Antica Siria

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Joshua J. Mark
da , tradotto da Giuseppe E. Bertagna
pubblicato il 17 giugno 2014
Disponibile in altre lingue: Inglese, Arabo, Francese, Turco
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Palmyra, Syria (by Erik Hermans, CC BY-NC-SA)
Palmira, Siria
Erik Hermans (CC BY-NC-SA)

La Siria è una regione situata in Medio Oriente lungo la costa del Mediterraneo e confina, da nord a ovest, con Turchia, Iraq, Giordania, Israele e Libano. È una delle più antiche regioni abitate del mondo, con reperti archeologici che datano il primo insediamento umano a circa 700’000 anni fa. La grotta di Dederiyeh, vicino ad Aleppo, ha prodotto una serie di reperti significativi, come delle ossa, che collocherebbero l’insediamento di Neanderthal nella regione in quel periodo e mostrano un’occupazione continua dell’area per un periodo sostanziale.

Le prime tracce di esseri umani moderni appaiono circa 100’000 anni fa, come suggerito da ritrovamenti di scheletri umani, ceramiche e utensili grezzi. Sembra che ci siano state migrazioni di massa in tutta la regione che hanno avuto un impatto sulle varie comunità ma, dato che non ci sono registrazioni scritte del periodo, non si sa perché siano avvenute e se sono avvenute. Queste migrazioni sono suggerite da reperti archeologici in tutta la regione che mostrano cambiamenti significativi nella fabbricazione di ceramiche e utensili trovati in varie aree. Comunque, questi sviluppi potrebbero essere facilmente spiegati dallo scambio culturale tra le tribù della regione o semplicemente da paragonabili sviluppi nel processo di manifattura piuttosto che da migrazioni su larga scala. Lo storico Wolfram von Soden riferisce che,

Gli studiosi hanno cercato di dedurre sviluppi particolarmente importanti, per esempio le migrazioni di popoli, dai cambiamenti culturali che si possono leggere nei resti archeologici, in particolare nei materiali in ceramica...Eppure ci possono essere frequenti e sostanziali cambiamenti nello stile ceramico, anche se non è subentrato alcun altro popolo. (13)

Si pensa che il cambiamento climatico nell’area, circa 15’000 anni fa, possa aver influenzato gli esseri umani ad abbandonare lo stile di vita da cacciatori-raccoglitori e iniziare uno stile di vita agricolo o che le tribù migranti abbiano introdotto l’agricoltura in diverse regioni. von Soden scrive: “Definiamo ‘preistoriche’ quelle epoche in cui nulla era ancora stato scritto, senza per questo presumere che eventi di grande importanza non avessero ancora avuto luogo” (13) L’importanza della teoria della migrazione di massa è che spiega come l’agricoltura sia diventata così diffusa nella regione, ma rimane che questa teoria è lungi dall’essere provata. È chiaro, comunque, che una civiltà agraria stava già prosperando nella regione prima dell’addomesticamento degli animali intorno al 10’000 a.C.

LA SIRIA ERA UN’IMPORTANTE REGIONE COMMERCIALE CON PORTI SUL MEDITERRANEO, APPREZZATA DA UNA SUCCESSIONE DI IMPERI MESOPOTAMICI.

