Guerre anglo-maratha

Definizione

Mark Cartwright
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 01 dicembre 2022
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese
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Anglo-Maratha War Peace Conference (by Unknown Artist, Public Domain)
Guerra anglo-maratha: conferenza di pace
Unknown Artist (Public Domain)

Le tre guerre anglo-maratha (1775-1819) vennero combattute tra la Confederazione maratha dell'India (1674-1818) e la Compagnia britannica delle Indie Orientali. I principati maratha non furono mai realmente uniti, e così la Compagnia erose costantemente il loro potere attraverso l'attività militare e diplomatica, riuscendo a ottenere la vittoria finale e dissolvendo la Confederazione.

La cronologia dei conflitti è la seguente:

  • Prima guerra anglo-maratha (1775-1782)
  • Seconda guerra anglo-maratha (1803-1805)
  • Terza guerra anglo-maratha (1817-1819)

Espansione della Compagnia delle Indie Orientali

La Compagnia delle Indie Orientali (chiamata in inglese East India Company: EIC) venne fondata nel 1600 e, alla metà del XVIII secolo, aveva reso i suoi azionisti immensamente ricchi grazie al monopolio del commercio con l'India. Di fatto, era il braccio coloniale del governo britannico in India anche se, per proteggere i suoi interessi, utilizzava il suo esercito privato e assoldava truppe dall'esercito regolare britannico. Negli anni Cinquanta del Settecento, l'EIC era ansiosa di espandere la propria rete commerciale instaurando un controllo territoriale più attivo sul subcontinente indiano.

LA COMPETIZIONE PER IL CONTROLO DELL'INDIA MERIDIONALE VIDE FRONTEGGIARSI QUATTRO ATTORI IN UN COMPLESSO GIOCO DI POTERE.

Robert Clive (1725-1774) ottenne una grande vittoria per conto dell'EIC contro il sovrano del Bengala, il Nawab Siraj ud-Daulah, nel corso della battaglia di Plassey nel giugno del 1757. Il Nawab fu rimpiazzato da un sovrano-fantoccio e l'imponente tesoro dello stato venne confiscato, dando così inizio allo sfruttamento sistematico del popolo del Bengala e delle sue risorse. La Compagnia delle Indie conseguì un altro risultato strategico con la vittoria nella battaglia di Buxar contro l'imperatore moghul Shah Alam II, sul trono dal 1760 al 1806. Il sovrano fu costretto ad assegnare all''EIC il diritto di raccogliere le dewani, cioè le rendite fondiarie, nei territori di Bengala, Bihar e Orissa. Questo fu un passaggio fondamentale che assicurò alla compagnia vaste risorse per espandersi e proteggere i suoi commercianti, le sue basi, i suoi eserciti e le sue navi.

Robert Clive & The East India Company Rule in India, c. 1765
Robert Clive e i domini della Compagnia delle Indie Orientali in India intorno al 1765
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

A causa della sua crescita, l'EIC si pose inevitabilmente in conflitto con nuove potenze: tra queste, la principale fu lo stato di Mysore, situato nella parte meridionale del subcontinente indiano, e la Confederazione maratha. La terza grande forza dell'India meridionale era il Nizam di Hyderabad, il più grande principato del subcontinente, che però di fatto non era una potenza militare. La competizione per la supremazia territoriale tra queste quattro entità generò un complesso gioco di potere, che portò a molteplici conflitti e a un continuo cambio di alleanze secondo la convenienza del momento. In ultima istanza, dopo i quattro conflitti con il regno di Mysore (1767-1799) e le tre guerre anglo-maratha, la vittoria arrise alla Compagnia delle Indie Orientali.

QUANDO I PRINCIPATI CHE LA COMPONEVANO AGIVANO DI CONCERTO, LA CONFEDERAZIONE MARATHA ERA VIRTUALMENTE LA POTENZA MILITARE PIÙ FORMIDABILE DELLA REGIONE.

La Confederazione maratha

La Confederazione maratha era una blanda alleanza tra vari principati indù indipendenti che prendeva il nome da Maharashtra, cioè dall'appellativo in uso dal XVII secolo per designare la regione su cui esercitava il suo controllo. Quest'area era composta da "colline rocciose e da vallate ricoperte dalla giungla, situate nella parte occidentale del Deccan" (Heathcote, 13).

Il primo grande sovrano fu Shivaji, che regnò tra il 1674 e il 1680 fregiandosi titolo regale di Chatrapati. Il nipote di Shivaji, Shahu, in carica dal 1708 al 1748, creò il titolo di Peshwa, che di fatto era il capo esecutivo della Confederazione; tale carica divenne ereditaria. Il Peshwa risiedeva a Pune, ma i vari principati erano solo nominalmente sotto la sua sovranità.

