Atene, in Grecia, con la sua famosa Acropoli, è diventata il simbolo dell'intero paese nell'immaginario collettivo, e non senza ragione. Non ha solo iconiche rovine ed il famoso porto del Pireo ma, grazie agli antichi scrittori, la sua storia è documentata meglio di gran parte delle altre città-stato greche dell'antichità.
Ebbe inizio come piccola comunità della civiltà micenea (circa 1700-1100 a.C.) e crebbe fino a diventare una città che - al suo picco - fu associata allo sviluppo della democrazia, della filosofia, delle scienze, della matematica, di teatro e letteratura, arte e molti altri aspetti della cultura mondiale e della civiltà, inclusi i Giochi Olimpici. La città venne data alle fiamme durante l'invasione persiana del 480 a.C., ricostruita dallo statista Pericle (495-429 a.C.), e divenne la super-potenza del mondo antico attraverso la sua formidabile forza militare e le sue ricchezze.
Fu sconfitta da Sparta dopo la Seconda Guerra del Peloponneso (413-404 a.C.) ma tornò ad assumere una significativa posizione di comando tra le città-stato anche dopo essere stata conquistata da Filippo II di Macedonia (359-336 a.C.) nel 338 a.C. a seguito della sua vittoria nella Battaglia di Cheronea. La città divenne provincia romana dopo la Battaglia di Azio nel 31 a.C. e divenne una delle città predilette da diversi imperatori romani, soprattutto da Adriano (117-138 d.C.) che contribuì stanziando fondi e fornendo progetti di edifici per abbellirla. Paolo Apostolo viene raffigurato nel Libro degli Atti mentre predica agli ateniesi; in seguito sarebbe diventata un importante centro della teologia cristiana.
Dopo la conquista ottomana della Grecia nel 1458, Atene entrò in un lungo periodo di declino che giunse alla fine solo nel XIX secolo dopo che il Paese ebbe conquistato l'indipendenza dai turchi nel 1821. Riconoscendo l'importanza del passato per l'affermazione dell'identità nazionale, il governo si concentrò sugli sforzi per restaurare e preservare i monumenti ed i templi come il Partenone, nonché i luoghi come l'agorà. Oggi, Atene è la capitale della Grecia ed uno dei centri culturali più visitati ed apprezzati al mondo.
Il Primo Insediamento e La Leggenda
Testimonianze di abitazioni umane sull'Acropoli e, più in basso, nell'area attorno all'agorà, risalgono al Periodo Neolitico, con una cultura più avanzata che si sviluppò chiaramente intorno al 5000 a.C. e, probabilmente, agli inizi del 7000 a.C. Secondo la leggenda, il Re ateniese Cecrope volle intitolare a sé la città ma gli dei, vedendo quanto fosse bella, ritennero che meritasse un nome immortale. Si tenne una sfida tra gli dei sull'Acropoli, difronte a Cecrope ed alla popolazione, per determinare quale divinità si sarebbe aggiudicata l'onore.
Poseidone colpì una roccia con il proprio tridente, e mentre l'acqua vi sgorgava, assicurò al popolo che da quel momento non avrebbe mai sofferto la siccità. Toccò quindi ad Atena che fece cadere un seme sulla terra; esso germogliò rapidamente in un albero di ulivo. Il popolo considerò l'albero di ulivo più prezioso dell'acqua (in quanto, secondo alcune versioni della storia, l'acqua era salata, così come il regno di Poseidone), ed Atena fu scelta come protettrice e la città ricevette il suo nome. Secondo lo studioso Robin Waterfield:
Questo mito potrebbe rivelare eventi storici ormai dimenticati. L'antico nome greco di Atene è un sostantivo plurale, poiché un tempo vi erano diversi villaggi che si unirono sotto gli auspici della dea Atena - ''le comunità di Atena''. Se la divinità principale di uno di questi villaggi fosse stato Poseidone, il mito rifletterebbe la sua sconfitta nei confronti di Atena. (36)
Il mito fu anche utilizzato, in seguito, per giustificare la posizione subordinata delle donne ateniesi, poiché erano state loro a scegliere il dono di Atena al posto di quello di Poseidone e - secondo questa giusificazione - per evitare l'ira di Poseidone sulla città, i nomi delle donne non venivano trascritti nei registri delle nascite come madri (veniva fornito il nome del padre della donna) ed alle donne era vietato ogni ruolo politico e diritto civile al di fuori della loro partecipazione alle attività religiose.