Il nome e gli inizi storici

Nella sua prima storia scritta, la regione era conosciuta come Eber-Nari (“al di là del fiume”) dai mesopotamici e comprendeva l’odierna Siria, il Libano e Israele (collettivamente noti come il Levante). Eber-Nari è menzionato nei libri biblici di Esdra e Neemia, così come nei rapporti degli scribi dei re assiri e persiani. Alcuni ricercatori propongono che il nome moderno di Siria derivi dall’abitudine di Erodoto di fare riferimento a tutta la Mesopotamia con l’appellativo ‘Assiria’ e, dopo la caduta dell’impero assiro nel 612 a.C., la parte occidentale continuò a essere chiamata ‘Assiria’ fino a dopo l’impero seleucide quando si iniziò a definirla ‘Siria’. Questa teoria è stata contestata dall’affermazione che il nome derivi dall’ebraico, e la popolazione indigena era chiamata ‘Suri’ dagli ebrei a causa dell’armatura metallica dei loro soldati (‘siryon’ significa armatura, in particolare cotta di maglia, in ebraico). C’è anche la teoria che ‘Siria’ derivi dal nome sidone del monte Hermon - ‘Siryon’ - che separava le regioni del nord dell’Eber-Nari e del sud della Fenicia (il moderno Libano, di cui Sidone faceva parte), ed è stato anche suggerito che il nome derivi dal sumero ‘Saria’, che era il loro nome per il monte Hermon. Poiché le denominazioni ‘Siryon’ e ‘Saria’ non sarebbero state note a Erodoto, e poiché le sue Storie ebbero un enorme impatto sugli scrittori successivi nell’antichità, è più probabile che il nome moderno ‘Siria’ derivi da ‘Assiria’ (che deriva dall’accadico ‘Ashur‘ che designava la divinità principale degli assiri) e non dalle parole ebraiche, sidoni o sumere.

I primi insediamenti nella zona, come per esempio quello del Tell Brak, risalgono almeno al 6000 a.C. È stato a lungo ritenuto che la civiltà sia iniziata nella Mesopotamia meridionale, nella regione di Sumer, per poi diffondersi verso nord. Gli scavi a Tell Brak hanno tuttavia messo in discussione questa interpretazione, e gli studiosi sono divisi sul fatto che la civiltà abbia effettivamente avuto i suoi inizi nel settentrione o se ci possano essere stati sviluppi simultanei in entrambe le aree della Mesopotamia. L’affermazione che, a detta dello studioso Samuel Noah Kramer, “la storia inizia a Sumer” è ancora la più accettata per la certezza della presenza della cosiddetta cultura di Ubaid nella Mesopotamia meridionale prima del sorgere di comunità nel nord come Tell Brak. Questo dibattito continuerà fino a quando non verranno alla luce prove più incisive di un precedente sviluppo settentrionale; attualmente, entrambi gli argomenti propongono ciò che sembra essere una prova conclusiva per le loro rispettive affermazioni. Fino alla scoperta di Tell Brak (scavata per la prima volta da Max Mallowan nel 1937/1938), non c’erano dubbi sulle origini della civiltà in Mesopotamia, ed è ben possibile che i futuri ritrovamenti nei paesi moderni che un tempo erano la Mesopotamia aiutino a definire questo dibattito, anche se le prove dell’inizio della civiltà a Sumer sembrano al momento molto più sostanziali.

Palmyra Castle
Castello di Palmira
djtomic (CC BY-NC-SA)

Le due città più importanti dell’antica Siria erano Mari ed Ebla, entrambe fondate dopo le città di Sumer (Mari nel V e Ebla nel III millennio a.C.) ed entrambe utilizzavano la scrittura sumera, adoravano le divinità sumere e vestivano secondo la moda sumera. Entrambi questi centri urbani erano depositari di vaste collezioni di tavolette cuneiformi, scritte in accadico e sumero, che tracciavano la storia, la vita quotidiana e le transazioni commerciali del popolo e includevano lettere personali. Con gli scavi del 1974 a Ebla si scoprì che il palazzo era stato bruciato e, come per la famosa biblioteca di Ashurbanipal a Ninive, il fuoco cosse le tavolette di argilla garantendone la conservazione. A Mari, dopo la sua distruzione da parte di Hammurabi di Babilonia nel 1759 a.C., le tavolette furono sepolte sotto le macerie e rimasero intatte fino alla loro scoperta nel 1930 a.C. Insieme, le tavolette di Mari ed Ebla hanno fornito agli archeologi una comprensione relativamente completa della vita in Mesopotamia nel terzo millennio a.C.

