I Processi alle streghe di Salem furono una serie di procedimenti legali svoltisi a Salem, nel Massachusetts, negli anni 1692-1693, che portarono alla morte di venti innocenti accusate di stregoneria e alla diffamazione di oltre duecento persone. Inizialmente i processi si basarono sulle accuse di stregoneria rivolte da alcune ragazze a delle donne, che le avrebbero danneggiate con i loro incantesimi. Le prime accusatrici furono Betty Parris (9 anni) e sua cugina Abigail Williams (11 anni), sostenute nelle loro affermazioni da Ann Putnam la Giovane (12 anni) e da Elisabeth Hubbard (17 anni); una volta fatte quelle accuse, molte altre persone non solo sostennero le ragazze, ma sporsero denuncia contro i loro concittadini, scatenando a Salem e nelle comunità circostanti una vera e propria caccia alle streghe.
Al centro dei processi e delle successive esecuzioni c'erano la religione e la superstizione dell'America coloniale. La Bibbia, nel Libro dell'Esodo 22:18, afferma "Non lascerai che una strega viva", e questa, come qualsiasi altra ingiunzione bibliche, fu rigorosamente rispettata e sostenuta nel villaggio di Salem dal ministro del culto dell’epoca, il reverendo Samuel Parris (1653-1720). Parris era il quarto ministro chiamato dalla congregazione del villaggio di Salem: i primi se ne erano andati dopo soggiorni relativamente brevi, e Parris se la stava cavando un po’ meglio grazie alla sua capacità di mediazione nelle controversie tra vicini, finché non fece concentrare le loro energie nell'accusarsi a vicenda di stregoneria. Le tensioni sotterranee della comunità trovarono sfogo nella persecuzione dei membri emarginati , e poi anche di quelli rispettati : ciò portò all’esecuzione di venti persone, ad autoesili, a perdite di status o a morti in carcere in attesa dell’udienza in tribunale.
Già nel 1695 i magistrati di Salem furono criticati per la morte e la persecuzione di persone innocenti e in seguito questa opinione non fece che guadagnare terreno. Tra il 1700 e il 1703 furono presentate istanze per l'annullamento delle condanne e la riabilitazione degli imputati e nel 1711 fu autorizzato il risarcimento alle famiglie delle persone uccise ingiustamente. Da quel momento i Processi alle streghe di Salem sono stati indicati semplicemente come "processi alle streghe" o "caccia alle streghe", e messi in relazione a qualsiasi rivendicazione immotivata, ingiusta e priva di fondamento contro una persona o contro gli ideali che quella persona rappresenta: negli Stati Uniti, e non solo, all'evento è stato conferito un ruolo iconico.
La credenza nella stregoneria nelle colonie
Atti legali e documenti dell'epoca testimoniano che un certo numero di cittadini non credeva nella stregoneria, ma la maggioranza - nelle colonie del New England e nelle colonie inglesi del Centro e del Sud - certamente ci credeva. Questa convinzione era incoraggiata da storie della Bibbia come quella della Strega di Endor (I Samuele 28: 3-25) e dal versetto sopra menzionato del Libro dell'Esodo. La Bibbia era considerata la parola infallibile di Dio e chiariva che le streghe erano una realtà quanto qualsiasi altra cosa; mettere in discussione l'esistenza delle streghe significava mettere in discussione l'autorità divina della Bibbia.
La fede nella stregoneria fu incoraggiata dalla necessità di spiegare ciò che era apparentemente incomprensibile. Se una persona pia, un bambino o una giovane sposa improvvisamente si ammalava o moriva, questo fatto avrebbe potuto essere attribuito alla misteriosa volontà di Dio, ma poteva anche essere facilmente spiegato con la stregoneria e le opere del diavolo. Sebbene possa sembrare strano e irrazionale per un pubblico moderno, la convinzione era supportata anche dall'interpretazione che i coloni davano dell'esperienza quotidiana. Se il vicino A chiedeva in prestito al vicino B alcune candele e il vicino B rifiutava la richiesta, e poi si ammalava o la sua casa prendeva fuoco o il suo cavallo moriva senza una ragione apparente, il vicino A avrebbe potuto essere accusato di aver fatto un incantesimo per causare una sfortuna altrimenti senza spiegazioni.
