Età d'oro della pirateria

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Mark Cartwright
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 12 ottobre 2021
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Tedesco, Portoghese, Spagnolo, Turco
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Sailing Ship Through a Telescope (by Starz Entertainment, Copyright, fair use)
Nave vista attraverso un cannocchiale
Starz Entertainment (Copyright, fair use)

L'espressione "Età d'oro della pirateria" fa riferimento a un momento storico in cui gli assalti in alto mare e nei porti coloniali raggiunsero un livello senza precedenti. Anche se non tutti gli storici sono concordi sul preciso lasso di tempo, il termine si applica generalmente ai pirati che operarono nei Caraibi, lungo le coste atlantiche dell'America e dell'Africa e nell'oceano Indiano.

Sono gli anni in cui i nomi di Kidd (impiccato nel 1701), Barbanera (ucciso nel 1718) e Bartholomew Roberts (ucciso nel 1722) divennero famigerati. Ci furono anche donne come Anne Bonny e Mary Read. I pirati miravano alle navi mercantili e, molto più raramente, alle armatissime navi delle flotte del tesoro. Questo periodo ebbe fine quando la Royal Navy, la Compagnia britannica delle Indie Orientali e i governatori coloniali attuarono una politica più attiva ed aggressiva contro la pirateria, che portò alla cattura e alla pubblica impiccagione di centinaia di pirati, da Londra alle colonie americane.

La definizione di un'era

"Età d'oro della pirateria" è un nome piuttosto singolare da assegnare a un periodo storico in cui il crimine era dilagante, ma questo è un problema secondario rispetto alla definizione del periodo esatto. Molti storici non includono in quest'era il periodo dei bucanieri, che nel XVII secolo attaccavano i porti dell'Impero spagnolo e le navi del tesoro (1650-1680). La fine del Seicento è considerata comunemente il punto di inizio dell'Età d'oro della pirateria, ma alcuni studiosi restringono il periodo ai primi due o tre decenni del Settecento, e alcuni solo agli anni Venti del XVIII secolo. Nel presente articolo, per non omettere alcuni punti di interesse pertinenti al tema della pirateria, si fa riferimento a un periodo più ampio, approssimativamente dal 1690 al 1730. È importante notare che la pirateria è un'attività che viene condotta fin dall'antichità, e ancora oggi è presente in molte parti del mondo. Pertanto, insistere su una specifica cornice temporale è problematico: sembra che la pirateria non abbia né un punto di inizio né una fine.

LA PRIMA ARMA DEI PIRATI ERA IL TERRORE, CHE SI MATERIALIZZAVA NEL JOLLY ROGER, LA BANDIERA PIRATA.

Inoltre, bisogna essere precisi anche in termini geografici. Nel periodo a cui si sta facendo riferimento la pirateria era praticata in molte altre parti del mondo, ma il termine "Età d'oro della pirateria" si riferisce ai pirati che operavano nell'Atlantico, nell'Indiano e al largo dell'Africa occidentale. Altri pirati (come quelli della costa berbera e dell'Asia orientale) di solito vengono trattati come un argomento separato. La maggior parte dei pirati dell'Età d'oro erano dunque britannici o americani, ma erano numerosi anche francesi e olandesi. Di fatto, le ciurme pirata accoglievano persone provenienti da ogni dove, tra cui ex schiavi e indigeni.

The Jolly Roger
Il Jolly Roger
WarX (CC BY-SA)

Resta aperta la questione sul perché la pirateria fiorì proprio in questo periodo. Uomini e donne intraprendevano la pirateria a causa della durezza della vita di mare sia sui mercantili che sulle navi militari - la grande maggioranza dei pirati erano marinai esperti - o perché non riuscivano a trovare un'occupazione adeguata dopo la fine delle guerre tra Inghilterra e Francia. Dopo l'Età delle scoperte, le colonie europee iniziarono a crescere. Si iniziarono a formare comunità che crebbero in dimensione e ricchezza, e di conseguenza crebbe il traffico mercantile per soddisfare i loro bisogni. Tuttavia, la mancanza di fermezza da parte delle autorità coloniali, che ancora non erano in grado di fornire un'adeguata protezione militare così lontano dalla madrepatria, rese porti e navi dei facili obiettivi per i pirati, che non si curavano delle conseguenze dei loro crimini.