Dato che il suolo non era favorevole a programmi agricoli su ampia scala, Atene si convertì al commercio per il proprio sostentamento e principalmente al commercio marittimo attraverso il porto del Pireo. Il primo periodo miceneo vide la costruzione di massicci forti in tutta la Grecia, ed Atene non fece eccezione. I resti di un palazzo miceneo possono ancora oggi essere osservati sull'Acropoli. L'Iliade e l'Odissea di Omero (VIII secolo a.C.) dipingono i micenei come grandi combattenti e marinai che commercivano attraverso l'Egeo e la regione del Mediterraneo; questo divenne motivo d'orgoglio per gli ateniesi, che si consideravano diretti discendenti dei grandi eroi omerici.
Intorno al 1200 a.C. i Popoli del Mare invasero l'arcipelago greco dell'Egeo a partire dal sud mentre - simultaneamente - i dori discesero dal nord verso la Grecia continentale. Mentre i Popoli del Mare facevano incursioni in Attica (la regione continentale che circonda Atene) i dori aggirarono la città, permettendo alla cultura micenea di sopravvivere (nonostante, come nel resto della Grecia, sembra si sia registrata una regressione economica e culturale a seguito di queste invasioni durante il Collasso dell'Età del Bronzo). Gli ateniesi, in seguito, rivendicarono uno status speciale in quanto parlavano il greco ionico, invece del dorico, e si attenevano a costumi che ritenevano più antichi e quindi superiori a quelli dei loro vicini.
Solone e la Legge
I facoltosi aristocratici detenevano il potere sia sulla terra che sul governo greco, e - con il tempo - i proprietari terrieri più poveri vennero ridotti in schiavitù (o pressappoco) per via dei debiti contratti con i cittadini più ricchi. Inoltre, era percepita una mancanza di coerenza tra le altre leggi della città. La prima serie di leggi scritte per far fronte a questi problemi fu fornita dallo statista Dracone (o Draconte) intorno al 621 a.C. ma fu considerata troppo severa (la pena per gran parte delle infrazioni era la morte), e dunque il grande legislatore Solone (circa 630-560 a.C.) fu chiamato a modificarla e revisionarla. Solone, nonostante fosse egli stesso un aristocratico, creò una serie di leggi che egualizzarono il potere politico dei cittadini e, facendo ciò, fornì la base per la democrazia ateniese del 594 a.C.
Solone dedicò anche un notevole sforzo affinché la politica di Atene fosse non solo giusta ma redditizia. Legalizzò la prostituzione nell'antica Atene e tassò sia le prostitute che i bordelli. Essendo Atene un popolare e redditizio centro di commercio, molti giovani giungevano in città e richiedevano i servizi delle prostitute mentre ai giovani ateniesi, che solitamente non si sposavano prima dei 30 anni, venivano forniti i mezzi per acquisire esperienza sessuale senza correre il rischio di attirarsi l'ira del padre e dei parenti di una donna vergine attraverso il sesso pre-matrimoniale. Incoraggiando i giovani uomini a far visita alle prostitute, Solone diffuse una causa di faide sanguinarie in città, dal momento che le giovani donne di buona famiglia erano considerate intoccabili da ogni uomo eccetto da quello scelto come marito.
Dopo le dimissioni di Solone dalle cariche pubbliche, diversi capi di fazioni provarono a prendere il potere, ed il vincitore, Pisistrato (circa -528 a.C.), riconobbe il valore delle revisioni di Solone e le mantenne - in forma modificata - per tutto il suo regno di tiranno benevolo. Suo figlio, Ippia (circa 528-510 a.C.) continuò le sue politiche come co-governatore con suo fratello Ipparco (circa 528-514 a.C.) fino a che Ipparco fu assassinato per una relazione amorosa nel 514 a.C.
I Tirannicidi e La Democrazia
Ipparco era attratto da un giovane uomo chiamato Armodio, ma i suoi corteggiamenti vennero rifiutati poiché Armodio era già impegnato con un altro uomo, Aristogitone. Ipparco non accettò il rifiuto e quindi rimosse la sorella di Armodio dalla sua posizione di alta visibilità e prestigio tra le donne del culto di Atena che partecipavano alla Festa Panatenaica in onore della dea. Come nota la studiosa Sarah B. Pomeroy:
Per impedire ad una candidata di partecipare a questo evento era necessario gettare ombre sulla sua reputazione. (76)
La rimozione da parte di Ipparco della ragazza fu pari all'affermare che non fosse vergine, insultando sia lei che la sua famiglia. Armodio ed Aristogitone uccisero Ipparco durante la festa, furono in seguito catturati e giustiziati.
Dopo ciò, Ippia divenne sempre più paranoico ed imprevedibile nel suo regno, culminante con la Rivolta degli Ateniesi del 510 a.C. che fu in realtà un'azione militare di Sparta guidata dal loro re Cleomene I (circa 519-490 a.C.) invitato dagli ateniesi a liberarli da Ippia. In seguito, gli ateniesi - non volendo essere soggetti a Sparta - riscrissero la loro storia attribuendo ad Armodio e Arisogitone il ruolo di ''tirannicidi'' che avevano sferrato il primo colpo per la libertà ed il ripristino degli ideali democratici della città. In realtà, non avevano fatto nulla di ciò; il loro gesto fu una semplice vendetta ad un insulto personale.
