amadas-Barlowe del 1584 ma, per proteggerlo meglio dalle navi spagnole di passaggio, i capitani risalirono un'insenatura. Il fiume su cui si trovavano venne battezzato James River. Rivendicarono poi una penisola in una zona paludosa come loro possedimento. Il successo degli spagnoli aveva portato gli inglesi a credere che le Americhe fossero una terra di abbondanza, che pullulava di oro, argento e gioielli preziosi che attendevano solamente di essere raccolti: una grande percentuale dei coloni era composta da nobili e alto-borghesi che avevano creduto di arricchirsi rapidamente e tornare a casa.

La realtà era che non c'era oro a portata di mano, e che i coloni erano arrivati troppo tardi per piantare un raccolto; molti di loro non erano neanche capaci di lavorare la terra. Inoltre, le paludi, che i nativi evitavano, erano un terreno favorevole per le zanzare, che causarono la morte di molti coloni dopo pochi mesi dal loro arrivo.

John Smith e Pocahontas

Il capitano John Smith proveniva dalla classe dei lavoratori e aveva origini contadine. Nei suoi resoconti di viaggio e in altri scritti, Smith racconta quanto fossero inutili i coloni provenienti dalle classi più elevate, incapaci di provvedere persino a sé stessi, e di come li abbia costretti a costruire una staccionata per proteggere l'insediamento, che in seguito sarebbe diventato Fort James. Newport esplorò il corso del fiume James su una delle imbarcazioni più piccole per trovare un sito più adatto all'agricoltura, mentre Smith iniziò a intrattenere delle relazioni amichevoli con il capo della tribù dei Powhatan Wahunsenacah, che visse all'incirca tra il 1547 e il 1618.

Le iniziali relazioni amichevoli con i nativi locali si sarebbero deteriorate a causa degli abusi dei coloni. Newport tornò in Inghilterra per riportare indietro delle provviste e, dato che il cibo iniziava a scarseggiare e i coloni non potevano o non volevano produrlo per proprio conto, iniziarono a rubarlo dai Powhatan. La situazione peggiorò quando Newport tornò con i rifornimenti e cento nuovi coloni: costoro non trovarono alloggi, cibo né altro di quello che gli era stato promesso in Inghilterra. Newport partì per effettuare un altro viaggio, e Smith istituì la regola del "chi non lavora, non mangia", proibì di rubare cibo ai Powhatan e istituì dei servizi obbligatori per i coloni.

Jamestown Settlement - Powhatan Village
Villaggio Powhatan, presso il museo Jamestown Settlement
Beth (CC BY-NC)

Secondo una delle prime versioni del suo racconto sulle relazioni con i Powhatan, incontrò per la prima volta Pocahontas (1596 circa - 1617) quando lei aveva dieci anni, e fu inviata dal padre a Fort James per negoziare il rilascio di alcuni guerrieri Powhatan che erano stati catturati dopo un diverbio. Nessuna delle due parti parlava la lingua dell'altro, ma i Powhatan furono rilasciati con dei doni per il loro capo, e Smith regalò a Pocahontas "delle bazzecole che la fecero contenta" (Smith, 35).

In un racconto successivo, Smith ci narra di come, nel corso di una missione esplorativa dell'intera regione, venne catturato dal fratellastro di Wahunsenacah, Opchanacanough (1554-1646), che lo trattò come un'ospite d'onore e lo portò dinanzi al capo. Wahunsenacah ordinò che fosse gettato a terra e giustiziato, ma che fu salvato dall'intervento di Pocahontas.

Gli accademici moderni di solito considerano questo racconto come un'invenzione a posteriori di Smith, mentre altri pensano che si trattasse di un rituale in cui sarebbe stato "ucciso" metaforicamente per poi rinascere come membro della tribù dei Powhatan. I dibattiti sul significato e l'accuratezza di questo racconto sono ancora in corso, ma è chiaro che Pocahontas fosse almeno 16 anni più giovane di Smith. Inoltre, in nessuno dei suoi resoconti c'è traccia di una relazione romantica tra i due, nonostante questa idea sia diventata un elemento fondante nella mitologia di Jamestown.