I capitani

Diversi membri delle ciurme all'epoca divennero famosi (o famigerati), ma i nomi che vengono più ricordati sono quelli dei loro capitani. La maggiore parte dei pirati indossava i tipici abiti marinareschi, mentre i capitani imitavano la moda borghese, indossando vestiti appariscenti. Bartholomew Roberts (noto anche come "Black Bart" Roberts) era famoso per indossare un cappotto scarlatto, in tinta con un panciotto damascato, nonché una collana di diamanti. Barbanera (al secolo Edward Teach), armato di sei pistole, si metteva dei fiocchi rossi sulla barba, e accendeva delle micce sotto il cappello quando combatteva. Senza dubbio, questi capitani pirati erano interessati a creare delle leggende su di loro, dato che contribuivano alla resa immediata di un vascello e a mantenere la lealtà dei loro equipaggi.

Altri scelsero un approccio più brutale per guadagnare notorietà. Charles Vane, impiccato nel 1721, una volta cannoneggiò la nave del governatore delle Bahamas, mentre Edward Low, tra il 1721 e il 1724, compì una lunga lista di crimini atroci, tra cui mutilazione, incendio e uccisione per impiccagione delle sue vittime. Il capitano Sede Bonnet (impiccato nel 1718), chiamato "il pirata gentiluomo", ebbe un percorso inusuale, dato che si diede alla pirateria abbandonando la sua piantagione alle Barbados. Sembra che la pirateria attirasse persone di ogni tipo.

Henry Every
Henry Every
Naughty Dog/Sony (Copyright, fair use)

Infine, ci furono dei pirati che non divennero molto famosi nella loro epoca ma che, per un motivo o per un altro, sono entrati nell'immaginario collettivo. Il capitano John Rackham (detto "Calico Jack", impiccato nel 1720), era un pirata mediocre, ma che adesso è diventato famoso perché nella sua ciurma c'erano Anne Bonny e Mary Read, nonché per il suo Jolly Roger con le sciabole incrociate. Capitan Benjamin Hornigold (morto in mare nel 1719) divenne noto per aver abbandonato la pirateria ed essere diventato un cacciatore di pirati per conto del governatore delle Bahamas. Il capitano Samuel Bellamy, morto nel 1717 praticamente nell'anonimato quando la sua nave affondò in una tempesta al largo di Capo Cod, è diventato famoso dopo l'esplorazione subacquea del suo relitto, che è stata di valore inestimabile per arricchire la nostra conoscenza sulle navi e i tesori dell'Età d'oro della pirateria.

Le navi pirata

Anche se nei romanzi e nei film i pirati sono stati rappresentati a bordo di grandi navi, la realtà è stata piuttosto differente. La grande maggioranza dei pirati preferiva imbarcazioni piccole, con un albero e un fiocco solo, come gli sloop: erano molto manovrabili, e capaci di navigare in acque poco profonde, dove le grandi nave non potevano seguirli. Inoltre, sceglievano tipicamente degli obiettivi facili, come i vascelli mercantili armati di pochi cannoni. Tuttavia, ci sono state delle importanti eccezioni: alcuni pirati prendevano di mira le navi più grandi, che avevano quasi la potenza di fuoco delle navi militari. Va considerato dunque anche il fattore del prestigio che davano queste azioni: i pirati più famosi e affermati erano proprio quelli con le navi più grandi.

LA QUEEN ANNE's REVENGE DI BARBANERA AVEVA UN EQUIPAGGIO DI ALMENO 300 UOMINI, NECESSARIO PER MANOVRARE I 40 CANNONI CHE ERANO A BORDO.

Il capitano Kidd fece costruire la sua nave, la Adventure Galley, espressamente per questo scopo. Era una nave di 287 tonnellate, dotata di 3 alberi, che poteva inseguire un obiettivo in qualsiasi condizione grazie alla combinazione di vele quadrate, triangolari (le vele latine) e di 46 remi. L'Adventure Galley aveva 150 uomini, ed era ben armata con 34 cannoni. Edward England catturò una buona nave al largo del Madagascar nel 1720, che ribattezzò Fancy, dotandola di 34 cannoni e una ciurma di circa 180 uomini.

Forse, la nave pirata più famosa era la Queen Anne's Revenge del capitano Barbanera, che la sottrasse a un trafficante di schiavi francese. La più formidabile dal punto di vista dell'armamento però era la Royal Fortune di Bartholomew Roberts. Precedentemente era stata una nave da guerra francese, armata con 42 cannoni, e Roberts la maneggiava bene, adattandola alla velocità: fu la nave che catturò più imbarcazioni durante l'Età d'oro della pirateria, oltre 400.

