Operazione Barbarossa

Definizione

Mark Cartwright
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 14 marzo 2025
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese
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German Motorcyclists, Operation Barbarossa (by Imperial War Museums, CC BY-NC-SA)
Motociclisti tedeschi, operazione Barbarossa
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Adolf Hitler (1889-1945), capo della Germania nazista, decise di attaccare l'Unione Sovietica il 22 giugno del 1941 con il più grande esercito radunato fino a quel momento. L'offensiva dell'Asse, durata da giugno a dicembre del 1941, ricevette il nome in codice di "operazione Barbarossa" da Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero dal 1155 al 1190. Nonostante le vittorie dell'Asse, l'Armata Rossa riuscì a resistere grazie a riserve maggiori e a linee di rifornimento migliori.

La difesa di Mosca ebbe successo e cambiò il corso degli eventi. Gli invasori non riuscirono a far fronte al duro inverno ma, nonostante ciò, la guerra tedesco-sovietica continuò per altri quattro anni, finché l'URSS non ottenne una vittoria totale nella primavera del 1945.

Perché Hitler attaccò l'Unione Sovietica?

A partire dagli anni Venti, Hitler aveva identificato nel comunismo la più grande minaccia per la prosperità della Germania. Questo sentimento venne messo da parte quando Hitler e il capo dell'URSS, Iosif Stalin (1878-1953), firmarono il patto di non-aggressione Molotov-Ribbentrop (detto anche patto nazi-sovietico) nell'agosto del 1939. La clausola di non-aggressione prevedeva che nessuno dei due stati attaccasse l'altro: Hitler aveva pianificato di invadere la Polonia e non voleva affrontare contemporaneamente francesi e britannici a ovest e i sovietici a est. Stalin, nel frattempo, avrebbe ottenuto tempo prezioso per riarmarsi. I protocolli segreti del patto permisero alla Germania e all'URSS di invadere i loro vicini, spartendosi di fatto l'Europa orientale. L'Unione Sovietica ebbe libertà di azione in Polonia orientale, Bessarabia, Finlandia, Estonia, Lettonia e Lituania. La Germania avrebbe avuto la Polonia occidentale e influenza sull'Europa meridionale. L'accordo riguardava anche aspetti commerciali: i sovietici avrebbero fornito materie prime ai tedeschi in cambio di oro.

L'OBIETTIVO DELL'OPERAZIONE BARBAROSSA ERA DI SCHIACCIARE L'ARMATA ROSSA IN SEI SETTIMANE.

Per entrambe le parti, il patto era un accordo temporaneo di convenienza: la guerra tra i due sembrava inevitabile viste le loro differenze ideologiche, le ambizioni territoriali di Hitler e il bisogno tedesco di materie prime. Hitler aveva messo nero su bianco le sue idee nel 1925 scrivendo il Mein Kampf, in cui esponeva la necessità per il popolo tedesco di acquisire il Lebensraum (in italiano: "spazio vitale"), vale a dire dei nuovi territori su cui esso avrebbe potuto prosperare. Dopo la vittoriosa invasione della Polonia del 1939, Hitler dovette fronteggiare Gran Bretagna e Francia, che gli avevano dichiarato guerra. Con sorpresa di tutti, gli attacchi tedeschi a occidente furono coronati da grandi successi. La Francia si arrese nel giugno del 1940, e la Gran Bretagna lasciò il continente europeo dopo l'evacuazione di Dunkerque. Hitler non riuscì a ottenere la supremazia aerea nel corso della battaglia d'Inghilterra, tra il luglio e l'ottobre del 1940, e pertanto non poté procedere con l'invasione della Gran Bretagna. Tuttavia, la Germania diede inizio a una campagna di bombardamento ma, quando la Gran Bretagna non si arrese, Hitler rivolse le sue attenzioni a est.

