Alexander Hamilton (1755/57-1804) fu un avvocato e politico, spesso riconosciuto come padre fondatore degli Stati Uniti. Servì come aiutante di campo di George Washington durante la Rivoluzione americana, prima di diventare il primo segretario al Tesoro degli Stati Uniti e leader del Partito Federalista. Morì a causa di una ferita riportata durante il duello con Aaron Burr nel luglio 1804.
Inizi
Alexander Hamilton nacque a Nevis, piccola isola nelle Indie Occidentali britanniche, l'11 gennaio 1755 o 1757; la maggior parte degli studiosi moderni propende per il 1755 come anno di nascita, sulla base della scoperta di un documento probatorio del 1768 che ne riportava l'età di 13 anni. Alexander e il fratello maggiore, James Jr., nacquero fuori dal matrimonio da James Hamilton, ribelle figlio minore di un laird scozzese, e Rachel Faucette Lavien, una donna sposata che aveva abbandonato il marito dopo anni di infelicità. La coppia visse insieme per diversi anni fino al 1765, quando James Hamilton abbandonò bruscamente la famiglia, sia per mancanza di denaro, sia per non creare problemi a Rachel, la quale essendo ancora sposata, poteva essere accusata di bigamia. Rachel, ridotta a vivere nell'indigenza, per provvedere ai figli, aprì un modesto negozio a St. Croix, acquistando la merce dal proprietario. All'inizio del 1768, sia Rachel che Alexander contrassero la febbre gialla; mentre il ragazzo si riprese presto, la madre morì a causa della malattia il 19 febbraio.
I fratelli Hamilton, rimasti orfani, furono mandati a vivere con un cugino, Peter Lytton, tuttavia questa situazione finì dopo solo un anno quando Lytton si suicidò. I fratelli vennero quindi divisi: James Jr. divenne apprendista presso un falegname, mentre Alexander trovò lavoro come impiegato presso la casa mercantile di Beekman e Cruger. Ancora adolescente, Hamilton eccelleva nei varie mansioni, che comprendevano monitorare i carichi, tracciare le rotte delle navi e calcolare i prezzi in diverse valute. Nel 1771, fu lasciato a capo dell'azienda per cinque mesi in assenza del proprietario. Hamilton, avido lettore, aspirava a pubblicare opere proprie e nei primi anni '70 si dedicò alla scrittura di poesie. Nell'autunno del 1772, in una lettera al padre, descrisse un uragano che aveva devastato St. Croix. La lettera venne pubblicata su un giornale locale, il Royal Danish-American Gazette, e le vivide descrizioni lasciarono sbalorditi i lettori:
Sembrava che fosse in corso una totale dissoluzione della natura. Il fragore del mare e del vento, le meteore infuocate che fluttuavano nell'aria, il prodigioso bagliore dei lampi quasi perpetui, lo schianto delle case che crollavano e le grida penetranti delle persone in difficoltà erano sufficienti a lasciare sgomenti gli angeli.
(citato in Chernow, 37)
Questo saggio si rivelò uno dei più importanti della vita di Hamilton. Dopo aver appreso che l'autore aveva solo 17 anni, i leader della comunità locale misero insieme fondi per mandare il promettente giovane al college in Nord America. Alexander sbarcò a Boston nell'ottobre del 1772, prima di raggiungere New York City, dove l'anno successivo si iscrisse al King's College (l'attuale Columbia University). Hamilton, ambizioso, si tuffò negli studi classici che comprendevano greco, latino, retorica, storia, matematica e scienze. La carriera accademica, tuttavia, venne presto interrotta dalle crescenti tensioni tra la Gran Bretagna e le Tredici Colonie sulla questione delle libertà americane, in particolare sulla tassazione senza rappresentanza. Hamilton aderì al movimento Whig (o Patriota), scrivendo una serie di opuscoli anonimi in cui difendeva il Boston Tea Party, sosteneva le azioni del Primo Congresso Continentale e condannava gli Intolerable Acts (leggi intollerabili) del Parlamento. Si oppose alla violenza spesso mostrata dai compagni patrioti; il 10 maggio 1775 salvò il presidente lealista del college, Myles Cooper, parlando davanti alla folla inferocita abbastanza a lungo da permettere a Cooper di fuggire.