Tuttavia la credenza nelle streghe non ebbe origine nelle colonie: infatti in Inghilterra – e in tutta Europa – da secoli si perseguitavano persone accusate di stregoneria. Uno dei processi alle streghe più famosi nella storia inglese fu quello delle Pendle Witches, nel Lancashire, che nel 1612 portò all'esecuzione per impiccagione di dieci persone condannate per stregoneria. Gli atti del procedimento furono pubblicati nel 1613 e ampiamente letti, e il caso fu nuovamente reso popolare nel 1634 quando una degli accusatori fu accusata di stregoneria. Il caso del 1634 fu reso ancora più noto dall’opera teatrale Le streghe del Lancashire di Thomas Heywood (1570 c. - 1641) e Richard Brome (1590 c. - 1652), che si conclude con la presunzione di colpa dell'imputata.
Quasi sempre era questa la conclusione di un'accusa di stregoneria, poiché si dava per scontato che nessuno avrebbe rivolto un'accusa così grave a qualcuno senza una buona ragione. Sembra che gli accusatori abbiano sempre creduto che la loro parola e le testimonianze personali fossero tutto ciò di cui un tribunale aveva bisogno per emettere una sentenza di condanna; sebbene questo possa essere stato vero per quanto riguarda l'opinione popolare, i tribunali cercavano prove oggettive prima di emettere una condanna, anche se fu ampiamente seguito il paradigma “colpevole fino a prova contraria”. Così di certo accadde nei Processi alle streghe di Salem del 1692-1693, durante i quali oltre duecento persone furono accusate di stregoneria nel villaggio di Salem e nelle città di Salem, Andover, Ipswich e Topsfield; trenta persone furono giudicate colpevoli e venti giustiziate, la maggior parte per impiccagione.
Il contesto sociale e religioso
Nel 1692 le tensioni erano già alte sia nella cittadina di Salem sia nel villaggio di Salem, e lo erano da tempo. Gli abitanti del villaggio di Salem non sopportavano la città di Salem a causa della maggiore ricchezza e della pretesa di controllare gli affari del villaggio. Il villaggio di Salem non aveva un governo civile proprio ed era sotto la giurisdizione della città. Tutti i cittadini sia della città sia del villaggio erano tenuti a partecipare ai servizi di culto domenicali, ma la città di Salem non consentiva al villaggio di avere un proprio luogo di riunione: quindi gli abitanti del villaggio la domenica dovevano recarsi in città, con qualunque tempo, cosa che non sopportavano.
Il villaggio di Salem alla fine assunse un proprio ministro ma si rifiutò di pagarlo, e così quello se ne andò. Il secondo ministro, George Burroughs, ebbe gli stessi problemi e si dimise, ma rimase a vivere nel villaggio. Anche un terzo ministro si dimise, e questo contribuì alla fama di litigiosità e meschinità del villaggio di Salem, reputazione sostenuta dalla città di Salem. Il quarto ministro fu Samuel Parris, un commerciante fallito che aveva frequentato l'Università di Harvard ma non aveva mai completato il suo corso di studi. Sembra che la carriera di ministro fosse per lui una seconda scelta. Nel 1689 al villaggio di Salem fu consentito di avere una propria chiesa, con Parris come pastore. Lo studioso Brian P. Levack commenta:
Parris si rivelò una scelta sfortunata: era un commerciante fallito e amareggiato, che invidiava chi aveva successo nel mondo del commercio e che alimentò le ostilità locali. Parris tenne una serie di sermoni infuocati che tradussero la divisione delle fazioni in una lotta cosmica tra le forze del bene e del male. Nella mente dei suoi sostenitori la città di Salem divenne il simbolo di un mondo alieno, corrotto e persino diabolico, che minacciava il benessere del villaggio di Salem. Poiché i sostenitori di Samuel Parris percepivano i loro nemici come il male, fu breve il passo fino a convincersi che i sostenitori della città e dei suoi interessi fossero servitori di Satana. (403)
Le tensioni aumentarono ulteriormente con l'arrivo nella zona di immigrati appartenenti a sette cristiane minoritarie, come i Quaccheri, considerati una minaccia alla visione puritana della comunità di Salem. La paura perenne di un pericolo invisibile e inaspettato era presente nelle comunità sin dallo scoppio della Guerra di re Filippo (1675-1678), quando il re Filippo (noto anche come Metacomet, 1638-1676), della Confederazione dei Nativi americani Wampanoag, aveva attaccato gli insediamenti del New England distruggendone un certo numero e uccidendo centinaia di persone.