Nel 1939 la Polonia fu divisa in due lungo la linea del fiume Bug: l'Unione Sovietica occupò la parte orientale e la Germania quella occidentale. Estonia, Lettonia e Lituania divennero stati clienti dell'URSS; la Finlandia resistette fieramente agli attacchi dell'Armata Rossa, ma fu costretta a capitolare e a firmare un trattato di pace nel marzo del 1940. Una conseguenza di queste annessioni fu che l'incostante sistema di fortificazioni difensive dell'URSS, la Linea Stalin, che proteggeva il confine occidentale sovietico, era ora molto più indietro rispetto a quella che sarebbe diventata la linea del fronte.

Totalitarian Regimes in Europe in 1939
Regimi totalitari in Europa, 1939
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

Il nome in codice scelto da Hitler per l'invasione dell'Unione Sovietica fu "operazione Barbarossa". La giustificazione ufficiale per l'invasione fu che l'URSS aveva infranto lo spirito del patto nazi-sovietico con atti di sabotaggio in territorio tedesco e perché stava ammassando truppe per minacciare direttamente il Terzo Reich. D'altro canto, Stalin accusò Hitler di aver rotto a sua volta gli accordi mobilitando truppe tedesche in Romania e Bulgaria. Come notato dallo storico W. L. Shirer, "i ladri avevano iniziato a litigare per il bottino" (801).

Obiettivi: invasione su un lungo fronte

Lo stato maggiore tedesco aveva pianificato l'operazione Barbarossa fin dall'estate del 1940. I generali però non erano tutti d'accordo su come procedere per l'invasione. Il piano di Hitler era di sfondare le linee sovietiche al centro e poi dividere le forze verso nord e verso sud. L'obiettivo generale era abbastanza chiaro: “schiacciare la Russia sovietica con una campagna veloce" (Dear, 86) distruggendo l'Armata Rossa. Hitler fece una promessa ai suoi generali: "daremo un calcio alla porta e tutto l'edificio verrà giù" (Stone, 138) in poche settimane. Sia lo spionaggio militare britannico che statunitense erano d'accordo con questa visione: entrambi credevano che l'URSS sarebbe collassata in sei o, al massimo, 12 settimane.

Gli obiettivi principali dell'operazione Barbarossa erano la presa di Leningrado, l'occupazione di regioni ricche di risorse come il Donbass e altre parti dell'Ucraina e i pozzi petroliferi nel Caucaso. Mosca era un obiettivo secondario. La mancanza di un chiaro piano a lungo termine su cosa fare se l'Armata Rossa non fosse stata respinta fin dove si sperava, cioè fino ai fiumi Daugava e Dnepr, si rivelò una debolezza fatale. Un altro problema fu che l'esercito sovietico si rivelò molto più resistente di quanti ci si aspettasse. Una volta ancora, un esercito europeo proveniente da occidente si sarebbe inoltrato nelle vaste profondità della Russia, inconsapevole di dover fronteggiare non un nemico ma tre: l'esercito avversario, il problema della logistica e le dure condizioni climatiche.

Map of Operation Barbarossa
Mappa dell'operazione Barbarossa
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

Gli opposti schieramenti

L'operazione Barbarossa iniziò alle 3:00 a.m. il 22 giugno. Sei ore dopo, la Germania dichiarò formalmente guerra all'Unione Sovietica. Il più grande esercito della storia, formato da soldati esperti, ben organizzati e altamente fiduciosi dopo i successi in Europa occidentale, avanzò su un ampio fronte che andava dal Mar Baltico al Mar Nero.

IL GENERALE ŽUKOV SI RIVELÒ STRAORDINARIAMENTE ABILE NELL'ANTICIPARE LE MOSSE DEL NEMICO.

L'esercito dell'Asse, formato tra gli altri da forze tedesche, slovacche, italiane, romene e finlandesi, era composto da 3,6 milioni di uomini organizzati in 153 divisioni dotate di 3.600 carri armati e 2.700 aerei (Dear, 86). La campagna era guidata dal feldmaresciallo Walter von Brauchitsch (1881-1948). L'esercito venne diviso in tre tronconi: Gruppo d'armate Nord, Gruppo d'armate Centro e Gruppo d'armate Sud, comandati rispettivamente dai feldmarescialli Wilhelm Ritter von Leeb (1876-1956), Fedor von Bock (1880-1945) e Gerd von Rundstedt (1875-1953). C'erano anche tre gruppi di forze aeree.

