Guerra dei trent'anni

Definizione

Joshua J. Mark
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 11 agosto 2022
Disponibile in altre lingue: Inglese, Cinese, Ceca, Francese, Tedesco, Spagnolo
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Soldiers Plundering a Farm During the Thirty Years' War (by Sebastian Vrancx, Public Domain)
Soldati saccheggiano una fattoria durante la Guerra dei trent'anni
Sebastian Vrancx (Public Domain)

La Guerra dei trent'anni (1618-1648) fu l'ultimo grande conflitto europeo contraddistinto da divisioni religiose, nonché uno dei più devastanti della storia d'Europa, dato che causò circa 8 milioni di morti. Iniziato in Boemia come un conflitto su scala locale, alla fine coinvolse tutta l'Europa, influenzando lo sviluppo dell'Era moderna.

La guerra viene convenzionalmente divisa in quattro fasi:

  • la fase boemo-palatina, o della Rivolta boema (1618-1620)
  • la fase danese (1625-1629)
  • la fase svedese (1630-1634)
  • la fase francese (1635-1648).

La Riforma protestante aveva incoraggiato il dissenso religioso e causato tensioni sociali fin dal 1517, che portarono alla Pace di Augusta del 1555, con cui si stabilì il principio del cuius regio, eius religio (dal latino: "di chi [è] il regno, di lui [è] la religione), secondo il quale un sovrano sceglieva se il proprio territorio dovesse seguire la religione cattolica o quella luterana (che all'epoca era l'unica setta protestante riconosciuta). Quando l'imperatore del Sacro Romano Impero, il cattolico Ferdinando II (1578-1637), divenne re di Boemia, i suoi sudditi, in gran parte protestanti, diedero inizio alla Rivolta boema nel maggio 1618 - e alla Guerra dei trent'anni -, dopo la seconda defenestrazione di Praga, scegliendo come loro monarca Federico V del Palatinato (1596-1632).

Le forze di Federico V vennero sconfitte durante la battaglia della Montagna Bianca, nel 1620. La Danimarca protestante entrò nel conflitto nel 1625: fu il primo intervento di una potenza straniera nella guerra, anche se, in realtà, i protestanti olandesi rifornivano le forze di Federico V con armi e altre risorse fin dal 1618, mentre la Spagna cattolica supportava Ferdinando II. Il protestante Cristiano IV di Danimarca (r. 1588-1648) entrò in guerra sia per motivi religiosi che per proteggere i suoi interessi commerciali ma, soprattutto, perché il re di Svezia Gustavo Adolfo (r. 1611-1632) era in procinto di intervenire nel conflitto come campione della causa protestante; un onore che Cristiano IV voleva per sé.

LA GUERRA DEI TRENT'ANNI VIENE "UFFICIALMENTE" RICONOSCIUTA COME LA FINE DELLA RIFORMA PROTESTANTE.

Tuttavia, Cristiano IV non poteva competere con le forze imperiali, guidate da Albrecht von Wallenstein (1583-1634), e nel 1629 firmò una pace che prevedeva il ritiro delle truppe danesi e dei mercenari scozzesi al suo servizio. Gustavo Adolfo aveva sostenuto Cristiano IV fin dal 1628 ma, nel 1630, grazie alle risorse ricevute dal cardinale francese Richelieu (1585-1642), che era un cattolico, scese in campo contro Wallenstein. Richelieu supportava il protestante Gustavo Adolfo contro le forze imperiali cattoliche perché mirava a mantenere l'equilibrio di potenza tra la Francia e le regioni confinanti, controllate dalla potente dinastia degli Asburgo. Dopo che il loro re fu ucciso in battaglia nel 1632, gli svedesi continuarono a combattere, aiutati dai francesi nella fase finale della guerra - la più sanguinosa.

