Il Nasta ‘liq è uno stile di calligrafia islamica sviluppato in territorio persiano da calligrafi persiani. L’arte calligrafica ha sempre avuto un ruolo importante in Persia, e il suo utilizzo va ben oltre le pagine di libri e documenti, fino a raggiungere altre forme d’arte come l’architettura, la ceramica, la lavorazione dei metalli, etc.
Sviluppo e storia
Sebbene l’invenzione del Nasta ‘liq sia attribuita a Mir ‘Ali Tabrizi (c. 1360-1420) nel tardo quattordicesimo secolo e primo quindicesimo secolo, un’analisi visiva dei primi esemplari calligrafici e uno studio dei documenti sopravvissuti suggeriscono che lo stile esistesse già in precedenza. Tuttavia, è evidente che egli ebbe un ruolo cruciale nell’elaborazione di un sistema fissato di regole e proprietà dello stile e nel renderlo una forma di scrittura indipendente e d’uso comune.
Chiamato originariamente Naskh Ta ‘liq, diversi studiosi lo ritengono formato dalle caratteristiche dei due stili precedenti: Naskh e Ta ‘liq. Considerata la traduzione di Ta ‘liq come “pendente” sia in persiano che in arabo, altri studiosi ipotizzano che il Nasta ‘liq (Naskh Ta ‘liq) sia in effetti una versione “pendente” del Naskh. Possedendo le qualità di uno stile pendente, dunque, il Nasta ‘liq è:
Una scrittura corsiva pendente all’insù. Le singole lettere o parole tendono ad essere scritte con un’inclinazione dall’alto a destra al basso a sinistra, e sembrano quindi pendere come sospese da un singolo punto invisibile più in alto. (Wright, 232)
L’evidenza visiva dimostra che furono i calligrafi di Shiraz ad elaborare il Nasta ‘liq e la studiosa Sheila S. Blair suggerisce anche che la scrittura attraversò tre fasi per svilupparsi appieno, le quali si compirono tutte a Shiraz. Dal quindicesimo secolo il Nasta ‘liq divenne lo stile calligrafico adibito al persiano scritto, in particolare alla poesia e ai manoscritti persiani, mentre il Ta ‘liq era utilizzato nelle lettere e nella documentazione ufficiale. Una delle tante caratteristiche del Nasta ‘liq era la maggior rapidità di scrittura rispetto al Naskh. Inoltre, se si accetta il ruolo del Ta ‘liq nel suo sviluppo, il Nasta ‘liq era privo dei difetti del primo.
Grazie all'impeccabile eleganza, equilibrio e bellezza, il Nasta ‘liq è diventato noto come “la sposa della calligrafia islamica”.
Si crede che le forme dei caratteri del Nasta ‘liq furono ispirate dalla natura o dalla musica: i tratti verticali da alberi e fiori, quelli curvi dalle ondulazioni di colline e prati o da acuti e bassi nel canto, gli allungamenti da campi e pianure o da pause musicali, le sinuosità delle lettere e delle parole dai contorni marcati di animali, uccelli e specialmente umani, la disposizione delle frasi da voli di uccelli o mazzi di fiori. (Fazaili, 603).
Si è ipotizzato che anche le figure e le posture umane siano state possibili fonti d’ispirazione per le forme dei caratteri nel Nasta ‘liq, poiché nella poesia persiana i tratti di bellezza della persona amata sono associati alle lettere dell’alfabeto. In Persia, questa scrittura si sviluppò in due modi: lo stile orientale e quello occidentale. Per via dell’aspetto più squadrato, degli allungamenti insolitamente pronunciati e delle dimensioni non ben proporzionate, lo stile occidentale era meno grazioso di quello orientale e perciò venne alla fine trascurato in Persia. Lo stile orientale, perfezionato nel corso di secoli, è quello tutt’oggi in uso.
Il Nasta ‘liq raggiunse il suo apice e la forma classica nella prima metà della dinastia safavide con calligrafi come Mir Emad Hassani (c. 1554-1615) e il sultano ‘Ali Mashhadi (morto nel 1520). Nella prima metà del sedicesimo secolo (intorno al 1514) il sultano ‘Ali Mashhadi compose un’epistola in versi rimati chiamata Sirat al-Sutur (Il cammino della scrittura) nella quale tracciava un parallelo tra le pratiche calligrafiche e le discipline religiose, e includeva una guida alla scrittura del Nasta ‘liq.