L'esercito sovietico a ovest consisteva di circa 2,9 milioni di uomini, dotati di 10-15.000 carri armati e 8.000 aerei (Dear, 88). Gran parte del loro armamento era inferiore rispetto a quello nemico, in particolare i carri armati, molti dei quali erano già obsoleti; tuttavia, circa 1.800 carri, i T-34 e i KV, erano in realtà superiori a quelli tedeschi. Inoltre, solo un quarto dei velivoli sovietici poteva essere considerato moderno nel 1941. Tra le altre debolezze si possono includere la mancanza di veicoli da trasporto, un'ottica inferiore per le armi e uno scarso sistema ausiliario di telecomunicazioni per quando la normale rete fissa veniva recisa dal nemico.

Red Army Soldiers
Soldati dell'Armata Rossa
Imperial War Museum (CC BY-NC-SA)

Le tattiche sovietiche erano rimaste pesantemente sbilanciate sull'uso della fanteria, e i carri armati erano tipicamente usati come semplice artiglieria mobile piuttosto che come un'arma autonoma, come facevano le Panzer-Division tedesche. Gli ufficiali di medio rango dell'Armata Rossa non erano incoraggiati a prendere iniziativa sul campo, a differenza della loro controparte tedesca; questo fattore fece sì che spesso una sconfitta si tramutasse in un disastro totale. Stalin prese il comando generale di tutte le operazioni dell'Armata Rossa e non esitava a rimuovere i comandanti che subivano una battuta d'arresto. Il comandante in capo durante l'operazione Barbarossa era il maresciallo Semën Timošenko (1895-1970); un altro comandante chiave era Semën Budënnyj (1883-1973) ma il generale più dotato della campagna fu Georgij Žukov (1896-1974), che si rivelò straordinariamente abile nell'anticipare le mosse del nemico.

Le intenzioni di Stalin non sono chiare, ma è possibile che si aspettasse che la campagna tedesca in Europa occidentale durasse anni, come nella Prima guerra mondiale, e fu preso di sorpresa dalla velocità con cui avvenne l'occupazione dei Paesi Bassi e della Francia nel 1940. Stalin aveva iniziato a mobilitare il suo esercito prima dell'invasione, ma il suo posizionamento sottolinea il suo intento offensivo e così, nonostante sia stato usato difensivamente, le linee non erano profonde abbastanza per assorbire un attacco frontale del nemico. Un altro problema era che troppe unità sovietiche si addentrarono eccessivamente tra le linee tedesche, esponendosi così agli attacchi nemici da tre lati. I sovietici ebbero anche molti problemi logistici, che andavano dalla mancanza di munizioni per l'artiglieria al fatto che i comandanti rimanevano bloccati sui treni a chilometri di distanza dalle loro truppe. Tra gli aspetti positivi, 4.000 ufficiali dell'Armata Rossa vennero riammessi in servizio dopo che erano stati imprigionati durante le purghe staliniane alla fine degli anni Trenta. Un altro grande vantaggio era che Stalin aveva già organizzato la sua industria e l'economia per una guerra totale, qualcosa che Hitler, credendo che la campagna a Oriente sarebbe stata corta quanto quella in Europa occidentale, non aveva sentito la necessità di fare. Alla fine, i comandanti sovietici avrebbero imparato in fretta dai loro errori. La questione cruciale era se l'Unione Sovietica avrebbe potuto sopravvivere alla prima massiccia carica degli invasori.

