L’arte fittile nel mondo antico

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Cristian Violatti
da , tradotto da Alfonso Vincenzo Mauro
pubblicato il 13 settembre 2014
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese
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Black-figured amphora (wine-jar) signed by Exekias as potter and attributed to him as painter (by Trustees of the British Museum, Copyright)
Anfora a figure nere (vaso da vino) firmata da Exekias come vasaio e attribuita a lui come pittore
Trustees of the British Museum (Copyright)

La terracotta fu il primo materiale sintetico mai creato dall'uomo. Ci si riferisce col termine base a ogni oggetto fittile modellato da argilla nella foggia desiderata, seccato al sole, e secondo diverse tecniche cotto onde fissarne la forma. Per abbondanza e facile reperibilità della materia prima, e per resistenza e durevolezza dell'oggetto finito, terrecotte e ceramiche sono tra i più comuni rinvenimenti negli scavi archeologici, e hanno l'ulteriore potenziale di fornire informazioni preziose circa il passato.

Primi sviluppi

L'argilla è abbondante, economica, e duttile, e pertanto conveniente ond'essere adoperata dall'uomo. Data l'ubiquitaria disponibilità della creta, indipendenti tecniche fittili furono in diverse parti del mondo e in diversi periodi separatamente inventate; ma i più antichi rinvenimenti attestantine l'uso vengono datati al Paleolitico tardo, in Europa centrale, dove venivano realizzate figurine fittili o d'argilla indurita come forma d'espressione artistica e forse rituale. E fin da 30.000 anni fa sono attestabili alcuni esperimenti materici come nelle statuette presso il sito paleolitico di Dolní Věstonice (Repubblica Ceca), miste di argilla e ossa di mammut polverizzate.

L'introduzione della ceramica generalmente coincide con l'adozione dell'agricoltura stanziale e la conseguente necessità di contenitori più solidi e durevoli.

Lo più antiche attestazioni di una vera e propria manifatturiera fittile sono state invece rinvenute presso i siti archeologici giapponesi di Odai Yamamoto, dove frammenti appartenuti a specifici recipienti sono stati datati a 16.500 – 14.920 anni fa; già individui nelle società non agrarie del periodo Jōmon della storia giapponese producevano 13.000 anni fa riccamente decorati recipienti fittili utilizzati per la preparazione dei cibi.

Quantunque, come testé visto, non sussista una necessaria relazione causale tra sedentarismo e produzione di vasellame, l'introduzione della ceramica generalmente coincide con l'adozione dell'agricoltura stanziale e la conseguente necessità di contenitori più solidi e durevoli. Inizialmente, gli oggetti venivano cotti su pire all'aperto; ma già dal Neolitico mediorientale (8000 AEC circa) i forni destinati all'essiccazione di granaglie e alla panificazione — i quali permisero il controllo del fuoco e il conseguimento di alte temperature in ambiente chiuso — aggiunsero nuove possibilità allo sviluppo della terracotta e della ceramica. Nello stesso periodo, anche alcune aree dell'America meridionale svilupparono proprie tecniche fittili.

Sofisticazione tecnica

La produzione fittile di più alta epoca era cotta su pire all'aperto — con questo metodo, la temperatura, relativamente bassa, oscilla tra 600 e 800/900°C; ne sono esempi la produzione giapponese del Jōmon (databile a 13.000 anni fa) e i recipienti egiziani del medio corso del Nilo (circa 10.000 anni fa).

Pottery Dish from Uruk Period
Piatto in ceramica del periodo Uruk
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

Altro metodo è la cottura in fornace — racchiudere gli oggetti in una camera (inserendoveli o costruendocela intorno) comporta alcuni vantaggi chiave: possono essere raggiunte più alte temperature e mantenute più a lungo, e il calore può essere più efficacemente controllato e convogliato. La forma più semplice di fornace è quella a fossa: scavato un ampio incavo nel suolo, questo era cosparso di materiale combustibile sul fondo, venivano poi affastellati gli oggetti da cuocere, e un ultimo strato era di nuovo composto da combustibile. Un altro tipo di fornace è quella costruita verticalmente, generalmente di forma cilindrica e divisa in due comparti: quello inferiore contenente il materiale combustibile, e quello superiore contenente gli oggetti da cuocere; ciò permette al calore di intensificarsi e cuocere a una temperatura generalmente oscillante tra i 1000 e i 1200°C.

Nella Cina antica, le tecniche di cottura permettevano anche 1300/1400°C, e addirittura più alte in alcuni casi — alte temperature alle quali i componenti minerali dell'argilla fondono, risultando in un tipo di ceramica bianca, sottile, traslucida e invetriata nota come porcellana. Non tutti i tipi d'argilla possono sopportare tali temperature, tuttavia — solo quelle prive di impurità.

