Cristianesimo

Definizione

Rebecca Denova
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 22 marzo 2022
Disponibile in altre lingue: Inglese, Arabo, Francese, Polacco, Portoghese, Spagnolo, Turco
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The Last Supper (by Escarlati, Public Domain)
L'Ultima Cena
Escarlati (Public Domain)

Il cristianesimo, con i suoi 2,8 miliardi di seguaci, è la religione più diffusa al mondo. È considerata una delle tre religioni abramitiche o monoteistiche della tradizione occidentale, insieme all'ebraismo e all'islam. Il termine "cristiano" deriva dal greco christos, traduzione della parola ebraica messiah, che vuol dire "unto" o "consacrato". I christianoi, cioè i "seguaci di Cristo", divennero coloro che seguirono gli insegnamenti di Gesù di Nazareth durante il I secolo in Israele, e che lo riconobbero come il messia predicato dai profeti.

Il cristianesimo mescolò le credenze dell'ebraismo antico con elementi della cultura dominante dell'Impero romano. La Bibbia cristiana combinò le scritture ebraiche, che andarono a formare il Vecchio Testamento, con il Nuovo Testamento, che comprendeva i Vangeli, le lettere di Paolo e l'Apocalisse. Questo articolo indaga le origini del movimento che alla fine diventò una religione indipendente.

Antecedenti nell'ebraismo antico

L'ebraismo antico condivideva molti elementi con le visioni religiose di altre culture. Era presenta la credenza secondo la quale i cieli contenessero una parte dei poteri divini in grado di influenzare direttamente la vita quotidiana. Quello che distingueva gli antichi ebrei dai loro vicini era che il Dio di Israele gli avesse ordinato di compiere offerte sacrificali solo per lui; "adorazione" in questo senso significava fare sacrifici. Gli ebrei avevano dei tratti etnici distintivi: la circoncisione, le loro leggi alimentari e l'osservanza dello Shabbat, cioè la sospensione del lavoro ogni settimo giorno. Essi credevano che un loro antico patriarca, Mosè, avesse ricevuto un codice di leggi direttamente da Dio per organizzare gli ebrei in una nazione. Sotto l'egida dei re Davide e Salomone, che edificò il Tempio di Gerusalemme tra il 1000 e il 920 a.C., gli ebrei costruirono un regno nella regione di Canaan (un territorio che comprendeva, all'incirca, il territorio attuale di Libano, Palestina, parte della Siria, Giordania e Israele).

I PROFETI DI ISRAELE AFFERMAVANO CHE, ALLA FINE DEI GIORNI, DIO AVREBBE INNALZATO UN MESSIA E CHE ALCUNI GENTILI SI SAREBBERO CONVERTITI PER ADORARE IL DIO DI ISRAELE.

Gli ebrei subirono numerosi disastri nel corso dei secoli. L'Impero assiro conquistò e distrusse il Regno del Nord di Israele nel 722 a.C., a cui seguì la distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte dell'Impero neobabilonese nel 587 a.C. I profeti di Israele (oracoli) razionalizzarono il disastro affermando che Dio li aveva puniti perché avevano integrato l'idolatria nella propria terra. Tuttavia, essi offrirono un messaggio di speranza: in futuro, alla fine dei giorni, Dio sarebbe intervenuto ancora una volta nella storia umana. In quel momento, Dio avrebbe innalzato un messia proveniente dalla stirpe di re Davide e alcuni gentili (cioè, non ebrei) si sarebbero convertiti per adorare il Dio di Israele. Ci sarebbe stata una battaglia finale tra le nazioni, Israele avrebbe recuperato la sua gloria passata diventando un modello per il resto del mondo in quanto Nazione di giusti e il loro Dio si sarebbe elevato su tutti gli altri.

Le occupazioni dei greci e dei romani

Nel I secolo a.C., gli ebrei erano sotto il dominio dell'Impero seleucide. Il re Antioco Epifane, che governò dal 175 al 164 a.C., proibì le tradizioni ebraiche e ordinò agli ebrei di compiere sacrifici alle divinità della religione greca. Gli ebrei, sotto il comando della famiglia degli Asmonei, si sollevarono in quella che sarà ricordata come la "Rivolta maccabea", con la quale alla fine ottennero l'indipendenza. Come scritto nel Libro dei Maccabei, le loro sofferenze introdussero due nuovi concetti dell'ebraismo:

  1. l'idea di martire ("testimone"), cioè qualcuno che muore per le sue credenze
  2. la convinzione che tutti i martiri saranno ricompensati istantaneamente con la resurrezione

Roma conquistò la Giudea nel 63 a.C. Le diverse sette ebraiche, come i Farisei, i Sadducei, gli Esseni e gli Zeloti, risposero all'occupazione in modi differenti. Questi gruppi avevano in comune le basi della tradizione, ma la pensavano diversamente su come rispondere al nuovo oppressore romano e alla sua dominante cultura.