Il "periodo della fame" e la successiva prosperità

La disciplina e l'organizzazione che Smith impose alla colonia permisero all'insediamento di sopravvivere. L'afflusso di altri coloni però, giunti con il secondo viaggio di rifornimento di Newport, lo portarono alla frustrazione. Nell'agosto del 1609 c'erano oltre 500 coloni a Jamestown, tutti bisognosi di cibo, vestiti e un rifugio; elementi che però scarseggiavano. Smith fu ferito da un'esplosione di polvere da sparo e lasciò la colonia nell'ottobre del 1609 per fare ritorno in Inghilterra: i coloni ora dovevano cavarsela da soli. Allo stesso tempo, Wahunsenacah si rifiutò di permettere ai coloni di rubare altre scorte di cibo che servivano alla sua gente.

L'INVERNO DEL 1609-1610 È NOTO CON IL NOME DI "PERIODO DELLA FAME", IN INGLESE STARVING TIME: CON L'ESAURIMENTO DELLE PROVVISTE, LE PERSONE SI NUTRIRONO DI RATTI, PER PASSARE POI AI CANI E AI CAVALLI, ARRIVANDO ADDIRITTURA A CIBARSI CON I CADAVERI DI COLORO CHE NON CE L'AVEVANO FATTA.

La situazione era pessima dato che i coloni, tra cui ora c'erano anche donne e famiglie, non riuscivano a sopravvivere lavorando la terra ed erano vulnerabili alle malattie, favorite dall'umidità del terreno. Iniziarono anche a commettere crimini tra di loro. L'inverno del 1609-1610 è noto con il nome di "periodo della fame", in inglese Starving Time: con l'esaurimento delle provviste, le persone si nutrirono di ratti, per passare poi ai cani e ai cavalli, arrivando addirittura a cibarsi con i cadaveri di coloro che non ce l'avevano fatta. Un colono, che poi venne giustiziato, uccise sua moglie per mangiarsela.

Una terza nave di rifornimenti, al comando di George Somers (1596 circa - 1610) sarebbe dovuta arrivare prima che la situazione precipitasse fino a questo punto, ma la Sea Venture naufragò a causa di un uragano al largo delle Bermuda. Somers e il suo equipaggio, tra cui c'erano Newport, John Rolfe, Sir Thomas Gates e Stephen Hopkins (1581-1644), che successivamente prese parte alla spedizione della Mayflower, costruirono due nuove imbarcazioni e arrivarono a Jamestown nel 1610.

Gates prese il controllo dell'insediamento, la cui popolazione era precipitata dai 500 coloni iniziali a meno di 150, ed ebbe la sensazione che mantenere la colonia fosse semplicemente insostenibile. Ordinò ai coloni di salire a bordo delle navi e abbandonare Jamestown per risalire il fiume James. In quel momento arrivò un'altra nave, su cui si trovava Lord De la Warr, il quale revocò l'ordine e fece scendere tutti i coloni.

De la Warr, Rolfe e Dale

In una lettera alla Virginia Company scritta poco dopo il suo arrivo, De la Warr scrive di aver trovato la colonia in uno stato pietoso, più simile "alle rovine di qualche antica fortificazione che a un posto in cui potesse vivere della gente" (Neill, 39). De la Warr ordinò a Somers di tornare alle Bermuda per ottenere provviste fresche; successivamente, riorganizzò la colonia, affidando la gestione di questa operazione a Gates. La terra venne censita e distribuita per poterla coltivare; venne mantenuta la legge di Smith del "chi non lavora, non mangia". De la Warr però si allontanò dalla politica di Smith sui nativi, e istituì misure più dure, dando inizio alla prima guerra powhatan (1610-1614), in cui persero la vita oltre 400 coloni.

Rolfe aveva portato con sé un seme ibrido che aveva ottenuto dal tabacco spagnolo: era sicuro che si sarebbe adattato bene al suolo della Virginia. Nel 1611 Rolfe effettuò con successo il primo raccolto di tabacco, che sarebbe diventato un trionfo commerciale in Europa. Il tabacco non solo fu la causa della salvezza di Jamestown, ma anche il motivo della sua prosperità. Quello stesso anno, Sir Thomas Dale giunse con altre provviste, ulteriori coloni e del bestiame. Istituì anche delle altre leggi. De la Warr si ammalò nel 1613, passò la sua autorità a Sir Samuel Argall (1596 circa - 1626) e tornò in Inghilterra.