In altri casi, il classico colore rossiccio delle terrecotte può essere reso grigio senza intervenire con pigmenti: basta aggiustare temperatura del e afflusso d'aria nel forno durante la cottura — tecnica che presuppone uno stadio di conoscenze avanzato lungo una considerevole sequenza di sperimentazioni, a indicazione che la produzione fittile in quella specifica società non era amatoriale ma probabilmente sviluppatasi per diverse migliaia di anni.

Moche Ceramic Portrait
Ritratto in ceramica Moche
Patrick Charpiat (CC BY)

Datazione e siti archeologici

Le diverse tecniche cui si può far ricorso nella datazione delle attestazioni fittili variano a seconda del contesto in cui queste vengono rinvenute. Si può datare in riferimento alla sequenza stratigrafica: gli archeologi studiano i diversi strati di suolo e analizzano le interrelazioni tra gli oggetti in essi rinvenuti — se gli strati non mostrano sconvolgimenti o modifiche si può concludere che gli oggetti più in basso precedano cronologicamente gli oggetti più in superficie. Alcuni altri oggetti possono essere datati indipendentemente: la datazione al radiocarbonio può essere applicata a resti umani e animali, e persino al carbone (vegetale); possono ad esempio essere rinvenuti dei cocci nello stesso strato con un pezzo di carbone, e la datazione al radiocarbonio del carbone può essere estesa ai frammenti fittili, fornendoci una data approssimativa di quelli.

Se invece i rinvenuti frammenti appartengono a tipi ceramici noti (ad esempio cinesi o greci, ampiamente studiati), la datazione può essere dedotta secondo la cosiddetta sequenza tipologica. Ci sono consolidati approcci tipologici ceramici inerenti la maggior parte delle regioni antropizzate del mondo — cambiamenti nello stile della decorazione o nella forma del vasellame sono generalmente graduali, e, pertanto, quando un frammento fittile può essere ricondotto a una tipologia nota fornisce altresì una base di datazione.

Egyptian Balla Pottery
Ceramica egiziana Balla
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

Un altro metodo applicabile nella datazione ceramica è quello a termoluminescenza — per terrecotte e altri materiali ceramici cotti e poi interrati. Si tratta comunque di una soluzione di ripiego quando nessun altro metodo è applicabile, perché vi sono restrizioni nel suo impiego ed è comunque di precisione con margine d'errore di più o meno il 10% dell'età del campione — e raramente con più precisi risultati.

Terrecotte e ceramiche possono essere adoperate a riferimento nella datazione dei siti archeologici, e ciò è di precipua importanza presso i siti i rinvenimenti delle cui attestazioni scritte non offrano riferimenti cronologici — o siano assenti o non ancora decifrati. Un esempio celebre è l'isola di Creta, dove Arthur Evans riuscì a datare strati negli scavi del palazzo di Cnosso basandosi sugli artefatti egiziani d'importazione là rinvenuti, ivi compreso vasellame — così permettendo ai ricercatori di estendere la cronologia egiziana a Creta. Ciò ci palesa un altro aspetto importante dei rinvenimenti fittili: possono essere testimonianza di commercio diretto e reti di scambio plurime; durante i lavori di scavo a Creta, l'Evans poté provare l'esistenza di commercio e collegamenti anche culturali tra l'isola e l'Egitto, sulla base dei noti rinvenimenti minoici identificati Egitto ora rispecchiati da artefatti egiziani a Cnosso.

Il vasellame può essere analizzato sulla base di numerose caratteristiche: forma, tipo di superficie, pigmenti, motivi decorativi e stili. Tutti questi elementi, dettagliatamente studiati in relazione particolare a ogni cultura e tempo, possono aiutare a comprendere lo sviluppo artistico d'una società e, quando frammenti vengono rinvenuti in luoghi distanti dal centro di produzione, delinearne il raggio d'attività commerciale e l'interconnessione in una multipolare rete di scambio.

Info traduttore

Alfonso Vincenzo Mauro
Interprete e traduttore a Vietri sul Mare (SA). Condirettore del festival di cultura 'La Congrega Letteraria', a Vietri sul Mare. Corso di laurea in Storia, Universita' degli Studi di Napoli 'Federico II'.

Info autore

Cristian Violatti
Cristian è un relatore e un autore indipendente con un forte interesse per il passato dell'umanità. Ispirato dalle lezioni di cui è ricca la storia, Cristian ha l'obiettivo di stimolare le idee e la curiosità intellettuale del suo pubblico.

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Stile APA

Violatti, C. (2014, settembre 13). L’arte fittile nel mondo antico [Pottery in Antiquity]. (A. V. Mauro, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-23/larte-fittile-nel-mondo-antico/

Stile CHICAGO

Violatti, Cristian. "L’arte fittile nel mondo antico." Tradotto da Alfonso Vincenzo Mauro. World History Encyclopedia. Modificato il settembre 13, 2014. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-23/larte-fittile-nel-mondo-antico/.

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Violatti, Cristian. "L’arte fittile nel mondo antico." Tradotto da Alfonso Vincenzo Mauro. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 13 set 2014. Web. 21 dic 2024.