General Albrecht von Wallenstein
Il generale Albrecht von Wallenstein
Anthony Van Dyck (Public Domain)

Non ci fu alcun vincitore perché il trattato con cui si concluse la guerra nel 1648, la Pace di Vestfalia (che pose fine anche alla Guerra degli ottant'anni tra la Spagna e i Paesi Bassi), essenzialmente ristabiliva gli stessi termini della Pace di Augusta del 1555 in materia religiosa. Tra le conseguenze della guerra si possono includere:

  • la nascita della moderna sovranità degli stati
  • il riconoscimento del calvinismo
  • l'indipendenza olandese
  • innovazioni nel modo di fare la guerra
  • l'indipendenza della Svizzera
  • l'ascesa della Francia al rango di grande potenza
  • il declino dell'Impero spagnolo
  • l'indipendenza del Portogallo
  • l'indebolimento del Sacro Romano Impero.

La Guerra dei trent'anni viene "ufficialmente" riconosciuta come la fine della Riforma protestante poiché, dopo la sua conclusione, il calvinismo fu considerato come un sistema di credenze legittimo, alla pari del cattolicesimo e del luteranesimo. Termina così, nel 1648, il periodo di sviluppo delle sette protestanti. Tuttavia, questo non risolse il conflitto religioso, che andò avanti, tanto da far affermare ad alcuni studiosi che la riforma è ancora in corso. La guerra viene anche ritenuta il punto d'inizio delle tattiche militari moderne, messe in atto da Gustavo Adolfo, nonché per l'affermarsi dell'odierno sistema internazionale, basato sulla statualità. Tutto ciò rese questo conflitto uno spartiacque nella transizione verso l'Età moderna.

Origini e cause del conflitto

La Guerra dei trent'anni fu causata da molteplici fattori, tra cui:

  • lo squilibrio di potere percepito nella regione
  • il risentimento verso la dinastia degli Asburgo e verso il controllo che esercitava sui commerci
  • l'indebolimento del potere del Sacro Romano Impero
  • gli interessi commerciali nella regione
  • il dissenso religioso

Tuttavia, le differenze religiose e l'incapacità di risolverle pacificamente, furono la causa immediata del conflitto, contraddistinto dalle tre principali riforme religiose europee:

  • la Riforma boema (avvenuta circa tra il 1380 e il 1436),
  • la Riforma protestante (1517-1648)
  • la Controriforma (1545-c. 1700).

Luther's Ninety-Five Theses Nailed to the Wittenberg Church's Door
Lutero affigge le 95 tesi sulla porta della chiesa di Wittenberg
Eikon Film and NFP Teleart (Copyright)

La Riforma boema fu iniziata dai preti e teologi cattolici che cercavano di far ritornare la Chiesa alla semplicità delle origini. Il suo più grande sostenitore fu Jan Hus (1369-1415), la cui esecuzione come eretico fece scoppiare le guerre hussite (1419-1434). Con il Concilio di Basilea del 1436, in Boemia venne garantita la libertà religiosa, e alla chiesa boema fu permesso di condurre le funzioni secondo le sue credenze.

Nel 1517, il monaco e teologo cattolico Martin Lutero (1483-1546) affisse le sue 95 tesi a Wittenberg, dando inizio alla Riforma protestante, che venne incentivata in Svizzera da Huldrych Zwingli (1484-1531) e poi da Giovanni Calvino (1509-1564). La Chiesa cattolica reagì alla sfida posta da questi riformatori con la Controriforma, iniziata nel 1545, che bollava gli insegnamenti protestanti come eresia e riaffermava la posizione della Chiesa come unica autorità in materia spirituale. Ben prima del 1545, i fedeli iniziarono a identificarsi in maniera netta come cattolici o protestanti e, all'interno delle sette protestanti, ci furono ulteriori divisioni, che crearono ulteriore dissenso.

LA RIVOLTA BOEMA INIZIÒ QUANDO I NOBILI PROTESTANTI SI OPPOSERO ALLE DECISIONI LEGALI CHE FAVORIVANO I CATTOLICI.

