Nella Battaglia della Foresta di Teutoburgo (alias Battaglia di Varo), c. 9 d.C., una forza combinata di Germani annientò un esercito Romano composto da tre legioni di cui tre squadroni di cavalleria e sei coorti di truppe ausiliarie. Poichè alcuni soldati vennero lasciati a difendere gli accampamenti estivi, l'armata probabilmente contava tra i 10,000 ed i 15,000 uomini o all'incirca tra l'8 ed il 10 % dell'intero esercito Romano. Le fonti non menzionano la dimensione dell'armata Germanica. Facendo riferimento sulla dimensione del bacino di arruolamento, ed al fatto che Arminio, comandante delle forze Germaniche, non riuscì a coalizzare tutti i capo tribù, è verosimile che i Germani fossero pesantaemente in inferiorità numerica, forse 1:2.
Sette anni dopo la battaglia, i Romani inviarono Germanico a vendicare i loro compagni caduti, devastando il territorio. Nonostante ciò, la battaglia ebbe un impatto decisivo nel lungo termine; i Romani non consolidarono mai la presenza nella Germania Interiore, le terre ad est del Reno. Piuttosto, venne consolidata la frontiera Romana (limes) lungo il Reno. Più tardi, dopo il 16° secolo, la battaglia alimentò l'immaginario di innumerevoli comandanti militari e la loro convinzione in ciò che una battaglia decisiva possa assicurare in termini di gloria e vantaggi politici.
Prologo
Ogni giovane, che abbia mai studiato il Latino, ha dovuto cimentarsi con il compito di leggere una delle grandi opere militari storiche, Le Guerre Galliche di Giulio Cesare. In quanto tale essi hanno anche letto come Cesare c. 55 a.C costruì due ponti attraverso il fiume Reno e guidò il suo esercito attraversandolo in modo da confrontarsi con i Germani sul proprio terreno per la prima volta. Per i successivi 60 anni, ciò portò ad un diffuso stato di guerra nella parte nord-occidentale dell'attuale Germania nella regione tra i fiumi Reno e Weser, con schermaglie che penetravano anche fino al fiume Elba. E' ancora dibattuto quanto esattamente i Romani riuscirono a spingere la loro pressione all'interno (Germania Interior). I resti, tuttavia, di svariati accampamenti Romani, archelogicamente classificati nell'entroterra fino al forte Romano di Barkhausen presso Porta Westfalica, indicano quanto lontano i Romani arrivarono sotto la guida di Tiberio 9-7 a.C. Ad ogni modo, successivamente i Romani si stabilirono li per colonizzare e Romanizzare la regione.
Comandanti
Per tale scopo, Publio Quintilio Varo venne nominato governatore della Germania nel 7 d.C. Sotto il suo comando vi erano 3 legioni. Nel Settembre del 9 d.C Varo lasciò il proprio campo estivo per condurre la marcia del suo esercito per svernare a Xanten oppure a Mainz. Succvessivamente la storia ci dice che Varo ricevette informazioni da Arminio che una ribellione stava maturando ad est del Reno. Arminio era figlio di un prominente capo Germanico, ma aveva vissuto la sua infanzia a Roma come ostaggio. Qui, aveva ricevuto un'educazione militare oltre a ricevere la cittadinanza Romana. In questa veste, egli ottenne il rango di equestre, oltre ad un ruolo di capo squadrone nell'esercito di Varo. Successivamente vi fu evidenza che, Arminio - mentre fungeva da collegamento tra i Romani ed i Germani - avesse complottato contro i Romani, reclutando appoggio e soldati da un certo numero di capi Germanici.
Sappiamo dagli scavi archeologici presso Kalkriese che l'attacco venne preparato con cura durante l'estate. Quindi, Arminio non stava guidando una ribellione casuale, ma un attacco pianificato con ingegno contro l'esercito Romano di stanza lungo il Basso Reno. Con il sopraggiungere di Settembre, gli storici Romani ci dicono che dopo che Arminio alimentò Varo con informazioni false, Varo fu attirato nel compiere una deviazione nel campo di battaglia preselezionato e preparato da Arminio. Gli storici ci dicono anche che Segeste, il suocero Romano di Arminio, aveva avvertito Varo; sfortunatamente, il comandante Romano ignorò ciò e condusse le sue legioni verso l'annientamento totale.
