La carta nell'antica Cina

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Mark Cartwright
da , tradotto da Federica Lomoro
pubblicato su 15 settembre 2017
Disponibile in altre lingue: Inglese, Cinese, Francese, Spagnolo
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L'utilizzo diffuso della carta e della stampa fu la caratteristica che distinse la Cina dalle altre culture antiche. Secondo la tradizione, la carta fu inventata all’inizio del II secolo d.C., ma ci sono prove che ne testimoniano la nascita molto tempo prima. Essendo un materiale più economico e comodo del bambù, del legno o della seta, la carta stimolò la diffusione della letteratura e l’alfabetizzazione, ma era usata anche per molti altri scopi, dai cappelli agli imballaggi. La qualità della carta aumentò col passare dei secoli, era venduta in tutta l’Asia, e fu utilizzata per le prime banconote all’inizio del XII secolo.

Yuan Dynasty Bank Note & Plate
Banconota e stampo, dinastia Yuan
PHGCOM (CC BY-SA)

L’invenzione della carta

Ci sono numerose prove archeologiche di tipologie primitive di carta risalenti al II secolo a.C. in Cina, soprattutto a base di canapa. Si ritiene che l’invenzione di questa primitiva forma di carta fu accidentale: quando i vestiti, fatti di canapa, venivano lasciati a mollo troppo a lungo dopo il lavaggio, si formava nell’acqua un residuo che poteva essere pressato e utilizzato come nuovo materiale. La data tradizionale dell’invenzione della carta, nella sua forma raffinata, è fissata al 105 d.C. Cai Lun, il direttore dei Laboratori Artigianali di Luoyang, è riconosciuto come l’inventore: usò fibre vegetali che venivano bagnate, pressate e infine asciugate in fogli, su cornici di legno o paraventi. Lo scomodo bambù, le strisce di legno o la costosa seta erano stati usati per secoli come superfici per scrivere ma, dopo molti sforzi, un’alternativa più leggera ed economica fu finalmente trovata: i rotoli di carta.

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Il rattan rimpiazzò la carta di canapa e fu favorito per secoli, lasciando poi il posto alle fibre di bambù, che diventarono la materia prima più comune.

Nel tempo furono sperimentate diverse fibre per produrre la carta, e dunque la qualità era già molto cresciuta verso la fine del periodo Han (206-220 d.C.). Fibre di diverse piante, erbe, materiali vegetali, canapa, corteccia e persino stracci venivano usati in una costante ricerca e sperimentazione, volte a trovare la combinazione più economica per produrre la carta di maggiore qualità. Il rattan rimpiazzò la più antica carta di canapa e fu favorito per secoli, lasciando poi il posto alle fibre di bambù, che diventatono la materia prima più diffusa a partire dall’VIII secolo d.C.. Una delle ragioni per l'abbandono del rattan fu che la richiesta di carta era talmente alta che questa pianta dalla crescita lenta era praticamente scomparsa in alcune regioni della Cina. Il bambù cresce molto più velocemente della canapa, ed era quindi un’opzione più conveniente. A partire dalla dinastia Song (960-1279) le tecniche di produzione della carta migliorarono sempre di più, e la materia prima più diffusa a quei tempi era la corteccia bollita dell’albero di gelso. La carta cinese era di qualità talmente alta che veniva venduta ai paesi stranieri lungo la Via della Seta.

I fogli di carta erano disponibili in tutte le dimensioni e sfumature di colore. Materiali, tecniche e preferenze variavano da regione a regione, ed esistono utili trattati su questo argomento, il più antico scritto da Su I-chien (957-995). Carta speciale con particolare consistenza, trama o colorazione era riservata per la calligrafia e l’arte. Queste tipologie venivano prodotte usando riso, paglia di grano, corteccia di legno di sandalo, steli di ibisco e persino alghe.

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Paper-making Process
Il processo di produzione della carta
豐 (CC BY-SA)

I Cinesi erano molto riservati riguardo le loro tecniche di produzione della carta, così come per quelle della seta, ma i segreti raramente rimangono tali per sempre. Il mondo esterno, o almeno il mondo ad ovest della Cina, conobbe la tecnica della produzione della carta nell’VIII secolo d.C. (o presumibilmente ancora prima). La causa fu la cattura di un gruppo di artigiani della carta da parte di nemici Arabi, a seguito della Battaglia di Talas. Di lì a poco, Baghdad sarebbe diventata una grande produttrice di carta, e l’Europa medievale arrivò anch’essa a produrre la propria carta di qualità.

Usi della carta

L’invenzione della carta aiutò moltissimo la diffusione della letteratura e l’alfabetizzazione, rendendo i libri più comodi e più economici. Gli studiosi delle accademie imperiali ricevevano migliaia di fogli di carta ogni mese dal governo. Inoltre, la combinazione di pennello, inchiostro e carta avrebbe consolidato la pittura e la calligrafia come le forme d’arte più importanti in Cina per i successivi due millenni. Con l’invenzione della xilografia - in Corea oppure in Cina, forse nell’VIII secolo - la richiesta di carta aumentò moltissimo, specialmente da parte di studiosi e templi buddisti. Nel X secolo, all’epoca del revival neoconfuciano, fiorì la ristampa dei classici confuciani. Con l’invenzione della stampa a caratteri mobili, dall’XI o XII secolo, la carta dovette diventare più spessa per resistere alla pressione dei pesanti blocchi metallici, ma le due invenzioni - carta e stampa - avrebbero rivoluzionato la comunicazione, e rimasero le regine incontrastate dei mezzi di comunicazione fino all’avvento dei computer.