All'indomani del colpo di Stato, e dopo aver sistemato le questioni con varie fazioni, lo statista Clistene (VI secolo a.C.) fu nominato per riformare il governo e le leggi e, intorno al 507 a.C., istituì una nuova forma di governo che oggi riconosciamo come democrazia. Clistene è considerato il ''Padre della Democrazia Ateniese'', ma questa forma di governo era significativamente differente da come intendiamo oggi la democrazia. Nella democrazia ateniese, solo gli uomini dell'alta società avevano ruoli politici, escludendo le donne, gli stranieri, e, ovviamente, i molti schiavi che costituivano una vasta parte della popolazione di Atene.
Anche così, questa nuova forma di governo coinvolgeva direttamente la popolazione nelle decisioni politiche, ed anche coloro a cui non era concesso di votare comprendevano che le decisioni venivano ora prese da una maggioranza di cittadini informati piuttosto che da un tiranno. La democrazia ateniese avrebbe fornito la stabilità necessaria a rendere Atene il centro culturale ed intellettuale del mondo antico; una reputazione che perdura anche nell'era moderna. Waterfield così commenta:
L'orgoglio derivante da un diffuso coinvolgimento nella vita pubblica diede agli ateniesi l'energia per sviluppare la loro città sia all'interno che in rapporto ai loro vicini. (62)
Credendosi discendenti dei grandi eroi, e di avere tra di loro eroi come i tirannicidi, gli ateniesi compresero di avere la migliore forma di governo che avrebbero dovuto incoraggiare anche altrove; decisero quindi di incitare alla rivolta le comunità greche dell'Asia Minore, a quei tempi sotto il controllo dell'Impero Persiano Achemenide (circa 550-330 a.C.).
Le Guerre Persiane
L'Impero Persiano a quei tempi era guidato dall'imperatore Dario I (il Grande, 522-486 a.C.) che sedò in fretta la rivolta ed inviò un contingente contro Atene. I persiani furono sconfitti nella Battaglia di Maratona nel 490 a.C., perdendo oltre 6.000 uomini a causa delle brillanti tattiche del generale ateniese Milziade (554-489 a.C.) le cui perdite furono di soli 192 soldati. L'esercito persiano era considerato invincibile a quei tempi e questa vittoria non fece che accrescere la già alta considerazione che gli ateniesi avevano di loro stessi.
Nel 480 a.C., tuttavia, il figlio di Dario I e suo successore, Serse I (486-465 a.C.) reclutò il più grande esercito mai chiamato a raccolta fino a quel momento e lanciò un'invasione della Grecia, con Atene come primo obiettivo, per vendicare l'insulto ricevuto da suo padre. Le sue forze furono trattenute alle Termopili dal re spartano Leonida (-480 a.C.) ed i suoi famosi 300 guerrieri ma, dopo averli sconfitti ed uccisi, la Grecia rimase esposta alla conquista.
La marina persiana fu tuttavia sconfitta dalle forze a guida ateniese nella Battaglia di Salamina, quando il generale ateniese Temistocle (524-460 a.C.) li superò in astuzia e forza, e questa sconfitta fu seguita dalle battaglie terrestri di Platea e Micale nel 479 a.C. che scacciarono i persiani dalla Grecia e consacrarono Atene a super-potenza. Waterfield nota:
Questo fu il momento migliore di Atene. Temistocle fu riconosciuto come salvatore della Grecia, e la città sventolava chiaramente il vessillo del panellenismo, sia esprimendo ciò che era comune a tutti i greci che continuando la lotta contro i persiani. Da origini oscure, una città piccola ed impoverita era salita al potere ed alla ribalta. (72)
Sotto Pericle, Atene formò la Lega di Delo, evidentemente per creare una coesa rete greca tra le città-stato al fine di scongiurare ulteriori attacchi persiani. Le altre città-stato versavano del denaro nelle casse della Lega di Delo ed Atene, in cambio, si impegnava a proteggerle dai persiani. Pericle utilizzò i proventi della lega per abbellire e fortificare Atene e, sotto il suo controllo, la città divenne così potente che l'Impero Ateniese potè effettivamente dettare le leggi, i costumi, ed i commerci di tutti i suoi vicini in Attica e nelle isole dell'Egeo.
