Primo congresso continentale

Definizione

Harrison W. Mark
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 08 dicembre 2023
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese
Ascolta questo articolo
X
Stampa l'articolo
First Continental Congress (by Architect of the Capitol, Public Domain)
Primo congresso continentale
Architect of the Capitol (Public Domain)

Il Primo congresso continentale fu un raduno tenutosi a Philadelphia, in Pennsylvania, dal 5 settembre al 26 ottobre del 1774, a cui presero parte delegati in rappresentanza di dodici delle Tredici colonie britanniche in Nordamerica. Il suo scopo principale era quello di coordinare una reazione contro la recente promulgazione da parte del parlamento britannico dei cosiddetti Intolerable Acts ("leggi intollerabili"), anche se i delegati colsero l'occasione per discutere anche dei diritti dei coloni americani.

I dissapori tra la Gran Bretagna e le sue colonie nordamericane andavano avanti già da un decennio quando l'assemblea si riunì. Il parlamento aveva usato insistentemente la sua autorità per tassare in modo diretto gli americani, i quali affermavano che tali iniziative violavano i loro diritti costituzionali di auto-tassazione e di avere un governo rappresentativo. I coloni e il parlamento avevano una visione differente su quale dovesse essere il ruolo delle colonie all'interno dell'Impero britannico: nessuna delle due parti era disposta a fare un passo indietro, e ciò portò gli americani a compiere atti di protesta eclatanti come il Boston Tea Party del 16 dicembre 1773, quando alcuni coloni gettarono nelle acque del porto di Boston 342 casse di tè appartenenti alla Compagnia britannica delle Indie Orientali. Con l'intento di farne un esempio, nel 1774 il parlamento emanò una serie di provvedimenti punitivi contro l'impertinente Colonia della Baia del Massachusetts, noti appunto come Intolerable Acts (o anche Coercive Acts, "leggi coercitive").

Ritenendo che un attacco ai diritti del Massachusetts equivalesse ad attaccare i diritti di tutti gli americani, dodici delle Tredici colonie inviarono dei delegati a Philadelphia per negoziare un boicottaggio sulle importazioni britanniche che, nelle loro intenzioni, sarebbe dovuto durare fino alla revoca delle "leggi intollerabili". Questo embargo ai commerci con la Gran Bretagna prese il nome di "Associazione continentale", e fu il traguardo più importante raggiunto dal Primo congresso continentale. L'argomento dei diritti degli americani divideva i delegati, che però redassero comunque un documento noto come "Petizione al Re", in cui enunciavano i loro reclami al re Giorgio III, sul trono del Regno Unito dal 1760 al 1820. Il congresso si sciolse con la promessa di riunirsi nuovamente se la situazione non fosse migliorata nel corso dell'anno seguente. Tuttavia, prima che il Secondo congresso continentale potesse riunirsi, le battaglie di Lexington e Concord, combattute in Massachusetts, avevano dato inizio alla Guerra d'indipendenza americana (1775-1783).

Contesto

Il 16 dicembre 1773, in una cupa e fredda serata sferzata dalla pioggia, una folla si incamminò sul lungomare di Boston, capitale della provincia della Baia del Massachusetts. I bostoniani si diressero verso il molo di Griffin (in inglese: Griffin's Wharf), dove erano ancorati tre vascelli mercantili, ciascuno dei quali imbarcava casse da tè appartenenti alla Compagnia britannica delle Indie Orientali, a cui il parlamento aveva recentemente garantito il monopolio sul commercio del tè in Nordamerica. In breve tempo, un gruppo compreso tra i 30 e i 130 uomini si separò dalla moltitudine e salì a bordo delle tre navi. Queste persone, alcune delle quali travestite da nativi Mohawk, portarono le casse di tè sul ponte, le aprirono e poi gettarono in mare il contenuto, per poi tornare a confondersi con la massa. Vennero distrutte 342 casse per un importo paragonabile a oltre 1,7 milioni di dollari attuali (valore del 2023). Ora che avevano dimostrato il loro dissenso, ora gli americani aspettavano la risposta del parlamento.