Pirate Sloop
Uno sloop pirata
Starz Entertainment (Copyright, fair use)

I metodi di attacco

I pirati colpivano tipicamente i vascelli mercantili isolati, di solito quando passavano per uno stretto o in acque poco profonde, vicino le isole, da dove sbucavano apparentemente dal nulla. Altre volte i vascelli venivano abbordati dopo aver issato la bandiera di una nazione amica e averli fatti accostare. Di solito ci si avvicinava sempre da poppa, perché le navi di quel periodo avevano meno cannoni in quel punto.

La prima arma dei pirati era il terrore, che si materializzava nel Jolly Roger, la bandiera pirata. La bandiera (di solito nera, con un teschio umano e delle ossa incrociate, anche se sono esistite diverse varianti) veniva issata dai pirati per avvertire il vascello mercantile del loro arrivo, e per comunicare che l'idea migliore era quella di non opporre resistenza. Si alzava anche una bandiera rossa, che segnalava la decisione di non dare quartiere in caso di attacco. Dato che questi bersagli erano scarsamente armati, i pirati li abbordavano con facilità.

Per le navi che resistevano, i pirati avevano un vero e proprio arsenale tra cui scegliere. Sulle navi, come si è già visto, i pirati avevano molti cannoni di varie dimensioni, mentre il loro armamento personale era composto da granate, moschetti, pistole, sciabole, asce e mazze. Per non danneggiare la nave o il carico, era raro che i pirati usassero i cannoni. Per questo motivo, sparavano colpi di avvertimento o proiettili con due palle (o sbarre) incatenate, pensati per distruggere il sartiame e gli alberi, costringendo il vascello a fermarsi temporaneamente. Alcuni capitani pirata erano tentati di attaccare le navi del tesoro (che erano ben armate), specialmente nel caso in cui comandavano una flotta o comunque un certo numero di navi, in modo tale da approfittare del grande vantaggio numerico e di cannoni. Le navi militari superavano quasi sempre la capacità di fuoco delle navi pirata, che infatti le evitavano.

Il bottino dei pirati

I pirati erano prima di tutto alla ricerca di un bottino trasportabile, preferibilmente oro, argento e gemme. Le monete erano il bene che dava il vantaggio più immediato, e per questo i forzieri spagnoli di oro e argento in pezzi da otto o di dobloni d'oro erano molto desiderati. La seconda cosa più importante era impossessarsi di un carico di valore. I prodotti che potevano essere rivenduti più facilmente erano i rotoli di seta, le spezie, l'indaco, il tabacco, il rum, pelli e pellicce e generi alimentari. L'equipaggio e i passeggeri venivano spogliati di qualsiasi oggetti di valore, compresi i vestiti eleganti. Ci si impossessava anche di strumenti utili alla navigazione, armi e medicinali. Per rimpiazzare il proprio equipaggiamento, i pirati prendevano persino materiale nautico, tra cui cime, vele e ancore. Alla fine, la stessa nave assaltato poteva diventare parte del bottino. I pirati erano restii a sprecare tempo e fatica per riparare le loro navi, e così di solito sostituivano il loro vascello con uno in condizioni migliori, passando a una nave più grande e capace di contenere più cannoni.

Pieces of Eight from the Whydah
Pezzi da otto provenienti dal Whydah
Theodore Scott (CC BY)

Mentre la maggior parte degli assalti fruttarono solo beni essiccati, liquori e poche monete, durante l'Età d'oro della pirateria ce ne furono alcuni dal bottino favoloso. Il pirata inglese Henry Every (nato nel 1653), catturò il Ganij-i-Sawai (parola di origine persiano/Hindustani, in italiano "tesoro in eccesso") nel 1695, una nave mercantile dell'imperatore Moghul, che trasportava un carico dal valore di oltre 95 milioni di dollari attuali. La quota per ogni membro dell'equipaggio corrispondeva a più di una vita di lavoro. Saggiamente, il capitano Every sparì oltre l'orizzonte con il suo bottino, e di lui non si seppe più nulla.

