Popoli nativi del Nord America

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Joshua J. Mark
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 21 agosto 2023
Disponibile in altre lingue: Inglese, Arabo, Cinese, Francese, Spagnolo
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Sioux War Dance (by George Catlin, Public Domain)
Danza da guerra Sioux
George Catlin (Public Domain)

I popoli nativi del Nord America (conosciuti anche come indiani d'America, nativi americani, indigeni americani e primi americani) sono gli abitanti originali della parte settentrionale del continente americano. Si ritiene che siano migrati nella regione tra 40.000 e 14.000 anni fa, sviluppandosi in nazioni separate con culture distinte e sofisticate. Queste nazioni autonome si diffusero in Alaska e in Canada, fino agli Stati Uniti meridionali.

Le fonti archeologiche trovate nei siti sparsi in tutto il Nord America (punte di lancia, utensili e strutture monumentali) ci permettono di individuare i primi periodi di migrazione, insediamento e sviluppo, classificati solitamente come segue:

  • cultura Clovis-paleoindiana (circa tra il 40000 e il 14000 a.C.)
  • cultura Dalton-Folsom (circa tra l’8500 e il 7900 a.C.)
  • periodo arcaico (circa tra l’8000 e il 1.000 a.C.)
  • periodo Woodland (circa tra il 500 a.C. e il 1100 d.C.)
  • cultura del Mississippi (tra il 1100-1540).

Durante il periodo arcaico, alcune popolazioni abbandonarono il paradigma della società di cacciatori-raccoglitori in favore di un modello sociale più sedentario, come dimostrato da siti, pur se di dimensioni variabili, come Watson Brake (3500 a.C. circa), Poverty Point (1700-1100 a.C. circa) e altri, sviluppatisi in tutta la regione nel periodo Woodland e durante la cultura del Mississippi. All'interno di questi insediamenti e nei territori circostanti vivevano culture distinte l'una dall'altra, ma che condividevano una visione del mondo che comprendeva una spiritualità di carattere animista, il valore della comunità rispetto ai bisogni individuali, il principio di reciprocità nelle relazioni interpersonali e con l'ambiente, l'importanza dei rituali e della tradizione, la pratica del combattimento e della schiavitù e il principio di conservazione delle risorse. Le donne godevano di un rispetto molto alto, e spesso ricoprivano posizioni apicali o svolgevano la funzione di consigliere per il governo della comunità.

Queste comunità si svilupparono in quelle che sono state definite "tribù" (anche se ora viene preferito il termine "nazioni") a un certo punto prima del 980-1030, nel periodo in cui venne fondato il primo insediamento europeo in nord America da Leif Erikson presso L'Anse aux Meadows, a Terranova. Quando iniziò la colonizzazione europea delle Americhe, nel XV secolo, erano presenti entità politiche e sociali molto sviluppate, associate a specifiche regioni e che occupavano territori precisi. Anche se l'espansione degli europei in Canada e Stati Uniti alla fine ha privato i popoli indigeni delle loro antiche terre, le nazioni indigene esistono ancora oggi: l'idea del cosiddetto "indiano sparito" (vanished Indian) è un mito tanto quello del "buon selvaggio", o altri tropi simili creati dagli accademici europei e americani tra l'Ottocento e l'inizio del Novecento.

Regioni geografiche e abitanti

NEL PERIODO ARCAICO, I NORDAMERICANI SI STABILORONO IN DIVERSE REGIONI, SVILUPPANDO CULTURE E IDENTITÀ TRIBALI UNICHE.

