Periodo Edo

Definizione

Graham Squires
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 11 ottobre 2022
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Portoghese, Spagnolo
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Edo Castle Watchtower (by jpellgen, CC BY-NC-SA)
Torre di avvistamento del castello di Edo
jpellgen (CC BY-NC-SA)

L'espressione "periodo Edo" fa riferimento agli anni tra il 1603 e il 1868, durante i quali la famiglia Tokugawa dominò il Giappone. Questa era prende il nome dalla città di Edo, l'attuale Tokyo, dove aveva sede lo shogunato dei Tokugawa. A volte viene anche definito come "primo periodo moderno" perché molte caratteristiche del Giappone attuale nacquero in questa epoca.

Struttura politica

Nel 1600, durante la battaglia di Sekigahara, Tokugawa Ieyasu (1543-1616) guidò alla vittoria una coalizione di daimyo del Giappone orientale contro un'altra alleanza simile del Giappone occidentale. Questo scontro mise fine al lungo periodo di guerra civile che andava avanti da 140 anni. Nel 1603, seguendo il precedente di Minamoto no Yoritomo (1147-1199), Ieyasu si fece nominare shogun dall'imperatore. A quel tempo, la famiglia imperiale non aveva un potere effettivo, ma aveva la capacità di conferire legittimità politica attraverso titoli di questo tipo. Usando questa nomina, Ieyasu creò il suo governo militare, chiamato bakufu in giapponese. Anche se i Tokugawa erano la famiglia militarmente più potente, Ieyasu non aveva la forza né la volontà di distruggere le altre famiglie e creare uno stato centralizzato, per questo adottò un sistema nel quale i daimyo locali avevano un ampio controllo sui loro territori in cambio del riconoscimento del dominio dei Tokugawa a livello nazionale.

I Tokugawa controllavano circa un terzo del territorio giapponese, mentre il resto era nelle mani di circa 270 daimyo. Ieyasu li divise in tre gruppi:

  • sankei daimyo - rami collaterali della famiglia Tokugawa
  • fudai daimyo - coloro che avevano giurato fedeltà a Ieyasu prima della battaglia di Sekigahara
  • tozama daimyo - quelli che avevano giurato fedeltà a Ieyasu solo dopo la battaglia di Sekigahara

Il territorio controllato dal daimyo era chiamato han. La grandezza di un han non era misurata in base all'estensione di terra, ma dalla quantità di riso coltivata in un'unità produttiva denominata koku. I fudai daimyo erano i più fidati e i loro han, che tendenzialmente erano relativamente piccoli, erano situati in località strategiche del Giappone centrale. Gli han dei tozama daimyo, che godevano di una fiducia minore, erano più grandi ma molto lontani dal centro del Giappone.

A PARTIRE DAGLI ANNI TRENTA DEL SEICENTO, AI DAIMYO VENNE RICHIESTO DI VIVERE AD ANNI ALTERNI TRA EDO E I LORO TERRITORI.

I Tokugawa presero una serie di misure per controllare i daimyo. Per esempio, emanarono degli editti che ridussero le dimensioni dei loro eserciti; gli fu permesso di avere solo un castello sul proprio territorio e non potevano riparare le fortificazioni senza aver prima ottenuto un'approvazione. I Tokugawa costruirono un grande castello a Edo e, a partire dagli anni Trenta del Seicento, ai signori locali venne richiesto di vivere ad anni alterni tra Edo e i loro territori, e le loro famiglie dovevano restare permanentemente nella capitale dove, di fatto, erano ostaggi.

Come parte di questo sistema di controllo sociale, i Tokugawa crearono anche un sistema ereditario composto da quattro classi. I guerrieri costituivano circa il 7% della popolazione ed erano in cima alla scala sociale, seguiti da contadini, artigiani e mercanti. Un obiettivo di questo sistema era di ridurre il livello di violenza sociale restringendo il numero di individui che potevano avere accesso alle armi. Vennero diminuite anche le circostanze in cui questi guerrieri potevano utilizzare la violenza. Un ulteriore provvedimento dei Tokugawa fu quello di limitare i contatti con i paesi stranieri. Gli europei erano arrivati in Giappone nel XVI secolo per commerciare e diffondere il cristianesimo. I Tokugawa temevano che gli stranieri potessero fornire supporto ai daimyo ribelli, e così bandirono la fede cristiana ed espulsero tutti gli europei tranne gli olandesi, a cui fu permesso di commerciare nel porto di Nagasaki.

