Colui che ha visto ogni cosa sulla Terra dalle ossa così robuste, e sapeva ciò che doveva essere conosciuto, colui che aveva sperimentato ciò che esisteva e aveva acquisito familiarità con tutte le cose.
Epopea di Gilgamesh
Il tornado ha inizio
A seguito dell'invasione dell'Iraq guidata da parte degli Stati Uniti d'America (Marzo 2003) ed il collasso catastrofico della Repubblica dell'Iraq, la tragedia del saccheggio dell'Iraq Museum e di molti altri musei iracheni, nonché il dilagare di scavi illegali nei territori dell'antica Mesopotamia (in particolar modo, nell'odierno Iraq), hanno spinto il Governo del Kurdistan ed il relativo Consiglio dei Ministri a procedere con l'emanazione di un decreto.
Conseguentemente, grazie al Governo del Kurdistan ed all'Unione Patriottica del Kurdistan, con la loro illimitata attività di sponsorizzazione, il Sulaymaniyah Museum, dal 2003 - e a tutt'oggi -, ha costruito, protetto e conservato un ingente tesoro di artefatti e manufatti preziosi, appartenenti a differenti epoche, culture e storie dell'antica Mesopotamia. Molti dei reperti archeologici acquistati dal Sulaymaniyah Museum originariamente appartenevano all'Iraq Museum di Baghdad (le lettere “IM”, seguite da numeri, infatti, erano state apposte sulla superficie di ognuno di questi ultimi); il Sulaymaniyah Museum ha poi restituito e consegnato tali manufatti al Museo di Baghdad. È opportuno ricordare che il Sulaymaniyah Museum non è in alcun modo sponsorizzato o finanziato dal Governo Federale Centrale di Baghdad!
Questa tavoletta in argilla era di colore nero (conseguenza dell'azione del fuoco). Le superfici sono state “timbrate” ripetutamente e per più volte. Quest'angolazione cattura tre bellissime impronte di timbro contenenti segni e caratteri cuneiformi. Foto esclusiva, mai vista prima. Tavoletta in argilla recuperata illegalmente e proveniente dalla Mesopotamia meridionale, nell'odierno Iraq.
Molti considerano questo accordo inaccettabile, in quanto incoraggerebbe altri saccheggiatori a vendere la loro "merce" "legalmente" e più facilmente. Invece, altri sostengono che, in questo modo, il Kurdistan Iracheno ha saputo intercettare con grande successo il contrabbando dei reperti archeologici dell'antica Mesopotamia, ed è un atto assai coraggioso da annunciare pubblicamente. Personalmente, sono d'accordo con quest'ultima opinione. Perchè, ad esempio, è così che il mondo ha saputo apprezzare la Tavoletta V dell'Epopea di Gilgamesh, soltanto recentemente riportata alla luce! Ho ascoltato e letto numerose notizie sul fatto che molti reperti archeologici dell'Iraq Museum sono stati restituiti, ma com'è stato possibile? Molti di questi stessi artefatti e manufatti preziosi erano negli Stati Uniti, nei Paesi Europei e/o nelle altre nazioni confinanti. Nessuno dice in quale modo siano ivi giunti oppure, nel migliore dei casi, la maggioranza afferma che non vi sono ulteriori informazioni a riguardo! È comprensibile che un certo e notevole grado di mancanza di trasparenza accompagni questo stesso scenario ancora attualmente imperante.
Conseguenze
Vi mostrerò ora alcuni esempi di tavolette in argilla provenienti dall'antica Mesopotamia, attualmente conservate presso il Sulaymaniyah Museum. Nessuna di queste è esposta, e le seguenti sono foto esclusive, mai viste prima. La mano che appare in ogni foto è la mia; ho tenuto in mano le tavolette in argilla ed ho scattate le relative fotografie con la mia fotocamera Nikon D90 nel mese di Settembre dell'anno 2014. Ho scelto 16 immagini tra le circa 10.000 tuttora in mio possesso.