La Siria e gli imperi della Mesopotamia

Entrambe le città furono fondate intorno al 4000-3000 a.C. ed erano importanti centri commerciali e culturali dal 2500 a.C. Sargon il Grande (2334-2279 a.C.) conquistò la regione e la assorbì nel suo impero accadico. Se Sargon, suo nipote Naram-Sin o gli eblaiti stessi abbiano distrutto per primi le città durante la conquista accadica è una questione di dibattito che continua da alcuni decenni, ma entrambe le città hanno subito danni significativi durante il periodo dell’impero di Accad (Akkad) e sono risorte sotto il controllo degli amorrei dopo che l’impero accadico era caduto nel secondo millennio a.C. Fu in questo periodo che la Siria divenne nota come la terra di amurru (amorrei). Gli amorrei avrebbero continuato a dichiarare d’essere proprietari di quella terra e a fare incursioni nel resto della Mesopotamia per tutta la sua storia, ma anche la regione della Siria sarebbe stata continuamente strappata al loro controllo. Poiché era riconosciuta come un’importante regione commerciale con porti sul Mediterraneo, fu ricercata da una successione di imperi mesopotamici. Il regno hurrita di Mittani (1475-1275 a.C. circa) si impadronì per primo della zona e costruì (o ricostruì) la città di Washukanni elevandola a capitale. Furono conquistati dagli ittiti sotto il regno del re ittita Suppiluliuma I (1344-1322 a.C.) che pose i governanti ittiti sul trono di Mitanni.

Map of Mesopotamia, 2000-1600 BCE
Cartina della Mesopotamia, 2000-1600 a.C.
P L Kessler (Copyright)

L’Egitto aveva da tempo rapporti commerciali con la Siria (i reperti archeologici di Ebla confermano il commercio con l’Egitto già nel 3000 a.C.) e aveva combattuto una serie di battaglie con gli ittiti per il controllo della regione e l’accesso alle rotte commerciali e ai porti. Suppiluliuma I aveva preso la Siria prima della conquista dei Mitanni e, da quelle sue basi, fece incursioni lungo la costa in tutto il Levante, minacciando i confini dell’Egitto. Poiché le forze ittite ed egiziane erano di pari forza, nessuna delle due riuscì ad avere la meglio fino alla morte di Suppiluliuma I e del suo successore Mursilli II, e i re che vennero dopo di loro non riuscirono a mantenere lo stesso livello di controllo.

LA FAMOSA BATTAGLIA DI QADESH NEL 1274 A.C., TRA GLI EGIZIANI E GLI ITTITI SUL posto di COMMERCIo DI KADESH IN SIRIA, FU UN PAREGGIO.

La famosa battaglia di Qadesh del 1274 a.C., che contrappose gli egiziani e gli ittiti per il posto di commercio di Qadesh in Siria, fini in un pareggio. Anche se entrambe le parti rivendicarono la vittoria, nessuna raggiunse il proprio obiettivo, e questo fu molto probabilmente notato dall’altra potenza che stava crescendo nella regione: gli assiri. Il re assiro Adad-nirari I (1307-1275 a.C.) aveva già cacciato gli ittiti dalla regione precedentemente posseduta dai Mitanni e il suo successore, Tukulti-Ninurta I (1244-1208 a.C.) sconfisse decisamente le forze ittite nella battaglia di Nihriya intorno al 1245 a.C. Dopo la caduta degli ittiti gli amorrei cercarono di affermare il loro controllo, guadagnando e perdendo terreno nei confronti degli assiri nei secoli successivi, finché l’impero Medio Assiro salì al potere, conquistò la regione e la stabilizzò. Questa stabilità politica fu sconvolta dalle invasioni dei popoli del mare e dal crollo dell’età del bronzo intorno al 1200 a.C., e le regioni mesopotamiche passarono di mano con diverse forze d’invasione (come la conquista elamita di Ur nel 1750 a.C. che mise fine alla cultura sumera). Questa instabilità della regione continuò fino a quando gli assiri ottennero la supremazia con l’ascesa dell’impero neo-assiro sotto il re Adad-nirari II (912-891 a.C.). Gli assiri espansero il loro impero in tutta la regione, scendendo il Levante e, infine, controllarono l’Egitto stesso.