Gli storici hanno definito questa struttura politica baku-han, proprio perché si basava sul potere militare (bakufu) e la distribuzione di territori (han). A volte viene anche descritto come una sorta di feudalesimo, anche se non era affatto paragonabile al sistema in vigore in Europa nel Medioevo.

Il periodo di crescita economica

Nel periodo tra il 1600 e il 1720, la popolazione del Giappone raddoppiò, passando all'incirca da 15 a 30 milioni. Questo rapido incremento fu dovuto al fatto che il sistema politico dei Tokugawa, nonostante le sue carenze, aveva portato la pace dopo molti anni di guerra civile. Liberi dalle privazioni causate dagli eserciti sul piede di guerra, i contadini furono in grado di sfamare meglio sé stessi e le loro famiglie.

Himeji Castle Complex
Complesso del castello di Himeji
Unknown Artist (Public Domain)

Inoltre, i daimyo avevano incentivato considerevolmente la produttività delle loro terre. I Tokugawa non tassavano direttamente le entrate dei signori locali, ma gli imposero diversi obblighi finanziari. Il più oneroso era quello basato sul sistema di presenza alternata tra la capitale e gli han, che consumava fino al 40% del loro reddito. Di conseguenza, i daimyo erano spesso a corto di denaro e avevano due modi per alleviare questo problema: uno era quello di aumentare le tasse ai contadini, che però avevano diversi modi per difendersi; l'altro, che ebbe più successo, fu quello di provare ad aumentare la produttività dei loro territori. A tal fine, alcuni daimyo incoraggiarono l'utilizzo di nuovi terreni da coltivare, lo sviluppo dell'irrigazione, l'uso di tecniche agricole migliori e la produzione di colture da reddito come cotone, seta, cera, papiro e sale, che potevano essere vendute al di fuori del territorio nazionale. La crescita del commercio locale, regionale e nazionale portò alla nascita di un'economia mercantile.

Una nuova cultura urbana

La crescita della popolazione e dei commerci portò a un aumento dell'urbanizzazione. A livello regionale, le città si svilupparono intorno ai castelli. Le dimensioni di un castello dipendevano dalla ricchezza del daimyo: alcuni erano piccoli ma altri, come il castello di Himeji, erano enormi. I guerrieri furono incoraggiati a vivere in queste città e a prendersi cura dei vari compiti amministrativi necessari per gestire il governo locale. Gradualmente, questi combattenti divennero una classe di amministratori.

ALLA FINE DEL XVII SECOLO, EDO AVEVA OLTRE UN MILIONE DI ABITANTI ED ERA LA CITTÀ PIÙ GRANDE DEL MONDO.

La casta dominante aveva bisogno di diversi prodotti e servizi, e così vennero attirati artigiani e mercanti che andarono ad abitare nei nuovi agglomerati urbani, che furono suddivisi in sezioni differenti in base al sistema delle classi. In centri come Hagi e Kanazawa, sono sopravvissuti alcuni distretti risalenti al periodo Edo che ora sono popolari mete turistiche. Le città più grandi del Giappone divennero Edo, Osaka e Kyoto. Alla fine del XVII secolo, Edo aveva oltre un milione di abitanti ed era la città più grande del mondo. Gran parte della popolazione di Edo era costituita da guerrieri, dato che si trattava del centro politico del Giappone. Al contrario, Osaka fu il centro economico più importante del Giappone occidentale, e fu dominata dai mercanti. A Kyoto viveva la famiglia imperiale e la città rimase la capitale del Giappone, e divenne conosciuta per la sua elevata cultura aristocratica.

Nella seconda metà del XVII secolo, in questi centri si svilupparono nuove forme di cultura che rispecchiavano la vita dei cittadini comuni. Durante il periodo Edo la prostituzione era legale, ma limitata ai cosiddetti "quartieri del piacere". Le condizioni di lavoro delle donne impiegate in queste zone erano terribili, ma questi quartieri divennero il centro di una fiorente attività di intrattenimento. In giapponese, questo stile di vita legato a determinate attività fu chiamato ukiyo, che significa "mondo fluttuante". Originariamente si trattava di un termine buddista che significava "mondo effimero", ma iniziò a essere usato per riferirsi alle prostitute e ai loro clienti che frequentavano i "quartieri del piacere".

