Per gli antichi egiziani la vita era una celebrazione e così come una persona desidera presentarsi al meglio a qualsiasi festa, l'igiene personale era un' importante valore culturale. Gli egiziani si lavavano quotidianamente, si rasano la testa per prevenire pidocchi o altri problemi ed usavano regolarmente cosmetici, profumi e mentine per l'alito. L'aspetto personale di ognugno era così importante che alcuni incantesimi presenti nel Libro Egiziano dei Morti stabilivano che nell'aldilà una persona non poteva parlare agli altri se non fosse stato pulito e presentabile ed è chiaro che si parlasse dell'aspetto fisico.
L'incantesimo 125 proibiva ad una persona di parlare a meno che non fosse "pulito, non idossasse abiti nuovi, non calzasse sandali bianchi, non avesse il trucco negli occhi, non fosse spalmato con il miglior olio di mirra". Gli dei erano normalmente raffigurati con il trucco negli occhi, dal momento che questi erano l'anima nell'aldilà e i cosmeti erano tra gli oggetti più comuni presenti nelle tombe come oggetti funebri.
I cosmetici non erano usati solo per migliorare l'aspetto personale, ma anche per la propria salute. Gli ingredienti usati per questi unguenti, oli e creme aiutavano ad ammorbidire la pelle, proteggere dalle bruciature del sole, proteggere gli occhi e migliorare la propria autostima. I cosmetici erano realizzati da professionisti che prendevano molto seriamente il loro lavoro dal momento che il prodotto era severamente giudicato se non fosse stato il migliore possibile; questo tipo di giudizio sarebbe risultato non solo in una perdita di reputazione nella comunità ma anche nella possibilità di ricevere una negativa accoglienza dagli dei nell'aldilà. Per essere sicuri di fornire il meglio che potevano gli antichi manufatturieri egiziani si affidavano ai migliori ingredienti naturali e ai più sicuri metodi di produzione.
La scienza dietro i cosmetici egiziani, deodoranti, mentine e dentrifrici era così avanzata che secondo il Dizionario della lingua inglese di Oxford la parola inglese per "chimica" (che deriva da "alchemia") ha le antiche origini in Kemet, l'antica nome per Egitto in lingua egiziana ( il nome "Egitto" è un termine greco). Nel suo articolo sulla Medicina nell'Antico Egitto il Dr. Sameh M. Arab sostiene questa etimologia e spiega come, nonostante i loro limiti, i medici egiziani avessero la conoscenza più completa dei medicinali nel mondo antico. Questa stessa competenza è evidente nella produzione egiziana di cosmetici, profumi e altri aspetti dell'igiene personale.
Uso quotidiano dei cosmetici
I cosmetici furono usati dal periodo Predinastico in Egitto (6000 - 3150 a.e.c.) fino all'Egitto romano (30 - 646 e.c.), per tutta la durata dell'antica civiltà egizia. Uomini e donne di tutte le classi sociali applicavano cosmetici, anche se è evidente che i prodotti migliori potevano essere acquistati solo dai ricchi. Questi cosmetici venivano prodotti professionalmente e venduti nei mercati, ma sembra che alcuni di qualità inferiore potessero essere realizzati in casa.
Il rituale mattutino dopo il risveglio era quello di farsi il bagno. In tutte le case, indipendentemente dal ceto sociale, gli egiziani avevano una qualche forma di bacinella e vaso usato per lavarsi le mani e farsi la doccia. C'erano anche pediluvi fatti di pietra, faienza, ceramica o legno per lavarsi i piedi. Questi furono prodotti in serie durante il Primo Periodo Intermedio dell'Egitto (2181 - 2040 a.e.c.) come pediluvi singoli e doppi.
Ci si lavavano le mani, la faccia e i piedi prima e dopo ogni pasto, prima di andare a letto e la mattina appena svegliati. Ci si aspettava che i sacerdoti facessero il bagno più regolarmente ma, l'egiziano medio si faceva la doccia e il bagno quotidianamente. La mattina dopo essersi lavati, si usava una crema, l'antico equivalente della protezione solare, sul corpo e successivamente ci si applicava il trucco sul viso ottenuto dall'ocra qualche volta mischiata con il legno di sandalo. L'egittologa Helen Strudwick scrive:
Nell'antico Egitto il centro dell'attenzione erano gli occhi che erano marcati con disegni neri o verdi per enfatizzare taglia e forma. I pigmenti di terra della malachite verde mischiato con acqua per creare una pasta fu usato fino alla metà dell'Antico Regno, ma venne successivamente sostituito dal kohl nero, prodotto dal minerale galena proveniente dalle regioni del Sinai. In modo significativo, il kohl aveva valore terapeutico nel proteggere gli occhi dalle infezioni causate dalla luce solare, dalla polvere o dalle mosche. (380)
Il Khol era creato macinando finemente sostanze naturali quali galena, malchite e altri ingredienti per poi essere successivamente mescolati con olio o grasso fino a produrre una crema. Questa crema veniva conservata in vasetti di pietra o ceramica che erano conservati in contenitori di legno, avorio, argento o altri metalli preziosi. Alcuni degli oggetti più elaborati trovati nelle tombe e nelle roviene delle case e dei palazzi sono questi custodie per khol che erano opere d'arte riccamente scolpite. Il khol era particolarmente costoso e disponibile solo per la classe benestante, ma sembra che la classe contadine una propria variante del cosmetico meno costosa. Come ques'ultimo fosse realizzato o da quali sostante non è chiaro.