Durante il I secolo d.C. molti candidati al ruolo di messia tentarono di fomentare la ribellione parlando alle folle che si radunavano in occasione delle feste. La risposta tipica dei romani era di uccidere il capo e tutti i seguaci che riuscivano a trovare. Sostenere un regno che non fosse Roma equivaleva a commettere tradimento, che veniva punito con la crocifissione.

Gesù di Nazareth

Un predicatore itinerante proveniente da Nazareth, Gesù, divenne il centro di una setta di ebrei che si erano riuniti per ascoltare i suoi sermoni nella regione della Galilea. In linea con le parole dei profeti di Israele, dichiarò che il regno da loro vaticinato era imminente, e che Dio sarebbe intervenuto a breve per dare giustizia a tutti. Selezionò dodici discepoli ("allievi") come simbolo delle dodici tribù di Israele. Secondo i vangeli, cioè le storie sulla vita di Gesù scritte tra il 70 e il 100 d.C., egli divenne famosi per aver compiuto dei miracoli. I suoi seguaci lo identificarono con la figura del messia.

Calling of the Apostles by Domenico Ghirlandaio
"Vocazione dei primi apostoli", di Domenico Ghirlandaio
Perledarte (CC BY-NC)

I vangeli parlano di un viaggio a Gerusalemme durante la festa di Pesach, cioè la Pasqua ebraica, tra il 30 e il 33 d.C., durante il quale Gesù fu processato dal Sinedrio, l'organo legislativo e giudiziario della città, perché, secondo quanto si diceva, stava predicando contro le pratiche del Tempio. Dopo essere stato condannato fu consegnato al prefetto romano Ponzio Pilato, che lo crocifisse per aver affermato di essere il re dei Giudei. Il processo e la crocifissione di Gesù di Nazareth alla fine divennero parte della liturgia cristiana e dei rituali della Chiesa, che mette in atto la rievocazione di questi eventi ogni anno, durante la Settimana Santa.

Questa setta di ebrei era diversa dalle altre per quanto riguarda le affermazioni messianiche di Gesù; nonostante fosse stato ucciso, sarebbe risorto la domenica seguente la sua morte. Secondo l'evangelista Luca, il suo corpo ascese al cielo. La differenza tra questa particolare setta e le altre era l'insegnamento secondo cui chi seguiva Gesù avrebbe beneficiato della resurrezione dalla morte.

Gli evangelisti dovettero anche fronteggiare il fatto che, nonostante Gesù fosse sulla Terra, il regno di Dio non si era realizzato. I primi seguaci concepirono l'idea della parusìa, cioè della "seconda venuta", secondo cui Gesù sarebbe tornato sulla Terra in futuro, e allora si sarebbero compiute le predizioni dei profeti. I moderni cristiani ancora attendono il ritorno di Cristo.

La conversione dei gentili

IL RITUALE DI AMMISSIONE ERA IL BATTESIMO, UNA CERIMONIA ACQUATICA CHE SIMBOLEGGIAVA IL PENTIMENTO E LA CONVERSIONE A DIO.

Secondo gli Atti degli Apostoli, durante la festa ebraica della Pentecoste, lo Spirito Santo scese sui discepoli e li intrise con il potere di portare il messaggio di Gesù nelle altre città in qualità di missionari. Il rituale di ammissione era il battesimo, una cerimonia acquatica che simboleggiava il pentimento e la conversione a Dio. Questa pratica era stata iniziata da un contemporaneo di Gesù, un uomo conosciuto come Giovanni il Battista.

Quando i primi missionari cristiani portarono il loro messaggio nelle altre città, con loro grande sorpresa furono più i gentili a unirsi al movimento rispetto agli ebrei. Intorno al 49 d.C. si tenne un incontro a Gerusalemme per decidere se questi nuovi seguaci dovessero prima convertirsi all'ebraismo. Il concilio apostolico decise che i gentili non dovevano adottare i marchi dell'identità etnica ebraica (circoncisione, leggi alimentari, osservanza dello Shabbat), ma dovevano smettere di mangiare i cibi considerati immondi dalla legge mosaica o quelli sacrificati agli idoli e seguire le leggi ebraiche sull'incesto.

