Erwin Rommel

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Mark Cartwright
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 13 settembre 2024
Disponibile in altre lingue: Inglese, Cinese, Francese, Spagnolo
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General Rommel on Campaign (by Imperial War Museums, CC BY-NC-SA)
Rommel nel corso di una campagna
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Erwin Rommel fu un feldmaresciallo tedesco che ottenne la sua fama alla guida di unità corazzate durante la caduta della Francia nel 1940 e, successivamente, come comandante dell'Afrikakorps in Nordafrica, dove conseguì numerose vittorie. Conosciuto con il soprannome di "volpe del deserto" per le sue tattiche audaci, Rommel fu costretto a suicidarsi a causa dei sospetti sul suo coinvolgimento nel complotto per uccidere il capo della Germania nazista Adolf Hitler (1889-1945).

Origini

Erwin Rommel nacque in una famiglia borghese il 15 novembre del 1891 a Heidenheim an der Brenz, nella Germania meridionale. Suo padre era un insegnante di matematica, una materia in cui Erwin mostrò un certo talento. Gli piaceva anche andare in bicicletta e sciare. Desideroso di studiare ingegneria e forse di entrare alla Zeppelin, l'azienda di dirigibili, si arruolò nell'esercito nel luglio del 1910, precisamente nel 124° Reggimento di fanteria del Württemberg. Nel sistema tedesco, i futuri ufficiali si arruolavano per avere una prima esperienza della vita militare. Rommel ottenne i gradi da sergente e una panoramica sulla vita del soldato che gli sarebbe stata molto utile nel corso di tutta la sua carriera da comandante. All'inizio del 1912, dopo aver completato l'addestramento da ufficiale presso l'accademia militare di Danzica, il tenente Rommel servì nel reggimento di fanteria a cui si era unito nel 1910.

Allo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914, Rommel comandava un plotone. Un suo biografo ci offre una descrizione memorabile del giovane ufficiale: "era il perfetto animale da combattimento, freddo, astuto, crudele, infaticabile, veloce nel decidere e incredibilmente coraggioso" (citato in Boatner III, 462). Durante il conflitto, Rommel venne decorato con la Croce di Ferro di I ª e IIª classe. Successivamente fu assegnato a un gruppo speciale di truppe di montagna, dove comandò una compagnia. Fu in questo frangente che apprese il valore della mobilità nella guerra moderna. Nell'ottobre del 1917, per il suo ruolo nella presa del monte Matajur sulle Alpi italiane, vicino Caporetto, Rommel si guadagnò un altro riconoscimento, la medaglia Pour le Mérite, la più alta decorazione prussiana che, insieme alla Croce di Cavaliere con Fronde di Quercia, Spade e Diamanti, che era la più alta decorazione tedesca, avrebbe indossato con orgoglio per il resto della sua vita. Ottenuto il grado di capitano, al termine della guerra divenne un ufficiale di pianificazione.

ROMMEL GUIDAVA I SuoI PANZER CON SICUREZZA, SPESSO AVANZANDO AUDACEMENTE SENZA ASPETTARE IL CONVENZIONALE SUPPORTO DELLA FANTERIA.

La famiglia

Nel 1913, Rommel ebbe una figlia, Gertrud, dalla fruttivendola Walburga Stemmer; i due non si sposarono mai a causa della differente posizione sociale che ricoprivano. All'epoca aveva già incontrato a Danzica, nel 1911, la sua futura moglie, Lucia Maria Mollin, detta 'Lucie', che sposò nel 1916. Lucie era la figlia di un ricco proprietario terriero; la coppia restò unita persino quando i coniugi furono costretti a separarsi a causa delle due guerre mondiali. Nelle lettere che scriveva spesso alla moglie, iniziando sempre con "Carissima Lu", Rommel ci ha lasciato un punto di vista unico dei suoi pensieri nel corso delle sue campagne. Le lettere, tenute fuori dalla portata dei nazisti da Lucie, furono raccolte dopo la sua morte in un singolo volume, chiamato The Rommel Papers e pubblicato in Italia con il nome di "Guerra senza odio". Rommel e Lucie ebbero un figlio, Manfred, nato nel 1928.