Nel 1524 scoppiò una guerra civile, caratterizzata da divisioni religiose, che prese il nome di Rivolta dei contadini tedeschi, dalla quale si originarono la Rivolta dei cavalieri e la guerra di Smalcalda, che terminò con la pace di Augusta del 1555. Tra le disposizioni della Pace c'era la clausola che il sovrano di una regione poteva scegliere la religione del proprio regno. Questo concetto in linea di principio funzionava, ma si rivelò problematico quando la religione del monarca era differente da quella della maggioranza dei suoi sudditi.

I boemi erano abituati a praticare la loro fede fin dal 1436, e quelli che non volevano più seguire l'ortodossia della Chiesa boema si allinearono agli insegnamenti di Lutero (che erano simili a quelli di Hus), a cui fu garantita la libertà religiosa. Quando lo zelante cattolico Ferdinando II, imperatore del Sacro Romano Impero, divenne re di Boemia, andò incontro alla sfiducia dei sudditi, a causa delle sue precedenti persecuzioni contro i protestanti in altre parti dell'Impero, nonostante avesse promesso la tolleranza religiosa, Massimiliano I, elettore di Baviera (1573-1651), anch'egli un devoto cattolico, sostenne la causa di Ferdinando II, rifiutando la corona di Boemia e rifornendo le forze armate di Ferdinando.

Fase boemo-palatina, o della Rivolta boema

La Rivolta boema inizio quando i nobili protestanti, guidati dal Conte di Thurn (1567-1640) si opposero alle decisioni legali che favorivano i cattolici, e si incontrarono con tre rappresentanti di Ferdinando II al castello di Praga, per discutere la situazione. Insoddisfatti di come stavano andando le cose, Thurn e i suoi colleghi gettarono i rappresentanti fuori dalla finestra, in quella che sarebbe diventata famosa come la Seconda defenestrazione di Praga (la Prima defenestrazione fu l'evento che diede inizio alle guerre hussite).

Battle of White Mountain 1620
Battaglia della Montagna Bianca, 1620
Peter Snayers (Public Domain)

I tre uomini sopravvissero, ma l'incidente venne strumentalizzato da entrambe le fazioni: la propaganda cattolica affermava che erano stati salvati da degli angeli, che li avevano afferrati in volo e portati in salvo a terra; quella protestante sosteneva che erano sopravvissuti solo perché erano caduti su un mucchio di letame. Thurn prese il potere, e incoraggiò i principi protestanti di Austria e Slesia a fare lo stesso, mentre Federico V ingaggiò il generale mercenario Ernst von Mansfeld (1580- 1626) per guidare gli eserciti in supporto di Thurn. Mansfeld venne sconfitto nel 1619, ma a quel punto i protestanti avevano tolto qualsiasi supporto a Ferdinando II, e offrirono la corona a Federico V, che accettò.

La fazione cattolica dichiarò tale atto illegale, dato che Ferdinando II era il legittimo re (oltre che imperatore del Sacro Romano Impero), e le ostilità continuarono fino al novembre del 1620, quando le truppe imperiali cattoliche, comandate da Johann Tserclaes, conte di Tilly (1559-1632), rifornite da Massimiliano I, sconfissero i boemi guidati da Thurn e Cristiano di Anhalt (1568-1630) alla battaglia della Montagna Bianca. I sostenitori di Federico V vennero schiacciati, e gli eserciti imperiali presero Praga, ponendo fine alla rivolta. Federico V morì successivamente nel 1632, a causa di una febbre causata da un'infezione.