L'apostolo Paolo

Paolo era un fariseo e inizialmente si oppose al nuovo movimento. Successivamente ebbe una visione di Gesù, ora chiamato il "Cristo", che gli disse che sarebbe stato l'apostolo dei gentili. Viaggiò nelle città orientali dell'Impero romano, predicando le tradizioni che conosceva riguardo Cristo, ma aggiungendo la completa abolizione dell'idolatria per i membri del nuovo culto. Per migliaia di anni, le culture antiche avevano considerato le idee religiose come un fatto di sangue, trasmesse dagli antenati che le avevano ricevute dalle divinità. Paolo capovolse questo antico sistema affermando che la fede (pistis, "lealtà") negli insegnamenti del Cristo era tutto ciò che serviva per ottenere la salvezza (soter, "essere salvato"). Le lettere di Paolo l'Apostolo ai gentili indicano che fu spesso arrestato e imprigionato per i suoi insegnamenti.

Ananias Baptizes Saint Paul
Anania battezza San Paolo
Lawrence OP (CC BY-NC-ND)

Egli affermava che il peccato di Adamo aveva portato la punizione della morte nel mondo e che la morte di Cristo conduceva alla vita eterna. Cristo aveva fatto ammenda per il peccato di Adamo "risanando la violazione compiuta da quel gesto". Applicando analogie provenienti dai tribunali, Paolo insegnava che i seguaci erano assolti ("rettificati") dal dover subire la punizione per tale peccato, quella della morte. Uno dei successivi padri della Chiesa, Agostino di Ippona (354-430), affermò che il peccato originale di Adamo ed Eva aveva lasciato una macchia sul primo essere umano attraverso il rapporto sessuale, e che così era stata trasmessa a tutta l'umanità. Questa visione introduceva il concetto della sessualità umana come qualcosa di peccaminoso, portando anche alla convinzione che nessuno avrebbe potuto salvarsi senza il battesimo.

Paolo diceva che, quando Cristo sarebbe ritornato, i credenti si sarebbero trasformati in entità spirituali e si sarebbero uniti a lui nel regno di Dio sulla Terra. Dato che con il passare dei decenni Cristo non tornò ci si convinse che, anche se i credenti continuavano fisicamente a morire, avrebbero partecipato della vita ultraterrena in cielo.

Cristo come Dio

Una grande innovazione rispetto all'ebraismo fu che Paolo, nella sua Lettera ai Filippesi, affermava che Cristo era presente al momento della creazione e che era sceso dal cielo in un corpo umano come manifestazione di Dio stesso. Pertanto, Cristo ora era degno di adorazione e il titolo di "Signore" divenne equivalente a "Dio". Per i gentili, questa idea si adattava alle loro storie di divinità che viaggiavano per il mondo sotto mentite spoglie, ma per molti ebrei era un insegnamento offensivo e blasfemo.

I CREDENTI NON AVEVANO PIÙ UN LIMITE GEOGRAFICO O ETNICO, E PROVENIVANO DA TUTTE LE PROVINCE E LE CLASSI SOCIALI, FORMANDO UNA COLLETTIVITÀ CARATTERIZZATA DA CONCETTI RELIGIOSI CONDIVISI.

La prima guerra giudaica, durata dal 66 al 70 d.C., terminò con la distruzione di Gerusalemme e del Tempio da parte del generale romano e futuro imperatore Tito. Questo evento fornì un argomento di battaglia ai cristiani contro gli ebrei che non accettavano Gesù come messia: secondo loro, Dio li aveva puniti attraverso Roma per distruggere il loro credo.

L'innovazione introdotta dagli insegnamenti del primo cristianesimo fu forse l'incentivo più grande alla diffusione del movimento in tutto l'impero. I credenti non avevano più un limite geografico o etnico, e provenivano da tutte le province e le classi sociali, formando una collettività caratterizzata da concetti religiosi condivisi. Entro la fine del II secolo d.C., i cristiani erano presenti in Bretagna, Europa continentale e Africa, nonché in alcune aree dell'Asia.

La persecuzione dei cristiani (90-312 d.C.)