Erwin Rommel, 1917
Erwin Rommel nel 1917
Unknown Photographer (CC BY-NC-SA)

Periodo tra le due guerre

Negli anni tra le due guerre mondiali, Rommel continuò la sua carriera militare, in particolare al comando di un battaglione da montagna e diventando istruttore prima alla Scuola di Fanteria a Dresda e poi all'Accademia di Guerra a Potsdam. Anche se non divenne mai un membro dello stato maggiore, Rommel scrisse un libro, "Fanteria all'attacco" (in tedesco: Infantrie greift an), che racchiudeva la sua conoscenza delle tattiche militari. Gli svizzeri ne furono particolarmente colpiti e adottarono il libro come uno dei manuali dell'esercito. Anche Hitler lo apprezzò, e tra i due nacque una sorta di amicizia che lo portò al comando del battaglione di protezione personale del Führer a partire dal 1938. Nel 1939, Rommel aveva raggiunto il grado di general maggiore. Anche se in apparenza non era interessato alle politiche del partito nazista, riuscì a non sprecare la relazione che aveva con Hitler facendosi assegnare, nel febbraio del 1940, il comando della 7ª Panzer-Division. Fu proprio in quel momento che la Seconda guerra mondiale entrò nel vivo dell'azione.

La caduta della Francia

La Germania attaccò la Francia nel maggio del 1940, e Rommel guidava i suoi Panzer con sicurezza, spesso avanzando audacemente senza aspettare il convenzionale supporto della fanteria. Ottenne una grande vittoria presso la Mosa; la sua divisione si mosse così velocemente rispetto a tutte le altre che divenne nota con il nome di "divisione fantasma". Il porto di Cherbourg si arrese a lui il 19 giugno. Rommel si spinse fino al confine con la Spagna, mentre il caos che lasciava dietro di sé portò al collasso della resistenza francese. L'anno successivo venne promosso al grado di tenente generale in vista della sua prossima missione: frenare la minaccia degli Alleati in Africa.

Erwin Rommel, 1940
Erwin Rommel nel 1940
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Il Nordafrica

Nel febbraio del 1941, in seguito alle vittorie riportate dagli Alleati contro le forze italiane nel corso dell'operazione Compass, Hitler decise di inviare truppe tedesche in Nordafrica per non far cadere completamente il fronte. Il possesso di questa regione era vitale per il controllo delle rotte marittime mediterranee e di isole strategiche come Malta. Il piano di Hitler, noto come operazione Sonnenblume (in italiano: "girasole"), era stato pensato per essere di natura esclusivamente difensiva, ma l'uomo che aveva scelto per comandare questa nuova forza aveva altre idee. Il Deutsches Afrikakorps, creato nel febbraio del 1941 e costituito da due divisioni corazzate, venne affidato dunque a Rommel, che ora guidava 30.000 uomini e 300 carri armati, e pensò che il miglior modo di difendersi fosse quello di attaccare il nemico. Inoltre, accarezzò l'idea di respingere gli Alleati in Egitto e di minacciare la cattura del vitale canale di Suez.

TRA LA RILUTTANTE AMMIRAZIONE DEI SUOI AVVERSARI, ROMMEL SI GUADAGNÒ IL SOPRANNOME DI "VOLPE DEL DESERTO".

Guidò l'Afrikakorps fino alla sua promozione, avvenuta nell'agosto del 1941, quando prese il comando delle forze dell'Asse in Nordafrica le quali, nel corso del tempo, assunsero diversi nomi: dopo la prima e più conosciuta denominazione di Afrikakorps, si passò a quella di Panzergruppe Afrika (dal settembre 1941 al gennaio del 1942), poi di Panzerarmee Afrika (da gennaio a settembre del 1942; in italiano: Armata Corazzata Africa), successivamente a Deutsch-Italienische Panzerarmee (dall'ottobre 1942 al febbraio 1943; in italiano: Armata corazzata italo-tedesca) e, per finire, Heeresgruppe Afrika (dal febbraio al maggio 1943; in italiano: Gruppo d'armate Africa). Tecnicamente, dato che la Libia era una colonia italiana, i membri dell'alto comando italiano erano superiori a Rommel, ma spesso li oltrepassò comunicando direttamente con Hitler; la relazione tra i due fioriva vittoria dopo vittoria.