Partiamo proprio da questa tavoletta in argilla:
“Ciao, ciao ... Sono Ty Ty!”. Mentre riprendevo questa tavoletta in argilla da differenti angolazioni, ho trovato questo: si tratta di una parola araba (وركاء) scritta sulla tavoletta in argilla con un pennarello blu. Si legge Warka (ovvero, il nome dell'antica città di Uruk). Il personale del Museo non aveva idea di che cosa si trattasse e non l'ha nemmeno notato! È stato scritto dai saccheggiatori; la tavoletta potrebbe eventualmente essere stata riportata alla luce nella città di Uruk! Bang bang! Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Ricordo di aver visto una tavoletta in argilla, molto simile a questa, esposta al British Museum, e risalente al III millennio a.C., circa. I saccheggiatori hanno ripulito le superfici di questa tavoletta completa ed intatta in modo molto professionale. Le iscrizioni cuneiformi ed ogni singolo segno e carattere che le vanno a costituire sono chiarissimi e ben leggibili! Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Un'altra tavoletta in argilla recuperata illegalmente, completamente di colore nero (conseguenza di un incendio). Sulla sua superficie sono presenti molti segni e caratteri cuneiformi, ma questa tavoletta in argilla presenta anche impronte di timbri molto evidenti. Tra una differente e notevole collezione di tavolette in argilla, ho notato che le impronte di timbro sono state individuate unicamente sulle cosiddette “tavolette bruciate”; questo potrebbe eventualmente suggerire che sono state recuperate nel medesimo contesto!
Quando ho tenuto in mano questa tavoletta in argilla, il mio corpo s'è raggelato. Era perfettamente intatta, completa, meravigliosa, un pezzo di 5000 anni fa, letteralmente da togliere il fiato. Grazie al Governo del Kurdistan Iracheno, il Sulaymaniyah Museum è riuscito a proteggere questo inestimabile manufatto dall'uscita dall'Iraq. Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Si tratta di una pesante tavoletta in argilla. Era completa, intatta e molto bella. Le iscrizioni cuneiformi sovrastanti sono facilmente leggibili. Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Vediamo ora alcuni ulteriori esempi di come questi saccheggiatori sono riusciti a compiere delle vere e proprie operazioni chirurgiche sulla loro stessa "merce" per ingannare i futuri potenziali acquirenti:
Si trattava di una tavoletta in argilla grande e pesante, tagliata in due metà dai saccheggiatori proprio per essere venduta in due pezzi, il che significa praticamente maggiori entrate! L'altra metà è andata purtroppo perduta (e mi chiedo: con chi è ora? Con chi sarà mai ora?) e l'iscrizione redatta in caratteri cuneiformi è quindi incompleta. Abbiamo perso informazioni molto preziose a causa di quei cercatori d'oro. Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Questa tavoletta in argilla è purtroppo andata distrutta in molteplici pezzi. I saccheggiatori hanno comunque cercato di unirne i vari frammenti. Si noti il moderno cemento utilizzato per riempire alcuni spazi perduti e per unire i pezzi stessi. Il pezzo inferiore a destra è stato ulteriormente rimodellato e morfologicamente ridefinito utilizzando moderno cemento e detriti presenti in situ. Tuttavia, alcuni pezzi mancavano e dunque non potevano essere sostituiti. Un tale processo di “riparazione” ha portato non solo all'ottenimento di una forma distorta, ma anche - e soprattutto - alla perdita di molti segni e caratteri cuneiformi; un vero disastro per gli studiosi! Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Un'altra tavoletta in argilla purtroppo andata distrutta in molteplici pezzi. Per “ridare vita” a questa tavoletta in argilla sono stati utilizzati moderno cemento, detriti presenti in situ ed altri frammenti non ad essa ricollegati. Su alcune delle sue superfici è stata addirittura utilizzata anche una vernice di color marrone come strato coprente, a mo' di trucco! Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Una tavoletta in argilla multi-frammentaria "ricucita" con moderno cemento e detriti presenti in situ. Alcuni dei suoi frammenti di riempimento non sono collegati tra loro; la medesima doveva verosimilmente apparire antecedentemente come oggetto integro. Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Il moderno cemento ed i detriti presenti in situ sono stati utilizzati per riempire la lacuna nella parte superiore di questa medesima tavoletta in argilla. Il processo ha comportato, tuttavia, la perdita di alcuni dei segni e caratteri cuneiformi adiacenti. Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Sembra un bernoccolo sulla fronte! Per riempire l'angolo perduto di questa tavoletta in argilla recuperata illegalmente sono stati utilizzati moderno cemento, sabbia e detriti presenti in situ.
