La civiltà etrusca

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Mark Cartwright
da , tradotto da Federica Lomoro
pubblicato il 24 febbraio 2017
Disponibile in altre lingue: Inglese, Catalano, Francese, Spagnolo, Turco
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Etruscan Sarcophagus of the Spouses (detail) (by Carole Raddato, CC BY-NC-SA)
Sarcofago etrusco degli Sposi (particolare)
Carole Raddato (CC BY-NC-SA)

La civiltà etrusca fiorì nell'Italia centrale tra l'VIII e il III secolo AEC. La cultura etrusca era rinomata nell'antichità per le sue ricche risorse minerarie, e conosciuta come una tra le maggiori potenze commerciali del Mediterraneo. Larga parte della sua cultura e della sua stessa storia fu cancellata o assimilata dai suoi conquistatori, i Romani. Tuttavia, le tombe etrusche sopravvissute, i manufatti in esse contenuti e le pitture murarie, assieme all'adozione da parte dei Romani di elementi di abbigliamento, di pratiche religiose e dell'architettura etrusca, sono una prova convincente della grande prosperità e dell'apporto significativo alla cultura mediterranea da parte della prima grande civiltà d'Italia.

Cultura villanoviana

La cultura villanoviana si sviluppò durante l'età del ferro nell'Italia centrale, attorno al 1100 AEC. Il nome è però fuorviante, poiché questa cultura era in effetti la forma embrionale della civiltà etrusca. Non ci sono prove di guerre o migrazioni che suggeriscano che le due popolazioni fossero entità separate. Gli studi sul DNA hanno confermato che gli Etruschi erano originari dell'Italia. La cultura villanoviana sfruttò a fondo le risorse naturali della zona, cosa che permise la formazione di villaggi. Le abitazioni erano tipicamente circolari con muri di fango e canne, e tetti di paglia con decorazioni in legno e terracotta; sono giunti fino a noi modelli di ceramica che venivano utilizzati per conservare le ceneri dei defunti. Con la garanzia di raccolti regolari e ben organizzati, una parte della comunità fu in grado di dedicarsi all'artigianato e al commercio. L'importanza dei cavalli è testimoniata dai ritrovamenti di molti finimenti per cavalli in bronzo nei grandi cimiteri villanoviani, ubicati appena fuori dai centri abitati. Attorno al 750 AEC la cultura villanoviana era ormai diventata la cultura etrusca vera e propria, e molti dei centri villanoviani avrebbero continuato a svilupparsi diventando importanti città etrusche. Gli Etruschi erano ora pronti ad affermarsi come una delle popolazioni più prospere del Mediterraneo antico.

Etruria

Le città etrusche erano città-stato indipendenti, collegate fra loro solo dalla religione comune, dalla lingua e dalla cultura in generale.

Le città etrusche erano città-stato indipendenti, collegate fra loro dalla religione comune, dalla lingua e dalla cultura in generale. Geograficamente distribuite dal fiume Tevere a sud fino a zone della valle del Po a nord, le maggiori città etrusche includevano Cerveteri (Cisra), Chiusi (Clevsin), Populonia (Puplona), Tarquinia (Tarchuna), Veio (Vei), Vetulonia (Vetluna) e Vulci (Velch). Le città si svilupparono in modo indipendente, così che le innovazioni in campi come l'artigianato, l'arte e l'architettura, e nei metodi di governo, si verificarono in tempi diversi nella varie zone. In linea generale, i siti costieri, avendo maggiore contatto con le civiltà contemporanee, si svilupparono più velocemente, ma le nuove idee erano poi trasmesse nell'entroterra etrusco. Ciò nonostante, le città etrusche continuavano a svilupparsi secondo un loro corso indipendente, e sono evidenti le differenze tra una città e l'altra.

Etruscan Civilization
Civiltà Etrusca
NormanEinstein (GNU FDL)

La prosperità era basata su terreni fertili e attrezzi agricoli avanzati per sfruttarli al meglio; sulle ricche risorse minerarie, soprattutto ferro; sulla produzione di utensili in metallo, porcellane e manufatti preziosi d'oro e argento; e su una rete commerciale che collegava le città etrusche l'una all'altra, alle tribù nel nord Italia e oltre le Alpi, e ad altre potenze commerciali marittime come i Fenici, i Greci, i Cartaginesi e il Vicino Oriente in generale. Mentre gli schiavi, le materie prime e i prodotti artigianali (soprattutto ceramiche greche) erano importati, gli Etruschi esportavano ferro, le loro particolari ceramiche bucchero, e generi alimentari, soprattutto vino, olio d'oliva, cereali e pinoli.