Nell'antica Roma erano presenti i collegia, cioè gruppi di persone che condividevano la stessa attività o commercio e che si incontravano sotto gli auspici di una divinità. Tuttavia, tali gruppi dovevano ricevere una licenza con la quale gli veniva concesso il permesso di riunirsi da parte del senato romano. Giulio Cesare (100-44 a.C.) garantì agli ebrei il diritto di assemblea e li esonerò dal culto statale romano; i cristiani però non avevano lo stesso diritto in quanto non erano ebrei (non erano circoncisi).

Basandosi sul concetto greco di apotheosis ("deificazione"), Augusto, in carica dal 27 a.C. al 14 d.C., istituì il culto imperiale e, iniziando da Giulio Cesare, gli imperatori defunti vennero considerati ascesi al cielo. Il culto iniziò a prevedere che gli imperatori viventi fossero elevati a responsabili dei dettami delle divinità, e fu utilizzato come forma di propaganda per tutto l'Impero romano. I cristiani si rifiutarono di partecipare. Roma rispose alla diffusione del cristianesimo accusando i suoi adepti del crimine di ateismo e "mancanza di rispetto per le divinità"; far arrabbiare gli dèi significava minacciare la prosperità dell'Impero romano e questo equivaleva al tradimento. Questa fu la ragione per cui i cristiani venivano giustiziati nelle arene, al grido di "i cristiani ai leoni". Per i successivi 300 anni, i capi cristiani chiesero continuamente agli imperatori che gli fosse garantito la stessa esenzione dal culto di stato come per gli ebrei, che gli venne rifiutata fino al 313 d.C.

A Christian Dirce
"Una Dirce cristiana", di Henryk Hektor Siemiradzki
Franciszek Stolot (CC BY-SA)

I cristiani adottarono lo stesso concetto in uso presso i Maccabei, affermando che chiunque morisse per la sua fede sarebbe stato trasferito istantaneamente alla presenza di Dio in qualità di martire. Il martirio assolveva da tutti i peccati e, successivamente, la letteratura leggendaria nota come martirologio avrebbe descritto i dettagli delle loro tribolazioni. Tuttavia, le persecuzioni furono sporadiche e limitate ai tempi di crisi. Terremoti, epidemie, inflazione, carestie, siccità e invasioni dei confini presumevano che le divinità fossero arrabbiate, e i cristiani furono un conveniente capro espiatorio per questi disastri. Le persecuzioni più dure ebbero luogo durante i regni di Decio (251 d.C.) e Diocleziano (302-303 d.C.).

La creazione della Chiesa e della gerarchia istituzionale

Dopo molti decenni, si era ormai arrivati alla metà del II secolo d.C, ma il regno di Dio non era arrivato. I cristiani credevano ancora al ritorno di Cristo, ma questo evento era stato posposto nel futuro. Nel frattempo, le assemblee cristiane si istituzionalizzarono eleggendo i loro capi, e si organizzarono secondo l'idea che i credenti dovessero vivere come se il regno di Dio fosse già sulla Terra; tale regno si sarebbe trovato nella "chiesa" (dal greco ecclesia, che significa "assemblea"). All'interno delle comunità rimasero pochissimi giudeo-cristiani. I capi dei cristiani furono i convertiti che avevano un certo grado d'istruzione e che provenivano dalla cultura dominante.

The Church Fathers Mosaic
Mosaico dei Padri della Chiesa
Unknown Artist (Public Domain)

Questi uomini, che in seguito sarebbero stati chiamati "padri della Chiesa", gettarono le basi dei dogmi cristiani a partire dalle idee contenute nei loro scritti, creando un insieme di credenze per la comunità:

  • L'elezione del clero. Venne presa in prestito una carica amministrativa dal governo delle province dell'Impero romano, cioè i vescovi (sorveglianti delle diocesi), che venivano eletti dalle comunità. Anche i diaconi erano eletti e aiutavano i vescovi nelle distribuzioni caritatevoli. I diaconi alla fine divennero preti, e con i vescovi avrebbero formato i due livelli del clero cristiano.
  • Lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo aveva permeato Cristo con l'abilità di perdonare i peccati sulla Terra. Si riteneva che fosse stato concesso prima al discepolo Pietro e poi agli altri. Essi passarono lo Spirito agli anziani che avevano designato come successori, e così al clero cristiano fu garantito il potere unico di perdonare i peccati.
  • La filosofia cristiana. I filosofi condividevano l'idea comune nell'esistenza di un dio più alto, un primo essere etereo da cui partivano le varie forze dell'universo. Dio emanava il logos, concetto spesso tradotto come "parola", per organizzare la materia dell'universo. Gli scrittori cristiani affermavano che questa divinità era il Dio di Israele, che generò Cristo per mezzo del logos.
  • Il celibato del clero. Mettendo in atto delle analogie dalla disciplina atletica, l'ascesi e l'ascetismo divennero una parte importante dell'ideale cristiano. Al clero si intimava di non sposarsi e di seguire la castità, che li avrebbero elevati al di sopra della comunità come martiri viventi che sacrificavano una vita normale per la salvezza della Chiesa.
  • Ortodossia/eresia. Un'altra grande innovazione furono i concetti gemelli di ortodossia ("comportamento corretto") ed eresia (dal greco haeresis, una scuola filosofica). Nella metà del II secolo d.C, emersero delle comunità cristiane chiamate con il termine generico di "gnostici". Gli gnostici affermavano di avere una conoscenza segreta della natura di Dio, dell'universo e di Cristo. Le loro idee sfidavano l'insegnamento dominante della Chiesa sulla salvezza per mezzo della crocifissione e sulla resurrezione del corpo. La reazione contro gli gnostici diede impulso a un'enorme produzione letteraria in cui si sottolineavano i comportamenti corretti (ortodossia) in opposizione alle credenze scorrette di questi gruppi (eresia). Questi concetti divennero la base successiva per il Credo cristiano. I vangeli gnostici furono dichiarati eretici, iniziando così il processo di canonizzazione nel Nuovo Testamento di quattro vangeli solamente, quelli di Marco, Matteo, Luca e Giovanni.
  • La separazione del cristianesimo dall'ebraismo. Nel 135 d.C., gli ebrei si ribellarono contro l'Impero. Dopo il fallimento della rivolta di Bar-Kokhba, che diede luogo alla terza guerra giudaica, i capi cristiani erano ansiosi di convincere i romani che loro erano cittadini patriottici e obbedienti alla legge romana. Nel corso dei loro appelli per fermare le persecuzioni, i capi cristiani scrissero delle petizioni agli imperatori per far riconoscere l'antica procedenza della loro religione in opposizione a quella israelitica, ed essere considerati i veri eredi di quegli ebrei che strinsero l'alleanza originale con Dio. Per provare l'antichità del culto cristiano, venne applicata la figura retorica dell'allegoria alle scritture ebraiche. Gli scritti degli ebrei e i profeti di Israele avevano tutti indicato Cristo. Ovunque apparisse Dio nelle scritture veniva considerato come un Cristo preesistente.

Il cristianesimo era ormai una religione svincolata dall'appartenenza etnica con gli ebrei e non più allineato con la cultura dominante, essendo un sistema unico che possedeva elementi provenienti da entrambe queste categorie.

La cristianizzazione dell'Impero romano

La vita cambiò inaspettatamente per tutti i cristiani nel 312 d.C. Per diventare l'unico dominatore dell'Impero romano, Costantino I si scontrò con Massenzio, un altro contendente nella parte occidentale dell'Impero. La notte prima della battaglia di Ponte Milvio a Roma, a seconda delle versioni, si dice Costantino ebbe una visione o del segno della croce oppure delle prime due lettere del nome di Cristo (chi/rho), con la scritta en toutoi nika ("in questo segno vincerai"). Costantino attribuì la vittoria su Massenzio al Dio dei cristiani.

Constantine's Conversion
Conversione di Costantino
Peter Paul Rubens (Public Domain)

Con l'editto di Milano del 313 d.C. veniva concessa la libertà di culto per tutte le religioni dell'impero, quindi finalmente anche ai cristiani. La conversione di Costantino non fece diventare l'impero interamente cristiano da un giorno all'altro, ma ora il cristianesimo aveva uno stato legale. L'imperatore favorì i cristiani esentando il clero dal pagamento delle tasse, affidandogli cariche pubbliche e finanziando la costruzione di chiese.