L'Età dell'Oro
Sotto Pericle, Atene entrò nella sua età dell'oro e grandi pensatori, scrittori ed artisti prosperarono nella città. Erodoto (circa 484-425/423 a.C.), il ''padre della storia'', visse e scrisse ad Atene. Socrate (circa 470/469-399 a.C.), il ''padre della filosofia'', insegnò nella piazza del mercato. Ippocrate (circa 460-370 a.C.), il ''padre della medicina'', vi praticò. Fidia (480-430 a.C.) creò le sue grandi opere di scultura greca per il Partenone sull'Acropoli e la Statua di Zeus ad Olimpia, una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico.
Democrito (circa 560-370 a.C.) immaginò un universo atomico. Eschilo (circa 525-456 a.C.), Euripide (circa 484-407 a.C.), Aristofane (circa 460-380 a.C.) e Sofocle (496-406 a.C.) resero famoso il teatro greco, sia la commedia che la tragedia, ed il poeta lirico Pindaro (circa 518-448 a.C.), un'altra importante figura della letteratura greca, scrisse le sue Odi. Quest'eredità continuerà con Platone (424/423-348/347 a.C.), che fonderà la sua Accademia fuori le mura di Atene nel 385 a.C. e, poi, con Aristotele (384-322 a.C.) che stabilirà la sua scuola del Liceo nel centro della città.
La potenza dell'Impero Ateniese incoraggiò nei politici dell'epoca un'arroganza che divenne intollerabile per i vicini. Quando Atene inviò truppe a Sparta per aiutarla a sedare la ribellione degli iloti, gli spartani rifiutarono il gesto e rispedirono le forze ateniesi indietro con disonore, provocando così una guerra che già si stava preparando da tempo. In seguito, quando Atene inviò la propria flotta per aiutare la difesa della sua alleata Corcira (Corfu) contro l'invasione corinzia durante la Battaglia di Sibota nel 433 a.C., la loro azione fu interpretata da Sparta come un'aggressione anziché un'assistenza, essendo Corinto alleata di Sparta.
Conclusioni
La Prima Guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) tra Atene e Sparta (sebbene avesse coinvolto direttamente o indirettamente tutta la Grecia) si concluse con una tregua tra le parti, ma Atene fu sconfitta nella Seconda Guerra del Peloponneso e cadde dall'alto del suo potere. L'impero e le ricchezze della città erano perduti, le mura distrutte, e solo la reputazione di grande sede dell'apprendimento, della filosofia e della cultura greche impedì il saccheggio della città e la riduzione in schiavitù della popolazione. Atene lottò per liberarsi da questa condizione di stato assoggettato, e con un certo successo, fino a che non fu sconfitta nel 338 a.C. dalle forze macedoni di Filippo II a Cheronea.
Atene fu quindi soggetta al dominio macedone fino alla loro sconfitta contro i romani nel 197 a.C. nella Battaglia di Cinocefale dopo cui la Grecia fu metodicamente conquistata dall'Impero Romano. Fu un tributo alla duratura reputazione di Atene come centro culturale che il generale romano Silla - che saccheggiò la città nell'87-86 a.C., massacrò la popolazione, distrusse l'agorà e bruciò il porto del Pireo - abbia sempre sostenuto la sua innocenza, affermando di aver ordinato ai propri uomini di trattare bene la città e che questi semplicemente non lo avevano ascoltato.
Secondo il Libro biblico degli Atti, San Paolo predicò agli ateniesi sull'Aeropago (la collina di Marte), lodando il loro interesse verso la religione e raccontando loro del nuovo dio Gesù Cristo. Dopo l'ascesa del Cristianesimo a seguito della sua adozione da parte dell'Impero Romano, Atene divenne un importante centro per la nuova fede e, nel VI secolo d.C., le scuole pagane furono chiuse ed i templi distrutti o convertiti in chiese.
La città fu saccheggiata da un certo numero di cosiddette ''tribù barbariche'' dalla Tarda Antichità fino al Medioevo, quando, dopo la Quarta Crociata (1202-1204), si costituì come Stato Crociato del Ducato di Atene (1205-1458). Atene se la cavò bene durante questo periodo finché fu conquistata dall'Impero Ottomano nel 1458. I turchi ottomani non ebbero alcun rispetto per l'antica città, che sotto il loro controllo subì un costante declino.
Dopo che la Grecia ebbe ottenuto la sua indipendenza dai turchi nel 1821, Atene tornò a prosperare come aveva già fatto molte volte nel passato. Gli sforzi per il restauro e la preservazione divennero una priorità del nuovo governo, e la città fu riportata alle sembianze della sua anctica grandiosità. Ancora oggi, il nome di Atene evoca immagini del mondo classico e delle vette della creatività intellettuale e poetica, mentre il Partenone sull'Acropoli continua a simboleggiare l'età dell'oro dell'antica Grecia ed il meglio di ciò che essa rappresentava.