Un'altra tavoletta in argilla che è stata rotta in molti pezzi; questo è il rovescio della medesima. Per “conservare” la tavoletta in argilla sono stati utilizzati moderno cemento, detriti presenti in situ e frammenti non ad essa ricollegati. Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Questa tavoletta in argilla è stata divisa longitudinalmente in due pezzi. Si noti come la banda abbia riempito gli spazi intercorrenti tra i frammenti e l'uso del moderno cemento. Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Un esperto del Museo mi ha riferito che il pezzo a sinistra non è collegato alla tavoletta in argilla in questione. I saccheggiatori hanno rimodellato un frammento di un'altra tavoletta in argilla non correlata per adattarlo allo spazio libero. Si noti l'utilizzo del moderno cemento.
Infine, ultima tavoletta in argilla ma non per importanza: la stessa esemplifica pure, come dire, il modo di pensare di questi saccheggiatori. Si noti la protuberanza in corrispondenza del margine superiore, riempita da un frammento non correlato alla stessa. Questa volontà di riempire ogni singolo spazio originariamente perduto ha portato alla perdita di informazioni, al danneggiamento dei segni e caratteri cuneiformi adiacenti, all'aggiunta di informazioni errate ed, infine, alla deformazione della medesima tavoletta in argilla. Tavoletta in argilla recuperata illegalmente.
Questi esempi rappresentano soltanto una goccia nell'oceano. Da dove provengono le tavolette in argilla in analisi? Non sono certamente spuntate dal nulla. Perché è molto facile per i saccheggiatori scavare e trovare questi inestimabili manufatti preziosi? Sembra che tutti loro sappiano che questa o quella collina, che questo o quel luogo è antico e custodisce oggetti delle epoche più remote del passato, della Storia. Che cosa hanno fatto finora i nostri Governi mediante gli scavi archeologici, le indagini e le ricognizioni legali e le analisi di laboratorio? Perché è così difficile e richiede molto tempo portare alla luce qualcosa secondo criteri esattamente scientifici, mentre dei gangster analfabeti possono farlo in pochissimo tempo, utilizzando strumenti primitivi e/o inadeguati? Sì, sono sicuro che le nostre lettrici ed i nostri lettori conoscono perfettamente la risposta a tale domanda.
Le tavolette in argilla di cui sopra provengono dalla Mesopotamia meridionale, lo sanno tutte e tutti, e da antichi tumuli già “indagati e sistematicamente sottoposti a classificazione e catalogazione” in modo più che evidente, ma la vera domanda è: chi c'è dietro a questi scavi illegali, comunque organizzati, a lungo perpetrati alla luce del giorno, quando davvero il Sole era al centro e nel cuore del Cielo?
Una flebile luce alla fine del tunnel oscuro
Prendiamo come esempio la Tavoletta V dell'Epopea di Gilgamesh, recentemente scoperta ed acquistata, alla fine dell'anno 2012, dal Sulaymaniyah Museum; questa tavoletta in argilla dall'inestimabile valore costava, in realtà, soltanto 800 dollari statunitensi ed era in viaggio verso un Paese confinante con l'Iraq. I ricercatori hanno aggiunto ulteriori e molteplici nuove informazioni all'Epopea stessa dopo aver traslitterato l'iscrizione redatta in segni e caratteri cuneiformi e la medesima tavoletta in argilla reca. Quest'ultima è esposta presso il Sulaymaniyah Museum del Kurdistan Iracheno.
Questa è la Tavoletta V dell'Epopea di Gilgamesh, recentemente scoperta e recuperata illegalmente, probabilmente proveniente da un antico tumulo localizzato nel Governatorato di Babilonia, in Iraq. Attualmente è esposta presso il Sulaymaniyah Museum, nel Kurdistan Iracheno.
Infine, ho avuto l'onore di vedere tutte queste tavolette in argilla illegalmente riportate alla luce, la possibilità ed opportunità di toccarle, tenerle in mano e, soprattutto, fotografarle esclusivamente con finallità di studio e di ricerca.
Rivolgo un ringraziamento particolare ad Hashim Hama Abdullah, Direttore del Sulaymaniyah Museum, e a Kamal Rashid, Direttore Generale della Direzione delle Antichità di Sulaymaniyah, per il loro grande aiuto e la loro preziosa collaborazione.
Questo articolo è stato scritto in memoria del defunto Archeologo Iracheno Taha Baqir (1912-1984).
L'Archeologia non è ciò che si trova, bensì, ciò che si scopre.
David Hurst Thomas.