Le vittorie dell'Asse

L'avanzata dell'Asse fu un successo. La supremazia aerea fu raggiunta nel giro di pochi giorni dopo la distruzione di 2.500 velivoli sovietici, la maggior parte dei quali ancora a terra. Le truppe dell'Asse si mossero attraverso le difese sovietiche secondo la dottrina della Blitzkrieg, ossia la "guerra lampo", basata sulla combinazione di supporto aereo con i movimenti veloci delle divisioni corazzate e di fanteria. L'Armata Rossa, sorpresa non dall'attacco ma dalla sua portata, soffrì numerose e pesanti sconfitte. I carri armati dell'Asse avanzavano velocemente oltre il supporto della loro fanteria, creando enormi sacche in cui finirono le truppe sovietiche. I soldati all'interno di queste sacche a volte si arrendevano in massa, ma in altre occasioni cercavano di rompere l'accerchiamento con straordinaria tenacia. L'esercito dell'Asse semplicemente non era grande abbastanza per compiere degli accerchiamenti più serrati, e ciò permetteva alle divisioni sovietiche di ritirarsi e raggrupparsi.

Burning Russian Village, Operation Barbarossa
Incendio di un villaggio russo, operazione Barbarossa
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

La campagna fu brutale e i soldati dell'Asse furono incoraggiati a seguire una politica di terra bruciata e a giustiziare i commissari politici. Il "decreto Barbarossa" dava ai soldati tedeschi la libertà di commettere qualsiasi atrocità contro i civili sovietici, mentre speciali squadre della morte, le Einstazgruppen, uccidevano ebrei e slavi dietro la linea del fronte avanzante. Alcuni storici hanno suggerito che, se Hitler avesse mostrato un atteggiamento più comprensivo verso i popoli conquistati, questi avrebbero potuto aiutarlo nella sua lotta contro Stalin. L'Armata Rossa fu egualmente colpevole di crimini di guerra perché ignorò completamente i principi della Convenzione di Ginevra.

Stalin reagì alle sconfitte iniziali e alla brutalità della campagna facendo appello alla "guerra patriottica", nella quale tutti dovevano offrire al nemico nient'altro che un "resistenza implacabile". Vennero imposte delle punizioni per coloro che non combattevano come richiesto; i disertori, per esempio, potevano essere fucilati sommariamente.

Battaglie chiave

Tra le battaglie chiave dell'operazione Barbarossa si possono includere:

  • la battaglia di Białystok-Minsk, giugno-luglio 1941
  • la battaglia di Uman, luglio-agosto 1941
  • la battaglia di Smolensk, luglio-settembre 1941
  • la prima battaglia di Kiev, luglio-settembre 1941
  • la battaglia del Mar d'Azov, settembre-ottobre 1941
  • l'assedio di Leningrado (San Pietroburgo), settembre 1914-gennaio 1944
  • la battaglia di Brjansk, ottobre 1941
  • la battaglia di Mosca, ottobre 1941-gennaio 1942
  • l'assedio di Sebastopoli, ottobre 1941-luglio 1942
  • la battaglia di Rostov, novembre-dicembre 1941

German Engineers on the Dnieper, 1941
Ingegneri tedeschi sul Dnepr
Bundesarchiv, Bild 183-L20392 / Mittelstaedt, Heinz (CC BY-SA)

Visti i progressi dell'avanzata, Hitler immaginò di poter tenere una parata per la vittoria a Mosca in agosto. Il Führer aveva pianificato la "germanizzazione" dell'Oriente: le grandi città sarebbero state distrutte, e i loro abitanti eliminati o deportati. Hitler era pronto a mettere in atto il suo triplice obiettivo per l'Est: dominio, amministrazione e sfruttamento. L'esercito dell'Asse fece degli enormi accerchiamenti intorno alle città, come nella battaglia di Białystok-Minsk e nella battaglia di Smolensk nel 1941. Al grosso delle forze fu ordinato di prendere Leningrado a nord e di dirigersi a sud, verso l'Ucraina, con l'obiettivo di entrare in possesso di materiali e fabbriche utili allo sforzo bellico.

Il Gruppo d'armate Centro restò sulla difensiva, una decisione che i generali tedeschi non condividevano perché permetteva al nemico di rafforzare le difese intorno a Mosca. La presa di Kiev e di 665.000 prigionieri nel settembre del 1941 fu il massimo risultato dell'Asse fino a quel momento e aiutò Hitler a ottenere le risorse naturali che gli avrebbero permesso di continuare a combattere anche nel 1942.