Nel corso del XVIII secolo, la Confederazione maratha aveva sfidato l'Impero moghul (1526-1857) e conquistato una parte dei suoi territori nell'India occidentale e meridionale. Quando i principati che la componevano agivano di concerto, la Confederazione era virtualmente la potenza militare più formidabile nella regione. Il problema dei Maratha era che collaboravano solo in presenza di un nemico comune. Un fattore di unificazione era la minaccia proveniente da un'altra religione, in particolare l'Islam.

General Lake at Laswari
Il generale Lake a Laswari
Edward Orme (Public Domain)

Alla fine, i Maratha arrivarono a esercitare la loro influenza su una vasta porzione dell'India centrale, che andava da Orissa a est fino a Delhi nel nord. In seguito a questa espansione, sia Mysore che l'EIC iniziarono a guardare con cupidigia ai loro confini meridionali e orientali. Inoltre, la frontiera settentrionale della Confederazione era una zona di frequenti conflitti con i sovrani afghani come Ahmad Shāh Abdālī (1722-73), che inflisse una dura sconfitta ai Maratha il 13 gennaio del 1761 nella battaglia di Panipat. A partire da questa data, la Confederazione era formata dal Peshwa di Pune e dai principati ereditari di Gwalior, Indore, Berar e Baroda. A volte questi sovrani erano in competizione tra loro per questioni territoriali e l'accaparramento di risorse. Era un fatto comune che le famiglie reali maratha avessero delle faide tra loro. Le incursioni indiscriminate nei territori circostanti li aveva resi impopolari ai loro vicini.

I Maratha avrebbero potuto sostituire l'Impero moghul in disfacimento come prima potenza dell'India, ma la mancanza di unità, l'incapacità di portare dalla loro parte i capi dei Rajput, cioè una casta di guerrieri indù del deserto, nonché le sconfitte militari contro gli afghani, impedirono la realizzazione di questa ambizione. Un'altra ragione dell'impopolarità dei Maratha presso i territori su cui regnavano era quella di imporre la chauth, cioè una tassa pari a un quarto dei redditi. Nonostante ciò, erano ancora una potenza formidabile, e di volta in volta supportarono oppure ostacolarono i vari rivali che si contendevano il controllo dell'India.

L'arte della guerra presso i Maratha

I Maratha erano guerrieri abili, capaci di usare cavalleria leggera e pezzi d'artiglieria leggera per spostare rapidamente l'esercito dall'offensiva alla difensiva sulle fortezze di collina, quando necessario. Rispetto all'EIC e al regno di Mysore, possedevano un addestramento inferiore e non erano altrettanto abili nell'uso dell'artiglieria; tuttavia, migliorarono in entrambi i campi grazie all'addestramento ricevuto dei mercenari europei, tipicamente francesi e britannici, che li tenne al passo con gli ultimi sviluppi militari. I Maratha impararono a usare l'artiglieria così bene che furono in grado di impedire all'EIC di ottenere vittorie sul campo. Un'altra caratteristica dei loro eserciti era il fatto che non fosse insolito l'impiego di donne in qualità di archibugieri, nei combattimenti con la spada e nelle incursioni di cavalleria.

Prima guerra anglo-maratha (1775-1782)

Dal 1767 al 1769, la Compagnia delle Indie era impegnata nella prima guerra con il regno di Mysore: Hyder Ali (1721-1782) era salito al trono nel 1761 e, con l'intenzione di espandere il suo territorio, dichiarò guerra all'EIC nel 1767. Ali era un avversario formidabile, dotato di truppe ben addestrate e ben equipaggiate, che comprendeva reparti di cavalleria a dorso di cammello in grado di sparare razzi. Egli si assicurò che i Maratha non partecipassero al conflitto convincendoli con un'enorme quantità di argento. La prima guerra anglo-mysore (1767-69) non giunse a una conclusione decisiva, e terminò con un trattato che includeva una clausola di mutua protezione contro un'eventuale minaccia futura dei Maratha.

Portrait of Warren Hastings
Ritratto di Warren Hastings
Joseph Zoffany (Public Domain)

Nel 1774, Warren Hastings (1732-1818) fu nominato governatore-generale della Compagnia delle Indie Orientali, restando in carica fino al 1785. Dopo diversi anni di schermaglie, nel 1778 l'EIC attaccò la Confederazione direttamente ma venne sconfitta nella battaglia di Wadgaon, vicino Pune, nel gennaio del 1779. I Maratha avevano tagliato le linee di rifornimento dell'esercito dell'EIC e circondato le forze nemiche, obbligando i britannici alla ritirata dopo aver gettato i loro cannoni pesanti nella piscina di un tempio indù. Nel corso dei tre anni successivi, i due contendenti si affrontarono in una serie di battaglie combattute alla pari.