Guerra d'indipendenza
Poco dopo lo scoppio della Guerra d'indipendenza americana, nell'aprile del 1775, Hamilton si unì ad altri studenti del King's College per formare una milizia patriottica; inizialmente chiamata "i Corsi" in riferimento alla Repubblica di Corsica, la compagnia alla fine scelse il nome "Hearts of Oak" (Cuori di Quercia). Quando, nell'agosto del 1775, la nave da guerra britannica HMS Asia apparve al largo di Manhattan, Hamilton e altri "Hearts of Oak" sequestrarono dieci cannoni britannici dalla batteria sulla punta meridionale dell'isola e risposero al fuoco. L'anno successivo, gli "Hearts of Oak" vennero incorporati in una nuova compagnia di artiglieria dell'esercito continentale, con Hamilton eletto capitano. La compagnia entrò in azione nelle battaglie di Harlem Heights e White Plains e agì come retroguardia durante la successiva ritirata dell'esercito attraverso Manhattan e il New Jersey. In un'occasione, l'artiglieria di Hamilton scatenò un "cannoneggiamento intelligente" che ritardò l'attraversamento del fiume Raritan da parte delle truppe britanniche. Durante la battaglia di Princeton, i cannoni bombardarono un gruppo di soldati inglesi che si erano rifugiati nella Nassau Hall, costringendoli alla resa.
La condotta di Hamilton gli valse l'attenzione del comandante in capo dell'esercito, il generale George Washington, che il 20 gennaio 1777 invitò il giovane ufficiale a unirsi allo staff come aiutante di campo. Hamilton accettò l'incarico, che prevedeva una promozione a tenente colonnello. Nei quattro anni successivi dedicò la propria energia a scrivere lettere a generali e politici, a trasmettere gli ordini di Washington alle truppe e a fare da tramite tra gli ufficiali americani e francesi. Hamilton accompagnò l'esercito durante il rigido inverno di Valley Forge e rimase fedele a Washington durante la Conway Cabal. Durante questo periodo, strinse amicizia con altri due giovani ufficiali, Gilbert du Motier, marchese di Lafayette e John Laurens. Hamilton e Laurens svilupparono un legame particolarmente intimo, tanto che alcuni studiosi hanno rilevato sfumature omoerotiche nella loro corrispondenza; lo stesso figlio di Hamilton scrisse che tra i due uomini esisteva un "tenero attaccamento di carattere femminile" (Chernow, 95). Certamente Hamilton fu profondamente colpito dalla morte di Laurens in una schermaglia nel 1782 e non strinse mai più un'amicizia così intima.
Qualunque sia stata la natura della relazione con Laurens, Hamilton era certamente amante delle donne con le quali, secondo il biografo Ron Chernow, spesso "tendeva a diventare civettuolo, quasi esuberante" (93). Corteggiò Catherine Livingston, figlia dell'ex governatore del New Jersey, prima di incontrare la bella e affascinante Elizabeth Schuyler mentre era di stanza a Morristown alla fine del 1779. Il fatto che fosse la figlia del generale Philip Schuyler, uno degli uomini più influenti di New York, l'avrebbe resa più attraente per l'ambizioso Hamilton. I due si sposarono il 14 dicembre 1780 e alla fine ebbero otto figli. A quel punto, Hamilton era diventato uno dei più fidati consiglieri di Washington, ma era sempre più stanco del lavoro d'ufficio e desiderava la gloria di un comando sul campo. La sua occasione arrivò il 14 ottobre 1781, durante gli ultimi giorni dell'assedio di Yorktown, quando guidò 400 uomini in un audace assalto alle truppe britanniche nella ridotta n. 10. Prese la ridotta con perdite minime, contribuendo alla resa dell'esercito britannico cinque giorni dopo.