Dopo la caduta dell’impero assiro nel 612 a.C., Babilonia assunse il controllo della regione ed esercitò il controllo a nord e a sud della loro città, conquistando la Siria e distruggendo Mari. Lo storico Paul Kriwaczek scrive come, dopo la conquista dell’Assiria da parte di Babilonia, “la metà occidentale del dominio assiro era ancora chiamata provincia di Assiria - più tardi, avendo perso la vocale iniziale, Siria. L’impero persiano mantenne lo stesso nome, così come l’impero di Alessandro e il suo successore, lo stato seleucide, così come l’impero romano che ne fu l’erede” (207). In questo periodo gli aramei erano la maggioranza in Siria e il loro alfabeto, che era stato adottato dal re assiro Tiglat-Pileser III per sostituire l’accadico nell’impero, ha fornito la storia scritta della regione. Prima di questi avvenimenti i fenici avevano occupato le regioni costiere della Siria e il loro alfabeto, che si era fuso con quello degli aramei (insieme a parole in prestito dall’accadico), divenne la scrittura ereditata dai greci.

Flood Tablet of the Epic of Gilgamesh
Tavoletta del diluvio dell'Epopea di Gilgamesh
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

La Siria e la Bibbia

Babilonia controllava la regione dal 605-549 a.C. fino alla conquista persiana e all’ascesa dell’impero achemenide (549-330 a.C.). Alessandro Magno conquistò la Siria nel 332 a.C., e dopo la sua morte nel 323 a.C., la regione era governata dall’impero seleucide. La prossima grande potenza era quella partica fino a che, indebolito dai ripetuti attacchi degli sciti, l’impero cadde. Nell’83 a.C. Tigrane il Grande (140-55 a.C.) d’Armenia in Anatolia fu accolto dal popolo siro come liberatore. Egli controllò la regione come parte del proprio regno fino a che Gneo Pompeo Magno non fece deporre Antioco nel 64 a.C. per annettere la Siria come provincia romana. Fu completamente conquistata dall’impero romano nel 115/116 d.C. Gli amorrei, gli aramei e gli assiri costituivano la maggior parte della popolazione in questo periodo ed ebbero un impatto significativo sulle tradizioni religiose e storiche del Vicino Oriente. Lo storico Kriwaczek, citando il lavoro dell’assiriologo professor Henry Saggs, scrive:

Quando l’opportunità lo permetteva, i discendenti dei contadini assiri costruivano nuovi villaggi sopra le vecchie città e continuavano la vita agricola, ricordando le tradizioni delle città precedenti. Dopo sette o otto secoli e dopo varie vicissitudini, questo popolo divenne cristiano. Questi cristiani, e le comunità ebraiche sparse tra loro, non solo mantennero viva la memoria dei loro predecessori assiri, ma la combinarono con le tradizioni della Bibbia. La Bibbia, infatti, venne ad essere un potente fattore nel mantenere viva la memoria dell’Assiria. (207-208)

Lo storico Bertrand Lafont, tra gli altri, ha notato i “paralleli che sono talvolta evidenti tra il contenuto delle tavolette a Mari e le fonti bibliche” (Bottero, 140). Dopo la scoperta nel XIX secolo CE di gran parte dell’antica Mesopotamia e il ritrovamento nel XX secolo delle tavolette a Ebla, Kriwaczek, Bottero e molti altri studiosi e storici più anziani, hanno ripetutamente scritto sull’influenza diretta della storia mesopotamica sulle narrazioni bibliche. Non c’è dubbio, dunque, che storie popolari come la caduta dell’uomo, Caino e Abele, il grande diluvio e molti altri racconti della Bibbia hanno riscontro nei miti mesopotamici. Si dilegua anche ogni dubbio che il modello dell’adorazione monoteistica illustrata nella Bibbia esistesse già anticamente in Mesopotamia attraverso il culto del dio Assur. Questa idea di una divinità unica e onnipotente sarebbe una delle ragioni per l’ipotesi (contestata) che gli assiri fossero stati i primi ad accettare il cristianesimo e a fondare un regno cristiano: perché avevano già familiarità con l’idea di un dio onnipresente e trascendente che poteva manifestarsi sulla terra in un’altra forma. Kriwaczek chiarisce questo scrivendo:

Questo non significa che gli ebrei abbiano preso in prestito la nozione di un unico Dio onnipotente e onnipresente dai predecessori assiri. Solo che la loro nuova teologia era lontana da un movimento religioso assolutamente rivoluzionario e senza precedenti. La tradizione giudeo-cristiana-islamica che ebbe inizio in Terra Santa non fu una rottura totale con il passato, ma crebbe dalle idee religiose che avevano già preso piede nella Mesopotamia settentrionale della tarda età del bronzo e della prima età del ferro, la visione del mondo del regno assiro, che avrebbe diffuso la sua fede e il suo potere in tutta l’Asia occidentale nel corso dei secoli successivi. (231)

Questa eredità era detenuta dal popolo della Siria che, si sostiene, potrebbe aver influenzato le rappresentazioni di re, battaglie ed eventi registrati nell’Antico Testamento e persino la visione del dio risorto nel Nuovo Testamento. Saulo di Tarso, che sarebbe poi diventato l’apostolo Paolo e poi San Paolo, era un cittadino romano di Tarso in Siria che sosteneva di aver visto in visione Gesù mentre era in viaggio verso Damasco (anche lui in Siria). Il primo grande centro della cristianità sorse in Siria, ad Antiochia, e le prime missioni evangeliche furono avviate da quella città. Studiosi come Hyam Maccoby (e, in precedenza, Heinrich Graetz nella sua Storia degli Ebrei) hanno suggerito che l’apostolo Paolo sintetizzò il giudaismo e le religioni misteriche mesopotamiche - in particolare assire - per creare la religione che divenne nota come cristianesimo. Se si accettano queste affermazioni, allora il panbabilonismo (il punto di vista storico secondo cui la Bibbia deriva da fonti mesopotamiche) deve la sua esistenza al popolo della Siria, che avrebbe contribuito alla diffusione della cultura mesopotamica.

Citadel of Aleppo
Citadella di Aleppo
Memorino (CC BY-SA)

Roma, l’impero bizantino e l’Islam

La Siria fu un’importante provincia della Repubblica Romana e, più tardi, dell’impero romano, Sia Giulio Cesare che Gneo Pompeo Magno aspiravano alla regione e, dopo l’ascesa dell’impero, fu considerata una delle regioni più essenziali grazie alle sue rotte commerciali e ai porti sul Mar Mediterraneo. Nella prima guerra giudaica del 66-73 d.C., le truppe siriane ebbero un ruolo decisivo nella battaglia di Beth Horon (66 d.C.), dove caddero in un’imboscata delle forze ribelli giudee e furono massacrate. I guerrieri siriani erano molto stimati dai romani per la loro abilità, coraggio ed efficacia in battaglia, e la perdita di una legione convinse Roma della necessità di inviare l’intera forza dell’esercito romano contro i ribelli della Giudea. La ribellione fu brutalmente sedata da Tito nel 73 d.C. con enormi perdite di vite umane. La fanteria siriana fu anche coinvolta nel sedare la rivolta di Bar Kokhba in Giudea (132-136 d.C.) dopo la quale l’imperatore Adriano esiliò gli ebrei dalla regione e la ribattezzò Syria Palaestina dal nome dei tradizionali nemici del popolo ebraico.