In mezzo a queste varie tensioni, nel febbraio 1692, la figlia di Samuel Parris, Betty, e la nipote Abigail Williams iniziarono a mostrare uno strano comportamento: strisciavano sul pavimento, si nascondevano sotto i mobili, si contorcevano, urlavano e scagliavano oggetti. Questi comportamenti, privi di qualsiasi altra spiegazione dopo l’esame di un medico, furono attribuiti a stregoneria. Poco dopo iniziarono a mostrare gli stessi segni Ann Putnam la Giovane ed Elizabeth Hubbard, poi Mary Walcott, Mercy Lewis e Mary Warren - tutte amiche di Betty Parris e Abigail Williams. Quando Samuel Parris chiese alla figlia e alla nipote chi avesse fatto l'incantesimo che le tormentava, fecero il nome di tre donne - Sarah Good, Sarah Osborne e Tituba, la schiava domestica dei Parris - e il villaggio di Salem fu preso dalla frenesia della caccia alle streghe.
I processi alle streghe di Salem
Sarah Good era una donna senzatetto che spesso chiedeva la carità ed era stata accolta da Samuel Parris per un breve periodo, fino a quando non l'aveva cacciata per "comportamento malevolo" e ingratitudine. Sarah Osborne era una ricca proprietaria terriera che non frequentava la chiesa da più di tre anni, con la scusa di una malattia ricorrente, cosa che la rendeva un'emarginata tanto quanto Sarah Good. Tituba era forse un Arawak di origine caraibica che era stata rapita, ridotta in schiavitù e venduta nelle Barbados a Samuel Parris, la cui famiglia aveva lì una piantagione. Era la schiava domestica della famiglia e si prendeva cura dei bambini, spesso intrattenendoli con storie di fantasmi e racconti di demoni e magia.
Tituba confessò (rivelò in seguito che la confessione le era stata estorta da Samuel Parris), sostenendo l'accusa che le ragazze avevano mosso contro Good e Osborne. Good, come scritto sopra, era già disprezzata dalla famiglia Parris, e Osborne con i suoi affari immobiliari aveva danneggiato le finanze del padre di Ann Putnam la Giovane. Tituba rese popolare l’idea di streghe che cavalcavano manici di scopa e conversavano con "famigli" - spiriti in forma animale - oltre ad associarsi a figure demoniache e lanciare incantesimi maligni. Sarah Osborne fu impiccata come strega a maggio e Sarah Good nel luglio del 1692, entrambe proclamando fino alla fine la loro innocenza; Tituba dal momento in cui confessò rimase in carcere, perché Parris si rifiutava di pagare le tasse per il suo rilascio. Alla fine fu venduta al prezzo delle spese di prigionia e scompare dalla storia.