Politica e documenti federalisti
Dopo la vittoria a Yorktown, la guerra era praticamente vinta e gli Stati Uniti ottennero l'indipendenza due anni dopo con il Trattato di Parigi del 1783. Hamilton si dimise dall'incarico nell'esercito e si recò ad Albany, New York, per studiare legge; venne ammesso all'albo degli avvocati nel luglio del 1782. Nel novembre dello stesso anno fu inviato al Congresso della Confederazione come rappresentante di New York e rimase in carica fino al luglio 1783. Durante il suo mandato al Congresso, Hamilton si amareggiò per gli Articoli della Confederazione, che mantenevano deliberatamente il governo federale debole per preservare la sovranità degli Stati. Hamilton era fermamente convinto che l'Unione si sarebbe disfatta se il governo federale non fosse stato rafforzato. Nel settembre 1786, alla Convenzione di Annapolis, Hamilton redasse una risoluzione in cui chiedeva che gli Articoli fossero modificati, se non addirittura sostituiti. Ciò portò alla Convenzione costituzionale, che si riunì a Philadelphia nel maggio 1787.
Hamilton partecipò alla Convenzione come uno dei tre delegati di New York. Il suo contributo principale fu il lungo discorso del 18 giugno, in cui si espresse a favore della monarchia elettiva. La convenzione sfociò nella Costituzione degli Stati Uniti, che rafforzò effettivamente il governo nazionale, anche se non si spinse fino a dove Hamilton avrebbe voluto. Ciononostante, firmò la Costituzione il 17 settembre 1787. La strada per la ratifica fu facile, poiché molti americani erano ancora scettici sul fatto di dare troppi poteri a un'autorità centrale. Per convincerli, Hamilton iniziò a scrivere una serie di saggi a favore della ratifica con lo pseudonimo di "Publius". Reclutò due collaboratori, James Madison e John Jay, e insieme scrissero 85 saggi tra l'ottobre 1787 e il maggio 1788. Hamilton stesso scrisse 51 di questi saggi, noti come Federalist Papers. I saggi furono molto letti all'epoca e sono diventati alcuni tra gli scritti più importanti della storia politica degli Stati Uniti.
Segretario del Tesoro
La Costituzione degli Stati Uniti, ratificata dai nove Stati previsti, entrò in vigore nel marzo 1789, con Washington eletto all'unanimità come primo presidente. L'11 settembre 1789, Hamilton venne nominato segretario del Tesoro e prese l'incarico con grandi progetti per il futuro del Paese; infatti si considerava una sorta di primo ministro di Washington e immaginava gli Stati Uniti come una nazione potente e modernizzata, guidata da un forte governo centrale progettato per "la realizzazione di grandi scopi" (Wood, 91). Per raggiungere un obiettivo così ambizioso, Hamilton fece ricorso innanzitutto al debito nazionale. Il 14 gennaio 1790 presentò al Congresso un rapporto di 40.000 parole intitolato Relazione sul credito pubblico, in cui proponeva che il governo nazionale si facesse carico dei debiti di tutti i 13 Stati, da ripagare tramite un "fondo di ammortamento" che avrebbe ritirato ogni anno il 5% del debito. In questo modo non solo si sarebbe rafforzato il credito del governo nazionale, ma se ne sarebbe anche accresciuta la legittimità, legando gli interessi di uomini ricchi e influenti ad esso piuttosto che ai governi statali.
Il piano finanziario di Hamilton si rivelò controverso. Alcuni Stati, come la Virginia e la Carolina del Nord, avevano già pagato la maggior parte dei propri debiti e non vedevano il motivo di accollarsi gli oneri finanziari degli altri Stati. All'interno del gabinetto, Hamilton fu osteggiato soprattutto dal Segretario di Stato Thomas Jefferson, un virginiano, che era riluttante ad accettare qualsiasi misura che avrebbe rafforzato il governo nazionale. Alla fine, Hamilton e Jefferson raggiunsero un compromesso: in cambio del sostegno di Jefferson al piano finanziario, Hamilton avrebbe appoggiato la costruzione della nuova capitale nazionale nel Sud, lungo il fiume Potomac. L'accordo, noto come Compromesso del 1790, non pose fine alla lotta tra i due uomini. Nel dicembre 1790, Hamilton propose l'istituzione di una banca nazionale, sul modello della Banca d'Inghilterra, che sperava avrebbe agevolato una più stretta collaborazione tra il governo federale e le classi imprenditoriali. Jefferson e i suoi alleati si opposero nuovamente a questo piano, ritenendo che avrebbe favorito solo gli interessi dei ricchi industriali del Nord a spese del Sud, dove erano in gran parte agricoltori. Nonostante l'opposizione jeffersoniana, il cosiddetto Bank Bill fu approvato a larga maggioranza dal Congresso nel febbraio 1791. Nel 1792, la rivalità con Jefferson raggiunse un punto tale che i due potevano a malapena stare nella stessa stanza.