Si ritiene che i primi gruppi siano arrivati dall'Asia attraversando il cosiddetto ponte di terra di Bering (conosciuto anche come Beringia), che collegava l'odierna Siberia con l'Alaska; si pensa che al loro seguito avessero anche dei cani già addomesticati. All'incirca nello stesso periodo, si crede anche che alcuni popoli siano arrivati via mare, stabilendosi lungo la costa occidentale del continente e nell'attuale Sud America. Stando alle prove archeologiche, sembra che ci siano state tante migrazioni nel corso di molti anni, ma resta sconosciuto il motivo di tali spostamenti. Dalla Beringia si spostarono nella regione dell'odierna Alaska e poi in Canada, per arrivare fino a quelli che adesso sono gli Stati Uniti. Al tempo dell'ultimo massimo glaciale (risalente circa al 26000 a.C.), si spinsero ancora più a sud, nell'attuale Messico. Con il riscaldamento della Terra e lo scioglimento dei ghiacciai, la Beringia venne sommersa intorno al 10000 a.C., ponendo fine alla possibilità di migrare lungo quella rotta, sebbene fosse ancora possibile arrivare via mare.

Quanto finora esposto è la narrazione generalmente accettata sul popolamento dell'America del nord, ma bisogna ricordare che si tratta di teorie. Nessuno in realtà sa come o quando apparvero i primi uomini sul continente, e ogni nazione nativa americana aveva il suo racconto sulle proprie origini.

Inuit by John White
Inuit, di John White
John White (CC BY-NC-SA)

Ciò che è certo, è che i nordamericani si stabilirono in regioni differenti durante il periodo arcaico, sviluppando culture e identità tribali uniche, che alla fine erano più di 500, con una popolazione di milioni di persone (diverse stime individuano un valore compreso tra i 6 e gli oltre 70 milioni). Di seguito sono elencate solo alcune di queste entità tribali, secondo la regione geografica e la famiglia linguistica.

  • Artico/Alaska: tra le altre, lingue eschimo-aleutine, haida, input, inuit e tlingit
  • Canada: lingue inuit e metis, con oltre 50 nazioni distinte suddivise in 600 diverse comunità
  • costa nord-occidentale (all'incirca dall'Alaska alla California): lingue athabascan, chimakum, chinook, haida, salish e tlingit, con oltre 60 identità tribali
  • foreste nord-orientali (dai Grandi Laghi alle valli dell'Ohio e del Mississippi): lingue algonchine e irochesi, con oltre 50 entità sociopolitiche
  • foreste sud-orientali (all'incirca negli attuali Alabama, Florida, Georgia, Louisiana, Mississippi, Sud Carolina e Tennessee): lingue muskogean, yuchi, siouan (sioux) e irochesi, con oltre 50 tribù
  • pianure (all'incirca dalla valle del Mississippi alle Montagne Rocciose e verso il Rio Grande, a sud): lingue algonchine, siouan (sioux) e caddoan, con oltre 40 tribù
  • altopiano (all'incirca negli attuali Washington, Oregon, Idaho e parte del Canada meridionale): lingue lutuamian, salish, shahaptin e cayuse (waiilatpuan), con oltre 20 tribù
  • Gran Bacino (all'incirca negli attuali Colorado, Nevada, Utah, Wyoming e parte dell'Idaho): le lingue uto-azteche, che comprendevano gli Shoshoni e i Paiute, con oltre dieci tribù
  • California: lingue hokan, penuti, ritwan, uto-azteche e yukia, con oltre 30 tribù
  • regioni sud-occidentali (all'incirca negli attuali Arizona, Colorado, New Mexico, Utah e parte del Messico settentrionale): lingue athabascan, pueblo, uto-azteche, yuman e zun, con oltre 50 tribù

Sviluppo della comunità e dell'agricoltura

Queste nazioni si svilupparono dalle comunità stabilitesi nelle rispettive zone nell'età arcaica, nel periodo Woodland e durante la cultura del Mississippi. All'arrivo degli europei nel XIV e XV secolo, esse costituivano entità sociopolitiche sofisticate. Lo studioso Michael G. Johnson scrive:

La complicata diffusione geografica delle tribù con una base linguistica ancestrale in comune, ci suggerisce un quadro di movimenti continui, invasioni, migrazioni e conquiste che precede di molto l'arrivo degli europei sul continente. Siamo a conoscenza di importanti culture nate e morte ben prima del contatto con gli europei, come per esempio quelle di Adena e Hopewell, basate parzialmente sul sistema di coltivazione meso-americano. Gli europei, dunque, non disturbarono un "Giardino dell'Eden" ma, piuttosto, un continente pieno di gruppi tribali e culture molto dinamici. (8)