Luogo della Battaglia
Nonostante la storia della battaglia di Teutoburgo fosse conosciuta sin dall'Antichità, non le venne accordata significato speciale fino al 1470 quando la descrizione di Tacito venne scoperta e stampata a Venezia per la prima volta. Comunque, l'ubicazione esatta del campo di battaglia continuò a rimanere un enigma per più di 500 anni, fino a quando l'archeologo amatoriale, maggiore Tony Clunn, dopo una giornata positiva con il proprio metal detector, si incontrò con il principale archeologo di Osnabrück, Wolfgang Schlüter. Basandosi sugli scritti del 19mo secolo dello storico Theodor Mommsen, iniziarono ad esaminare sistematicamente un'area a nord delle Colline di Wiehen (Wiehengebirge) nella Bassa Sassonia, Germania; più precisamente a Kalkriese. Precedentemente, la zona era stata considerata archeologicamente deserta in quanto i contadini avevano utilizzato una tecnica speciale per coltivare la terra. Per poter fertilizzare i propri campi, essi tagliavano blocchi di torba od erba da usare come lettiera per il bestiame in inverno. Con l'arrivo della primavera, questo concime veniva sparso sui campi, che sarebbereo stati coltivati intensamente, creando strato su strato il cosiddetto "podzoll" o terreno "plaggen". Questo voleva dire che il terreno dei Romani era ricoperto a volte con più di un metro o un metro e mezzo di terreno agricolo. Fino all'introduzione dell'aratura in profondità, gli agricoltori avrebbero potuto trovare una moneta particolare, ma nulla più. Dopo la IIa Guerra Mondiale questo cambiò ed una migliore conoscenza del paesaggio dell'Età del Ferro emerse gradualmente.
Oggi, sappiamo che il territorio era effettivamente coperto da insediamenti, frazioni e piccoli villaggi. Allo stesso tempo, più e più monete venivano trovate, creando sconcerto tra archeologi e storici. Come mai, tutte queste monete venivano trovate e, inoltre, erano databili al periodo del governatorato di Varo? Quando metal-detectors scoprirono anche proiettili di piombo, ciò condusse ai primi scavi archeologici nel 1989. Oggi, ben pochi archeologi o storici dubitano che la Battaglia della foresta di Teutoburgo ebbe luogo in uno stretto corridoio di terreno tra le brughiere a nord e la campagna collinare e boscosa a sud.
Tattiche
Generalmente si ritiene che Varo stesse conducendo il suo esercito verso occidente. Ciò si basa sulla distribuzione dei ritrovamenti archologici, che raccontano una storia di un esercito che si sta lentamente disintegrando mentre si muove in tale direzione. Quando raggiunse le colline Wiehen, fu obbligato a costeggiare il crinale collinare a sud-ovest e le brughiere paludose e impraticabili a nord. Osservando una mappa è facile vedere come il terreno lo costrinse letteralmente ad allungare la linea di marcia. L'archeologia ci ha mostrato che l'attacco ebbe luogo lungo uno stretto sentiero lungo circa 15 - 20 km. e prese la forma di una battaglia defilata. Si crede generalmente che i guerrieri Germani, nascosti nella foresta, inizialmente attaccarono la retroguardia ed i fianchi dell'esercito Romano dall'alto tempestando gli uomini con lance e proiettili di piombo. Queste tattiche hanno sostanzialmente ostacolato i Romani nel prendere le loro classiche formazioni di battaglia. Inoltre, è probabile che i soldati esperti si siano mescolati con le truppe ausiliarie in fuga rendendo gradualmente più facile l'attacco dei Germani. Infine, è il caso di considerare se questa forma di guerra era anche più idonea per un esercito che probabilmente era costituito da diverse bande di consanguinei, ognuna guidata dal proprio comandante o capo tribù. Schierando le proprie truppe come unità separate da guerriglia, Arminio fu forse in grado di plasmare un fronte unito senza rischiare un conflitto interno.