Jamestown Settlement - English Homes
Insediamento di Jamestown - Case inglesi
Bill Barber (CC BY-NC)

Dale fu incaricato dalla Virginia Company di creare una colonia per difendersi dagli spagnoli, e capì che per la coltivazione del tabacco fosse necessaria una quantità maggiore di terreno che doveva essere anche di migliore qualità. Fondò dunque a monte della vecchia colonia il nuovo insediamento di Henricus, chiamato così in onore del suo benefattore Enrico, figlio di Giacomo I. Contemporaneamente, iniziarono gli sforzi per evangelizzare e convertire i membri della confederazione dei Powhatan al cristianesimo. Dale fondò un'università fuori Henricus per promuovere l'istruzione dei nativi, nonché un ospedale: furono la prima istituzione scolastica e medica nell'America inglese.

Nel 1614, John Rolfe era ormai un uomo ricco con una grande piantagione e sposò Pocahontas, recentemente convertita e battezzata con il nome di Rebecca: la loro unione mise fine alla prima guerra powhatan. A causa della continua necessità di nuovi terreni per la coltivazione del tabacco, l'allevamento del bestiame e la crescita degli insediamenti, i Powhatan furono spinti sempre più verso l'interno, venendo allontanati dai corsi d'acqua che erano da sempre parte integrante del loro sostentamento e del loro modo di spostarsi. Il matrimonio tra Rolfe e l'aristocratica Pocahontas però, riuscì a mantenere delle buone relazioni tra la confederazione dei Powhatan e i coloni.

Nel 1616, Rolfe portò Pocahontas e il loro giovane figlio, Thomas Rolfe (1615- 1680 circa) in Inghilterra, in quello che si rivelò essere un viaggio promozionale a favore della Virginia Company, per incoraggiare futuri investimenti nella colonia. Pocahontas venne accolta bene e diventò una celebrità nazionale, ma morì nel 1617 proprio prima del viaggio di ritorno. Il capo Wahunsenacah morì poco dopo, e il comando della confederazione dei Powhatan venne preso da Opchanacanough, proprio mentre la House of Burgesses si riunì per promulgare nuove leggi riguardanti la colonizzazione delle terre appartenute agli indigeni.

Le guerre con i Powhatan, la indentured servitude e la ribellione

Le guerre powhatan vanno considerate come una serie di scontri periodici, iniziati nel 1610 con l'espansione di Jamestown, e terminati nel 1646, quando Opchanacanough venne ucciso con un colpo alla schiena mentre era prigioniero. L'episodio più significativo è il cosiddetto "massacro indiano del 1622", quando Opchanacanough organizzò la confederazione per sferrare un attacco combinato che costò la vita a 300 coloni e distrusse l'insediamento di Henricus. Giacomo I revocò l'autorizzazione alla Virginia Company nel 1624 e ottenne il controllo diretto della colonia con un decreto reale. I coloni costruirono una lunga palizzata per segnare il confine tra le loro terre e quelle dei Powhatan. Nel 1626 venne stabilita una tregua, che risultò in una pace precaria.

GLI INDENTURED SERVANTS SI ACCORDAVANO PER LAVORARE PER UN CERTO PERIODO DI TEMPO, DI SOLITO DI SETTE ANNI, PER POI RICEVERE UN APPEZZAMENTO DI TERRENO.