Queste culture si erano già sviluppate durante il periodo Dalton-Folsom, dal quale abbiamo prove della credenza in una vita ultraterrena, un mondo spirituale e del principio della priorità della comunità rispetto all'individuo. Nel periodo Dalton-Folsom vennero create tecnologie per cacciare e costruire, tra cui trivelle, martelli, raschiatori, coltelli e l'atlatl, un bastone utilizzato per lanciare proiettili come lance o frecce con maggiore velocità, gittata e forza di penetrazione.

Nel corso del periodo arcaico (all'incirca nel 2100 a.C.), i popoli mesoamericani, che commerciavano con quelli stanziati nella parte sudoccidentale dell'America del nord, introdussero la coltivazione del mais, incoraggiando il cambiamento da uno stile di vita di cacciatori-raccoglitori a uno agricolo, basato su insediamenti permanenti. Il mais, la cui coltivazione si diffuse dall'area sudoccidentale in ogni direzione, diventò il prodotto agricolo principale per i nordamericani. Sempre dal Mesoamerica, vennero introdotti i fagioli e le zucche (più propriamente, piante della famiglia delle cucurbitacee): insieme al mais, formarono le cosiddette "tre sorelle dell'agricoltura". Il fusto del mais forniva un traliccio naturale ai fagioli su cui arrampicarsi; gli stessi fagioli producevano azoto per le radici di tutte e tre le piante; inoltre, le foglie delle cucurbitacee gettavano un'ombra sul terreno che preveniva la crescita delle erbacce e regolava l'umidità. A livello nutrizionale, queste tre coltivazioni, che erano complementari tra loro, fornivano una dieta bilanciata.

New World Native Plants
Piante native del Nuovo Mondo
Kbh3rd (CC BY-NC-SA)

Tuttavia, persino dopo l'ampia diffusione delle "tre sorelle", molti gruppi continuarono lo stile di vita di cacciatori-raccoglitori, considerando queste coltivazioni come un supplemento. Alcune nazioni - come quelle delle Grandi Pianure - continuarono a essere cacciatori-raccoglitori più a lungo di altre. I popoli delle foreste sud-orientali iniziarono a erigere siti monumentali intorno al 5.400 a.C., sviluppando una tecnologia che gli permise di fondare centri molto popolati come Watson Brake, Poverty Point, Etowah Mounds, Serpent Mound, Pinson Mounds, Moundville e Cahokia - una volta il più grande centro urbano del continente nordamericano. Questi centri - tranne per quelli come Pinson Mounds o Serpent Mound, considerati siti religiosi/astronomici - iniziarono a commerciare tra loro sia localmente che su distanze più lunghe, fondando rotte stabili tra queste città, che videro lo scambio di prodotti attraverso il baratto e l'ulteriore diffusione di metodi di produzione e distribuzione.

Società, spiritualità e arte della guerra

Come già esposto, ognuna di queste nazioni formava un'entità culturale distinta; dunque, qualsiasi tentativo di descriverle come un gruppo unico scade nella generalizzazione. Nel suo complesso, la cultura americana era caratterizzata da credenze spirituali secondo le quali tutte le cose erano pervase dalla stessa forza vitale, e tutte meritavano rispetto. L'accademico Jack D. Forbes commenta:

Gli scrittori europei, molto tempo fa, definirono i costumi religiosi degli indigeni americani con il termine "animismo", che si riferisce a una concezione della realtà che attribuisce un’anima alle cose del mondo esterno: la maggior parte dei nativi, se non tutti, consideravano l'intero universo come un essere vivente, dotato di movimento e capacità di agire. Oltre a ciò, la tendenza era quella di vedere questo mondo vivente come una creazione bellissima e fantastica, che generava sentimenti di gratitudine e devozione estremamente potenti, obbligando gli uomini a comportarsi come se fossero legati gli uni con gli altri. Una delle caratteristiche prevalenti è dunque una sensazione di travolgente amore e gratitudine per i doni del creatore e della terra/universo. (2)