Nonostante non avesse considerevoli riserve strategiche, Hitler sembrava aver cambiato piano e al Gruppo d'armate Centro fu finalmente dato l'ordine di attaccare Mosca in ottobre con l'"operazione Tifone". La campagna iniziò ancora una volta molto bene per Hitler, che ottenne le vittorie di Brjansk e Vjaz'ma. Le forze dell'Asse arrivarono a 32 chilometri da Mosca: la capitale sovietica e il suo nevralgico centro ferroviario sembravano che stessero per cadere nelle mani degli invasori. Persino il corpo imbalsamato di Vladimir Lenin (1870-1924), fondatore della Russia sovietica, fu spostato in una località sicura.

Civilians Digging Defences, Moscow, 1941
Civili che scavano per la difesa di Mosca, 1941
United States Information Agency (Public Domain)

Il contrattacco sovietico

Divenne chiaro che la bassa opinione che l'alto comando tedesco aveva sulle capacità militari sovietiche era del tutto errata. Persino dopo aver sofferto pesanti sconfitte con enormi perdite, l'Armata Rossa riusciva ripetutamente a contrattaccare. Anche se a caro prezzo, i sovietici avevano imparato a resistere alle manovre a tenaglia dell'Asse. L'Armata Rossa, durante la ritirata, si preoccupò di distruggere qualsiasi cosa che potesse essere usata dal nemico per la sua avanzata. Ciononostante, le forze dell'Asse riuscirono a impadronirsi di siti industriali per la produzione di carbone, acciaio e alluminio. Stalin aveva preso la cruciale decisione di spostare la maggior parte delle fabbriche nelle zone sicure della Russia centrale e orientale, e questa idea ora diede i suoi frutti, perché le perdite subite sul campo potevano essere rimpiazzate e le truppe rifornite anche se erano sotto attacco come a Mosca o durante i lunghi assedi di Leningrado del 1941-44 e di Stalingrado (attuale Volgograd) del 1942-3.

Nel frattempo, le truppe dell'Asse andavano incontro a difficoltà sempre più grandi nel ricevere rifornimenti a causa delle grandi distanze che non facevano altro che aumentare con la loro avanzata in profondità nel territorio russo. Come notato dal generale Hasso von Manteuffel (1897-1978): "gli spazi sembravano senza fine, l'orizzonte nebuloso. Eravamo depressi dalla monotonia del paesaggio e dall'immensità di foreste, paludi e pianure" (Stone, 146). Le poche strade esistenti erano di pessima qualità, i ponti erano pochi e lontani tra loro e i villaggi non avevano molto da offrire come rifornimenti. La logistica tedesca era messa anche severamente alla prova dagli ordini che Stalin aveva dato ai partigiani, i quali dovevano sabotare i rifornimenti dell'Asse ogni volta e in ogni luogo ciò fosse possibile.

German Troops on Horseback,  Operation Barbarossa
Truppe tedesche a cavallo, operazione Barbarossa
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Inoltre, le condizioni climatiche alla fine dell'autunno del 1941 resero le strade fangose, rendendo estremamente difficoltosa la logistica per entrambe le parti. Ancora peggio per Hitler, ora che il Giappone sembrava concentrare i suoi sforzi nel Pacifico e non più verso l'URSS, Stalin fu in grado di spostare truppe fresche dalla Siberia e dalla Russia orientale verso il fronte europeo. Mosca restò sotto la minaccia dei tedeschi ma Stalin restò sul posto e diede l'ordine di tramutare la città in una fortezza. La difesa di Mosca fu organizzata da Žukov, che aveva ammassato le sue risorse per sferrare un contrattacco massiccio.

Mentre le truppe sovietiche si preparavano a difendere la loro capitale, i generali dell'Asse guardavano con ansia all'arrivo dell'inverno e si rammaricavano per le loro inadeguate riserve. L'operazione Barbarossa non era stata pensata per durare così a lungo e ora la mancanza di forza in profondità degli invasori e le perdite sostenute per cinque mesi iniziavano a farsi sentire. Quel che è peggio, Hitler non aveva pianificato una campagna invernale, e così alle truppe mancavano gli equipaggiamenti essenziali e persino i vestiti adatti. L'esercito dell'Asse iniziò letteralmente a morire di freddo.