Panoramica storica

Con lo sviluppo del commercio a partire dal VII secolo AEC, l'impatto culturale dei conseguenti contatti tra culture divenne più profondo. Artigiani dalla Grecia e dal Levante si stabilirono negli empori - porti commerciali semi-indipendenti che sorsero sulle coste del Mar Tirreno, il più famoso a Pyrgi, uno dei porti di Cerveteri. Le abitudini alimentari, l'abbigliamento, l'alfabeto e la religione sono solo alcuni dei campi in cui i Greci e i popoli del Vicino Oriente influenzarono la cultura etrusca durante il cosiddetto periodo “orientalizzante”.

Le città etrusche si allearono con Cartagine per difendere con successo i propri interessi commerciali contro una flotta greca durante la Battaglia di Alalia (anche nota come Battaglia del Mar di Sardegna) nel 540 AEC. La dominazione etrusca dei mari e delle rotte commerciali era talmente forte e consolidata sulle coste italiane, che i Greci si riferivano ad essi come "canaglie di pirati". Nel V secolo AEC, però, Siracusa era la potenza commerciale dominante nel Mediterraneo, e la città siciliana si alleò con Cuma per infliggere una sconfitta navale agli Etruschi nel 474 AEC, nella battaglia di Cuma. Le cose peggiorarono ulteriormente quando il tiranno di Siracusa Dioniso I decise di attaccare la costa etrusca nel 384 AEC, distruggendo molti porti etruschi. Questi fattori contribuirono fortemente alla perdita di tratte commerciali e al conseguente declino di molte città etrusche dal IV al III secolo AEC.

Etruscan Bronze Warrior
Guerriero etrusco in bronzo
Metropolitan Museum of Art (Copyright)

Nell'entroterra, lo stile di combattimento etrusco sembra aver seguito in un primo momento i principi greci, con l'uso di opliti - che indossavano una corazza di bronzo, elmo corinzio, schinieri per le gambe ed un grande scudo circolare - schierati nella formazione statica a falange, ma dal VI secolo AEC il numero maggiore di elmi tondi in bronzo più piccoli suggerisce un tipo di combattimento più mobile. Nonostante siano state rinvenute diverse bighe nelle tombe etrusche, è probabile che fossero usate solo a scopi cerimoniali. Il conio di monete a partire dal V secolo AEC suggerisce che in guerra si facesse uso di mercenari, così come in molte altre culture dell'epoca. Nello stesso secolo, molte città costruirono imponenti mura di fortificazione con torri e cancelli. Tutti questi sviluppi indicano una nuova minaccia militare, che sarebbe arrivata da sud dove iniziava a formarsi un grande impero, a partire proprio dalla conquista degli Etruschi. Roma era sul piede di guerra.

Dal VI secolo AEC, il maggior numero di elmi tondi in bronzo più piccoli suggeriscono un tipo di combattimento più mobile.

Nel VI secolo AEC alcuni fra i primi re di Roma, anche se leggendari, venivano da Tarquinia, ma nel tardo IV secolo AEC Roma non era più il vicino debole degli Etruschi, ed iniziava a mostrare i muscoli. Inoltre, la causa etrusca non era per nulla agevolata dalle invasioni a nord delle tribù celtiche dal V al III secolo AEC, anche se in alcune occasioni queste si allearono con gli Etruschi contro Roma. Sarebbero quindi iniziato duecento anni di guerre ad intermittenza. Trattati di pace, alleanze e tregue temporanee erano intervallate da battaglie e assedi come l'attacco dei romani a Veio, durato dieci anni a partire dal 406 AEC, l'assedio di Chiusi, e la Battaglia del Sentino, entrambi nel 295 AEC. Alla fine, l'esercito professionale di Roma, le maggiori capacità organizzative, la forza lavoro e le risorse maggiori, unite alla cruciale mancanza di unità politica fra le città etrusche significò la possibilità di un solo vincitore. Il 280 AEC fu un anno significativo, che vide la caduta di Tarquinia, Orvieto e Vulci tra le altre. Cerveteri cadde nel 273 AEC, una delle ultime città a resistere contro la diffusione di ciò che rapidamente stava diventando l'impero romano.