Ciascuna nazione si considerava parte di ogni altra, questo non voleva dire che vivessero sempre in pace o che rispettassero i confini dei loro territori. I conflitti venivano combattuti per i diritti sull'acqua, per non far cacciare degli estranei nella propria zona, per il prestigio e il potere tribale o per fare prigionieri da riscattare o tenere come schiavi. Le armi comuni erano arco e frecce (sviluppati nel periodo Woodland), lance, coltelli e tomahawk. Alcuni guerrieri portavano anche scudi fatti di pelli di animali e corazze ossee e di pelle. Ai nemici uccisi in battaglia veniva preso lo scalpo come trofeo: era un segnale di prestigio, rispetto e posizione sociale. Contrariamente alla visione diffusa dagli scrittori europei e americani, i nativi si sfidavano in battaglie campali formali, scambiavano prigionieri di guerra e stipulavano trattati di pace.

Tadodaho Receiving Two Mohawk Chieftains
Tadodaho riceve due capi Mohawk
Hartley Burr Alexander (Public Domain)

Ciascun individuo considerava la propria tribù la più importante. A questo proposito, Johnson osserva che "molti nomi di tribù significano semplicemente 'il vero popolo' o 'popolo originale' - stabilendo così il primato della propria comunità sulle altre - anche se molti dei nomi dei nomi noti oggi non sono quelli che gli indigeni conoscevano in passato (8)". Le persone avevano la responsabilità di onorare le credenze della tribù e rispettare la propria terra, ma non c'era l'obbligo di estendere la stessa cortesia verso gli estranei, a meno che non sussistesse un accordo formale di mutuo beneficio fra le parti. Una delle ragioni per cui i nativi nordamericani entrarono in contatto con gli europei fu per avere il vantaggio delle armi da fuoco e dei cavalli sui loro vicini.

Quando si combattevano delle guerre, si acquisivano territori e prigionieri per sostenere la propria tribù in base alla necessità percepita; tuttavia, non era presente un concetto di "proprietà della terra" comparabile a quello europeo. La terra e le sue risorse non appartenevano a nessuno in particolare, ma erano un dono del Grande Spirito a tutta la collettività, e da ogni persona ci si aspettava che ricambiasse con dei rituali di reciprocità che dovevano mantenere il ciclo della vita. Il professor Larry J. Zimmerman descrive uno di questi rituali per assicurarsi un robusto raccolto:

Al nucleo delle consolidate credenze dei nativi nordamericani c'è il fatto che i ritmi dell'universo sono quelli di un costante suono di tamburi. Per rinnovare i ritmi e i cicli della natura è richiesta la partecipazione umana con rituali che scandiscono punti importanti del ciclo cosmico. Tali riti di rinnovamento di solito si basano sulle stagioni o su momenti cruciali del calendario alimentare. Sono cerimonie estremamente importanti che esaltano la fertilità e il susseguirsi del ciclo della sussistenza, che incorpora ogni cosa, dall'apparizione del primo salmone o del primo bufalo, fino alla crescita del raccolto. (230)

In generale, tutti i gruppi di nativi americani presentano questa credenza di base, anche se con forme ed espressioni differenti. Tranne quando sorgevano dei conflitti, le nazioni andavano d'accordo tra loro, commerciavano e permettevano agli altri di vivere pacificamente.

Governo, vita quotidiana e invenzioni

Le donne crescevano i figli, costruivano le case e cucinavano il cibo; gli uomini andavano a caccia e proteggevano il villaggio dalle minacce esterne. Donne e uomini insieme si occupavano del raccolto e del governo. Le famiglie facevano parte di un clan che era parte di una tribù/nazione. La guida della nazione veniva riconosciuta come capotribù, che prendeva decisioni dopo che si era tenuto il consiglio con le figure principali dei clan che componevano la tribù. Alcune nazioni si unirono, come nel caso della Haudenosaunee (la cosiddetta Confederazione irochese), costituita da cinque nazioni separate dotate di un governo democratico, che influenzò i Padri Fondatori degli Stati Uniti. La Confederazione dei Powhatan contava oltre 30 tribù, che porgevano omaggio al capotribù dei Powhatan e partecipavano ai rituali comuni, mantenendo però la loro autonomia.