Più avanti lungo la linea, ad Oberesch, i Germani avevano eretto prima della battaglia un bastione difensivo lungo 400 metri. Zigzagando attraverso il paesaggio assomiglia ad un bastione post-medievale. Con drenaggio posteriore ed una palizzata davanti, attesta l'attenta pianificazione e preparativi che Arminio ed i suoi amici capo-tribù avevano dedicato all'imboscata.
Qui una battaglia più intensa sembra abbia avuto luogo con i guerrieri Germani guidati da Arminio entrati in azione per il massacro finale. Quantunque, scavi archeologici ulteriori nella zona rendono verosimile che le nostre conoscenze di come le operazioni andarono esattamente, porteranno a nuove conclusioni. Un elemento, di fatto, è difficile da convalidare. Tacito ha riferito che una delle ragioni per le quali i Germani vinsero quel giorno è per il fatto che le corde degli archi Romani erano inzuppati di pioggia e quindi quest'arma si rese inutilizzabile.
Armi
Scavi archeologici del sito hanno portato alla luce più di 1500 monete Romane e 6000 reperti; quasi tutti sono pezzi e frammenti di equipaggiamento Romano come chiodi per calzature, pezzi di cotte di maglia, cinture, grembiuli, e spille ed anche frammenti di equipaggiamento ausiliario. E' anche ovvio, che, i guerrieri Germani setacciarono con cura i resti in cerca di qualsiasi cosa di utile. Quindi, solo un frammento di una lama di spada Romana è stato trovato, mentre numerosi foderi vennero scartati dopo averne asportato il metallo. Tale destino è stato anche rinvenuto in una impressionante raccolta di scudi, accuratamente separati dalle borchie ed altri metalli. Queste azioni indicano che i guerrieri Germani preferivano altri tipi di armi - i loro scudi particolari e spade diverse (la spatha). E' assai verosimile che la spada corta Romana (il gladio ispanico) ed i loro giavellotti (il pilum) trovati sul campo di battaglia siano stati frammentati ed il metallo riutilizzato da fabbri armaioli Germani. Un ritrovamento speciale è divenuto iconico per il campo di battaglia di Kalkriese, la maschera facciale d'argento di un ufficiale di cavalleria Romano. Apparentemente parte del bastione cadde su di esso oltre a qualche altro equipaggiamento nascondendolo alla vista dei saccheggiatori nel dopo battaglia e preservandolo per noi.
Conseguenze
Come riportato successivamente da storici Romani, la battaglia si concluse con un annientamento totale dei soldati Romani. Si dice che Varo si fece cadere sulla propria spada, mentre i vincitori si presero come trofeo le aquile delle legioni Romane quale segno visibile del trionfo. Solo due di queste vennero recuperate e ciò dopo sette anni. Le numerazioni delle legioni non vennero più riutilizzate in commemorazione delle legioni perdute. Non sorprende, quando Svetonio ci racconta che Augusto gridava e sbatteva il proprio capo contro una porta quando ricevette le notizie della sconfitta:
Egli ha subito solo due sconfitte gravi e ignominiose, quelle di (Marco) Lollio e di Varo, entrambe avvennero in Germania. Di queste, la prima fu più umiliante che seria, ma la seconda fu quasi fatale in quanto tre legioni vennero fatte a pezzi con i loro generali, i loro ufficiali, e tutti gli ausiliari. Quando le notizie di ciò arrivarono, egli ordinò che di notte venisse montata la guardia su tutta la città, per prevenire una sommossa, e prolungò i termini di permanenza dei governatori nelle province, affinchè i loro alleati potessero essere mantenuti fedeli ai loro impegni da uomini esperti con i quali avevano familiarità. Egli promosse anche grandi giochi a Giove Ottimo Massimo, nel caso in cui le condizioni dello stato fossero migliorate, una cosa che era stata fatta durante le guerre Cimbrica e Marsica. Infatti, dicono che egli fu colpito così profondamente che per molti mesi di seguito non si taglio nè la barba nè i capelli, ed a volte sabatteva la testa contro una porta, gridando: "Quintilio Varo, rendimi le mie legioni!" E commemorava il giorno del disastro ogni anno come giornata di dolore e lutto (Le vite dei Dodici Cesari - Augusto, 23.1-3)
Cinque anni più tardi, il Senato Romano nominò Germanico comndante degli eserciti della Germania Interiore. Ciò portò ad una campagna 14-16 d.C durante la quale egli riuscì ad infliggere una terribile vendetta sui Germani, sconfiggendo pesantemente l'esercito di Arminio e riconquistando due delle tre aquile perdute. Egli ottenne anche un qualche tipo di sollievo dal truama assicurando sepoltura ai soldati Romani, i corpi dei quali erano stati lasciati a marcire sul campo di battaglia. Tacito scrive che quando il comandante Romano, Germanico, visitò il luogo della battaglia, ordinò che i resti dei corpi dei soldati venissero raccolti e sepolti in fosse. Archeologi hanno dimostrato che le ossa ed i teschi trovati in queste fosse erano rimasti disseminati allo scoperto per diversi anni. Questo coincide bene con il resoconto. Comunque, Germanico non fu in grado di tramutare queste vittorie in un prolungato dominio della regione.