Durante l'incarico di segretario, Hamilton istituì la Zecca degli Stati Uniti, convinse il Congresso a istituire una forza di polizia navale chiamata "tagliagole" per impedire il contrabbando e introdusse piani per stimolare la crescita industriale attraverso tariffe e sussidi. Nel 1791, per far fronte all'ambizioso programma finanziario, introdusse un'accisa sugli alcolici distillati. La misura si rivelò estremamente impopolare, soprattutto lungo la frontiera occidentale, dove i contadini si affidavano alla distillazione del whisky per integrare il reddito e spesso utilizzavano il liquore come moneta informale. Dopo proteste sempre più violente, culminate nell'attacco alla casa di un esattore delle tasse federali, il presidente Washington convocò una milizia federale di 12.000 uomini per reprimere la cosiddetta ribellione del whisky nell'ottobre 1794. Hamilton accompagnò la milizia mentre marciava attraverso la Pennsylvania occidentale, sciogliendo ogni resistenza. Anche se l'insurrezione venne sedata senza spargimento di sangue, dimostrò il potere del governo federale, che ora poteva imporre l'obbedienza anche in regioni remote.
Leader del partito
Hamilton non si prefiggeva di fondare un partito politico. Come la maggior parte dei propri colleghi, detestava l'idea di fazionalismo ed esitava ad associarsi a un partito. I suoi sforzi per la creazione di uno Stato moderno e centralizzato, tuttavia, erano destinati ad alienare gli abitanti del Sud agricolo, e il divario aumentò ulteriormente con l'approssimarsi della fine dell'amministrazione Washington. Hamilton e gli alleati fondarono il Partito Federalista, una fazione nazionalista interessata alla centralizzazione, all'industrializzazione e alla creazione di un esercito più grande. In politica estera, favorirono relazioni più strette con la Gran Bretagna, che consideravano l'alleato naturale degli Stati Uniti. Ai Federalisti si opponeva il Partito Democratico-Repubblicano, guidato da Jefferson e James Madison. I Democratici-Repubblicani accusavano i Federalisti di essere troppo aristocratici e credevano nella promozione del repubblicanesimo, di una maggiore autonomia degli Stati e del settore agrario. Questi disprezzavano gli inglesi e sostenevano la concomitante Rivoluzione francese (1789-1799), che i federalisti condannavano in quanto troppo anarchica e violenta.
Durante la permanenza nel gabinetto di governo, Hamilton progettò di avvicinare gli Stati Uniti alla Gran Bretagna, spesso agendo alle spalle del Segretario di Stato Jefferson per conferire direttamente con i funzionari britannici. Nonostante il trattato di alleanza con la Francia del 1778, Hamilton convinse Washington a tenere gli Stati Uniti fuori dalle guerre rivoluzionarie francesi e, nel 1794, diede al presidente della Corte Suprema John Jay istruzioni per gli imminenti negoziati a Londra. Il Trattato di Jay, che rafforzò i legami politici e commerciali tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, fu molto impopolare; Hamilton fu vittima di un lancio di pietre mentre teneva un discorso in difesa del trattato a New York. Il trattato, tuttavia, servì agli scopi di Hamilton, favorendo legami più stretti con la Gran Bretagna e allontanando la pericolosa Repubblica francese.