Il modo di costruire le case differiva in base alla regione geografica e alle diverse esigenze. I cacciatori-raccoglitori delle Grandi Pianure preferivano case che potevano essere trasportate, i teepee (fatti di pelle di bufalo); gli Inuit costruivano igloo e grandi tende di pelle animale; i Pueblo erigevano abitazioni di mattoni essiccati al sole; i popoli delle foreste nord-orientali vivevano in lunghe capanne fatte di alberelli e stuoie di canne intrecciate. Queste case, come esposto in precedenza, di solito erano costruite dalle donne, ma venivano mantenute da tutti. La giornata iniziava all'alba, a volte con un rituale per accogliere l'aurora e un pasto preparato sul fuoco o cotto in forni di pietra. La dieta consisteva di verdure, pesce, carne, bacche e frutta secca.

Wupatki Pueblo
Monumento nazionale Wupatki dei nativi Pueblo
Tony Fernandez (CC BY-NC-SA)

Alla caccia partecipavano quasi sempre i maschi, anche se le donne contribuivano costruendo le postazioni stagionali e pulendo le prede. Le donne facevano anche i vestiti da pelli e pellicce animali, decorandoli qualche volta con piume di uccelli, scelte per il loro significato simbolico. Le ragazze erano cresciute dalle loro madri e zie, imparando a tenere la casa e occuparsi della comunità; i ragazzi crescevano con i padri e gli zii apprendendo a cacciare, pescare, combattere e proteggere il villaggio o la città. Le ragazze generalmente si sposavano tra i 13 e i 15 anni, mentre i ragazzi tra 15 e 20. Queste unioni solitamente venivano accordate dai genitori, sebbene non sempre, e la sposa andava a vivere con la famiglia del marito.

La musica e i racconti, spesso combinati tra loro, erano la forma più comune di intrattenimento, ma avevano anche scopi religiosi e medici. Le storie venivano cantate al suono dei tamburi, credendo che scacciassero gli spiriti malvagi da una persona malata, o che incoraggiassero i raccolti o che portassero la pioggia. Questi rituali comprendevano anche danze o rievocazioni della storia antica. Lo sciamano della tribù (chiamato spesso "uomo della medicina" o "donna della medicina") non faceva solo affidamento sul canto o sulla danza per guarire i malati: era un esperto di erbe medicinali. I nativi americani inventarono "l'aspirina" utilizzando la corteccia del salice e l'acido salicilico. Svilupparono anche anestetici (a base di peyote, coca o datura) e siringhe.

Inventarono anche molte altre cose, tra cui giochi e pratiche diffuse ancora oggi. Furono i primi a coltivare e usare tabacco, girasoli, zucche e arachidi; idearono il parka, il kayak e l'arpione. Svilupparono anche osservatori matematici astronomici (a partire dal periodo arcaico in avanti), nonché un sistema di strade, templi, teatri all'aria aperta e la pianificazione urbana che ciò comportava. I giochi con la palla e da tavola erano forme molto popolari di intrattenimento tra i nativi. Lo sviluppo di tecnologie come l'atlatl migliorò l'accuratezza durante la caccia. Tra le molte altre invenzioni e innovazioni che concepirono possiamo includere la gomma da masticare - ottenuta processando lo sciroppo d'acero-, il letto a castello, la canoa, hockey sul prato e sul ghiaccio, il lacrosse, gli occhiali da sole, i mocassini, il tiro alla fune e persino le prime pistole ad acqua. Menzione a parte meritano le innovazioni introdotte dal Sud del continente.