Una Battaglia Decisiva?
Nel 19° e 20° secolo gli storici comunemente pensavano che la Battaglia della Foresta di Teutoburgo fosse stata decisiva per la storia successiva dell'Europa. Durante la battaglia, i Romani subirono un terribile colpo, dopo di che furono respinti con forza oltre il Reno. Per quanto le regioni su entrambi i lati di questo fiume operassero come un'unica regione di frontiera, il confine militare mantenne i Romani su di un lato ed i Germani sull'altro, fino a quando i Franchi sotto Clodoveo I riuscì a governare di fatto fino al fiume Elba.
Storici successivi però hanno messo ciò in dubbio. Secondo la loro opinione, era, da un punto di vista economico, non vantaggioso soggiogare ciò che era sostanzialmente una zona rurale interna senza alcun interesse particolare. Era più semplicemente stabilire relazioni commerciali ragionevoli e sicure con la Germania interiore piuttosto che investire soldi e uomini per inserire formalmente queste ex province in un impero ormai tentacolare che arrivava fino al Vallo di Adriano. Il confine lungo il reno era semplicemente più facile e quindi anche più economico da difendere in profondità. Inoltre, agiva da potente calamita per gli uomini della Germania interiore che desideravano essere arruolati nell'esercito Romano. E' probabile che la sola ragione per la quale la battaglia di Teutoburgo è stata ricordata così vividamente è stato per il fatto che fu una sconfitta così devastante ed umiliante da colpire così fortemente la pubblica reputazione militare dei Romani. Se si governa e si amministra con il terrore, una sconfitta devastante per mano nemica può costare un caro prezzo, quando ci si confronta con la successiva ribellione su tutto il fronte.
Una Battaglia Iconica?
Tuttavia, l'aura della Battaglia di Teutoburgo ebbe una seconda vita dopo la Riforma nel 16° secolo, quando le opere di Tacito ispirarono i Tedeschi alla ricerca di liberarsi dalla chiesa Cattolica per utlizzare Arminio (alias Hermann, come veniva ora chiamato) quale campione delle genti per eccellenza. Più tardi questa idea decollò quando venne trasformato nel campione delle genti Germaniche contro il Varo di tutti i tempi, Napoleone. Come venne concepito dai Romantici attraverso pittura, poesia e rappresentazioni, il Generale Blücher era semplicemente Arminio rinato, mentre Napoleone era il generale Romano sconfitto a Waterloo. A questo punto, i Tedeschi iniziarono a progettare un vero monumento, il monumento di Hermann vicino a Detmold (dove a qual tempo si pensava avesse avuto luogo la battaglia). Tuttavia, non fu prima del 1875 che l'Hermannsdenkmal venne eretto: alto 57.4 metri il monumento continua ad innalzare la spada puntando verso ovest. Con una misura di sette metri e 600 kg questa venne donata dagli stabilimenti Krupp. Oggi, ci ricorda il meticoloso recupero dei metalli, che avvenne a Kalkriese nel Settembre del 9 d.C. A seguito della sbalorditiva vittoria nel 1871 l'elite Tedesca la interpretò più come un segno di ciò che dice l'incisione: "L'Unità Germanica sotto la mia Forza" (Deutsche Einigkeit Meine Staerke). Sul suo capo, Hermann indossa un elmo alato, ed ai suoi piedi giace un'Aquila Romana schiacciata. Il ritratto di Hermann venne forgiato dal metallo ottenuto da un cannone Francese e fuso nell'immagine del nuovo Imperatore Tedesco creato.