In quel momento, la Guerra degli ottant'anni (1568-1648, nota anche come rivolta olandese) attraversava il periodo della cosiddetta Tregua dei dodici anni (1609-1621), durante il quale la Spagna cattolica e i Paesi Bassi protestanti inviarono risorse in Boemia per sostenere le rispettive fazioni. La Rivolta boema divenne dunque un conflitto internazionale, e le tensioni aumentarono nel 1623, quando Ferdinando II privò Federico V di terre e titoli, ignorando i principi protestanti, che adesso erano convinti del fatto che Ferdinando voleva imporre il cattolicesimo nella regione. Ferdinando II aveva il supporto degli Asburgo cattolici, che all'epoca controllavano Spagna, Paesi Bassi, Napoli, Milano e la maggior parte del Sacro Romano Impero.

La fase danese

Cristiano IV di Danimarca poteva contare su un commercio florido con le regioni settentrionali del Sacro Romano Impero e il Baltico. A seguito del decreto di Ferdinando II contro Federico V però, che segnalava una spinta cattolica verso nord, in direzione della Danimarca, questo stato di cose veniva minacciato, e Cristiano avvicinò i nobili protestanti di Amburgo e Brema, offrendo il suo aiuto. Con l'aiuto di Inghilterra, Paesi Bassi e, in scala minore, della Francia (che all'epoca stava affrontando i propri problemi), Cristiano unì le forze con Mansfeld, cercando di sconfiggere il campione di Ferdinando II, Wallenstein.

Hussite Wagenburg
Fortezza di carri hussita
Unknown Artist (Public Domain)

Per tutta la durata della guerra fino a questo momento, entrambi gli schieramenti avevano difficoltà nel rifornire le proprie truppe, e così gli eserciti per sopravvivere saccheggiavano le campagne, distruggendo fattorie e uccidendo i civili che incontravano sul loro cammino. Non era importante quale causa supportasse un determinato villaggio: protestanti e cattolici soffrivano in ugual misura, ad opera dell'esercito imperiale di Wallenstein o dei ribelli di Mansfeld. Lo stesso Wallenstein era lautamente ricompensato da Ferdinando II, ma queste ricchezze non arrivavano mai fino alla truppa. Cristiano IV, venuto a sapere della morte di civili protestanti, entrò in guerra come loro campione anche se, a quel punto, le forze ribelli protestanti avevano stuprato e ucciso tanti civili quanto le truppe imperiali cattoliche di Wallenstein.

La motivazione principale di Cristiano IV era quella di proteggere i suoi interessi commerciali nella regione e di rivendicare il titolo di campione del protestantesimo prima che lo facesse Gustavo Adolfo. Nel 1626, si scontrò con il conte di Tilly nella battaglia di Lutter, venendo sconfitto. In seguito, gli uomini e i mezzi che Inghilterra e i Pesi Bassi avevano promesso non arrivarono e Mansfeld morì nel 1626 di cause naturali. Cristiano IV, senza risorse e dopo aver perso il suo esperto generale, fu sconfitto da Wallenstein nel 1627 e, nel 1628, chiese aiutò a Gustavo Adolfo, che rispose. Tuttavia, nel 1629, Cristiano chiese la pace e firmò il Trattato di Lubecca, che garantiva la sicurezza dei suoi interessi in cambio della promessa di stare fuori dalla guerra.

La fase svedese

Gustavo Adolfo arrivò nella regione nel 1630, alla testa di circa 20000 uomini, molti di meno di quelli comandati da Tilly o Wallenstein. Tuttavia, le sue innovative tattiche militari compensarono più che bene la mancanza di uomini. Gustavo Adolfo sembrava essere a conoscenza dei progressi nell'arte della guerra portati dal grande generale ceco Jan Zizka (1360-1424) durante le guerre hussite, tra cui la fortezza di carri, che poteva essere utilizzata sia in fase offensiva che difensiva. Questa versatilità aveva dato alle truppe di Zizka il vantaggio decisivo dell’artiglieria mobile, l'innovazione per cui Gustavo Adolfo è più famoso. Gli svedesi avevano anche preso nota delle nuove tattiche di Maurizio d'Orange (noto anche come Maurizio di Nassau, 1567-1625, figlio del generale e statista Guglielmo il Taciturno, 1533-1584), in particolare la capacità di far fuoco a volontà e la contromarcia (una manovra militare nella quale dei soldati cambiano direzione ruotando di 180 gradi, in modo che la parte posteriore diventa quella anteriore e vice versa), che permetteva di sparare continuamente e di riformare le fila mentre si ricaricava.