Tre imperatori successivi erano siriani di nascita: Eliogabalo (o anche Elagabalo) (regnò dal 218 al 222 d.C.), Alessandro Severo (regnò dal 222 al 235 d.C.) e Filippo l’Arabo (244-249 d.C.). L’imperatore Flavio Claudio Giuliano (361-363 d.C.), l’ultimo imperatore non cristiano di Roma, prestò particolare attenzione ad Antiochia come centro cristiano e cercò, senza successo, di placare le lotte religiose tra pagani e cristiani nella regione che aveva, inconsapevolmente, favorito. Dopo la caduta dell’impero romano d’Occidente, la Siria fece parte dell’impero Orientale, o Bizantino, e continuò ad essere un importante centro di scambi e commercio. Nel VII secolo d.C. l’Islam cominciò a diffondersi nella regione attraverso le conquiste arabe e, nel 637 d.C., i musulmani sconfissero gli eserciti dell’impero bizantino nella battaglia del ponte di ferro sul fiume Oronte in Siria. Questa fu la battaglia decisiva tra i bizantini e i musulmani e, dopo la caduta e la cattura di Antiochia, la Siria fu assorbita dal califfato Rashidun.

Umayyad Conquest, 7th & 8th Centuries CE
Conquista omayyade, VII e IIX secolo d.C.
Romain0 (Public Domain)

La maggioranza della popolazione all’inizio era relativamente insensibile al cambiamento di governo dai bizantini ai musulmani. I conquistatori musulmani mantennero una tolleranza per le altre fedi e permisero di continuare a praticare il cristianesimo. Ai non musulmani non era permesso di servire nell’esercito del Rashidun. Poiché l’esercito offriva un impiego costante, una maggioranza della popolazione potrebbe essersi convertita all’Islam semplicemente per procurarsi un lavoro. Questa teoria è stata contestata, ma ci fu una costante conversione della maggioranza della popolazione all’Islam. L’impero islamico si diffuse rapidamente in tutta la regione e Damasco ne divenne la capitale, con conseguente prosperità senza precedenti per tutta la Siria che a quel tempo era stata divisa in quattro province per facilitare il governo. La dinastia degli Omayyadi fu capovolta da un’altra fazione musulmana, gli abbasidi, nel 750 d.C. e la capitale fu allora spostata da Damasco a Baghdad, causando un declino economico in tutta la regione. L’arabo fu proclamato lingua ufficiale della regione della Siria, e l’aramaico e il greco caddero in disuso.

Il nuovo governo musulmano era impegnato in affari in tutto l’impero, e le città della regione della Siria subirono un deterioramento. Le rovine e le città romane, ancora esistenti ai giorni nostri, furono abbandonate mentre le dighe deviavano l’acqua dalle comunità precedentemente vitali. L’antica regione di Eber-Nari era ormai diventata la Siria musulmana, e la gente avrebbe continuato a subire le forze di invasione di vari signori della guerra e fazioni politiche che lottavano per il controllo delle risorse della regione nei secoli successivi, senza riguardo per l’impressionante storia della terra, la conservazione di quella storia e di quelle risorse, o la popolazione che ci viveva; una situazione che continua a disturbare la regione, in varie forme, anche ai giorni nostri.

Info traduttore

Giuseppe E. Bertagna
Owner of the translation agency GEB Traduzioni which provides services in localization and translation of various languages.

Info autore

Joshua J. Mark
Scrittore freelance ed ex Professore part-time di Filosofia presso il Marist College (New York), Joshua J. Mark ha vissuto in Grecia ed in Germania, ed ha viaggiato in Egitto. Ha insegnato storia, scrittura, letteratura e filosofia all'Università.

Cita questo lavoro

Stile APA

Mark, J. J. (2014, giugno 17). Antica Siria [Ancient Syria]. (G. E. Bertagna, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-390/antica-siria/

Stile CHICAGO

Mark, Joshua J.. "Antica Siria." Tradotto da Giuseppe E. Bertagna. World History Encyclopedia. Modificato il giugno 17, 2014. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-390/antica-siria/.

Stile MLA

Mark, Joshua J.. "Antica Siria." Tradotto da Giuseppe E. Bertagna. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 17 giu 2014. Web. 26 dic 2024.