Assai paradossalmente, comunque, questa venerazione Tedesca di Arminio quale simbolo nazionale di unità Germanica, tuttavia, portò con sé il seme della distruzione ultima dell'esercito Tedesco nella Seconda Guerra Mondiale.
Duranto il Medio Evo, la maggior parte delle guerre consisteva in una interminabile serie di assedi seguiti da saccheggi ed occasionali devastazioni delle campagne. Battaglie campali venivano combattute occasionalmente, ma in genere i re ed il loro condottieri militari cercavano di evitarle: dispendiose e potenzialmente devastanti, la maggior parte dei generali le temeva. Questo cambiò drasticamente nel tardo 18° secolo quando Napoleone entrò sulla scena sostenedo l'idea che la gloria potesse effettivamente essere conquistata - e quindi ricercata - nelle magnifiche battaglie campali, nelle quali eccelleva. Quando i Tedeschi cercarono la loro unità facendo guerra (1864 - 1871) ai loro vicini, Danimarca, Austria e Francia, emerse un condottiero militare innato, Helmuth von Moltke il Vecchio. Ispirato da Clausewitz (generale e teorico della guerra), Moltke riuscì sia a stabilire le regole su come fare la guerra nel 19° secolo sia a vincere un numero impressionante di battaglie decisive alla maniera del più grande eroe Tedesco tra tutti loro, Arminio.
Quindi, anche se la storia è testimone del fatto che le guerre, alla fine, sono vinte per logoramento e solo molto raramente in battaglie decisive, i talentuosi generali Tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale furono sfidati dal fascino della battaglia. Naturalmente, in questo contesto possono essere accusati. Da un lato sentivano di dover eseguire gli ordini da parte di un militare incompetente; dall'altro giustamente sapevano che qualsiasi guerra che non avesse procurato gloria sul campo di battaglia, non sarebbe potuta essere vinta da forze Tedesche, che nel lungo termine avrebbero avuto mancanza di manodopera e di risorse per realizzarla e generando sofferenza. In tale situazione, è comprensibile che adescando il nemico in battaglie decisive avrebbe portato i suoi frutti. Questa fu, pertanto, la strategia, che alla fine fu alla base della decisione Tedesca di inoltrarsi nelle Ardenne, ed ingaggiare gli Alleati nella "Battle of the Bulge" (Controffensiva delle Ardenne) nel Dicembre 1944 - Gennaio 1945; probabilmente una delle ultime grandi battaglie nella storia militare mondiale.
Dietro ciò si celava quindi il richiamo della battaglia decisiva, che i generali Tedeschi credevano che il loro Arminio o Hermann alias Moltke avevano vinto nella Foresta di Teutoburgo anni addietro. Grazie agli archeologi, dobbiamo ora riflettere se, di fatto, Arminio non avesse combattuto piuttosto alla sua maniera quale comandante talentuoso di gruppi di guerriglieri e bande armate?
Musei
Un museo importante e molto interessante si trova sul sito della battaglia. Questo è di grande importanza per qualunque persona voglia capire gli eventi che sfociarono nella battaglia, come venne condotta ed i contesti storici e geografici. E' anche un bel museo per bambini. All'esterno del museo, i visitatori vengono invitati a compiere un'escursione sul campo di battaglia, che offre un'ottima immagine di come venne vissuto dai soldati Romani e dai guerrieri Germani.
Nel Museo Storico della Germania a Berlino, la prima esposizione è relativa alla Battaglia della Foresta di Teutoburgo. I curatori naturalmente hanno scelto la maschera indossata da un Romano in battaglia quale punto d'inizio di ciò che è fondamentalmente un'esposizione molto significativa suddivisa in tre parti che spazia sulla storia travolgente di alti e bassi nella unificazione e divisione della Germania nel corso di 2000 anni.