Creme, oli e unguenti erano anche usati per mantenere un aspetto giovanile e prevenire le rughe. Venivano applicati usando mani, pennelli e nel caso del khol un bastoncino. Questi applicatori insieme ai cucchiai utilizzati per prelevare cosmetici erano spesso trovati tra gli oggetti funebri. Il miele veniva applicato sulla pelle per guarire ed eliminare le cicatrici, fiori di loto schiacciati e olio proveniente da diverse piante (come quella del papiro) erano usati per creare queste applicazioni. Oltre ad avere vantaggi salutari come proteggere la pelle dal sole, questi cosmetici sembra li proteggessero dalle mosche della sabbia ed altri insetti.
Gli inguenti venivano conservati dai benestanti in giare ornate che avevano una decorazione spesso tanto ricca quanto le custodie del khol. Un formato particolarmente popolare era la giara a forma di Bes, dea della fertilità, gravidanza, bimbi e gioia. Gli unguenti venivano splamati su tutto il corpo con miscele particolarmente profumate da mettere sotto le braccia e lungo le gambe.
Dal momento che molti egiziani camminavano scalzi, applicavano un unguente sui loro piedi specialmente la pianta del piede che agiva come repellente per gli insetti e come protezione solare. Il re e la classe benestante si servivano di una persona addetta alla cura delle mani e dei piedi che usava un piccolo coltello e una lima. Occuparsi della cura delle mani e dei piedi del re era considerata una posizione di lavoro prestigiosa e questi uomini includevano sempre questo titolo in maniera molto evidente nelle loro tombe.
Come la classe contadina gestiva la cura delle mani e dei piedi non è stata documentata, ma molto probabilmente seguivano le stesse modalità semplicemente con oggetti meno sofisticati e senza servitori. La vita della classe contadina è abbastanza documentata, ma non nello specifico. I contadini e le loro famiglie usavano creme, unguenti e qualche forma di deodorante, ma non avrebbero potuto permettersi la maggior parte dei profumi.
Profumi & Deodoranti
Il profumi più popolare e meglio conosciuto era il kyphi. Era fatto di incenso, mirra, resina del lentisco, resina di pino, cinnamomo, cardamomo, zafferano, ginepro, menta ed altre erbe e spezie. Il profumo è descritto come rinvigorante e dalle fonti si deduce che coloro che se lo potevano permettere erano oggetto di invidia da parte di coloro che non potevano. Strudwick scrive " gli egiziani amavano profumi dolci e speziati che riempiva l'aria con il loro intenso aroma persistente" e il kyphi era il più costoso e ambito tra questi (378).
Gli ingredienti per il kyphi venivano in maggioranza dalla terra di Punt e per questo erano rari in Egitto. Ci sono solo poche spedizioni verso le terre di Punt menzionate nella storia egizia oltre al famoso viaggio commissionato dalla regina Hatshepsut (1479 - 1458 a.e.c.). Se gli egiziani fossero stati in grado di replicare questi ingredienti da soli è sconosciuto, ma sembra molto improbabile. Il kyphi era così raro e costoso che veniva principalmente usato nei templi come incenso bruciato per gli dei.
Profumi meno costosi e più comuni erano creati con fiori, radici, erbe ed altre sostanze naturali che venivano macinate per formare una pasta e successivamente veniva aggiunto del grasso o olio per ottenere una crema oppure veniva creato un cono di incenso. Nei disegni e nelle iscrizioni dell'antico Egitto uomini e donne sono rappresentati con uno di questi coni sopra la testa durante feste e cerimonie, ma ci sono forti dubbi sul fatto che girassero effettivamente con incensi accessi attacati sulle loro parrucche.