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La carta era così importante nell’antica Cina che era usata per offrire tributi e tasse allo stato durante la dinastia Tang (618-907). I Tang imposero inoltre un codice di colori sull’uso della carta: quella bianca era riservata ai documenti legali, quella gialla per scopi governativi, e quella blu per le comunicazioni con i templi taoisti.

Gli usi della carta includevano l’imballaggio di oggetti delicati, come i medicinali, e il confezionamento, soprattutto di pacchetti di tè.

Oltre all’uso per la scrittura e per i libri, la carta fu usata per produrre mappe topografiche e militari dalla dinastia Han in avanti. Disegnate su scala piuttosto accurata, includevano codici di colori e simboli per le caratteristiche locali, ed aree con scala allargata. Altri usi della carta erano l’imballaggio di oggetti delicati, come i medicinali, e il confezionamento, ad esempio, di pacchetti di tè. Era anche usata per creare cappelli, indurita per le armature, e sottile per le finestre. Esistevano paraventi di carta, lenzuola, tende, abiti e, infine, banconote.

Le banconote

A causa della crescita nei commerci, il sistema del baratto, o lo scambio di un materiale per un altro, fu sostituito da un sistema in cui una particolare merce divenne forma comune di pagamento. In Cina rotoli di seta o lingotti d’oro potevano essere usati per pagare qualsiasi altro tipo di merce. Per piccole transazioni, furono inizialmente usati soldi di metallo, prima in forma di strumenti, e poi nella forma più comoda di piccole monete. Quando il commercio e la popolazione in esso impegnata crebbero ancora di più, si ricercò un metodo di pagamento ancora più comodo. Un altro problema del conio era la grande quantità di rame necessario per produrre abbastanza moneta da soddisfare le necessità dell’economia.

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La prima forma di cartamoneta apparve durante la dinastia Tang. Il suo sviluppo partì dai mercanti che facevano uso di documenti scritti. Era particolarmente diffuso tra i mercanti di tè, una delle merci più vendute dai cinesi. I mercanti erano stanchi di portare lingotti d’oro avanti e indietro dalle casse dello stato, e quindi preferivano usare delle ricevute. Questi documenti cartacei permettevano ad un mercante di fare o ricevere un pagamento in qualsiasi cassa statale locale, e dunque divennero noti come “soldi volanti”. Questa prima forma di cartamoneta non ebbe grande successo e, per transazioni più grandi, i mercanti preferivano ancora la sicurezza dei lingotti d’argento. L’idea però era buona, e la cartamoneta tornò alla ribalta nell’XI e XII secolo.

Nell’XI secolo nella provincia del Sichuan, l’uso di pesanti monete di ferro rendeva necessario lasciare i propri denari in case di deposito statali, dove erano al sicuro. Attorno al 1023, per indicare quanti soldi avevano nel deposito, alle persone veniva rilasciato un certificato cartaceo dal governo Song. Questi certificati potevano anche essere usati nelle transazioni invece che muovere fisicamente le monete. Arrivati al XII secolo, i mercanti nel resto della Cina usavano di nuovo le più comode ricevute di carta per le loro transazioni, al posto delle pesanti borse piene di monete. Queste ricevute portarono allo sviluppo delle banconote intorno al 1120, quando il governo cinese stabilì un monopolio sull’emissione di tali ricevute, creando in effetti le prime banconote al mondo. Nel 1260 la cartamoneta era diventata ciò che oggi chiameremmo banconote: potevano essere conservate quanto si voleva, usate in tutto il Paese per fare acquisti, e convertite in oro o argento in qualsiasi momento.

Il mercante ed esploratore veneziano Marco Polo fece uno dei primi resoconti sulla cartamoneta cinese, durante i suoi viaggi in Asia nel XIII secolo:

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La produzione di questa cartamoneta è autenticata con tali forme e cerimonie, come se fosse realmente d'oro o d’argento; per ogni banconota un numero di funzionari, appositamente nominati, non solo appongono i propri nomi, ma anche i loro sigilli; e quando tutti hanno fatto questo, l’ufficiale principale… dopo aver intinto nel vermiglio il sigillo reale in sua custodia, lo usa per timbrare il pezzo di carta, così che la forma del sigillo vermiglio vi rimane impressa. (in Ebrey, 156-7)

La cartamoneta aveva però i suoi problemi. Nonostante le precauzioni descritte da Marco Polo, essa era soggetta alla contraffazione al pari delle monete. Il colpo più duro fu dato dall’alta inflazione: questa era così diffusa che le banconote persero il loro valore, scomparendo. Ci fu un breve ritorno durante la dinastia Ming (1368-1644), ma ebbe scarso successo, e la grande diffusione di banconote affidabili dovette attendere il 1866, quando furono finalmente emesse dalle banche di Hong Kong e Shanghai.

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Bibliografia

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Informazioni sul traduttore

Federica Lomoro
Linguista e traduttrice, Federica è laureata in cinese e giapponese. Dalla Città Eterna all'Estremo Oriente, è sempre pronta a scoprire qualcosa di nuovo sulle antiche civiltà e sul modo in cui hanno plasmato il mondo in cui oggi viviamo.

Sull'autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

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Cartwright, M. (2017, settembre 15). La carta nell'antica Cina [Paper in Ancient China]. (F. Lomoro, Traduttore). World History Encyclopedia. Recuperato da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1120/la-carta-nellantica-cina/

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Cartwright, Mark. "La carta nell'antica Cina." Tradotto da Federica Lomoro. World History Encyclopedia. Ultima modifica settembre 15, 2017. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-1120/la-carta-nellantica-cina/.

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Cartwright, Mark. "La carta nell'antica Cina." Tradotto da Federica Lomoro. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 15 set 2017. Web. 21 nov 2024.