Tuttavia le accuse contro queste tre donne emarginate, nel febbraio del 1692, furono solo l'inizio, poiché a marzo furono accusate altre persone. Due di loro, Martha Corey e Rebecca Nurse, erano membri della Chiesa in piena regola. Corey aveva messo in dubbio la validità delle accuse delle ragazze, insinuando che mentissero per motivi personali, e così fu accusata di essere una strega per aver negato l'esistenza delle streghe. Nurse fu accusata dai Putnam, che affermavano che il suo "spettro" li stava molestando. L'uso di "prove spettrali" era ammissibile in tribunale poiché il concetto era stato sostenuto dal rispettato teologo puritano Cotton Mather (1663-1728), le cui opere erano particolarmente diffuse tra gli abitanti del Massachusetts.
La prova spettrale consisteva semplicemente nell’accettare la parola di un accusatore rispetto a quella dell'imputato, come nel caso di Martha Corey, quando le ragazze gridarono in tribunale che il suo spettro le stava tormentando e che un uccello giallo, invisibile a tutti tranne a loro, si stava nutrendo dalla sua mano. Nurse e Corey, entrambe sulla settantina, furono impiccate. La loro condanna accrebbe ulteriormente l'isteria in quanto se due donne anziane, che andavano in chiesa, potevano essere streghe, chiunque poteva esserlo. Il marito di Martha Corey, Giles, fu accusato anch’egli quando prese le sue difese. Rifiutò di essere processato e fu giustiziato per soffocamento – schiacciato da pesi fino alla morte - al fine di estorcergli una confessione di colpa. Poiché non confessò mai e non fu mai condannato, il suo testamento venne onorato e le sue terre andarono agli eredi, come voleva, invece di essere prese dalla famiglia Putnam che lo aveva accusato.
Sebbene le prove spettrali fossero consentite in tribunale principalmente per il peso della reputazione di Mather, alla fine anch’egli iniziò a riconoscere che ci si stava spingendo troppo oltre e nel maggio del 1692 scrisse a uno dei giudici che non avrebbero dovuto dare alle prove spettrali più credito di quanto fosse ragionevole. Secondo il libro biblico di Giovanni, I, 4: 1, tutti gli spiriti dovevano essere messi alla prova per vedere se provenivano da Dio o dal diavolo ed era possibile che gli spiriti maligni spingessero gli accusatori a condannare cristiani innocenti. Molte delle accusate confessarono di essere streghe nella speranza di ottenere clemenza, in conformità con Giacomo 5:16, "Confessate i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri affinché possiate essere guariti", ma quelle che non furono impiccate o non morirono in prigione in seguito ritrattarono, spiegando che avevano confessato solo per questo scopo e che non erano mai state veramente delle streghe. Levack osserva:
Una volta che la testimonianza spettrale fu attaccata e quelli che avevano confessato iniziarono a ritrattare, la corte si trovò in una posizione estremamente imbarazzante ... Poiché l'ansia della corte di condannare si scontrava con un crescente coro di opposizione al suo procedimento, il governatore ritenne di non avere scelta e sospese i processi per rivalutare la situazione. (407)
I processi furono interrotti e nel maggio 1693 fu emessa la grazia per chi era ancora in prigione. Sebbene sia ben documentato che furono impiccate diciannove persone e che Giles Corey fu schiacciato a morte, altri morirono in prigione in attesa del processo e oltre duecento persone ebbero la reputazione danneggiata, se non irrimediabilmente rovinata. Gli accusatori non furono mai chiamati a rendere conto del loro operato perché nessuno dei soggetti coinvolti dubitava della realtà delle streghe e del loro potere di nuocere, né della realtà di Satana e della sua capacità di ingannare per distruggere. Dopo che l'isteria si placò, gli accusatori continuarono le loro vite come prima.
Conclusioni
Chi era stato accusato e perdonato, come già scritto, non fu così fortunato e visse con lo stigma dell'evento o si trasferì altrove. Tre anni dopo, nel 1696, il tribunale ordinò un giorno di digiuno e pentimento per i processi del 14 gennaio 1697. I giudici che avevano preso parte ai processi si pentirono pubblicamente e chiesero perdono alla comunità. A partire dal 1700 i membri delle famiglie presentarono petizioni al governo coloniale del Massachusetts per la revoca delle condanne e nel 1711 ventidue persone furono prosciolte e fu autorizzata una compensazione finanziaria. Questo si ripetè nei dieci anni successivi, ma anche allora non tutti coloro che erano stati condannati furono scagionati. Infatti i nomi di tutte le persone condannate non sono stati cancellati fino al 2001.