Nel quindicesimo secolo il Nasta ‘liq dall’Iran occidentale giunse alla capitale ottomana, dove venne confusamente conosciuto come Ta ‘liq, e in India, dove, con qualche variazione, fu usato come stile per la scrittura Urdu. Nei secoli successivi l’uso di questa scrittura attraversò costantemente fasi di declino e di rinascita, ma ancora oggi il Nasta ‘liq è lo stile ambito e in molti studiano alla Iranian Calligrapher’s Association per apprenderlo.
Calligrafi celebri
Sono molti i calligrafi che non solo padroneggiarono il Nasta ‘liq ma istruirono anche molti studenti che proseguirono la pratica di questo stile elegante. Tra questi maestri calligrafi figurano i già menzionati Mir ‘Ali Tabrizi, il sultano ‘Ali Mashhadi e Mir Emad Hassani, così come Mirza Mohammed Reza Kahlor (c. 1829-1892).
Noto anche come Qodwat al-Kottab (capo degli scribi), Mir ‘Ali Tabrizi fu un calligrafo persiano attivo nell’età timuride. Com’è stato notato alcuni studiosi lo hanno considerato il padre (inventore) del Nasta ‘liq, mentre altri ritengono che abbia semplicemente dato allo stile un canone preciso di regole e proprietà. Ad ogni modo, il suo ruolo nello sviluppo del Nasta ‘liq come una scrittura indipendente e d’uso comune è innegabile. Uno dei suoi migliori allievi fu il figlio ‘Ubaydallah, che a sua volta si impegnò per tutelare e diffondere il Nasta ‘liq.
Sia il sultano ‘Ali Mashhadi che Mir Emad Hassani furono attivi nell’età safavide, e fu grazie al primo che lo stile orientale del Nasta ‘liq (lo stile Khurasani) arrivò alla forma classica. Il sultano ‘Ali Mashhadi era anche conosciuto come Qeblat al-Kottab (faro degli scribi). A causa della somiglianza del suo stile con quello di diversi altri calligrafi contemporanei e il fatto che firmava i suoi lavori come "sultano ‘Ali" (nome condiviso da più calligrafi a quel tempo) a volte è difficile distinguere le sue opere da quelle di altri. Mir Emad Hassani elevò il Nasta ‘liq alle vette della perfezione e rimosse molte sue imperfezioni. Per via della fama raggiunta, anche ai suoi stessi tempi, esistevano molti falsi sotto suo nome. Comunque, i lavori originali si distinguono facilmente per l’abilità e il talento sopraffini che li caratterizzano.
Un altro maestro calligrafo del Nasta ‘liq fu Mirza Mohammed Reza Kahlor, il quale, dopo una fase di declino, diede nuova vita allo stile. Kahlor era un calligrafo di stampe litografiche e introdusse quindi diverse nuove convenzioni che ebbero un grande impatto sull’estetica del Nasta ‘liq nella seconda metà del diciannovesimo secolo e lo resero più adatto al processo litografico.
Lo Shikasta Nasta ‘liq
Agli inizi del diciassettesimo secolo emerse una versione corsiva del Nasta ‘liq, nota come Shikasta Nasta ‘liq (letteralmente “Nasta ‘liq spezzato”). La sua invenzione è attribuita a Morteza Gholikhan Shamlou (c. 1688-89) e Mohammad Shafi Heravi Hosayni (c. 1587-1670) e raggiunse l’apice con Adb al-Majid Talaghani (c. 1737-1771). Poiché i caratteri e le parole nello Shikasta Nasta ‘liq erano rimpicciolite, spezzate e raramente staccate tra loro, lo stile era molto più rapido del Nasta ‘liq. Sostituì anche il Nasta ‘liq come scrittura utilizzata per scrivere decreti e documenti negli uffici e nelle corti.
Lo Shikasta Nasta ‘liq fu particolarmente popolare sotto la dinastia Qajar (1789-1925) quando l’arte calligrafica attraversò un periodo di rinascita e furono sviluppate diverse nuove varianti. In origine uno stile complesso, lo Shikasta Nasta ‘liq fu semplificato nei periodi successivi; lo stile cancelleresco (Shikasta Tahriri) era la semplificazione più razionale. Lo Shikasta Nasta ‘liq è talvolta utilizzato anche in altri paesi musulmani, come l’Afghanistan, senza seguire le norme persiane. Tra i grandi maestri dello Shikasta Nasta ‘liq si possono menzionare Mirza Gholamreza Esfahani (c. 1831-1887) e ‘Ali Akbar Golestaneh (c. 1857-1901), che praticò anche il Nasta ‘liq. Sia il Nasta ‘liq che la sua variante corsiva, lo Shikasta Nasta ‘liq, continuano ad essere praticati tutt’oggi da maestri calligrafi e da studenti che si esercitano negli stili sotto la loro supervisione.