Gustavus Adolphus Leading a Cavalry Charge
Gustavo Adolfo guida una carica di cavalleria
 Jan Martszen de Jonge (Public Domain)

Sfruttando queste risorse, Gustavo Adolfo creò un esercito addestrato, in cui ciascun soldato poteva svolgere i compiti di un altro: il fante era anche un cavaliere, il cavaliere un artigliere, un artigliere un fante e così via; inoltre, ogni contingente veniva trattato con lo stesso rispetto degli altri. Introdusse anche l'artiglieria mobile, sulla base delle fortezze di carri di Zizka, cambiando posizioni offensive in difensive e viceversa, muovendola in formazioni rapide precisamente dove ce n'era bisogno. In aggiunta alle artiglierie fisse, questi cannoni si dimostrarono piuttosto efficaci.

Vietò alle sue truppe di compiere qualsiasi saccheggio, assicurandosi che fossero ben pagati e nutriti grazie alle risorse provenienti dalla Francia, dai Paesi Bassi e dalla madrepatria svedese. Dopo aver consolidato le sue forze, sconfisse Tilly nella Prima battaglia di Breitenfeld nel 1631, per poi batterlo una seconda volta nel 1632, nella battaglia del fiume Lech (o battaglia di Rain), in cui Tilly venne ferito e ucciso. Nel settembre del 1632, durante la battaglia dell'Alte Veste, venne sconfitto e messo fuori combattimento da Wallenstein, ma riuscì a mantenere intatto il suo esercito. I due generali si incontrarono ancora nel novembre del 1632, nella battaglia di Lutzen: Gustavo Adolfo fu ucciso, ma l'esercito svedese ebbe la meglio dopo che il comando fu assunto da Bernardo di Sassonia-Weimar (1604-1639), che riorganizzò le truppe.

Bernardo poi lasciò le forze svedesi al comando del braccio destro di Gustavo Adolfo, Axel Oxenstierna (1583-1654), che ottenne un'altra vittoria nel 1633. Wallenstein, la cui ritirata dal campo di battaglia a Lutzen aveva dato la vittoria agli svedesi, fu rimosso dal suo incarico da Ferdinando II, e assassinato dai suoi ufficiali nel 1634. Fu rimpiazzato dal cardinal-infante Ferdinando d'Asburgo (1609-1641), governatore dei Paesi Bassi spagnoli, che sconfisse in maniera decisiva la coalizione tedesco-svedese nella battaglia di Nordlingen, nel settembre del 1634, di fatto neutralizzando momentaneamente gli svedesi e costringendo i loro alleati tedeschi a disertare per la causa imperiale.

La fase francese

Ferdinando II adesso faceva appello direttamente alla Spagna per ottenere i mezzi necessari a continuare la guerra, costringendo il cardinale Richelieu e la Francia a dichiarare guerra alla Spagna. La Francia impiegò ancora più risorse nel conflitto, finanziando le truppe mercenarie di Bernardo di Sassonia-Weimar. Quest'ultima fase della guerra, combattuta ancora principalmente nel Sacro Romano Impero (compresa la Boemia), coinvolgeva Francia, Spagna, i Paesi Bassi, l'Inghilterra, il Portogallo, la Svezia, la Danimarca e il regno di Polonia- Lituania.