Japanese Woodblock Print Depicting a Courtesan
Matrice giapponese in legno per la stampa raffigurante una cortigiana
The Trustees of the British Museum (CC BY-NC-SA)

Strettamente associata a questi fenomeni, ci fu la nascita di due nuove forme teatrali, il bunraku, in cui venivano utilizzate le marionette, e il kabuki, in cui recitavano attori in carne e ossa. A quel tempo, il drammaturgo più famoso era Chikamatsu Monzaemon (1653-1724), che attraverso le sue opere ci ha lasciato uno spaccato della società giapponese dell'epoca. Ihara Saikaku (1642-1693) scrisse romanzi sulle vite della nuova classe urbana e Matsuo Basho (1644-1694) trasformò la poesia degli haiku in una raffinata forma d'arte. Hishikawa Moronobu (1618-94) rappresentò vividamente scene provenienti da questo ambiente con una nuova forma di stampa artistica chiamata ukiyo-e, che significa letteralmente "immagini del mondo fluttuante".

La diffusione del neoconfucianesimo

Il XVII secolo fu anche un periodo di innovazione intellettuale. Prima del 1600, in Giappone lo shintoismo e il buddismo erano le religioni dominanti, ma a partire dal XVII secolo anche il confucianesimo acquisì una certa influenza. Il confucianesimo si era sviluppato in Cina nel V secolo a.C., ma a quel tempo era poco più di un sistema etico legato al comportamento dei governanti e degli individui. Tuttavia, dopo la diffusione del buddismo dall'India alla Cina nel II secolo d.C. gli intellettuali confuciani iniziarono a sviluppare idee molto più sofisticate. Nel periodo Song (960-1279), pensatori come Zhu Xi (1130-1200) crearono il neoconfucianesimo, una teoria completa dell'individuo, della società e dell'universo.

Una delle sue idee centrali era che la natura umana fosse essenzialmente buona, ma che la bontà poteva essere offuscata dal conflitto nel mondo. Per restaurare la bontà originale, era necessario che ogni individuo si dedicasse all'autocoltivazione. Alcune di queste idee arrivarono in Giappone nel periodo Kamakura (1185-1333) e nel periodo Muromachi (1333-1573), insieme a nuove forme di pensiero buddista. Tuttavia, fu solo all'inizio del periodo Edo che il neoconfucianesimo si sviluppò come una scuola di pensiero separata dal buddismo. I primi confuciani furono trattati con sospetto dal governo giapponese perché si credeva che sostenessero una forma di cristianesimo, che i Tokugawa avevano bandito negli anni Venti del Seicento. Gradualmente però, sorse una classe indipendente di studiosi che si guadagnavano da vivere insegnando i principi del confucianesimo.

Una volta si riteneva che il confucianesimo fosse semplicemente un'ideologia conservatrice che supportava l'ordine sociale gerarchico imposto in Giappone dai Tokugawa. Tuttavia, ricerche più recenti hanno sottolineato che non è così. In Cina, era una dottrina che faceva parte dell'apparato statale. Nell Cina imperiale, per diventare un funzionario governativo, era necessario passare un esame basato sulla comprensione del pensiero classico confuciano, insegnato in scuole finanziate dal governo. Anche se in realtà solo le persone appartenenti alle classi più ricche potevano permettersi di frequentarle, le nomine governative erano basate sul merito.

Yamaga Soko
Yamaga Soko
Unknown Artist (Public Domain)

In Giappone però il governo era nelle mani di un'aristocrazia militare ereditaria, e qualsiasi idea che suggeriva un sistema differente era oggetto di disapprovazione. A tal proposito, c'è l'esempio di Yamaga Soko (1622-1685), un intellettuale che finì nei guai per le sue idee. Yamaga era preoccupato dal fatto che, dall'instaurazione della pace in Giappone, i guerrieri avevano perso il loro tradizionale ruolo di combattenti. Egli sosteneva che essi, in quanto classe dominante, ora avevano l'obbligo non solo di amministrare, ma anche di fornire un modello di comportamento per gli altri membri della società. Per fare ciò, avrebbero dovuto intraprendere un processo di autocoltivazione sia per quanto riguarda l'addestramento militare che nelle arti letterarie. Mentre lo stesso Soko fu bandito da Edo perché alcune sue idee offendevano gli appartenenti alle classi elevate, altri intellettuali confuciani come Ogyu Sorai (1666-1728) e Arai Hakuseki (1657-1725) godevano di ampio rispetto e diventarono consiglieri degli shogun.

