Costantino I

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Donald L. Wasson
da , tradotto da Roberto Romagnoli
pubblicato il 19 aprile 2013
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Greco, Portoghese, Spagnolo
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Constantine I (by Mark Cartwright, CC BY-NC-SA)
Costantino I
Mark Cartwright (CC BY-NC-SA)

Costantino I, chiamato anche Costantino il grande, fu un imperatore romano dal 306 al 337 d.C. Rendendosi conto che l’Impero Romano era troppo grande per essere governato da un solo uomo, l’imperatore Diocleziano (284-305 d.C.) divise l’impero in due, creando una tetrarchia o governo dei quattro. Mentre lui governava l’est da Nicomedia come “augusto” assieme a Galerio come suo “cesare”, Massimiamo e Costanzo il pallido governavano l’ovest. Fu il figlio di Costanzo, Costantino, che un giorno sarebbe salito al trono sconfiggendo tutti gli sfidanti e riunendo l’impero diviso, spostando la capitale dalla vecchia Roma e costruendo una nuova capitale ad est, che un giorno avrebbe preso il suo nome, di Costantinopoli.

La giovinezza

Nonostante le fonti non siano concordiriguardo la sua esatta data di nascita, Costantino (Gaio Flavio Valerio Costantino) nacque a Naisso, nell'attuale Serbia, fra il 272 e il 285 d.C.. Dato che suo padre non solo era un comandante militare ma anche il cesare dell'ovest, Costantino visse tutta la sua vita nella corte imperiale, servendo infine come un ufficiale di alto grado per Diocleziano. Anche durante la sua giovinezza quelli intorno a lui lo vedevano come un uomo dalle energie illimitate. Sotto la tutela dell'Imperatore imparò che il lavoro di un leader è quello di proteggere e di creare una società giusta e ordinata - qualcosa che Costantino avrebbe messo in pratica una volta diventato lui stesso imperatore.

Nel Maggio del 305, entrambi gli augusti Diocleziano e Massimiano abdicarono rispettivamente a favore Galerio nell'est (con Massimino Daia come cesare) e a Costanzo nell'ovest (con Flavio Valerio Servio come cesare). Queste nomine non accontentarono tutti. Massenzio, figlio di Massimiano, e Costantino si sentivano traditi, ritenendo che entrambi meritassero il ruolo di cesare. Questo omissione non sarebbe stata dimenticata e infine avrebbe portato a una lunga ed aspra lotta per il controllo di entrambe le metà dell'impero. Dopo che Diocleziano abdicò, Galerio (per pacificare gli aspri risentimenti ) permise al deluso Costantino di ritornare a ovest nel 306 per servire sotto suo padre. Prima che Costanzo soccombesse alla leucemia, (ragione per cui veniva chiamato "il Pallido") nel luglio del 306 d.C. a York, Costantino ebbe la possibilità di combattere al fianco di suo padre in Bretagna, contro i Pitti. Fu proprio in Bretagna che il nuovo augusto si guadagnó il titolo di "Britannicus Maximus" per la seconda volta.

Dopo che suo padre morì Costantino continuò a costruirsi una reputazione di uomo abile e capace di veloci azioni decisive.

Dopo che suo padre morì Costantino continuò a costruirsi una reputazione di uomo abile e capace di veloci azioni decisive quando nel 307 d.C. attaccó i franchi. Fu qui che dimostrò di poter agire senza pietà uccidendo due re franchi gettandoli in pasto alle bestie nell'anfiteatro a Trier (Treviri, Germania). Comunque, mostrò anche di poter essere compassionevole come quando ristabiliì la proprietà ecclesiastica che era stata precedentemente confiscata. Lentamente si guadagnò la stima del suo esercito, dimostrando ai suoi uomini, anche quelli piú anziani ed esperti, che si potevano fidare di lui