Durante le persecuzioni di Diocleziano alcuni vescovi cristiani avevano commesso apostasia compiendo sacrifici agli dèi. Il dibattito sul perdono a questi vescovi non più praticanti divise le varie chiese, che si rivolsero a Costantino in qualità di mediatore. Per promuovere l'unità dell'impero, egli mise in atto la politica del "perdona e dimentica", e divenne il capo ufficiale della Chiesa e il protettore supremo del cristianesimo. L'imperatore adottò le idee dei Padri della Chiesa riutilizzando lo stesso concetto usato per giustificare le persecuzioni: chiunque fosse stato in disaccordo con la sua visione del cristianesimo sarebbe stato considerato un eretico e colpevole di tradimento.

Il Concilio di Nicea

Quando i seguaci di Gesù iniziarono a adorarlo come un dio, i cristiani dovettero affrontare il problema dell'eredità del monoteismo ebraico. Fin dall'inizio, i cristiani avevano adorato Gesù come un dio, ed era stato battezzato "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (Didaché 7:5). All'inizio del IV secolo d.C, un presbitero della chiesa di Alessandria di nome Ario affermò che, se si credeva che Dio avesse creato tutto ciò che era presente nell'universo, allora a un certo punto, in qualità di creatore, doveva aver creato Cristo. Questo faceva di Gesù un essere subordinato a Dio. A causa di questa affermazione scoppiarono delle rivolte ad Alessandria e in altre città. Nel 325 d.C. Costantino riunì un grande consiglio per dirimere questa disputa e invitò 217 vescovi nella città di Nicea.

Dopo giorni di dibattito, il consiglio stabilì che Dio e Cristo erano identici nell'essenza e condividevano la stessa sostanza eterea, e che entrambi esistevano fin dall'inizio dei tempi. Dio emanò il logos in qualità di Cristo e generò la manifestazione terrena di Gesù. Con l'identificazione tra Dio e Cristo si stabilì che i cristiani credevano in un solo Dio, conservando l'eredità del monoteismo tradizionale ebraico. Fino al ritorno di Cristo, l'imperatore cristiano sarebbe stato il suo rappresentante sulla Terra. In qualità di rappresentanti di Cristo, Costantino e i suoi successori vennero raffigurati con delle aureole sulle loro teste.

First Council of Nicaea
Primo Concilio di Nicea
Jjensen (Public Domain)

Avendo tutti i vescovi a sua disposizione, Costantino gli fece scrivere il Credo niceno, un'altra innovazione del cristianesimo (che prende il nome dalla prima parola del testo in latino, per l'appunto "credo"). Nel mondo antico, il concetto di "credo" non esisteva perché non c'era una autorità centrale che dettasse una conformità. In veste di capo dello Stato e della Chiesa, Costantino ordinò che ogni cristiano dovesse seguire questo "credo" e non cadere nel peccato dell'eresia.

Ordinò inoltre che venissero distribuite 50 copie dei vangeli, molto probabilmente per determinare quali sarebbero dovuti diventare ufficialmente i quattro canonici. Alcune comunità cristiane avevano seguito il calendario lunare ebraico per celebrare la Pasqua, mentre altri avevano cambiato. Costantino stabilì la data ufficiale secondo l'uso che c'era a Roma: sarebbe stata onorata la prima domenica dopo la prima luna piena successiva all'equinozio di primavera. Selezionò anche la data del 25 dicembre per il Natale, cioè la nascita di Cristo, incorporando molte delle tradizionali celebrazioni romane dei Saturnalia del mese di dicembre.

Non tutti i vescovi erano d'accordo con il Credo niceno. Nei secoli successivi, per tutto il Medioevo e oltre, vennero riuniti molti concili per discuterne i dettagli. Teodosio I, in carica dal 347 al 395 d.C., è ricordato per essere stato un grande campione dell'ortodossia. Nel 381 d.C. emanò un editto con cui decretò ufficialmente la fine dei culti nati nel mondo antico. Nel 396 d.C. bandì i Giochi olimpici, dedicati alle divinità, che sarebbero stati rievocati solamente nel 1896. Tutti i templi e i santuari furono distrutti o trasformati in chiese. Fu in questo periodo che i cristiani coniarono il termine pagianoi, cioè pagani, equivalente a "ignoranti", un insulto contro coloro che ancora non si erano convertiti.