I Romani spesso massacravano gli sconfitti e li vendevano come schiavi, stabilivano colonie e ripopolavano quelle aree con veterani di guerra. La fine arrivò quando molte città etrusche si schierarono con Mario durante la guerra civile che fu vinta da Silla, che prontamente saccheggiò tutte queste città negli anni 83 e 82 AEC. Gli Etruschi furono romanizzati, la loro cultura e la loro lingua cedettero il passo al latino e alle usanze latine, la loro letteratura fu distrutta, e la loro storia cadde nell'oblio. Ci sarebbero voluti 2500 anni e la quasi miracolosa scoperta di tombe intatte, colme di splendidi manufatti e decorate con vivaci pitture murarie, prima che il mondo si accorgesse del patrimonio che era andato perduto.

Battle Scene, Francois Tomb, Vulci
Scena di battaglia, Tomba François, Vulci
Yann Forget (Public Domain)

Governo e Società

Il primo governo delle città etrusche era basato sulla monarchia, ma si sviluppò in seguito in una oligarchia che dominava e gestiva tutte le posizioni pubbliche, e in alcuni casi vi erano anche assemblee popolari di cittadini. L'unica prova di una connessione politica tra le città era la riunione annuale della Lega Etrusca. Questa fu un'organizzazione di cui non sappiamo quasi nulla, tranne che le 12 o 15 città più importanti inviavano cittadini anziani per riunirsi, soprattutto a scopi religiosi, presso un santuario noto come Fanum Voltumnae, la cui posizione è ignota ma che probabilmente si trovava nei pressi di Orvieto. Vi sono inoltre numerose prove del fatto che le città etrusche occasionalmente guerreggiavano fra loro, e addirittura deportavano le popolazioni dei centri urbani minori, senza dubbio una conseguenza della competizione per le risorse, dovuta sia all'aumento demografico che dal desiderio di controllare le prosperose rotte commerciali.

La società etrusca aveva diverse classi, dagli stranieri e gli schiavi fino ai cittadini, donne e uomini. Sembra che i maschi di alcuni clan avessero il controllo di posizioni chiave in ambito politico, religioso e giuridico, e l'appartenenza ad un clan era probabilmente più importante della provenienza da una città piuttosto che da un'altra. Le donne godevano di maggiori libertà rispetto alla maggior parte delle altre culture antiche, ad esempio potevano ereditare proprietà, anche se il loro status non era pari a quello degli uomini, e non potevano partecipare alla vita pubblica se non in occasioni sociali e religiose.

Religione etrusca

La religione degli Etruschi era politeista: vi erano divinità collegate ai luoghi importanti, agli oggetti, alle idee e agli eventi che si riteneva influenzassero o controllassero la vita quotidiana. A capo del pantheon troviamo Tin, anche se, come la maggior parte delle figure di questo tipo, probabilmente non era granché interessato alle vicende umane. Per quelle, vi era tutta una schiera di altri dei, come Thanur, dea della nascita; Aita, dio dell'Oltretomba; e Usi, il dio del Sole. Il dio nazionale etrusco sembra essere stato Veltha, (anche noto come Veltune o Voltumna), strettamente collegato alla vegetazione. Figure minori includono creature femminili alate note come Vanth, che sembra fossero messaggere di morte, ed eroi, fra cui Ercole, che fu, assieme a molte altre figure di dei ed eroi greci, adottato, ribattezzato e "aggiustato" dagli Etruschi per inserirlo tra le loro divinità.

Etruscan Model Liver For Divination
Modello Etrusco di Fegato per Divinazione
Jan van der Crabben (CC BY-NC-SA)

Le due caratteristiche principali della religione erano gli auspici (la lettura di presagi nel volo degli uccelli o in fenomeni naturali come i fulmini) e l'aruspicina (l'esame delle interiora degli animali sacrificati, soprattutto del fegato, al fine di predire eventi futuri). Che gli Etruschi fossero particolarmente devoti e attenti al destino, al fato e a come influenzarlo positivamente fu notato da autori antichi come Livio, che li descrisse come “una nazione devota sopra tutte le altre ai riti religiosi” (Haynes, 268). I sacerdoti consultavano una raccolta di testi religiosi (andata perduta) nota come Disciplina Etrusca. Questi testi erano basati sulla sapienza trasmessa agli Etruschi da due divinità: il saggio neonato Tages, nipote di Tin, che comparve miracolosamente presso un campo a Tarquinia mentre questo veniva arato, e la ninfa Vegoia (Vecui). La Disciplina Etrusca sanciva il tempo in cui tenere determinate cerimonie, e rivelava il significato di segni e presagi.