Poco dopo che il primo raccolto di tabacco di Rolfe si rivelò un successo, Jamestown iniziò a riempirsi di "lavoratori a debito", i cosiddetti indentured servants. Si trattava di persone che non potevano pagarsi il viaggio verso il Nuovo Mondo, e che dunque firmavano un contratto di indenture, così chiamato perché il documento veniva inciso o tagliato con delle "dentellature", in inglese chiamate per l'appunto indentations, lungo la parte centrale; ciascuna delle due parti conservava una delle metà, che successivamente venivano rimesse insieme, dando prova di autenticità dell'atto. Gli indentured servants si accordavano per lavorare per un certo periodo di tempo, di solito di sette anni, per poi ricevere un appezzamento di terreno. I primi africani arrivarono nella colonia nel 1619 ma, dato che la schiavitù in Nord America non era ancora stata istituzionalizzata, sembra che siano stati trattati allo stesso modo degli indentured servants. Lo studioso David A. Price specifica che:

Anche se è forte la tentazione di presumere che questi primi africani di cui si ha traccia nell'America inglese siano stati i primi schiavi, ci sono delle prove che suggeriscono che non lo fossero. Essi possono invece aver avuto la condizione legale di indentured servants, come molti dei nuovi arrivati bianchi, che venivano liberati dopo aver completato il loro periodo di servizio. (197)

Questa dinamica mutò nel 1640, quando un indentured servant di colore, chiamato John Punch, si rifiutò di adempiere al suo contratto e lasciò il suo padrone insieme ad altri due servitori bianchi. I tre vennero catturati e riportati indietro e, mente ai due servi bianchi venne semplicemente esteso il termine di servitù per altri quattro anni, Punch fu condannato a lavorare per tutta la vita. Nel 1661venne istituzionalizzata la schiavitù, e in Virginia i coloni neri non furono più visti come uguali ai bianchi.

Conclusioni

In base agli accordi della indentured servitude, sempre più ex-lavoratori erano diventati loro stessi proprietari terrieri. Le terre di questi ultimi proprietari si trovavano sempre più nell'entroterra ed erano considerate di minor valore rispetto a quelle sulla costa, nonché più vulnerabili agli attacchi dei nativi, le cui terre venivano occupate da un numero sempre maggiore di coloni. Uno di questi nuovi proprietari terrieri, Nathaniel Bacon (1647-1676), nel 1676 fece scoppiare una rivolta che porta il suo nome. I partecipanti alla Bacon's Rebellion esigevano il massacro o la ricollocazione dei nativi americani presenti nella regione, e deposero il governatore William Berkeley (1605-1677), affermando che la sua amministrazione fosse corrotta e sbilanciata in favore dei proprietari terrieri costieri e dei nativi.

Bacon e i suoi sostenitori incendiarono Jamestown, forzando Berkeley e i suoi a fuggire dalla città ma, prima che riuscisse a fare qualcos'altro, morì di dissenteria e la ribellione si spense. La ribellione di Bacon mise fine al sistema della indentured servitude. Il crescente bisogno di lavoratori incoraggiò la tratta degli schiavi, e ai nativi americani venne negato il possesso della terra e dei diritti civili. Jamestown venne ricostruita ma, quando l'edificio del corpo legislativo prese nuovamente fuoco in maniera accidentale nel 1698, la capitale coloniale si spostò nell'area di Middle Plantation, chiamata successivamente Williamsburg: Jamestown alla fine venne abbandonata. Tuttavia, la sua eredità continuò: sempre più schiavi vennero importati dall'Africa occidentale, e i nativi americani furono costretti a lasciare le loro terre e a spostarsi nelle riserve per fare spazio ad altri coloni che inseguivano lo stesso "sogno americano" che avevano perseguito i primi ad arrivare nella "terra dell'abbondanza".

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Joshua J. Mark
Scrittore freelance ed ex Professore part-time di Filosofia presso il Marist College (New York), Joshua J. Mark ha vissuto in Grecia ed in Germania, ed ha viaggiato in Egitto. Ha insegnato storia, scrittura, letteratura e filosofia all'Università.

Cita questo lavoro

Stile APA

Mark, J. J. (2020, ottobre 23). Colonia di Jamestown in Virginia [Jamestown Colony of Virginia]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19231/colonia-di-jamestown-in-virginia/

Stile CHICAGO

Mark, Joshua J.. "Colonia di Jamestown in Virginia." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il ottobre 23, 2020. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19231/colonia-di-jamestown-in-virginia/.

Stile MLA

Mark, Joshua J.. "Colonia di Jamestown in Virginia." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 23 ott 2020. Web. 25 dic 2024.