La prima guerra anglo-maratha si concluse senza un risultato netto e, nel 1782, venne raggiunto un compromesso di comodo con il trattato di Salbai, che sanciva la pace tra le due parti. I termini dell'accordo avrebbero portato l'EIC e i Maratha a scontrarsi nuovamente. La Confederazione perse un'opportunità: se avesse continuato a combattere, avrebbe potuto strappare alla Compagnia delle Indie condizioni migliori, dato che all'epoca era soffocata dai debiti e impegnata a combattere anche su altri fronti. Il trattato assicurò un lungo periodo di pace con i Maratha, che permise all'EIC di riprendere fiato e continuare la sua espansione altrove, consentendole in particolare di concentrarsi sulla seconda guerra anglo-mysore (1780-84).

Seconda guerra anglo-maratha (1803-1805)

Nel decennio precedente alla seconda guerra anglo-maratha, la Compagnia delle Indie era stata impegnata in altri due conflitti, rispettivamente nel 1790-92 e nel 1799, per la sottomissione del regno di Mysore. I Maratha contribuirono persino allo sforzo bellico dell'EIC, inviando 12.000 cavalleggeri. Il sovrano di Mysore, Tipu Sultan, in carica dal 1782 al 1799, era stato sconfitto e ucciso e, di fatto, la Compagnia prese il controllo del paese installando un giovane governante-fantoccio. Adesso l'EIC era libera di concentrarsi nuovamente sui Maratha.

Battle of Assaye
Battaglia di Assaye
J.C.Stadler (Public Domain)

Nel quadro della vincente strategia di lungo periodo dell'EIC, costituita da una combinazione di diplomazia, intrighi e potenza militare, il trattato di Bassein del 1802 aveva reso il Peshwa, all'epoca Baji Rao (in carica dal 1796-1818), un alleato compiacente, al quale veniva garantita una pensione. Rao era stato scacciato dalla sua stessa capitale dai suoi rivali Maratha, e fornì il suo aiuto all'EIC in cambio della restituzione del potere. Nel 1805, anche i sovrani di Gwalior e Indore firmarono un trattato di alleanza. Tuttavia, dopo aver appreso che sia loro che il Peshwa avrebbero dovuto ospitare un funzionario dell'EIC a corte e che avrebbero dovuto pagare per lo stazionamento delle truppe della Compagnia nei loro territori, decisero di combattere per la propria indipendenza, scatenando il conflitto noto con il nome di seconda guerra anglo-maratha. I due sovrani che combatterono l'EIC furono Daulat Rao Sindhia (1779-1827) e Raghuji Bhonsle II, morto nel 1816. Un terzo principe maratha, Jaswant Rao Holkar (1776-1811), restò neutrale nella speranza che i contendenti si indebolissero a vicenda in una lunga guerra per poi approfittarne.

Nella battaglia di Assaye del 23 settembre del 1803, il generale Sir Arthur Wellesley, futuro duca di Wellington (1769-1852), orchestrò la vittoria britannica contro l'esercito maratha dello stato di Gwalior, al comando di Daulat Rao Sindhia. In primo luogo, Wellesley accumulò costantemente rifornimenti, per poi corrompere gli ufficiali britannici e anglo-indiani nelle file dei Maratha per non farli combattere. Quando i Maratha vennero a sapere del sotterfugio, licenziarono prontamente i loro ufficiali europei, ritenendo dubbia la loro lealtà. Sfortunatamente, la conseguenza fu che il loro esercito si ritrovò senza una struttura di comando e alla fine fu messo in rotta, anche se non prima di aver causato danni tremendi ai britannici con l'artiglieria. Le perdite che l'EIC sostenne per questa sanguinosa vittoria furono alte, e ammontarono a circa un terzo del loro esercito. Ad Assaye persero la vita 6.000 Maratha. Gli esperti ufficiali britannici concordarono tutti che l'artiglieria dei loro avversari era ben organizzata e letale tanto quanto quelle degli altri eserciti europei che avevano affrontato. I britannici si consolarono delle perdite catturarono 98 cannoni nemici. Wellesley ottenne un'altra vittoria nella battaglia di Argaon nel novembre del 1803. Alla fine della sua carriera, persino dopo aver sconfitto Napoleone Bonaparte a Waterloo (1769-1821), dichiarò che la più grande sfida militare che aveva dovuto affrontare era stata quella di Assaye.