Nel 1721, il bottino più grande mai catturato fu quello di John Taylor e Olivier La Bouche. Insieme, con le loro due navi pirata abbordarono una nave della flotta del tesoro portoghese, la Nostra Senhora de Cabo, all'Isola di Reunion. C'erano 500.000 sterline in diamanti, oro e altri oggetti di valore; il resto del carico valeva altre 375.000 sterline (in totale, una cifra corrispondente a oltre 250 milioni di dollari attuali).

Il tesoro venne guardato dal quartiermastro fino al momento in cui poté essere spartito o venduto, dividendo i profitti. I membri delle ciurme generalmente ottenevano una quota, il quartiermastro e il capitano due quote ciascuno, gli altri ufficiali o i marinai più esperti e i lavoratori più abili, come i carpentieri e gli artiglieri, ricevevano una o due quote. L'equipaggio veniva compensato anche per le ferite ricevute durante un attacco. Pochi pirati riuscirono a mantenere una parte del loro guadagno illecito tanto a lungo da poter pensare di nasconderla. Le storie di tesori sotterrati appaiono di frequente nella narrativa piratesca, ma ci sono poche prove storiche di questa pratica. Si diceva che il capitano Kidd avesse seppellito il suo tesoro, forse su Long Island, ma i cercatori di tesori hanno visto frustrate le loro ambizioni.

I rifugi dei pirati

Una volta caricato il bottino, i pirati si ritiravano nelle loro basi. Quelle più importanti erano Port Royal (Jamaica), Tortuga (Hispaniola), New Providence (Bahamas) e il Madagascar nell'oceano Indiano. I rifugi erano scelti per i loro porti nascosti e sicuri e per la disponibilità di acqua dolce, frutta, carne e legname nell'interno dell'isola. Un altro vantaggio che si prendeva in considerazione era la posizione, vicina alle rotte marittime ma lontana abbastanza dalle autorità coloniali.

The Spanish Main and Caribbean Pirate Havens  c. 1670
Il Regno di Terra Ferma spagnolo e i covi di pirati nei Caraibi, 1670 circa
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

I commercianti che compravano il carico rubato erano figure essenziali, che venivano attratte dalla possibilità di acquistare merce a poco prezzo nei covi dei pirati per poi venderla di contrabbando a prezzi molto più alti. I pirati erano la parte che ci perdeva di più nell'accordo, ma ottenevano ciò a cui erano interessati: profitto immediato e alcol in abbondanza. Alcuni capitani pirata erano più ambiziosi, e provarono a trattare direttamente con i porti coloniali, corrompendo i funzionari e vendendo il bottino a un prezzo migliore. Alcuni di questi funzionari concessero persino la grazia ad alcuni pirati (tra cui i più famosi furono Charles Eden, governatore della North Carolina, e il colonnello Benjamin Fletcher di New York).

Molte basi pirata crebbero, diventando grandi città con locande, bordelli, bancarelle e qualsiasi altra cosa potesse desiderare un marinaio per il suo riposo a terra. Il porto di New Providence (Nassau) ospitava circa 600 pirati al suo apice, nel 1700. Nello stesso momento, in Madagascar c'erano 1500 pirati, che usavano l 'isola come base. Port Royal era la preferita dai bucanieri e, durante l'Età d'oro della pirateria si continuò a fare buon uso delle sue cento taverne e altre strutture di dubbia funzione, che le diedero il soprannome di "Sodoma del Nuovo Mondo". Port Royal venne utilizzata in questo modo fino a quando non venne distrutta da un terremoto nel 1692.

La giustizia e il declino della pirateria

Il governo britannico, pressato dai mercanti legittimi, dai coloni e alcuni sovrani, come l'imperatore Moghul, alla fine fu obbligato a prendere provvedimenti contro la pirateria. Il governo era preoccupato anche dal fatto che, se la pirateria era così diffusa, i coloni fossero indotti a seguirla, lasciando disabitate le colonie, che potevano essere perse in favore di una potenza straniera. A partire dal 1701, venne permesso alle colonie di processare e impiccare i pirati sul posto, senza riportarli prima in Inghilterra. Negli anni Dieci del Settecento, governatori come Woodes Rogers (1710-1679) nelle Bahamas, furono mandati appositamente da Londra per sostituire il corrotto apparato governativo e per spazzare via i pirati. Questi nuovi governatori usarono sia le maniere buone che le cattive. Per esempio, si impiegarono le navi da guerra e le impiccagioni in massa, ma veniva anche concesso la grazia dal re Giorgio I di Gran Bretagna (re tra il 1714 e il 1727), con la promessa di terra e un lavoro nelle colonie. Molti pirati accettarono "il perdono del re", e quelli che non lo fecero vennero braccati. Un'altra strategia che funzionò bene fu quella di offrire ricompense a chiunque avesse informazioni o catturasse dei pirati; molti di questi informatori erano stati a loro volta pirati