Dopo la morte di Costanzo e il successo della guerra in Bretagna, molti si aspettavano che Costantino sarebbe diventato il nuovo imperatore d'occidente; alla posizione venne però promosso Severo (cesare e amico stretto di Galerio), nonostante Costanzo avesse nominato suo figlio augusto sul punto di morte. Nonostante il decreto ufficiale, Costantino fu dichiarato augusto dai suoi uomini. Galerio comunque, si rifiutò di riconoscere questa elezione, autonominandosi cesare. Non si deve dimenticare che Massenzio, che era stato escluso nel 305, ignorò sia Galerio che Costantino e si dichiarò augusto nell'ottobre del 307 d.C.. Con l'aiuto dei cittadini romani e della Guardia Pretoriana, prese il controllo di Sicilia, Corsica e Sardegna e di parte del Nord Africa. Alla fin fine, sei persone diverse reclamarono il potere ad ovest.

A causa della sua amicizia con Galerio, Severo fu sfiduciato sia da Costantino che da suo cognato Massenzio, e per sconfiggere il nuovo augusto, essi si allearono con il precedente augusto Massimiano, unendo le forze contro Severo. Sfortunatamente per Severo, che aveva ricevuto l'ordine di fermare Massenzio, il suo esercito disertò (dopo essere stato corrotto da Massenzio). Avendo paura di essere ucciso, si rifugiò a Ravenna, solo per essere catturato e ucciso fuori Roma. La sua morte spinse Galerio ad invadere l'ovest col suo esercito, ma senza successo. Nel 308 una nuova tetrarchia era stata formata (con il consiglio di Diocleziano) con Licino (un comandate illirico amico di Galerio) come nuovo augusto e Costantino sempre nella sua posizione di cesare. Per aggiungere confusione, Massimiano (che aveva vissuto come consigliere alla corte di Costantino) mise fine al suo ritiro nel 310, proclamandosi come nuovo augusto, sostenendo che Costantino fosse morto. Costantino, che era lontano intento a combattere i Franchi, lo inseguì fin fuori dalla città di Marsiglia (la città si rifiutò di dargli assistenza), e nella disperazione Massimiliano si impiccò.

Intanto, il controllo di Massenzio a Roma stava declinando. Aveva perso popolarità fra i cittadini di Roma - appesantendo i cittadini di tasse per costruire una nuova basilica e una grande statua di se stesso. Il suo disprezzo per il popolo risultò in una serie di tumulti che portarono solo al massacro di migliaia di cittadini romani. Costantino aspettò paziente ed osservò come l'impero dell'ovest iniziava ad autodistruggersi e allora, raggruppando un esercito di 40 mila soldati, attraversò le Alpi e invase l'Italia.

Arch of Constantine I
Arco di Costantino I
Mark Cartwright (CC BY-NC-SA)

Costantino diventa imperatore

Con poco appoggio in città, Massenzio lasciò Roma per affrontare Costantino in una finale e cruciale battaglia, la battaglia di ponte Milvio nel 312 d.C. Il giorno prima che la battaglia iniziasse, Costantino presumibilmente guardò verso il cielo dove vide una croce di luce. Sotto c’era un iscrizione “In Hoc Signo Vinces” o “Con questo segno, vincerai”. Quella notte in sogno egli ricevette una spiegazione del segno: Gesù Cristo apparve di fronte a lui dicendogli di portare il segno della croce nella battaglia. Il giorno seguente i vecchi stendardi vennero rimpiazzati con dei nuovi raffiguranti il nuovo simbolo cristiano. Anche se le sue truppe erano inferiori di numero, Costantino battè facilmente Massenzio che tornò a Roma, ma, prima di raggiungere la Città, cadde nel fiume e annegò; il suo corpo fu ritrovato la mattina seguente tra i cadaveri di molti altri. La conversione di Costantino al cristianesimo è vista dagli storici come una svolta nella storia, una fusione tra la Chiesa e lo Stato. Costantino immediatamente assunse il controllo completo dell’ovest. Come nuovo augusto occidentale, egli marciò verso Roma; uno dei suoi primi atti fu l'emanazione dell’Editto di Milano, che concedeva tolleranza a tutte le religioni (successivamente sarebbe stato cofirmato da Licinio).