A partire dal momento in cui si iniziò a scriverne, cioè dal 1700 circa a oggi, il Processo alle streghe di Salem, in quanto l’ evento più noto nel suo genere, ha creato una serie di miti. Tra i più persistenti c'è quello secondo il quale a Salem le "streghe" sarebbero state bruciate, anche se non ci sono prove a sostegno di questa affermazione. Nessuna "strega" fu bruciata a Salem; furono tutte impiccate. Fino a poco tempo si pensava che i condannati fossero stati impiccati a Gallows Hill, e ciò evocava immagini di una cupa marcia della morte su per la collina fino al luogo dell'esecuzione, ma nel 2017 il Gallows Hill Project ha sfatato questo mito, stabilendo che le impiccagioni ebbero luogo ai piedi della collina, in un’ambientazione molto meno spettacolare, conosciuta come Proctor’s Ledge.
È stato anche affermato che la maggior parte degli accusati fossero donne povere ed emarginate, ma anche questo è stato contestato e smentito. Furono accusate e condannate persone di tutte le classi sociali, donne e uomini – e perfino due cani - per ogni genere di motivo. George Burroughs, il secondo ministro del villaggio di Salem a dimettersi, fu accusato e condannato perché sembrava possedere una forza innaturale; una donna fu condannata perché era in grado di camminare per le strade polverose del villaggio di Salem senza sporcarsi i vestiti, e Martha Corey, come già scritto, fu giustiziata come strega per aver negato l'esistenza della stregoneria.
Nel corso degli anni sono state suggerite molte teorie per spiegare l'isteria delle streghe di Salem e i processi. Una teoria, divenuta popolare negli anni '70, è che nel 1692 i coloni fossero stati avvelenati durante il raccolto di segale dal fungo ergot, che causò loro le allucinazioni; ma questo non spiega come l'isteria sia continuata per tutto il 1693, né il fatto che in seguito molti credevano ancora nelle streghe e nell’equità dei giudizi. Processi alle streghe erano stati celebrati anche prima del 1692, e altri ne sarebbero stati condotti successivamente in tutte le colonie. Anche gli attriti sociali tra il villaggio e la cittadina di Salem sono stati citati come una possibile causa, ma sebbene si siano aggiunti alle tensioni del tempo, in realtà non furono l’origine dell'isteria. Tra le prime persone accusate solo Sarah Osborne aveva legami con la città di Salem, le altre due erano del villaggio.
La causa più probabile dell'isteria delle streghe del 1692-1693 a Salem fu la fede religiosa, unita alle tensioni sociali. Nessuno saprà mai cosa abbia spinto le ragazze a muovere le accuse che diedero il via al panico; una volta fatte, le accuse confermarono ciò a cui i coloni già credevano. Il dramma Il crogiuolo, del drammaturgo americano Arthur Miller, presenta i Processi alle streghe di Salem come un'allegoria delle udienze di McCarthy negli anni '50, che cercavano di sradicare il comunismo dagli Stati Uniti. In quest’opera Miller attirava l'attenzione sui pericoli rappresentati dalle ideologie che sfruttano, per prosperare, il pregiudizio di conferma . In entrambi i casi gli accusatori operavano in base alla convinzione di minacciare persone che si trovavano in mezzo a loro e da cui dovevano difendersi. Il popolo del Massachusetts credeva già nelle streghe, perché la religione nell'America coloniale incoraggiava questa credenza - non avevano bisogno dell'ergot o di altro - tutto ciò che era richiesto era una manifestazione fisica di ciò che temevano, per confermare ciò che già sapevano essere vero e agire di conseguenza .