Le tattiche di Rommel

Rommel trasformò le sue divisioni in una formidabile macchina da combattimento, grazie soprattutto a un duro addestramento e alla sua forte personalità. Come è stato notato da uno dei suoi ufficiali: "l'Afrikakorps seguiva Rommel ovunque egli andasse, nonostante le difficoltà verso cui li guidava" (Dear, 7).

Rommel & the Afrika Korps, 1941
Rommel e l'Afrikakorps, 1941
H.Hoffmann - Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Il generale tedesco riuscì a far capire ai suoi soldati l'importanza della coordinazione tra carri armati, artiglieria, unità anticarro e fanteria, che dovevano assistersi mutualmente e surclassare il nemico. Rommel dimostrò ripetutamente che le armi anticarro erano molto più efficaci contro i mezzi corazzati del nemico rispetto ai suoi stessi carri armati, cambiando l'uso tradizionale per cui tali veicoli erano stati pensati. Rommel privilegiava la velocità e l'audacia, attaccando in un punto specifico con delle unità combinate per penetrare in profondità oltre le linee nemiche e circondare l'avversario, tagliandolo fuori dalle riserve e dalle linee di rifornimento, per poi distruggere il materiale in massa. Nel frattempo, i fianchi venivano protetti da forze di ricognizione e la fanteria avanzava dietro i carri armati per assicurarsi la conquista del terreno appena preso. Anche se le vittorie ottenute con questo approccio aggressivo arrivavano a un costo molto alto, queste tattiche sconvolsero i comandanti alleati, che erano molto più cauti. L'elemento che turbava ancora di più i suoi avversari era la sua capacità, che sembrava quasi un dono, di indovinare la loro prossima mossa. Questa sua intuizione tattica venne notata per la prima volta dai suoi uomini durante la Prima guerra mondiale.

Rommel ottenne le sue prime vittorie in Africa a El-Agheila, nel marzo del 1941, a Marsa el-Brega il 1° aprile poi a Bengasi, che riuscì a prendere il 4 dello stesso mese. Gli italo-tedeschi respinsero le offensive alleate Brevity e Battleaxe nel maggio-giugno del 1941, ma non riuscirono a prendere Tobruch, che fu assediata da aprile a dicembre del 1941. Rommel conseguì un importante successo a Bir Hakeim, che lo portò alla sua vittoria più grande, la battaglia di Ain el-Gazala, che si concluse finalmente con la riconquista di Tobruch. Ottenne anche un'impressionante vittoria nella battaglia del passo di Kasserine, in Tunisia, nel febbraio del 1943, che fu il battesimo di sangue per l'esercito statunitense nella guerra nel deserto

Rommel, utilizzando il più delle volte delle mappe britanniche che leggeva grazie alla protezione di occhialini, anch'essi di fabbricazione britannica, girava per il campo di battaglia su un veicolo semicingolato (il suo preferito si chiamava Greif) spronando i suoi ufficiali a dare il meglio. Beneficiò anche di un eccellente spionaggio militare che, intercettando le comunicazioni degli Alleati, gli permetteva di conoscere i piani dei suoi avversari.

General Rommel, Western Desert
Il generale Rommel nel deserto nordafricano
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Il mito di Rommel

Tra la riluttante ammirazione dei suoi avversari, Rommel si guadagnò il soprannome di "volpe del deserto". L'alto comando alleato iniziò ad avere sempre più paura del fatto che i loro soldati iniziavano a essere stregati dalla figura di Rommel, che era visto da molti come lo spauracchio della guerra nel deserto, dato che era un generale capace di ottenere vittorie sensazionali. Perfino i comandanti alleati lo rispettavano. Il general maggiore John Harding afferma che "Rommel era un tattico brillante, un grande opportunista e una guida molto fine sul campo di battaglia" (Holmes, 264). Il primo ministro britannico Winston Churchill (1874-1965) lo descrisse come "un grande generale" (Strawson, 253).