Galerio serviva come imperatore dell’est insieme a Massimino Daia come cesare. Dopo che Galerio morì di cancro (sul suo letto di morte annullò tutti gli editti anti cristiani), Massimino e Licinio lottarono per il controllo dell’est, dividendo infine questa parte dell’impero tra loro - Licinio ottenne i Balcani mentre Massimino ottenne l’Asia minore e le province orientali. Questo accordo non durò e nel 313 i due combatterono nella pianura della Tracia. Come Costantino al Ponte Milvio, Licinio combatté sotto il segno della croce; tuttavia, non lo fece per la sua fede ma per ottenere l’appoggio dei cristiani; il suo oppositore, Massimino, aveva promesso di sterminarli. Nonostante un numero inferiore di truppe, Licinio vinse e dopo il suicidio di Massimino, prese il controllo dell’est. Per essere tranquillo e sicuro del suo diritto al trono, mise a morte i figli sia di Galerio che di Savero, la famiglia di Massimino e anche la figlia di Diocleziano.

Tra Licinio e Costantino si era stabilita una non facile tregua, in parte grazie al fatto che Licinio si sposò con la sorellastra di Costantino, Costanza. Nel loro primo incontro sul campo di battaglia nell’ottobre del 316 Costantino sconfisse Licinio a Cibalae. Una seconda battaglia vicino ad Adrianopoli finì con la cessione di terre dei Balcani a Costantino. Negli anni i successivi il comportamento di Licinio verso i cristiani cambiò con uccisioni e la distruzione di diverse chiese cristiane. Questo fu abbastanza per indurre Costantino a radunare un esercito e sconfiggere Licinio in una seconda battaglia ad Adrianopoli. Il comandante sconfitto lasciò il campo di battaglia, scappando verso il Bosforo. Nel settembre del 324 d.C. Licinio fu infine sconfitto a Crisopoli e si arrese. Licinio sperava di tornare a vivere come un cittadino privato, cosa che Costantino inizialmente gli concesse, salvo poi ripensarci: Licinio fu impiccato insieme a suo figlio di nove anni nel 325d.C. La vittoria di Costantino riunì l’impero.

Bisanzio

Il 52enne Costantino era così l’unico imperatore di tutto l’impero, e con ciò tornò un senso di stabilità. Costantino realizzò che la vecchia Roma non fosse la città che lui voleva per capitale e, nonostante i suoi progetti edilizi, che era decadente. Roma non era più funzionale (Costantino sciolse pure la Guardia Pretoriana) e Nicomedia non fu mai considerata perchè era stata la capitale di Diocleziano. C’era il bisogno di una nuova capitale e, sebbene pensasse al sito della vecchia Troia, Costantino finalmente vide ciò che voleva - Bisanzio. L’antica città era locata strategicamente nella parte europea dello Stretto del Bosforo, cosicchè avrebbe potuto controllare il traffico da e con il Mar Nero. Forniva anche un ottimo porto (il Corno d’Oro) e quindi poteva essere facilmente difesa.

Per ricostruire la città secondo quella che era la sua visione, fece affluire artigiani e risorse da tutto l’impero. C’erano grandi vie con le statue di Alessandro, Cesare, Augusto, Diocleziano e ovviamente Costantino. Ricostruì le mura, costruì cisterne, chiese Cristiane( Santa Irene) e templi pagani. Era una capitale cristiana che rimase classica allo stesso tempo Nel 330 d.C. alla città fu finalmente dato questo nome.