European Colonization of North America c.1750
Colonizzazione europea del Nord America, 1750 circa
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

Conclusioni

I primi contatti che gli europei ebbero con i nativi nel tardo XVI e inizio XVII secolo, ebbero un impatto quasi universalmente deleterio. Le malattie europee, per le quali i nativi non avevano difese naturali, uccisero migliaia di indigeni, mentre le politiche di genocidio e le guerre dei secoli tra il XVII e il XIX, così come la schiavitù e le deportazioni, fecero diminuire ulteriormente la popolazione, permettendo agli europei di reclamare le lore terre ancestrali. Nel corso del tempo, i nativi vennero rappresentati nell'immaginario popolare esclusivamente attraverso lenti europee, che davano di proposito una rappresentazione fuorviante, come notato da Johnson:

Sono stati storicamente dipinti come futili, crudeli con i prigionieri, combattenti coraggiosi ma senza il gusto per le battaglie campali, facilmente preda dell’alcol e delle conseguenti risse, propensi all'abbandono familiare e alla passività. Più recentemente, sono stati elogiati per la loro perfetta armonia con la Madre Terra (la natura), per la loro perfetta organizzazione sociale egualitaria e democratica, per la loro spiritualità e per la loro premura con amici, stranieri, vecchi e giovani. Nel corso degli ultimi anni sono stati dipinti come un modello ecologista, che prende dalla natura solo ciò di cui ha bisogno... tutte queste immagini - parziali, sbilanciate o, quanto meno, prese fuori contesto, sono altamente fuorvianti, e dovrebbero essere considerate con un certo scetticismo. (8)

Una delle immagini più pericolose è quella del vanishing Indian ("indiano sparito"), che viene smontata nel libro di Roxanne Dunbar-Ortiz e Dina Gilio-Whitaker, "All the Real Indians Died Off and 20 Other Myths About Native Americans". Come notano Johnson e altri accademici, "ci sono probabilmente più nativi americani o persone di discendenza indiana adesso che nel 1492" (8). La credenza nell'estinzione dei popoli indigeni del Nord America è semplicemente conveniente per coloro che vogliono ignorare il fallimento delle politiche del governo degli Stati Uniti verso di loro. Tuttavia, un recente attivismo e, in particolare, il costante ricorso al sistema giuridico statunitense da parte di sostenitori della causa dei nativi, hanno chiaramente stabilito che gli abitanti originali dell'America del nord non sono andati da nessuna parte, creando le premesse per avere giustizia sulla questione.

Domande e risposte

Come sono chiamati gli abitanti originali del Nord America?

Gli abitanti originali del Nord America sono chiamati nativi americani, indiani d'America, indigeni americani, popoli indigeni e primi americani.

Da dove e quando arrivarono i primi gruppi di esseri umani in Nord America?

Si pensa che i primi gruppi umani siano giunti in Nord America partendo dall'Asia, circa tra il 40.000 a.C. e 14.000 a.C., passando lungo il ponte di terra tra la Siberia e l'Alaska (la cosiddetta Beringia) o arrivando via mare.

Quali sono le origini dei popoli indigeni del Nord America?

Si ritiene che i popoli indigeni americani siano originari dell'Asia, e iniziarono a migrare in Nord America circa nel 40.000 a.C.

Qual è la più antica città dei nativi del Nord America?

La più antica città dei nativi del Nord America ritrovata finora è Watson Brake, in Louisiana, risalente al 3.500 a.C.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Joshua J. Mark
Scrittore freelance ed ex Professore part-time di Filosofia presso il Marist College (New York), Joshua J. Mark ha vissuto in Grecia ed in Germania, ed ha viaggiato in Egitto. Ha insegnato storia, scrittura, letteratura e filosofia all'Università.

Cita questo lavoro

Stile APA

Mark, J. J. (2023, agosto 21). Popoli nativi del Nord America [Native Peoples of North America]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-22171/popoli-nativi-del-nord-america/

Stile CHICAGO

Mark, Joshua J.. "Popoli nativi del Nord America." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il agosto 21, 2023. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-22171/popoli-nativi-del-nord-america/.

Stile MLA

Mark, Joshua J.. "Popoli nativi del Nord America." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 21 ago 2023. Web. 26 dic 2024.