DOPO AVER ASSISTITO ALLA PUNIZIONE INFLITTA A BOSTON, LE ALTRE COLONIE REALIZZARONO CHE SE IL MASSACHUSETTS AVESSE PERSO LE SUE LIBERTÀ, SAREBBE TOCCATO LO STESSO ANCHE A LORO.

La protesta al porto prese il nome di Boston Tea Party, ed era l'ultima di una serie di rimostranze dei coloni che risalivano al 1764, l'anno in cui il parlamento promulgò lo Sugar Act ("legge sullo zucchero"). Questo non fu un provvedimento inedito: i britannici avevano già imposto una tassa sulla melassa; la novità di questa legge fu l'introduzione di un giro di vite sul contrabbando. Tuttavia, questa norma venne interpretata come un presagio oscuro: coloni come Samuel Adams di Boston temevano che fosse in arrivo un sostanziale aumento del prelievo fiscale diretto. Infatti, l'anno successivo il parlamento varò una nuova forma di prelievo mediante lo Stamp Act, noto come "legge del bollo": i coloni avrebbero dovuto pagare un'imposta su tutti i documenti cartacei, compresi giornali, contratti legali, licenze per i liquori, calendari e altro ancora. Secondo Adams, pagare avrebbe significato rinunciare alle loro libertà: se lo avessero fatto, si sarebbero ridotti al rango di "schiavi tributari" (Schiff, 73). La motivazione alla base di questa convinzione dei coloni era che i loro antenati, quando compirono la traversata verso il Nuovo Mondo, avevano conservato i loro "diritti costituzionali in quanto sudditi inglesi", compreso quello di auto-tassazione. Gli americani, non avendo rappresentanti nel parlamento britannico, contestavano a tale organo il potere di tassarli: la fedeltà delle colonie, dopotutto, andava al re di Gran Bretagna e non al parlamento.

Queste affermazioni erano state fatte da varie assemblee coloniali, tra cui la Casa dei Borghesi della Virginia (House of Burgesses), la Camera dei Rappresentanti del Massachusetts (House of Representatives) e dal Congresso dello Stamp Act (Stamp Act Congress), un consesso di delegati di nove colonie che si riunì a New York nel 1765. Tutte queste istituzioni denunciarono la "legge del bollo" come una violazione dei diritti degli americani, citando sia la costituzione britannica che le loro stesse concessioni coloniali. Queste rimostranze, unitamente all'embargo deciso dai mercanti coloniali e alle violente manifestazioni nelle strade di Boston, persuasero il parlamento a ritirare lo Stamp Act all'inizio del 1766.

Stamp Act Riots in Boston, August 1765
Rivolte contro lo Stamp Act a Boston nell'agosto del 1765
John Cassell (Public Domain)

Molti parlamentari non capirono bene il motivo di tanta agitazione nelle colonie. Erano d'accordo sul fatto che i coloni avevano gli stessi diritti dei sudditi britannici, ma ritenevano che non fossero diversi dalla maggioranza degli inglesi nullatenenti e che quindi, come quest'ultimi, non avessero diritto di voto; il parlamento, dunque, li rappresentava solo nominalmente. Per rafforzare l'autorità britannica sui possedimenti nordamericani, nel 1766 venne promulgato l'"Atto dichiaratorio" (Declaratory Act), in cui il parlamento sosteneva di avere il diritto di legiferare per le colonie "in qualsiasi caso" (Middlekauff, 133). Questo provvedimento venne seguito poco dopo dai Townshend Acts (1767-1768), delle leggi che imponevano ulteriori tasse. Ancora una volta scoppiarono delle proteste, e le tensioni culminarono nel massacro di Boston del 5 marzo del 1770.