Captain Kidd
Il capitano Kidd
Unknown Artist (Public Domain)

New Providence cessò di esistere come base pirata nel 1718. La Royal Navy divenne una presenza e una potenza maggiore nell'Atlantico occidentale. Ogni volta che un governatore coloniale sapeva dell'esistenza di traffici illegali o di nuove basi, le navi da guerra si spostavano velocemente. La marina reale cambiò anche le tattiche per inseguire i pirati, iniziando a utilizzare come loro i veloci sloop, al posto delle pesanti navi da guerra. Allo stesso tempo, nell'oceano Indiano, la compagnia delle Indie Orientali iniziò a usare i convogli e a proteggere più aggressivamente i suoi beni. Con i rifugi sotto attacco e con molte meno possibilità di vendere la merce rubata, la vita del pirata divenne difficile. Il pericolo di essere catturati divenne più alto, e le pene più severe.

I tempi in cu si lasciava andare la maggior parte della ciurma e si impiccava solo il capitano come monito erano finiti. Adesso gli equipaggi venivano condannati con processi farsa, che terminavano con esecuzioni di massa. Nel 1722, presso il castello di Cape Coast, in Guinea, in Africa occidentale, 52 uomini dell'equipaggio di Bartholomew Roberts vennero impiccati in un solo giorno. In posti come l'Execution Dock ("il molo dell'esecuzione"), nel quartiere londinese di Wapping, o il Deadman’s Cay ("l'isolotto dell'uomo morto") vicino Port Royal, la vista di pirati impiccati che dondolavano nella brezza marina divenne familiare per i locali e le navi di passaggio. I cadaveri dei pirati più famigerati venivano esposti in gabbie di ferro penzolanti, lasciati a marcire all'aria aperta per uno o due anni. Quelli che non venivano giustiziati venivano condannati a scontare lunghe pene in prigioni piagate dalle malattie o trasportati in colonie penali, dove li aspettava una vita corta e dura di lavori forzati. Il loro destino era solo rimandato.

La pirateria non fu sradicata mai del tutto; dopotutto, si tratta di un crimine che affligge da sempre l'umanità. Tuttavia, le colonie si dotarono di istituzioni governative e giudiziarie più robuste, il cui intento era quello di farla finita con la pirateria. Gli stessi pirati che avevano scampato la forca, spesso si sistemarono, intraprendendo una vita più rispettabile nelle piantagioni o diventando onesti mercanti, come coloro che un tempo avevano terrorizzato.

Domande e risposte

Qual è l'Età d'oro della pirateria?

Gli storici non sono tutti d'accordo, ma di solito si considera il periodo dell'Età d'oro della pirateria compreso tra il 1690 e il 1730.

Chi iniziò l'Età d'oro della pirateria?

L'Età d'oro della pirateria non ebbe inizio da una persona singola. Era piuttosto un periodo in cui le autorità coloniali non avevano soldi, uomini e navi per controllare i tratti di alto mare, particolarmente nei Caraibi. I mercanti delle nuove colonie divennero bersagli facili per le navi pirata.

Chi fu il peggior pirata della storia?

Ci sono molti candidati per il titolo di peggior pirata della storia. Barbanera era quello con l'aspetto più terrificante; capitan Kidd infastidiva le autorità perché si diceva che avesse nascosto un tesoro segreto, e Charles Vane era particolarmente crudele quando catturava le navi.

Perché terminò l'Età d'oro della pirateria?

L'Età d'oro della pirateria terminò perché le autorità coloniali iniziarono a impiegare più uomini e navi per dare la caccia ai pirati. Le pene divennero più severe di prima, e molti dei pirati più noti furono impiccati.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2021, ottobre 12). Età d'oro della pirateria [Golden Age of Piracy]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19990/eta-doro-della-pirateria/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Età d'oro della pirateria." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il ottobre 12, 2021. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-19990/eta-doro-della-pirateria/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Età d'oro della pirateria." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 12 ott 2021. Web. 21 dic 2024.