Cerimonie come i sacrifici di animali, il versamento del sangue sul terreno, e musica e danze solitamente avvenivano all'esterno dei templi costruiti in onore di specifici dei. Il popolo lasciava offerte presso questi templi per ringraziare gli dei di un favore ricevuto, o nella speranza di riceverne uno nel prossimo futuro. Le offerte votive erano, oltre al cibo, tipicamente sotto forma di recipienti in ceramica incisi, e figurine o statuette in bronzo nella forma di uomini e animali. Si indossavano amuleti, soprattutto i bambini, per la stessa ragione e per tenere lontani spiriti maligni e cattiva sorte. La presenza nelle tombe etrusche sia di oggetti quotidiani che preziosi è un indicatore della credenza in una vita nell'aldilà, che era considerata la normale continuazione della vita terrena, in maniera molto simile agli antichi Egizi. Se consideriamo le pitture murarie nelle tombe come degli indicatori, sembra che la vita ultraterrena iniziasse, almeno per gli occupanti della tomba, con un ricongiungimento familiare, per poi proseguire con una serie senza sosta di piacevoli banchetti, giochi, danze e musica.

Architettura etrusca

I più ambiziosi progetti architettonici etruschi furono templi costruiti in luoghi sacri, dove potevano fare sacrifici ai loro dei. Iniziarono con edifici in mattoni di fango, con pali in legno e tetti di paglia, attorno al 600 c. AEC, per poi arrivare a strutture più solide e imponenti con l'utilizzo di pietra e colonne toscane (con base ma senza scanalature). Ogni città aveva tre templi principali, come dettato dalla Disciplina Etrusca. Molto simili nelle forme ai templi greci, si differenziavano da questi per la presenza di colonne solo nel portico frontale, che era più esteso rispetto a quelli progettati dagli architetti greci. Altre differenze erano una piattaforma di base più alta, una cella tripartita all'interno, l'entrata su un lato e grandi decorazioni in terracotta sul tetto. Queste ultime comparvero per prime sugli edifici della cultura villanoviana, ma in questo periodo divennero molto più stravaganti, includendo statue a grandezza umana come quella di Apollo nel tempio del Portonaccio, a Veio, del 510 c. AEC.

Etruscan Temple Model
Modello di Tempio Etrusco
Carole Raddato (CC BY-SA)

Le case private dell'inizio del VI secolo avevano camere multiple comunicanti fra loro, a volte una grande sala e un cortile privato, tutti su un unico piano. I tetti erano a due falde, supportati da colonne. Avevano un atrio, una sala d'ingresso a cielo aperto nel centro, con un basso catino sul pavimento per raccogliere l'acqua piovana. Dal lato opposto si trovava una grande stanza con focolare e cisterna, e camere laterali che includevano gli alloggi della servitù.

Alcune tombe circolari sono imponenti e misurano fino a 40 metri di diametro.

Le pratiche di sepoltura etrusche non erano affatto uniformi in tutta l'area dell'Etruria, e non lo furono nel corso del tempo. Una generale preferenza per la cremazione lasciò poi il posto all'inumazione, per tornare poi alla cremazione durante il periodo ellenistico, anche se in alcune località la transizione fu più lenta. Il più importante lascito architettonico etrusco sono, nella realtà dei fatti, le sepolture di intere famiglie nel corso di diversi secoli, in grandi tombe a tumulo o in piccoli edifici squadrati. Alcune tombe circolari misuravano fino a 40 metri di diametro; presentavano soffitti a sbalzo o a cupola, e spesso vi si accedeva attraverso un corridoio in pietra. Le strutture di forma cubica sono ben evidenti nella necropoli della Banditaccia, vicino Cerveteri. Ciascuna ha un'entrata singola, e all'interno si trovano panche in pietra su cui i defunti erano stesi, altari scolpiti, e in alcuni casi sedili in pietra. Costruite in file ordinate, le tombe indicano una maggiore attenzione all'epoca per la progettazione delle città.

Arte etrusca

Senza dubbio la più grande eredità artistica degli Etruschi sono le loro magnifiche pitture murali tombali, che ci forniscono uno sguardo unico e variopinto sul loro mondo perduto. Solo il 2% delle tombe era dipinto, il che indica che solo le élite potevano permettersi questo lusso. I dipinti erano applicati direttamente sulle pareti di pietra o su un sottile strato di intonaco, dopo che l'artista aveva tracciato i contorni del disegno con gesso o carboncino. L'uso delle sfumature è minimo, ma le gradazioni di colore sono molte, così da rendere le immagini vivide. Le più antiche risalgono alla metà del VI secolo AEC, ma i soggetti rimangono costanti durante i secoli, con una particolare predilezione per scene di danza, musica, caccia, sport, processioni e pasti. Troviamo anche scene storiche, come le battaglie raffigurate nella Tomba Francois a Vulci. I dipinti non ci danno solo un'idea della vita quotidiana degli Etruschi, delle loro abitudini alimentari e del loro vestiario, ma rivelano anche atteggiamenti sociali, specialmente nei confronti degli schiavi, degli stranieri e delle donne. Ad esempio, la presenza di donne sposate durante i banchetti e nelle feste (indicata dalle iscrizioni) dimostra che esse godevano di uno status sociale più simile a quello dei loro mariti rispetto ad altre culture antiche dello stesso periodo.