I Townshend Acts furono ritirati nel 1770, ma vennero mantenuti la tassa sul tè e il monopolio della Compagnia delle Indie Orientali. Fu proprio questa imposta che portò ai fatti del dicembre del 1773 nel porto di Boston, quando vennero gettate in mare le 342 casse di tè. Il parlamento realizzò che bisognava imporre disciplina nelle colonie affinché non finissero definitivamente fuori controllo e, tra il marzo e il giugno del 1774, varò le "leggi intollerabili" (Intolerable Acts). Questi provvedimenti avevano natura punitiva, specialmente nei confronti della città di Boston. Il porto di Boston sarebbe rimasto chiuso ai commerci finché la Compagnia delle Indie non sarebbe stata pienamente risarcita; inoltre, si introdusse la nomina di un governatore militare per il Massachusetts e la sostituzione del consiglio coloniale elettivo con un'assemblea di funzionari nominati. In ultimo, tutti gli ufficiali della Corona britannica accusati di un crimine sarebbero stati processati in Inghilterra o in un'altra colonia e non più in Massachusetts. Queste leggi permettevano anche ai militari di requisire gli edifici inutilizzati per acquartierare i soldati e garantivano un'influenza maggiore alla provincia del Québec, fatto che in seguito avrebbe scatenato la rabbia degli americani. Dopo aver assistito alla punizione inflitta a Boston, le altre colonie realizzarono che, se il Massachusetts avesse perso le sue libertà, sarebbe toccato lo stesso anche a loro.

La convocazione del congresso

Tra il maggio e il giugno del 1774, quando iniziarono ad arrivare le voci sulla promulgazione degli Intolerable Acts, la città di Boston non perse tempo a mostrare la propria indignazione. Durante un raduno cittadino, i residenti decisero di non rimborsare la Compagnia delle Indie, mentre il Comitato di Corrispondenza esortò tutti i mercanti del Massachusetts e delle altre colonie a boicottare le importazioni britanniche. A sud, la House of Burgesses annunciò che la Virginia avrebbe solidarizzato con il Massachusetts, arrivando ad affermare che Boston stava subendo "un'invasione ostile" (Middlekauff, 239). Allo stesso modo, altre assemblee coloniali e gruppi d'interesse condannarono le "leggi intollerabili".

IL CONNECTICUT FU LA PRIMA COLONIA A INVIARE UFFICIALMENTE DELEGATI PER ORGANIZZARE UN INCONTRO IN CUI DISCUTERE I TERMINI DI UN POTENZIALE BOICOTTAGGIO.

Molti mercanti esitarono davanti a tale prospettiva temendo per i loro affari, pensando che i loro rivali avrebbero sicuramente preso il loro posto. Alla fine di giugno del 1774, il Connecticut fu la prima colonia a inviare ufficialmente delegati per organizzare un incontro in cui discutere i termini di un potenziale boicottaggio. Le assemblee di dodici delle Tredici colonie fecero altrettanto, mandando i loro rappresentanti a Philadelphia, in Pennsylvania. L'unica colonia che non partecipò fu la Georgia, che stava fronteggiando un'insurrezione dei nativi Creek lungo la sua frontiera e non voleva rischiare di perdere la protezione militare britannica inviando delegati a Philadelphia.

Il 5 settembre del 1774, i 56 delegati di quello sarebbe stato definito "Primo congresso continentale" si riunirono nella Carpenter's Hall a Philadelphia. Tra loro c'erano gli uomini che presto sarebbero stati considerati i padri fondatori degli Stati Uniti d'America: dal Massachusetts, i cugini Sam e John Adams, nonché Thomas Cushing e Robert Treat Paine; dalla Virginia, George Washington, Patrick Henry e Richard Henry Lee; da New York, John Jay e James Duane. Altri rappresentanti degni di nota furono John Dickinson e Joseph Galloway dalla Pennsylvania, Silas Deane del Connecticut, Samuel Chase del Maryland e John ed Edward Rutledge dalla Carolina del Sud. Fin da questa prima riunione presso la Carpenter's Hall era evidente la concentrazione di passione e talento. John Adams scrisse a sua moglie Abigail che "la magnanimità e il senso civico che ho osservato qui mi fanno vergognare per lo squallore e la venialità che ho visto tra la mandria di abitanti della mia stessa provincia" (Middlekauff, 248).