L'aspetto più importante di tutti però, era che Rommel era amato dai suoi stessi soldati. Anche le truppe italiane ammiravano il comandante tedesco. Il capitano Behrendt ricorda che:

Rommel era molto amato dai soldati semplici italiani perché li aveva a cuore più di ogni altro nel deserto, e loro lo chiamavano "Santo Rommel", io stesso li ho sentiti chiamarlo così.

(Holmes, 161)

Il suo approccio di comandare direttamente dal fronte lo rese caro ai suoi uomini, come ricorda uno dei soldati dell'Afrikakorps:

Rommel era uno di noi, un soldato tedesco con la polvere sugli stivali e lo sporco sotto le unghie. Era il generale che tutti noi avremmo voluto essere. Era il generale che volevamo. Era il nostro generale.

(Clark, 201)

Rommel & Hitler
Rommel e Hitler
Bundesarchiv, Bild 146-1977-119-08 (CC BY-SA)

Il regime nazista era ansioso di capitalizzare la sua popolarità, e così lo nominò feldmaresciallo nel 1942, in una sfarzosa cerimonia a Berlino. A soli 49 anni, divenne il più giovane feldmaresciallo dell'esercito tedesco. Egli stesso contribuì alla sua leggenda, ricevendo fotografi e assumendo sempre la giusta posa per i giornali.

Va detto che ci furono e restano delle critiche su Rommel. Per esempio, non era così popolare tra i suoi superiori così come lo era tra la truppa. Il feldmaresciallo Kesselring (1885-1960) pensava che Rommel non avesse alcun talento al di fuori di quello militare. La "volpe del deserto" irritava i suoi superiori perché raramente seguiva i loro piani e, quando lo faceva, la dose di improvvisazione personale era comunque elevata. Neanche i suoi immediati subordinati apprezzavano la sua abitudine di muoversi lungo la linea del fronte, lontano dal comando del quartier generale, che spesso aveva difficoltà nel comunicare con lui. Inoltre, aveva un temperamento volatile, era testardo, non tollerava opinioni che andavano contro le sue tattiche aggressive ed era assolutamente crudele con chi forniva una prestazione scadente o era colpevole di insubordinazione. Per finire, alcuni storici moderni hanno sottolineato il fatto che le sue vittorie spesso sono state ottenute in momenti di debolezza dell'avversario, insinuando che forse non era più dotato di qualsiasi altro generale della sua epoca.

La situazione si ribalta

Rommel era costantemente svantaggiato per quanto riguarda i rifornimenti. L'afflusso di uomini, carburante e materiali, che venivano trasportati via mare dall'Italia, era soggetto a grandi fluttuazioni, in base al successo che gli Alleati avevano nel riuscire a dominare l'aria e a controllare il Mediterraneo. Come annotò Rommel nelle sue lettere private, "tutto dipendeva dai rifornimenti" (Strawson, 225). La "volpe del deserto" avrebbe faticato ancor di più a ottenere ciò di cui aveva bisogno, specialmente dopo l'invasione tedesca dell'Unione Sovietica nel giugno del 1941, che diventò la priorità di Hitler. Spesso, l'unica soluzione si rivelò essere quella di attaccare il nemico e impadronirsi dei suoi rifornimenti.

WWII North Africa Campaign, 1940-1943
Campagna del Nordafrica nella seconda guerra mondiale, 1940-1943
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

Il corso della guerra mutò a favore degli Alleati grazie al loro continuo accumulo di uomini e materiali, che gli diede una superiorità schiacciante. Rommel perse terreno nel corso della prima battaglia di El Alamein, nel luglio del 1942; nell'ottobre-novembre dello stesso anno, nel corso della seconda battaglia di El Alamein, venne pesantemente sconfitto dalle forze alleate (che comprendevano la famosa unità dei Desert Rats) guidate dal generale Bernard Montgomery (1887-1976). Il feldmaresciallo non era presente nei primi giorni di questa battaglia perché era gravemente afflitto da seri problemi allo stomaco e alle vie nasali. I suoi critici, da allora in poi, hanno considerato questa sconfitta come la prova che Rommel non fosse adatto al comando di unità maggiori di una divisione.