Carriera politica e morte
Il 31 gennaio 1795, Hamilton si dimise dal gabinetto a causa delle numerose critiche per le politiche controverse e voleva allontanarsi per un po' dall'attenzione del pubblico. La sua influenza politica, tuttavia, rimase forte come sempre. Durante le elezioni presidenziali americane del 1796, organizzò un piano per indebolire il candidato del proprio partito, John Adams; ritenendo che quest'ultimo non fosse abbastanza devoto agli ideali hamiltoniani, al suo posto cercò di far eleggere Thomas Pinckney. Il piano fallì e Adams venne eletto come presidente nel marzo 1797, nonostante ciò Hamilton riuscì a mantenere il gabinetto di Washington, che era pieno di lealisti hamiltoniani. Nel 1798, tra la Francia e gli Stati Uniti scoppiò un conflitto navale limitato e non dichiarato, chiamato Quasi-Guerra. Ritenendo che i francesi avrebbero tentato un'invasione degli Stati Uniti, Hamilton chiese un rafforzamento militare. Su insistenza di Washington, Hamilton ottenne il grado di maggiore generale e si adoperò per rafforzare l'esercito. Progettò persino un'invasione della Louisiana spagnola, tuttavia le ostilità si placarono prima che potesse farlo. Hamilton e i suoi sostenitori denunciarono Adams per la sua timida gestione della guerra, creando una spaccatura all'interno del Partito Federalista.
Alle elezioni presidenziali del 1800, Hamilton si adoperò per impedire ad Adams di ottenere un secondo mandato. Il tentativo riuscì, ma i due candidati democratico-repubblicani, Jefferson e Aaron Burr, ricevettero un numero uguale di voti elettorali; fu quindi lasciato alla Camera dei Rappresentanti, dominata dai Federalisti, il compito di rompere il pareggio e decidere quale candidato sarebbe diventato presidente. La maggior parte dei federalisti voleva negare la presidenza a Jefferson, ma furono convinti a non farlo da Hamilton, il quale riteneva Burr l'opzione più pericolosa. Grazie all'influenza di Hamilton, Jefferson divenne presidente; ma, sostenendo l'odiato Jefferson, Hamilton perse gran parte della sua influenza all'interno del Partito Federalista. Nel 1801 si trasferì alla Grange, una casa di campagna che aveva costruito a Manhattan. Nello stesso anno il figlio maggiore, il diciannovenne Philip Hamilton, venne ucciso in un duello mentre difendeva l'onore del padre; la morte di Philip devastò la famiglia, in particolare la figlia Angelica, da sempre molto legata al fratello e che poco dopo ebbe un crollo mentale. Si dice che Hamilton stesso fosse "completamente sopraffatto dal dolore" (National Park Service).
Nel 1804, Hamilton si oppose ancora una volta alla candidatura di Burr, che questa volta era in corsa per la carica di governatore di New York. Sebbene molti federalisti lo sostenessero, Hamilton li mise in guardia dal farlo, dichiarando in privato che Burr era "un uomo pericoloso e di cui non ci si può fidare" (Chernow, 680). Burr perse le elezioni e, quando venne a conoscenza delle osservazioni di Hamilton, lo incolpò della sconfitta. Alla fine di giugno del 1804, Burr chiese "una smentita di qualsiasi intenzione da parte del generale Hamilton, nelle varie conversazioni, di diffondere idee pregiudizievoli per l'onore di M. Burr" (Wood, 384). Quando Hamilton si rifiutò di sconfessare qualsiasi cosa, Burr lo sfidò a duello. Le due parti si incontrarono a Weehawken, nel New Jersey, alle 7 del mattino dell'11 luglio 1804. Ancora oggi, gli studiosi discutono se Hamilton abbia intenzionalmente sprecato il colpo o se abbia semplicemente sbagliato; in ogni caso, lo mancò, mentre il colpo di Burr colpì Hamilton appena sopra l'anca destra. La ferita si rivelò fatale e Hamilton morì il giorno dopo, all'età di 47 o 49 anni. La sua morte segnò la fine dell'influenza del Partito Federalista, che non raggiunse mai più le vette di potere che aveva raggiunto sotto la sua guida.