Peyton Randolph
Peyton Randolph
John Wollaston the Younger (Public Domain)

Una volta che il congresso si era riunito, il primo punto all'ordine del giorno fu l'elezione del presidente. I delegati scelsero Peyton Randolph, un eminente politico che era il rampollo della più potente famiglia della Virginia. Randolph resse la presidenza del congresso fino al 22 ottobre, quando dovette dimettersi a causa delle sue condizioni di salute; fu sostituito dal deputato della Carolina del Sud Henry, che presiedette gli ultimi quattro giorni di lavori dell'assemblea. Charles Thompson di Philadelphia, pur non essendo un delegato, fu nominato segretario del congresso continentale, mantenendo la posizione fino al 1789. Dopo aver assegnato queste cariche, i delegati presero la decisione cruciale secondo la quale, d'ora in avanti, a ogni colonia sarebbe stato assegnato un singolo voto, senza tener conto delle sue dimensioni o del numero di abitanti; questa misura fu ritenuta necessaria per preservare l'unità del congresso.

Risoluzioni di Suffolk e Associazione continentale

Una dei primi grandi gesti del congresso fu l'approvazione delle "Risoluzioni di Suffolk". Queste risoluzioni erano state scritte dal dottor Joseph Warren, uno dei capi dei patrioti della Nuova Inghilterra, e furono adottate dalla contea di Suffolk, in Massachusetts, il 9 settembre del 1774. Lo storico Robert Middlekauff le descrive come "retoricamente stravaganti perfino in una giornata che si stava abituando rapidamente alla stravaganza". Le Risoluzioni di Suffolk condannarono i "sanguinari" Intolerable Acts, definendoli completamente incostituzionali ed esortavano gli abitanti del Massachusetts a riunirsi per opporre resistenza (252). Il documento spingeva i cittadini a disobbedire alle "leggi intollerabili" e a rifiutarsi di pagare le tasse fino a che non fossero stati ritirati. Si insisteva anche sul boicottaggio delle importazioni britanniche e sulla creazione di una milizia per proteggere i diritti della colonia. Queste istanze vennero presentate alla Carpenter's Hall il 17 settembre da Paul Revere, che svolgeva la funzione di messaggero del congresso, e furono immediatamente approvate in segno di solidarietà verso il Massachusetts.

Paul Revere
Paul Revere
John Singleton Copley (Public Domain)

Dopo questa dimostrazione di sostegno al Massachusetts, il congresso si concentrò sul suo obiettivo primario: elaborare i termini del boicottaggio contro il Regno Unito. I delegati approvarono la cosiddetta "Associazione continentale", su proposta di Richard Henry Lee, con la quale si stabiliva che il boicottaggio di tutte le merci provenienti da Gran Bretagna, Irlanda e dalle Indie occidentali britanniche sarebbe iniziato il 1° dicembre 1774; il rifiuto di consumare il tè della Compagnia delle Indie Orientali iniziò immediatamente. Tuttavia, iniziarono a sorgere problemi relativi alla data in cui sarebbe dovuta entrare la proibizione di esportare in Gran Bretagna. I delegati della Carolina del Sud si rifiutarono di aderire all'Associazione continentale a meno che riso e indaco non fossero esclusi dal bando delle esportazioni, mentre i rappresentanti della Virginia volevano tergiversare fino a che il tabacco raccolto quell'anno non fosse stato venduto.

Dopo settimane di trattative, il congresso decise che il blocco sarebbe diventato effettivo se le "leggi intollerabili" non fossero state revocate entro il 10 settembre del 1775; alla Carolina del Sud venne concessa l'esenzione per riso e indaco. Poiché l'Associazione continentale era inutile se non veniva assicurata la sua applicazione, il congresso costituì dei comitati in "ogni contea, città e villaggio" (Middlekauff, 254). Questi comitati dovevano ispezionare i registri doganali e pubblicare i nomi dei trasgressori sui giornali locali; coloro che non rispettavano il blocco venivano etichettati come "nemici della libertà americana" (ibid). Il boicottaggio si rivelò efficace: rispetto all'anno precedente, nel 1775 le importazioni di prodotti britannici crollarono del 97%.