Per gli intellettuali giapponesi c'era un aspetto del confucianesimo che era particolarmente problematico: nel pensiero confuciano, la Cina era definita come "regno di mezzo", ed era circondata da popoli considerati "barbari". Alcuni studiosi nipponici accettarono l'idea che il Giappone fosse inferiore alla Cina, mentre altri la criticarono. Applicando le tecniche di analisi del testo che avevano appreso dallo stesso confucianesimo allo studio della letteratura giapponese antica, i critici sostennero che il Giappone in realtà era superiore alla Cina. Alcuni attinsero alle idee shintoiste sulla divinità della famiglia imperiale, mentre altri affermarono che il vero spirito del confucianesimo era stato smarrito in Cina ma mantenuto in Giappone. In giapponese, questa scuola di pensiero è chiamata kokugaku ("studi nazionali"), e rappresentò una prima forma di nazionalismo.

I quarantasette ronin e l'incidente di Ako

All'inizio del XVIII secolo, a Edo ebbe luogo il cosiddetto "incidente di Ako", un episodio che simbolizza quanto fosse cambiata la società giapponese nei cento anni precedenti. Nel 1701, il signore di Ako (un territorio del Giappone occidentale), Asano Naganori, attaccò un ufficiale di nome Kira Yoshinaka all'interno del castello di Edo mentre erano in corso i preparativi per una cerimonia di corte. Kira venne ferito lievemente, ma il disturbo della pace con queste modalità era un'offesa grave. Ad Asano fu ordinato di commettere seppuku, che a quel tempo era il modo con cui avveniva l'esecuzione dei guerrieri. Il suo territorio fu confiscato, e questo comportò che i suoi servitori fossero diventati ronin, cioè guerrieri senza padrone.

47 Ronin Attacking Kira's Mansion
I 47 ronin attaccano la dimora di Kira
Katsushika Hokusai (Public Domain)

Quarantasette di questi ronin organizzarono un complotto segreto contro Kira, ritenuto responsabile della morte di Asano. Circa due anni dopo, riuscirono a mettere in atto un attacco a sorpresa nella sua dimora e lo uccisero; la sua testa mozzata fu portata in un tempio nelle vicinanze, dove era stato sepolto Asano. Fu lì che i congiurati attesero l'arrivo delle autorità. Furono arrestati e, dopo un'indagine condotta da funzionari governativi, gli fu ordinato di commettere seppuku. Questo verdetto è importante perché ci mostra che, nonostante i servitori avessero dimostrato la lealtà tipica dei guerrieri verso il loro vecchio padrone, il governo non era disposto a tollerare atti di violenza casuali.

La fine del dominio dei Tokugawa

A partire dal 1720, la crescita della popolazione si fermò, rimanendo stabile intorno ai 30 milioni fino alla fine del periodo Edo. In parte, questo arresto fu dovuto al fatto che le persone scelsero di fare meno figli per mantenere il loro tenore di vita. Inoltre, è anche un riflesso del fatto che, dato un certo livello di tecnologia disponibile, la popolazione avesse raggiunto i suoi limiti ecologici. Il Giappone soffrì numerose carestie e altri disastri naturali che causarono molte morti. Il deterioramento della situazione economica mise sotto pressione il sistema politico dei Tokugawa in un momento in cui si profilava all'orizzonte una minaccia proveniente dal mare.

All'inizio del periodo Edo, il bakufu era stato in grado di espellere la maggior parte degli europei perché il livello tecnologico tra Giappone ed Europa era simile. Durante tutta questa epoca, il governo aveva richiesto ai mercanti olandesi di Nagasaki di fornire notizie sul mondo esterno. Inoltre, negli anni Venti del Settecento, lo shogun Yoshimune allentò le regole sull'importazione di libri stranieri. La traduzione di questi libri portò alla crescita del fenomeno del rangaku, letteralmente "apprendimento olandese", che portò allo studio delle idee scientifiche europee. Per queste ragioni, nonostante le restrizioni sul contatto con i paesi stranieri, il governo non era completamente all'oscuro di quanto accadesse al di fuori del Giappone. Tuttavia, alla fine del Settecento, le navi straniere iniziarono ad arrivare in Giappone chiedendo che il paese si aprisse al commercio. Queste aperure però furono respinte con decisione.