Nessuna evidenza di residuo di incenso o grasso è stato trovato su nessuna delle parrucche esistenti provenienti dall'antico Egitto e sembra improbabile che avessero provato a tenere in equilibrio il cono durante le feste dove era comune bere in eccesso. Molto probabilmente le rappresentazioni di queste persone con i coni in testa simboleggiava il buon tempo passato durante gli eventi o forse che in questi era incluso l'uso di incensi profumati. C'è anche la possibilità che gli egiziani indossassero questi coni di incenso sulle teste durante le cerimonie.
I deodoranti erano realizzati nello stesso modo dei profumi e spesso si utilizzava la stessa ricetta applicata nello stesso modo. Però un certo numero di ricette per deodoranti erano meno fragranti di un profumo. Un metodo descritto era di mischiare uova di struzzo, noci, tamerici e gusci di tartaruga schiacciati con grasso, mescolati in una crema e applicati su braccia, torso e gambe per realizzare un deodorante privo di profumo. Una ricetta e una prescrizione dal testo medico noto come il Papiro di Hearst suggeriva di mescolare lattuga, mirra, incenso e un'altra pianta (il cui nome non è noto) e spalmare la pasta sul corpo per prevenire l'odore del sudore. Venivano anche utilizzati succhi di frutta mescolati con incenso o altre spezie come la cannella.
Parrucche, Dentrificio & Mentine per l'Alito
Prima di lasciare la propria casa la mattina, gli egiziani indossavano la parrucca e si lavavano i denti. Le parrucche, come già detto, venivano indossate per prevenire i pidocchi, ma erano semplicemente più comode per il clima arido e rendevano l'igiene personale più semplice. Le parrucche erano realizzate con capelli umani fino al Secondo Periodo Intermedio (1782 - 1570 a.e.c.) quando gli Hiksos introdussero i cavalli in Egitto: da quel momento in poi furono usate insieme ai capelli umani crini di cavallo.
Le parrucche venivano realizzate in stili diversi per essere indossate nelle varie occasioni. Era noto che si potavano portare i capelli in modo diverso durante una riunione di famiglia piuttosto che in un evento o festa elegante; pertanto le parrucche venivano realizzate in modo diverso per soddisfare queste esigenze. Come in tutte le sfere della vita egiziana i benestanti potevano permettersi le parrucche migliori che erano spesso intrecciate con gioielli o pietre preziose e profumate. La gente più povera appartenete alla classe inferiore indossava parrucche fatte di piante di papiro intrecciate oppure si ravano la testa e semplicemente usavano un copricapo.
Per pulire i denti si usava l'invenzione egiziana dello spazzolino e dentrificio. Quest'ultimo fu inventato prima dello spazzolino e ci sono prove del suo uso risalenti al periodo Predinastico. Gli ingredienti per il dentifricio più antico non sono noti, ma una più tarda ricetta indica una miscela di menta, roccia, sale, pepe e fiori secchi di Iris. Questo sarebbe stato ridotto in polvere ed applicato sui denti; la saliva l'avrebbe poi trasformata in una pasta. Lo spazzolino era inizialmente un bastoncino con l'estremità sfilacciata a ventaglio, simile ad una spazzola. Successivamente questo si trasformò in un bastoncino dentellato con sottili strisce di piante tagliate (molto probabilmente papiro) strettamente legate alla tacca come setole.
Durante il giorno per mantenere l'alito fresco gli egiziani mangiavano mentine. Queste venivano prodotte sia commercialmente che in casa mescolando insieme incenso, cannella, melone, semi di pino e anacardi macinandoli in polvere e aggiungendo successivamente il miele. Come ingrediente legante serviva il miele che, ben amalgamato al resto, veniva scaldato sul fuoco, lasciato raffreddare leggermente e poi formato in piccole caramelle. È probabile che alcuni dei barattoli e delle ciotole trovati nelle case fossero contenitori per caramelle che contenevano queste mentine.
Quando si tornava a casa la sera, ci si toglieva la parrucca e si faceva il bagno per struccarsi prima della cena. Dalla mattina alla sera, i cosmetici e l'igiene personale facevano parte dei rituali quotidiani di ogni egiziano. Dal momento che lo scopo principale della propria vita era rendere la propria esistenza degna dell'eternità, la cura del proprio aspetto fisico e della propria salute era una priorità.
Gli egiziani potrebbero aver avuto la visione più ideale dell'aldilà, ma non c'è traccia che qualcuno di loro avesse una particolare fretta di arrivarci. Anche così, la vita come viaggio eterno era la concezione accettata della cultura egiziana. L'uso di cosmetici e l'uso di altri mezzi per mantenere la salute e l'aspetto esteriore erano necessari non solo per trascorrere un periodo più piacevole sulla terra, ma anche per la forma eterna dell'anima nella fase successiva dell'esistenza.