Il monachesimo e il culto dei santi

Il monachesimo ebbe origine in Egitto intorno alla metà del III secolo d.C, diventando una delle istituzioni maggiori nelle comunità cattoliche e ortodosse. Antonio d'Egitto (251-356 d.C., noto successivamente come Sant'Antonio il Grande) fu il primo a rinunciare alle convenzioni tradizionali della vita mondana, vivendo in isolamento e nella completa devozione a Dio. Si ritirò a vivere in una caverna nel deserto e passò la sua vita in preghiera. Molto presto venne seguito da altri uomini e donne che iniziarono a vivere come eremiti nel deserto. Gli eremiti, chiamati "padri e madri del deserto", divennero modelli di pietà e alla fine diedero origine agli ordini monastici medievali.

St. Catherine's Monastery, Sinai
Monastero di Santa Caterina, Sinai
Marc!D (CC BY-NC-ND)

I cristiani presero in prestito le antiche idee dei Greci sul culto degli eroi e il concetto di relazione tra "patrono" e "cliente". Il culto era nato nelle città che affermavano di avere le tombe degli eroi. Le persone andavano in pellegrinaggio in questi luoghi, chiedendo agli eroi (e in seguito alle divinità) di intercedere per loro concedendogli dei benefici. All'inizio del IV secolo d.C, in un'unione tra sacro e profano, le prime tombe dei martiri furono l'oggetto di pellegrinaggi e richieste che i cristiani facevano ai martiri defunti intonando inni e preghiere. I martiri e i monaci defunti adesso erano diventati santi patroni, e le città in cui si trovavano le loro tombe erano ormai siti di pellegrinaggio.

Per rimuovere il sospetto di idolatria negli edifici pubblici che adesso erano divenuti chiese, i cristiani iniziarono a riesumare le ossa di questi particolari defunti e metterle all'interno delle pareti. Si credeva che queste reliquie contenessero un potere speciale che rendeva sacro l'edificio. Il commercio di reliquie (ossa e oggetti appartenuti o toccati dei primi martiri) fu un fenomeno diffuso in tutto l'Impero e mantenne una certa importanza per la Chiesa cattolica.

La nascita del papato

Dopo il sacco di Roma del 410 d.C. compiuto dai Visigoti di Alarico, iniziò il processo della caduta dell'Impero romano d'occidente. Nel 450 d.C. Attila e gli Unni invasero la penisola italica, saccheggiando diverse città e dirigendosi verso Roma. Al vescovo Leone I (400-461 d.C.), conosciuto anche come Leone il Grande, è attribuito il merito di aver negoziato con Attila affinché la città fosse risparmiata. In qualità di vescovo di Roma, si fece carico delle responsabilità secolari, creando l'istituzione del papato. A Leone venne garantito il titolo di "patriarca d'occidente", con cui si fece per la prima volta uso del termine "papa", riferito a Leone. La parola deriva dal greco popa, che significava "padre". La legittimazione del potere del papa fu fatta risalire al primato di Pietro, affermando retroattivamente che san Pietro fosse stato il primo papa di Roma.

Domande e risposte

Cos'è il cristianesimo?

Il cristianesimo, con i suoi 2,8 miliardi di seguaci, è la religione più diffusa al mondo. È considerata una delle tre religioni abramitiche o monoteistiche della tradizione occidentale, insieme all'ebraismo e all'islam.

Chi diede inizio al cristianesimo?

Il movimento ebbe inizio con Gesù di Nazareth nel I secolo, in Israele. I suo seguaci, chiamati in seguito "cristiani", dal greco Christianoi, cioè "seguaci del Cristo", lo riconobbero come il "messia" vaticinato dai profeti.

I cristiani credono che Gesù sia Dio?

Il concilio di Nicea del 325 d.C. decise che Dio e Cristo fossero uguali nell'essenza e che condividessero la stessa sostanza eterea, e che erano esistiti dall'inizio dei tempi. Dio si manifestò come Cristo tramite il logos nella persona di Gesù.

Bibliografia

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Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Rebecca Denova
La Dott.ssa Rebecca I. Denova è docente di Cristianesimo Antico presso il Dipartimento di Studi Religiosi dell'Università di Pittsburgh. Ha recentemente pubblicato il manuale "Religions of Greece and Rome" (Wiley-Blackwell)

Cita questo lavoro

Stile APA

Denova, R. (2022, marzo 22). Cristianesimo [Christianity]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-665/cristianesimo/

Stile CHICAGO

Denova, Rebecca. "Cristianesimo." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il marzo 22, 2022. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-665/cristianesimo/.

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Denova, Rebecca. "Cristianesimo." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 22 mar 2022. Web. 24 mar 2025.