Map of Byzantine Constantinople
Mappa della Costantinopoli bizantina
Cplakidas (CC BY-SA)

Costantino e il cristianesimo

Durante i suoi anni di guerra in occidente Costantino aveva sempre dimostrato tolleranza religiosa sia con i pagani che con i cristiani (affermò di essere cristiano dal 312). Sua madre Elena era una devota cristiana, e dopo che Costantino divenne imperatore, la mandò in pellegrinaggio in Terra Santa dove ella aveva costruito la Chiesa della Natività a Betlemme. Sebbene fosse stato un adoratore del dio del sole nella sua giovinezza e mentre alcuni affermano che non fu battezzato fino sul letto di morte, egli diede ancora molte indicazioni che era un devoto cristiano. È persino accreditato da molti storici di aver reso il cristianesimo la religione ufficiale dell'impero (sebbene altri lo attribuiscano all'imperatore Teodosio), nonostante il fatto che i simboli pagani del Sol Invictus e di Marte apparissero sulle sue monete. Mentre tollerava certe pratiche religiose pagane, la libertà religiosa aveva i suoi limiti, i sacrifici pagani erano proibiti, i tesori dei templi sequestrati, le gare di gladiatori finirono (ai cristiani non piacevano), le crocifissioni furono abolite e furono emanate leggi contro l'immoralità sessuale e la prostituzione rituale.

Nel 325 d.C. Costantino invitò i vescovi di tutto l’impero al Concilio di Nicea dove fece un appello all’unità. Il risultato del concilio non fu solo una condanna dell’arianesimo ma anche il Credo Niceno, la definizione di cosa significasse essere cristiano. Un anno dopo, nel 326, Costantino provò la sua fede religiosa quando fede giustiziare suo figlio Crispo (avuto dalla sua prima moglie Minervina) accusato di un falso adulterio. Secondo le fonti, la seconda moglie di Costantino, Fausta, mosse accuse contro Crispo, che aveva combattuto a fianco di suo padre e aveva governato le province dell’ovest, poiché lei era innamorata di lui ma Crispo la aveva rifiutata. Fausta successivamente si suicidò quando ebbe le prove che le accuse erano false. Costantino si pentì della sua questa azione per il resto della sua vita.

La morte

Costantino il Grande mantenne il suo ruolo di comandante militare, combattendo gli Alemanni nel 328 d.C. con l’aiuto di suo figlio Costantino II, sconfiggendo i Goti nel 332 d.C. sottomettendoli facendoli morire di fame e infine, catturando i territori persi dai Daci (territori che furono poi persi dopo la sua morte). Il suo ultimo desiderio era conquistare la vicina Persia dopo che il loro re Shapur II aveva invaso l’Armenia. Comunque, ciò non sarebbe mai accaduto. Nel 337 d.C. Costantino si ammalò e morì. Governò per 31 anni. Fu sepolto nella chiesa dei Santi Apostoli a Costantinopoli, lasciando il suo impero nelle mani dei suoi tre figli - Costantino II, Costanzo II e Costante: Costanzo II infine sconfisse i suoi fratelli e governò l’intero impero da solo.

Bibliografia

  • Brownworth, L. Lost to the World. Three Rivers Press, 2009
  • Hill, D. Ancient Rome: From the Republic to the Empire. Parragon Books, 2007

Info traduttore

Roberto Romagnoli
Roberto Romagnoli è insegnante di storia e filosofia nelle scuole superiori italiane. È laureato in Storia medievale all'Università di Bologna. È autore di "Le Storie di Rodolfo il Glabro. Strutture culturali e modelli di santità cluniacense". Bologna 1988.

Info autore

Donald L. Wasson
Donald ha insegnato Storia antica, medievale e degli Stati Uniti al Lincoln College di Normal, nell'Illinois. È sempre stato (e sempre sarà) uno studioso di storia, sin da quando incontrò per la prima volta la figura di Alessandro Magno. Il suo desiderio è quello di trasmettere tale conoscenza ai suoi studenti.

Cita questo lavoro

Stile APA

Wasson, D. L. (2013, aprile 19). Costantino I [Constantine I]. (R. Romagnoli, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/1-699/costantino-i/

Stile CHICAGO

Wasson, Donald L.. "Costantino I." Tradotto da Roberto Romagnoli. World History Encyclopedia. Modificato il aprile 19, 2013. https://www.worldhistory.org/trans/it/1-699/costantino-i/.

Stile MLA

Wasson, Donald L.. "Costantino I." Tradotto da Roberto Romagnoli. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 19 apr 2013. Web. 21 dic 2024.