Il 1° novembre del 1803, l'EIC ottenne un'altra vittoria decisiva nella battaglia di Laswari, questa volta con una forza di 10.000 uomini al comando del generale Gerard Lake, (1744-1808), veterano della Guerra d'indipendenza americana. Ancora una volta le perdite, circa 838 soldati tra morti e feriti, furono elevate per l'EIC. La Compagnia delle Indie prese il controllo di Delhi e del territorio circostante. I Maratha ottennero alcuni successi minori, come la difesa di Bharatpur contro i ripetuti attacchi britannici all'inizio del 1805, ma ebbero delle forti perdite per mano di Wellesley in India centrale e nel nord contro Lake. La Confederazione ora non era che l'ombra di sé stessa. I principati indù furono in larga parte obbligati a seguire le politiche dell'EIC e a tollerare la presenza di un funzionario permanente supportato dalle truppe indiane della Compagnia, i sepoy. Tuttavia, anche se il loro destino era segnato, i Maratha si impegnarono in un'altra guerra per riguadagnare la loro indipendenza perduta.

Terza guerra anglo-maratha (1817-1819)

Tra il 1814 e il 1816, la Compagnia delle Indie era impegnata a nord nella vittoriosa guerra anglo-nepalese, conosciuta anche come guerra Gurkha. Nel 1817, l'EIC rivolse nuovamente la sua attenzione a sud. I Maratha non erano affatto contenti dell'interferenza politica che l'EIC orchestrava nell'India centrale. Dal canto suo, la Compagnia era sempre più insofferente nei confronti dei saccheggi compiuti in quello che considerava il suo territorio dalle bande di Pindari, dei razziatori che in teoria erano sotto il controllo dei Maratha. In questo momento, la Compagnia disponeva dell'esercito più grande dell'Asia, formato da 130.000 uomini. Quando decise di dichiarare formalmente guerra alla Confederazione maratha, il destino di quest'ultima era segnato.

Siege of Bhurtpore
Assedio di Bhurtpore
Unknown Artist (Public Domain)

La terza guerra anglo-maratha, chiamata anche "guerra pindaride", vide le forze dell'EIC sconfiggere Baji Rao II nelle battaglie di Khadki e Koregaon, rispettivamente il 5 novembre 1817 e il 1° gennaio 1818. Per quanto riguarda i due principati maratha rimanenti, il raja di Nagpur perse la battaglia di Sitabuldi il 27 novembre 1817 e quella alle porte di Nagpur il 16 dicembre, mentre Malhar Rao Holkar III, in carica dal 1811 al 1833, venne battuto a Mahidpur il 20 dicembre dello stesso anno. La vittoria della Compagnia fu dovuta alla sua superiorità numerica, di addestramento e disciplina, nonché alla mancanza di fiducia tra i suoi nemici, come sintetizza lo storico L. James:

...ci furono molte diserzioni tra i Maratha e i Pindari, attirati nell'esercito dell'EIC dalla prospettiva di paghe più alte e sicure. Stava emergendo un nuovo modello di guerra: la Compagnia prima divideva, poi conquistava e alla fine reclutava. (73)

Al termine di questa guerra, la Confederazione cessò di esistere e l'EIC ora controllava Gujarat, Maharashtra, Rajasthan e Berar. Di conseguenza, Baji Rao II fu l'ultimo Peshwa dei Maratha, che però ricevette una generosa pensione fino al 1853. I principati indù furono obbligati a sottoscrivere il consueto accordo che li rendeva alleati sussidiari della Compagnia, che gli permetteva di occuparsi solo di affari domestici minori. La Compagnia delle Indie adesso era l'unica grande potenza nel subcontinente indiano. Molti Maratha non dimenticarono queste guerre, e insorsero nuovamente contro l'EIC nella famosa ma fallimentare ribellione del 1857-8, nota come "rivolta dei Sepoy" o con il nome di "insurrezione contro il dominio coloniale britannico in India". Questa ribellione spinse il governo britannico ad assumere il controllo diretto dei territori dell'EIC, dando inizio al British Raj.

Domande e risposte

Quante guerre anglo-maratha ci furono?

Le guerre anglo-maratha furono tre, e vennero combattute nel 1775-82, 1803-05, e 1817-19.

Chi vinse la prima guerra anglo-maratha?

La prima guerra anglo-maratha (1775-82) terminò in uno stallo tra la Compagnia delle Indie e la Confederazione maratha.

Chi vinse la seconda guerra anglo-maratha?

La Compagnia delle Indie vinse la seconda guerra ango-maratha (1803-05).

Chi vinse la terza guerra anglo-maratha?

La Compagnia delle Indie vinse la terza guerra anglo-maratha (1817-19) e dissolse la Confederazione maratha.

Perché la Compagnia delle Indie ottenne la vittoria nelle guerre anglo-maratha?

La Compagnia delle Indie vinse le guerre anglo-maratha (1775-1819) grazie alla superiorità dei propri mezzi e alla mancanza di unità tra i principati maratha.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2022, dicembre 01). Guerre anglo-maratha [Anglo-Maratha Wars]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-21331/guerre-anglo-maratha/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Guerre anglo-maratha." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il dicembre 01, 2022. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-21331/guerre-anglo-maratha/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Guerre anglo-maratha." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 01 dic 2022. Web. 20 feb 2025.