Nel novembre del 1942, gli Alleati effettuarono il grande sbarco anfibio noto con il nome di operazione Torch, che schiacciò tra due fuochi le forze dell'Asse, costrette a rifugiarsi in Tunisia: fu la fine dell'esperienza di Rommel in Africa. Attaccati da forze soverchianti, gli italo-tedeschi si arresero nel maggio del 1943. Per quella data, Rommel era già rientrato in Germania per problemi di salute. Aveva tentato di persuadere Hitler a concedergli maggiori risorse per il fronte del Nordafrica, che gli avrebbero permesso di mantenere il suo esercito intatto durante la ritirata. Il feldmaresciallo era anche desideroso di tornare dagli uomini che aveva guidato nella buona e nella cattiva sorte ma, come egli stesso aveva realizzato, "tutti i miei sforzi per salvare i miei uomini e riportarli sul continente sono stati infruttuosi" (Allen Butler, 439).

Il comando in Normandia

Dopo la resa in Nordafrica, Rommel fu nominato comandante in capo del settore sudorientale nel luglio del 1943, e si spostò a Salonicco. Con la caduta di Benito Mussolini (1883-1945), avvenuta lo stesso mese, fu spedito al comando della forza di difesa delle Alpi, venendo nominato comandante delle forze dell'Asse in Italia settentrionale in agosto. La fluidità della situazione in Europa meridionale e la minaccia imminente di un'invasione degli Alleati nel nord della Francia, fecero sì che Rommel venisse trasferito ancora, questa volta in Normandia.

German Atlantic Wall Defences
Difese del Vallo Atlantico tedesco
Bundesarchiv, Bild 101I-263-1591-07A / Valtingojer (CC BY-SA)

Una volta giunto in Francia, assunse la posizione di ispettore generale delle difese costiere in Europea settentrionale, dalla Spagna alla Danimarca, anche se la Normandia era considerata una delle aree in cui l'invasione era più probabile. C'era dunque bisogno di trasformare il cosiddetto Vallo Atlantico da mito della propaganda a linea difensiva pratica e reale. Come aveva fatto nel deserto, egli diede nuovo vigore a questa impresa, essendo sempre pieno di idee e pronto a guidare i suoi uomini con fermezza.

Posizionò mezzo milione di ostacoli d'acciaio sulle ampie spiagge della Normandia e interrò quattro milioni di mine. Consapevole del fatto che qualsiasi invasione avrebbe previsto l'uso di paracadutisti, sistemò decine di migliaia di steccati tra i campi oltre le spiagge. Questi steccati, composti per la maggior parte da filo spinato e trappole esplosive, presero il nome di "asparagi di Rommel".

Il vero problema era come usare al meglio le truppe a scopo difensivo. Il feldmaresciallo Gerd von Rundstedt (1875-1953), comandante in capo dell'esercito tedesco a occidente, riteneva impossibile fermare un'invasione sulla costa, pensando che fosse meglio mantenere il grosso delle forze di difesa come riserva mobile da impiegare per contrattaccare le teste di ponte nemiche. Nel gennaio del 1944, Rommel fu nominato comandante del Gruppo d'armate B, ricevendo così la responsabilità dell'area da Anversa alla Loira. Egli era in disaccordo con von Rundstedt poiché, in base a ciò che aveva visto in Africa, sapeva che gli Alleati potevano facilmente distruggere le riserve grazie alla loro superiorità aerea. Pertanto, considerava essenziale fermare l'invasione direttamente sulle spiagge. Hitler cercò di raggiungere un compromesso tra i due piani, ma il risultato fu solo quello di creare confusione nella struttura di comando. Lo sbarco in Normandia avvenne nel giugno del 1944 e fu un grande successo per gli Alleati. Rommel pressò Hitler per avere più divisioni su questo nuovo fronte, ma le sue idee furono accantonate. Hitler si convinse di quanto pensava il suo ministro degli armamenti Albert Speer (1905-81): "Rommel ha perso il suo coraggio; è diventato un pessimista. Di questi tempi, solo gli ottimisti possono ottenere qualcosa" (Speer, 482). La buona relazione tra il Führer e il feldmaresciallo era chiaramente terminata.