Map of the Holy Roman Empire, 1648 CE
Mappa del Sacro Romano Impero nel 1648
Astrokey44 (CC BY-SA)

Dopo anni di conflitto, i terreni coltivati erano stati decimati, e il cibo era scarso: questo causò carestie, e molti - combattenti e non - morirono di fame. Le truppe furono costrette ancora una volta a saccheggiare le campagne, ma i frutti della terra erano pochi, e ancora non si raggiungeva alcun tipo di compromesso, mentre le ostilità imperversavano. Le malattie flagellavano i campi di battaglia, e molti civili si rivoltarono gli uni contro gli altri, rapinando e uccidendo i propri vicini per poter sopravvivere. La popolazione animale, compresi cani e gatti, declinò tanto quanto quella umana, e non si vedeva la fine della guerra.

Gli svedesi persero tutto ciò che avevano conquistato fino al 1636, quando vinsero la battaglia di Wittstock, mentre la Francia inviava truppe nella regione in loro aiuto. Nel 1637, Ferdinando II morì, e il suo successore fu il figlio Ferdinando III (1608-1657), che sembrava non avere più idee di quante ne avesse suo padre per far terminare il conflitto. Le forze francesi continuarono ad aiutare gli svedesi, ottenendo anche vittorie per proprio conto, ma le forze imperiali tenevano loro testa, ottenendo anche loro dei progressi.

Nel 1641, Lennart Torstensson (1603-1651) successe a Johan Baner (1596-1641) come feldmaresciallo svedese. Entrambi avevano servito sotto Gustavo Adolfo, e Baner aveva provato a continuare la sua politica di vietare alle truppe di saccheggiare e molestare la cittadinanza ma, persino con il supporto francese, c'era una carenza di risorse, e gli svedesi tornarono a razziare i cittadini prima che Torstensson assumesse il comando. Torstensson fu in grado di rifornire le truppe dopo la morte di Baner, guidandole alla vittoria per tutto il 1645. L'alleanza franco-svedese continuò a premere nel corso del 1646, ma non riuscì ad ottenere una vittoria decisiva che ponesse fine alla guerra. Ferdinando III si rifiutava di ammettere che la situazione era sempre più disperata, ma alla fine si decise ad aprire i negoziati nel 1648: la pace di Vestfalia pose fine alla guerra.

Conclusioni

Come si è visto, la guerra fu combattuta principalmente nei territori tedeschi del Sacro Romano Impero (anche se quest'ultimo includeva, tra le altre, parti dell'odierna Italia settentrionale, dei Paesi Bassi e della Repubblica Ceca). La guerra distrusse quasi completamente molti villaggi della regione, e devastò la città di Magdeburgo, che perse 20000 dei suoi 25.000 abitanti e 1.700 edifici su 1900, Le città, già sovrappopolate e in preda alle epidemie, si riempirono di rifugiati provenienti dai villaggi saccheggiati, facendo aumentare il numero di vittime.

The Blessings of the Peace of Westphalia
La benedizione della pace di Vestfalia
Nasjonalmuseet (Public Domain)

I soldati stranieri vennero incolpati di aver portato la peste e altre malattie, incoraggiando un risentimento nazionale contro le altre nazioni che sarebbe stato sfruttato in seguito per la mobilitazione in conflitti successivi dai vertici di Prussia, Brandeburgo e poi della Germania, attraverso il richiamo delle atrocità subite dalla popolazione tedesca per colpa "dell'altro". La memoria tedesca della Guerra dei trent'anni, tramandata di generazione in generazione e popolarizzata da poeti e scrittori, avrebbe continuato a fornire materiale per la propaganda sia per la Prima guerra mondiale che per la Seconda.

Nonostante ciò, la pace di Vestfalia riaffermò la sovranità religiosa della pace di Augusta, stabilendo il concetto di sovranità nazionale, che proibiva ad una nazione di interferire con gli affari interni di un'altra, sancendo il principio del moderno sistema governativo internazionale. Con il riconoscimento del calvinismo, la libertà religiosa - almeno sulla carta - si diffuse sempre di più. La fondazione di nuove scuole, sia da parte cattolica che protestante, per permettere una migliore comprensione delle scritture, comportò un aumento del tasso di alfabetizzazione.