Dancers, Tomb of the Triclinium, Tarquinia
Danzatori, Tomba del Triclinio, Tarquinia
The Yorck Project (Public Domain)

La ceramica era un altro settore d'eccellenza. Il bucchero è la ceramica tradizionale dell'Etruria ed ha una rifinitura caratteristica, nera e lucida. Prodotta a partire dall'inizio del VII secolo AEC, lo stile spesso imitava quello dei recipienti in bronzo lavorati a sbalzo. Forme popolari includevano scodelle, caraffe, tazze, utensili e recipienti antropomorfi. Le ceramiche bucchero erano poste all'interno delle tombe, e venivano esportate in tutta Europa e nel Mediterraneo. Un'altra specializzazione più tarda fu la produzione di urne funerarie che presentavano una figura in scala 1:2 del defunto posta sul coperchio, scolpita a tutto tondo. Queste erano dipinte, e nonostante fossero leggermente idealizzate, rappresentano in ogni caso una rappresentazione realistica. I lati di queste urne squadrate sono spesso decorate con sculture in rilievo raffiguranti scene tratte dalla mitologia.

La lavorazione del bronzo è stata un'altra specialità etrusca a partire dal periodo villanoviano. Ogni tipo di recipiente per uso quotidiano era realizzato in bronzo, ma la maestria degli artisti è maggiormente esemplificata nelle statuette e, soprattutto, negli specchi in bronzo che venivano decorati con scene incise, anche queste spesso con soggetti mitologici. Infine, sculture in metallo su larga scala erano realizzate con eccellente qualità. Pochi esemplari sono giunti fino a noi, ma quelli che abbiamo, come la Chimera di Arezzo, sono la testimonianza dell'immaginazione e dell'abilità degli artisti etruschi.

Eredità degli Etruschi

I Romani non si impossessarono solo delle terre e dei tesori dei loro vicini, ma anche di molte idee. Adottarono la pratica etrusca della divinazione (essa stessa un adattamento di pratiche del Vicino Oriente) assieme ad altre caratteristiche religiose, come i rituali per la fondazione di nuove città e per la divisione dei territori, cosa che avrebbero dovuto fare spesso in previsione della formazione dell'impero. Inoltre, indovini e divinatori etruschi divennero membri stabili delle famiglie di alto rango e delle unità militari, essendo riconosciuti i massimi esperti nella loro arte in tutto il Mediterraneo.

La colonna toscana, l'arco, la villa privata con atrio, le tombe con nicchie per ospitare diverse urne funerarie, e templi su larga scala costruiti su imponenti piattaforme a gradini, sono tutte caratteristiche dell'architettura etrusca che i Romani adottarono e fecero proprie. Altre influenze culturali includono le processioni in caso di vittoria, che divennero il trionfo romano, e la tunica etrusca bianca, viola o con bordo rosso, che divenne la toga romana. Infine, riguardo la lingua, gli Etruschi trasmisero molti vocaboli ai loro successori in Italia, e attraverso il loro alfabeto, a loro volta adattato da quello greco, avrebbero influenzato le lingue dell'Europa settentrionale nella creazione della scrittura runica.

Info traduttore

Federica Lomoro
Linguista e traduttrice, Federica è laureata in cinese e giapponese. Dalla Città Eterna all'Estremo Oriente, è sempre pronta a scoprire qualcosa di nuovo sulle antiche civiltà e sul modo in cui hanno plasmato il mondo in cui oggi viviamo.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2017, febbraio 24). La civiltà etrusca [Etruscan Civilization]. (F. Lomoro, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-206/la-civilta-etrusca/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "La civiltà etrusca." Tradotto da Federica Lomoro. World History Encyclopedia. Modificato il febbraio 24, 2017. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-206/la-civilta-etrusca/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "La civiltà etrusca." Tradotto da Federica Lomoro. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 24 feb 2017. Web. 28 dic 2024.