Field Marshal Rommel
Il generale Erwin Rommel
Bundesarchiv, Bild 146-1977-018-13A / Otto (CC BY-SA)

Mentre nel corso della campagna di Normandia gli Alleati dilagavano in Francia, Rommel venne raggiunto da dei cospiratori che desideravano assassinare Hitler e negoziare una pace onorevole prima che la stessa Germania fosse invasa. Anche se supportava la causa ultima, egli non era d'accordo a uccidere Hitler. Come notato dallo storico P. Caddick-Adams, "non ci sono prove concrete che ci dicono quanto Rommel fosse realmente invischiato nel complotto" (426). Gli eventi sfuggirono rapidamente al controllo di Rommel.

Il suicidio forzato

Rommel fu seriamente ferito il 17 luglio del 1944, quando tre Supermarine Spitfire attaccarono la sua auto di servizio. Rimasto incosciente per una settimana, non assisté al fallito tentativo di assassinare Hitler, avvenuto il 20 luglio; tuttavia, venne colpito dalla reazione che interessò tutti quelli che erano connessi, anche remotamente, con i cospiratori. Uno dei congiurati principali, il generale Carl-Heinrich von Stülpnagel (1886-1944), fece il nome di Rommel proprio mentre quest’ultimo si stava riprendendo da un intervento chirurgico, segnando così il destino del feldmaresciallo.

Mentre recuperava le forze nella sua casa di famiglia a Herrlingen, il 14 ottobre del 1944 venne raggiunto da due generali. Costoro gli presentarono un ultimatum che veniva direttamente da Hitler, il quale gli lasciava due scelte: affrontare un processo pubblico o togliersi la vita. In quest'ultimo caso, gli venne garantita la sicurezza della sua famiglia, dei funerali di stato con tutti gli onori dovuti a un eroe del Terzo Reich e che la sua reputazione sarebbe rimasta intatta. Gli furono dati solo dieci minuti, nei quali Rommel si consultò con la moglie e disse addio a suo figlio. Indossata l'alta uniforme dell'Afrikakorps, venne portato a poca distanza da casa sua e, afferrando il bastone da feldmaresciallo, si suicidò ingerendo una capsula di cianuro. Al pubblico venne data la notizia che era morto a causa delle ferite nel corso del suo incidente d'auto di luglio. Il suo funerale ebbe luogo a Ulm il 18 ottobre, e la sua salma fu salutata da una sfilata militare e dai colpi di 19 cannoni; Hitler mandò una corona di fiori. Il suo corpo venne cremato e le ceneri sepolte a Herrlingen.

Domande e risposte

Cosa accadde a Rommel?

Il feldmaresciallo Rommel fu obbligato dai nazisti a suicidarsi dopo che fu sospettato di aver partecipato al complotto per uccidere Hitler.

Erwin Rommel fu un buon generale?

Erwin Rommel è considerato uno dei più grandi generali della Seconda guerra mondiale grazie al suo innovativo utilizzo combinato di mezzi corazzati e fanteria in teatri come la Francia settentrionale e il Nordafrica. La considerazione che i comandanti alleati avevano di lui era alta, anche se alcuni ufficiali tedeschi pensavano che non fosse adatto al comando di unità più grandi di una divisione.

Perché Rommel è così famoso?

Rommel è così famoso perché fu uno dei più stimati fra tutti i generali tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. Ottenne importanti vittorie in Africa e in Nordafrica.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2024, settembre 13). Erwin Rommel [Erwin Rommel]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-23243/erwin-rommel/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Erwin Rommel." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il settembre 13, 2024. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-23243/erwin-rommel/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Erwin Rommel." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 13 set 2024. Web. 21 dic 2024.