Petizione al Re

Con l'accordo del 20 ottobre sull'Associazione continentale, il congresso aveva ottemperato al suo scopo primario. I delegati decisero poi di redigere, nei sei giorni successivi, quella che sarà ricordata come la "Petizione al Re", in cui esponevano i loro reclami a Giorgio III di Gran Bretagna. In quel momento, gli americani pensavano che il sovrano fosse mal consigliato e non lo consideravano ancora un tiranno: molti coloni speravano che il re potesse ancora capire i loro problemi. I delegati si rivolsero anche ai sudditi che vivevano in Gran Bretagna, nonché agli abitanti delle Tredici colonie e del Québec, spiegando la loro posizione. Come ultimo atto, il congresso inviò delle lettere d'invito alle colonie che non avevano mandato delegati a Philadelphia, chiedendogli di unirsi alla lotta. Questi inviti furono recapitati in Québec, Nuova Scozia, Florida orientale e occidentale, Georgia e all'isola di Saint John, nei Caraibi. Tra queste, solo la Georgia inviò dei delegati al Secondo congresso continentale, che si riunì nel 1775.

George III by Ramsay
Giorgio III ritratto da Ramsay
Allan Ramsay (Public Domain)

Piano di Unione di Galloway

Durante i lavori per l'Associazione continentale e per la Petizione al Re, sorse inevitabilmente il bisogno di definire i diritti e le libertà dei coloni americani. C'era un forte disaccordo sul fatto che le libertà degli americani si basassero o meno sul concetto di "legge naturale", come veniva suggerito dai filosofi illuministi o anche dalla stessa costituzione britannica. Joseph Galloway, una delle voci principali dell'ala conservatrice del congresso, riteneva che basare i diritti degli americani sulla "legge naturale" fosse un percorso insidioso, che avrebbe acuito la sfida con il parlamento e aumentato le possibilità di un conflitto armato con la Gran Bretagna. Galloway si rivolse agli altri delegati con queste parole:

Non potrei mai individuare i diritti degli americani nella distinzione tra tassazione e legislazione né nella differenza tra leggi sulle entrate o sulla regolamentazione del commercio. Ho cercato i nostri diritti all'interno delle leggi naturali - ma non li ho trovati lì, bensì solo in una società politica (Middlekauff, 249).

In altre parole, Galloway riteneva che i diritti degli americani esistessero solo nel quadro delle leggi coloniali britanniche. Il legame tra la Gran Bretagna e le sue colonie andava dunque rafforzato e non indebolito. Galloway offrì una soluzione, introducendo quello che lui definì il "Piano di Unione". Secondo questa idea, sarebbe dovuto sorgere un parlamento coloniale che avrebbe lavorato insieme a quello britannico sui temi relativi alle colonie nordamericane; il parlamento coloniale avrebbe avuto un "presidente generale" di nomina regia e sarebbe stato composto dai delegati eletti dalle assemblee coloniali; il mandato sarebbe durato tre anni. Entrambi i parlamenti avrebbero discusso ogni provvedimento prima che diventasse legge, mentre gli affari locali sarebbero stati di competenza delle assemblee coloniali.

Il piano di Galloway era una soluzione accattivante per quei delegati che temevano un conflitto con la madrepatria e desideravano solamente ripristinare lo status quo; John Jay ed Edward Rutledge si dissero favorevoli a questo progetto. Tuttavia, l'ala più radicale del congresso non vedeva alcun beneficio da questo compromesso. Patrick Henry ricordò ai suoi colleghi che i politici britannici erano pesantemente corrotti, e li ammonì che la creazione di un'istituzione simile in America "avrebbe liberato i nostri parlamentari dal dominio della corrotta Camera dei Comuni ma, allo stesso tempo, avrebbe creato un'assemblea che correva il rischio di essere corrotta essa stessa dalla nazione [la Gran Bretagna] che aveva dichiarato apertamente che la corruzione era parte del suo sistema di governo" (Middlekauff, 251). Il piano di Galloway alla fine venne respinto. Il congresso accantonò la discussione sui diritti e tornò a concentrarsi sulla regolamentazione del commercio.