Dalla fine del XVIII secolo, l'Inghilterra e altri paesi europei iniziarono il loro processo di industrializzazione. L'invenzione del motore a vapore migliorò notevolmente la produzione, causando anche lo sviluppo di ferrovie, navi a vapore e di armi più sofisticate che diedero agli europei un decisivo vantaggio militare. Negli anni Quaranta dell'Ottocento, la vittoria dei britannici nella guerra dell'oppio contro la Cina fece realizzare ai governanti del Giappone che i "barbari stranieri" rappresentavano una minaccia concreta. Nel 1853, l'americano Mathew Perry (1794-1858) guidò fino in Giappone una squadriglia di navi a vapore dotate di armi figlie dell'età industriale, e chiese che il paese si aprisse al commercio. L'anno seguente, il bakufu firmò con riluttanza un accordo con gli Stati Uniti che alleggeriva parzialmente le restrizioni nei confronti dei visitatori stranieri. Nel 1858 venne siglato un altro trattato che apriva ancora di più il paese e che fu seguito da altri documenti simili stipulati con Regno Unito, Russia e Francia. La risposta del bakufu alla minaccia straniera fu percepita come debole, e ciò lo rese vulnerabile all'opposizione interna. I Tokugawa vennero sfidati da due dei tozama daimyo maggiori, Satsuma a Kyūshū e Choshu nella parte occidentale di Honshū.

In teoria, il bakufu governava il Giappone in nome della famiglia imperiale. Questa finzione politica era conveniente per i Tokugawa, visto che all'inizio del periodo Edo legittimò il loro dominio. Tuttavia, basando la loro opinione sullo studio della storia giapponese, alcuni critici iniziarono a sostenere l'idea che i Tokugawa avessero usurpato illegittimamente l'autorità della famiglia imperiale, e pretesero che venisse restaurata. Questa richiesta fu collegata alla presenza della minaccia straniera mediante il motto sonno joi, che significa "riverisci l'imperatore, espelli i barbari". Sia a Choshu che a Satsuma ci furono degli attacchi contro gli stranieri; per tutta risposta, le navi europee bombardarono le strutture presenti in queste due aree. Questa dimostrazione di forza mostrò che l'espulsione dei "barbari" non fosse praticabile, e così gli sforzi si concentrarono nella destituzione del bakufu. Dopo una breve guerra civile, l'ultimo shogun dei Tokugawa, Yoshinobu (1837-1913), decise di restituire la sua autorità alla corte imperiale in un processo noto come "restaurazione Meiji". Il dominio dei Tokugawa era terminato.

Nei decenni successivi alla fine della Seconda guerra mondiale, gli storici anglosassoni hanno tendenzialmente dipinto il periodo Edo in maniera negativa. Questo fu dovuto al fatto che si credeva che fosse stato la fonte del militarismo che caratterizzò la società giapponese negli anni Trenta e Quaranta del Novecento. Tuttavia, questa tesi è stata largamente rivista dopo il successo della democrazia giapponese nel periodo post-bellico. Al giorno d'oggi, anche se i suoi lati oscuri non vengono negati, il periodo Edo è considerato come un'epoca in cui la società giapponese ha sviluppato alcune delle sue caratteristiche più distintive.

Domande e risposte

Quando è iniziato e finito il periodo Edo?

Il periodo Edo si riferisce agli anni dal 1603 al 1868 quando la famiglia Tokugawa governò il Giappone.

Per cosa è noto il periodo Edo?

Il periodo Edo è noto per aver sviluppato alcune delle caratteristiche più distintive della moderna cultura e società giapponese.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Graham Squires
Graham Squires is a senior lecturer in Japanese Studies at the University of Newcastle in Australia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Squires, G. (2022, ottobre 11). Periodo Edo [Edo Period]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19619/periodo-edo/

Stile CHICAGO

Squires, Graham. "Periodo Edo." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il ottobre 11, 2022. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19619/periodo-edo/.

Stile MLA

Squires, Graham. "Periodo Edo." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 11 ott 2022. Web. 14 apr 2025.