Nonostante questi e altri progressi, va sottolineato che la guerra causò la morte di circa otto milioni di persone. Solo nella battaglia di Nordlingen del 1634, in un giorno morirono quasi 16.000 combattenti, senza contare i civili presenti nell'area. È sicuro che a molti di loro, coinvolti direttamente o indirettamente nella guerra, non importava nulla delle rivendicazioni di Ferdinando II o Federico V; tuttavia, sembra che in tanti, se non tutti, avessero fortemente a cuore il tema dell'identificazione religiosa, che li legava a una parte o all'altra.

Dopo la distruzione dei territori tedeschi del Sacro Romano Impero tra il 1618 e il 1648 e la morte di milioni di persone, si riconfermò ciò che già era venuto fuori dalla pace di Augusta del 1555. Il conflitto terminò semplicemente perché i contendenti si erano stancati di combattere. Tuttavia, non passò molto tempo prima che protestanti e cattolici trovassero nuova energia, e le differenze religiose avrebbero continuato a caratterizzare le sommosse civili future, continuando fino ai giorni nostri.

Domande e risposte

Quando ci fu la Guerra dei trent'anni?

La Guerra dei trent'anni ci fu tra il 1618 e il 1648.

Quali furono le cause della Guerra dei trent'anni?

Le cause della Guerra dei trent'anni furono: lo squilibrio di potenza nella regione, l'indebolimento del Sacro Romano Impero, il risentimento verso la potente dinastia degli Asburgo, gli interessi commerciali nella regione, le divisioni religiose e la violenza settaria.

Da chi fu combattuta la Guerra dei trent'anni?

La Guerra dei trent'anni fu combattuta tra le forze guidate dall'imperatore del Sacro Romano Impero, Ferdinando II, e le forze protestanti ribelli. Iniziata come una guerra civile a livello locale in Boemia, alla fine parteciparono al conflitto Inghilterra, Danimarca, Francia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e la Polonia-Lituania. Ognuno dei contendenti seguiva la propria linea religiosa.

Chi vinse la Guerra dei trent'anni?

La Guerra dei trent'anni non ebbe alcun vincitore. Il conflitto si concluse con la pace di Vestfalia, che semplicemente pose fine alle ostilità senza proclamare un vincitore.

Quali furono le conseguenze della Guerra dei trent'anni?

Tra le conseguenze della Guerra dei trent'anni si includono: la nascita del principio di sovranità degli stati, l'indipendenza svizzera e olandese, innovazioni nelle tattiche militari, il declino della Spagna e l'ascesa della Francia al rango di grande potenza, l'indebolimento del Sacro Romano Impero, il riconoscimento della legittimità del calvinismo. La guerra viene anche considerata coma la fine "ufficiale" della Riforma protestante.

Perché la Guerra dei trent'anni è importante?

La Guerra dei trent'anni è importante perché è stato uno dei conflitti più devastanti della storia europea, con circa 8 milioni di morti, che causò la distruzione di molte regioni del Sacro Romano Impero (aree corrispondenti all'odierna Germania). La guerra fu usata a scopi propagandistici dai tedeschi sia nella Prima che nella Second guerra mondiale.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Joshua J. Mark
Scrittore freelance ed ex Professore part-time di Filosofia presso il Marist College (New York), Joshua J. Mark ha vissuto in Grecia ed in Germania, ed ha viaggiato in Egitto. Ha insegnato storia, scrittura, letteratura e filosofia all'Università.

Cita questo lavoro

Stile APA

Mark, J. J. (2022, agosto 11). Guerra dei trent'anni [Thirty Years' War]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19708/guerra-dei-trentanni/

Stile CHICAGO

Mark, Joshua J.. "Guerra dei trent'anni." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il agosto 11, 2022. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19708/guerra-dei-trentanni/.

Stile MLA

Mark, Joshua J.. "Guerra dei trent'anni." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 11 ago 2022. Web. 17 nov 2024.