Scioglimento del congresso

Dopo circa due mesi di seduta, il Primo congresso continentale si sciolse il 26 ottobre 1774. Con l'approvazione delle Risoluzioni di Suffolk l'assemblea aveva mostrato il suo sostegno al Massachusetts e con l’Associazione continentale aveva reagito agli Intolerable Acts. Con l'invio della Petizione al Re era stata fatta affermazione di fedeltà alla Corona britannica ma, allo stesso tempo, si era negata l'autorità del parlamento mediante il rifiuto di mandargli un documento simile. In ultimo, il congresso aveva esposto le problematiche coloniali ai sudditi delle Gran Bretagna, delle colonie nordamericane e del Québec; aveva inoltre fatto richiesta a tutte le colonie di unirsi alla lotta. Il congresso si sciolse con la promessa di riunirsi nuovamente nel 1775, se la situazione non fosse migliorata.

American War of Independence, 1775 - 1783
Guerra d'indipendenza americana, 1775-1783
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

Nei mesi successivi però, lo scenario peggiorò. Le milizie create con le Risoluzioni di Suffolk vennero messe alla prova il 19 aprile 1775, quando i coloni del Massachusetts affrontarono le truppe regolari dell'esercito britannico nelle battaglie di Lexington e Concord. Il Secondo congresso continentale, riunitosi a Philadelphia il 10 maggio 1775, ora avrebbe dovuto affrontare lo scoppio di un conflitto armato. Il Secondo congresso avrebbe avuto la funzione di governo provvisorio durante la Guerra d'indipendenza americana; tra i suoi atti più importanti si possono citare la nomina di George Washington al comando dell'Esercito continentale, l'approvazione della Dichiarazione d'indipendenza americana e la stesura degli Articoli della Confederazione. Tuttavia, il successo del Secondo congresso dipese certamente dagli esiti del Primo, il quale dimostrò che i coloni potevano lavorare insieme e unirsi per sfidare il parlamento britannico.

Domande e risposte

Cosa fu il Primo congresso continentale?

Il Primo congresso continentale fu una riunione di delegati di dodici delle Tredici colonie tenutasi nel 1774, durante gli eventi che portarono alla Guerra d'indipendenza americana. Il suo scopo era quello di reagire alla promulgazione da parte del parlamento britannico degli Intolerable Acts, avvenuta l'anno precedente.

Quando si riunì il Primo congresso continentale?

Il Primo congresso continentale si riunì dal 5 al 26 ottobre del 1774.

Dove si riunì il Primo congresso continentale?

Il Primo congresso continentale si riunì presso la Carpenter's Hall a Philadelphia, in Pennsylvania.

Chi fu il presidente del Primo congresso continentale?

Il presidente del Primo congresso continentale fu Peyton Randolph della Virginia, che ricoprì l'incarico per la maggior parte della durata dei lavori; il 22 ottobre però, dovette rinunciare per motivi di salute. Fu sostituito negli ultimi quattro giorni da Henry Middleton.

Quale fu il risultato più importante raggiunto dal Primo congresso continentale?

Il successo più importante del Primo congresso continentale fu la creazione dell'Associazione continentale, cioè, del boicottaggio delle importazioni da Gran Bretagna, Irlanda, dalle Indie occidentali britanniche e dei prodotti della Compagnia delle Indie.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Harrison W. Mark
Harrison Mark è diplomato in storia e scienze politiche presso la State University of New York a Oswego.

Cita questo lavoro

Stile APA

Mark, H. W. (2023, dicembre 08). Primo congresso continentale [First Continental Congress]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-22466/primo-congresso-continentale/

Stile CHICAGO

Mark, Harrison W.. "Primo congresso continentale." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il dicembre 08, 2023. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-22466/primo-congresso-continentale/.

Stile MLA

Mark, Harrison W.. "Primo congresso continentale." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 08 dic 2023. Web. 19 ott 2024.