La fine di Barbarossa

Le truppe dell'Asse dovettero resistere a numerosi contrattacchi sovietici per tutto il mese di dicembre, che respinsero gli invasori a circa 280 chilometri da Mosca. L'operazione Barbarossa aveva portato all'occupazione di enormi territori, ma non aveva raggiunto l'obiettivo di schiacciare la resistenza sovietica. Era stata un violento scontro tra due enormi eserciti. Nel gennaio del 1942, l'Asse "aveva perso quasi 918.000 uomini tra feriti, prigionieri, dispersi e morti - il 28,7% dei 3,2 milioni di soldati coinvolti" (Dear, 89). Allo stesso tempo, "3,35 milioni di soldati sovietici erano stati fatti prigionieri dai tedeschi" (ibid). Il conflitto si era trasformato in una guerra d'attrito, in cui l'URSS poteva vantare risorse più ampie rispetto agli invasori. Inoltre, l'Unione Sovietica adesso riceveva l'aiuto del programma "affitti e prestiti" statunitense, che ammontava a circa il 7% della produzione industriale sovietica. Hitler aveva perso la scommessa di buttare fuori dalla guerra l'URSS nel giro di poche settimane: "la sconfitta alle porte di Mosca fu una battute d'arresto significativa, un fallimento indiscutibile del concetto di Blitzkrieg" (Dear, 89).

German Soldier, Battle of Stalingrad
Soldato tedesco, battaglia di Stalingrado
Bundesarchiv, Bild 116-168-618 (CC BY-SA)

La guerra sul fronte orientale continua

Hitler era determinato a continuare a combattere e lanciò l'"operazione Blu". Aveva già rimosso molti generali che volevano ritirarsi e si nominò comandante in capo dell'intero esercito sul fronte orientale nel dicembre del 1941. Quando dall'inverno si passò alla primavera del 1942, iniziò una nuova fase della guerra tedesco-sovietica. I combattimenti sarebbero durati per altri quattro anni. Tra gli scontri chiave ci furono la decisiva battaglia di Stalingrado (luglio 1942-febbraio 1943), la battaglia di Kursk (luglio-agosto 1943), la seconda battaglia di Smolensk (agosto-ottobre 1943) e la rivolta di Varsavia (agosto-ottobre 1944). La capacità bellica e industriale sovietica superò di gran lunga quella tedesca e Hitler fu obbligato, a partire dal 1943, a spostare milioni di soldati per fronteggiare l'invasione degli Alleati in Italia del luglio 1943 e lo sbarco in Normandia del giugno 1944. La campagna non giovò neanche della decisione di Hitler di non permettere alcuna ritirata e così, in ultima istanza, i comandanti si videro costretti ad arrendersi piuttosto che a cedere terreno e riorganizzarsi.

Stalin vinse la titanica lotta contro Hitler. L'URSS ottenne il controllo dell'Europa centrale e orientale, marciò dritta sulla capitale tedesca e vi entrò dopo la battaglia di Berlino (aprile-maggio 1945). La guerra sovietico-tedesca causò almeno 25 milioni di morti tra civili e militari, circa metà delle perdite complessive della Seconda guerra mondiale. Hitler si suicidò nell'aprile del 1945 e la Germania si arrese poco dopo. Molti storici identificano l'operazione Barbarossa come il punto in cui Hitler perse la guerra. La campagna ha un'eredità duratura. L'URSS era determinata a non permettere che un'invasione del genere potesse ripetersi e ridisegnò l'Europa orientale in tal senso. Persino oggi, il sospetto russo sulle motivazioni dell'Europa continua a influenzare la geopolitica del continente.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2025, marzo 14). Operazione Barbarossa [Operation Barbarossa]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-24188/operazione-barbarossa/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Operazione Barbarossa." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il marzo 14, 2025. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-24188/operazione-barbarossa/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Operazione Barbarossa." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 14 mar 2025. Web. 25 mar 2025.