In quest'intervista James Blake Wiener, co-fondatore e direttore della comunicazione all'Ancient History Encyclopedia (AHE), parla con il professor emerito James H. Grayson, professore di Studi Coreani presso l'università di Sheffield, a proposito dell'impatto storico e culturale del buddhismo in Corea, attraverso lenti antropologiche.
Il campo di ricerca del professor Grayson si colloca in due aree principali, la diffusione della religione attraverso i confini culturali, e un'analisi del quadro concettuale religioso e intellettuale dei popoli dell'Asia Orientale e della Corea. La sua ricerca è sostanzialmente antropologica nell'approccio, con un interesse sia per i periodi storici che per quelli recenti della storia coreana. Ha fatto ricerche sul campo in Corea, Giappone e a Okinawa. [BA (Rutgers), MA (Columbia), MDiv (Duke), PhD (Edinburgh)]
JBW: Cos'è stato ad attirarla inizialmente alla storia coreana e al buddhismo coreano? È stato da sempre interessato alla cultura coreana, professor Grayson?
JHG: Persino da bambino (agli inizi del 1950) ero affascinato dalla storia e dalla cultura dell'Asia orientale - che significava essenzialmente Cina. Un interesse per le culture non-occidentali mi condusse a studiare antropologia e sociologia in triennale (Rutgers University) e dopo con una magistrale (Columbia University).
Nell'estate del 1965, prima dell'ultimo anno di triennale, ho trascorso un'estate in Asia orientale come parte di due campi di lavoro sponsorizzati dall'American Friends (Quaker) Service Committee - uno in un villaggio di montagna nella prefettura di Fukushima in Giappone, e un altro in un villaggio di pescatori nella provincia di Ch'angwŏn sulla costa sud della Corea. Questo confermò il mio interesse per l'Est asiatico e mi dette un'esperienza di vita in due Paesi dell'Asia orientale: il Giappone e la Corea del Sud. C'era un'enorme differenza economica tra il Giappone e la Corea a quei tempi, ma fu la Corea del Sud ad interessarmi maggiormente.
Nel 1967, attraverso un programma sponsorizzato Fulbright presso la Columbia University, ebbi l'opportunità (assieme ad un gruppo di altri studenti di antropologia) di passare un'estate a Taiwan. Questa esperienza mi dette un'ulteriore prospettiva sull'Asia orientale. Al mio ritorno a casa negli USA, feci tappa per un paio di settimane in Corea per rinnovare la mia conoscenza con amici e con il Paese. Dopo la formazione teologica (Duke University), mi fu assegnato un lavoro con la Chiesa Metodista Coreana, dove spesi la mia vita lavorativa finché non mi unii allo staff della Scuola di Studi dell'Asia Orientale all'università di Sheffield nel Regno Unito nel 1987.
Non posso dire di aver sempre avuto un interesse per la Corea, o per la cultura coreana, o tanto meno per il buddhismo coreano. Il mio interesse nell'Asia orientale crebbe da un interesse infantile per la storia e la cultura e si consolidò attraverso due ricche esperienze durante un periodo formativo intellettuale della mia vita. Furono tali esperienze a creare in me il desiderio di vivere e lavorare in Corea. In quanto antropologo, e come cristiano, ero profondamente interessato alle idee, credenze, pratiche ed espressioni culturali della cultura coreana. Questo significò comprendere il pensiero e la pratica confuciana, il credo e le espressioni culturali buddhiste, la religione popolare della Corea (spesso ed erroneamente indicata come 'sciamanesimo coreano'), e il cristianesimo coreano, sia cattolico che protestante - in particolare gli adattamenti sociali e culturali cristiani ad una società confuciana per eccellenza.
Il mio interesse per il buddhismo è sia storico (ad es. Come si diffuse e sviluppò il buddhismo in Corea?) che contemporaneo (Qual'è la condizione e lo stato del buddhismo nella società coreana moderna?). Nel complesso, il mio interesse per il buddhismo coreano non è a livello di dottrina o pratica (per quanto importante sia il comprendere questi aspetti), ma riguarda i processi culturali e sociali nella crescita e nello sviluppo di questa tradizione religiosa.
JBW: Potrebbe contestualizzare le variabili sociali e politiche che erano in gioco quando il buddhismo arrivò per la prima volta in Corea dalla Cina? L'accoglienza e l'accettazione del buddhismo nell'antica Corea furono segnati in una certa misura da un vantaggio economico?
JHG: La diffusione del buddhismo in Corea cominciò in un momento relativamente precoce nella storia dei 'Tre Regni' — Koguryŏ (Goguryeo); Paekche (Baekje), e Silla — intorno al IV secolo EC. Nei primi secoli del primo millennio EC la 'Corea' era composta da vari regni e altre entità politiche nella Manciuria centrale e meridionale e nella penisola coreana. Queste erano entità politiche a livello di stati, aventi un livello di sviluppo politico ed economico alquanto sofisticato, e giacenti sul perimetro dell'Impero cinese Han. Col crollo dell'Impero Han nel III secolo EC e la sua divisione in una molteplicità di grandi o piccoli più o meno labili stati, la cultura 'cinese' cominciò a diffondersi in modo significativo oltre i confini del vecchio impero. La diffusione della cultura 'cinese' nelle aree degli imperi di Koguryŏ (Goguryeo), di Paekche (Baekje), di Silla e del più piccolo Kaya (Gaya), può essere vista come un processo di 'modernizzazione' (per usare un termine anacronistico), elevando gli standard culturali e politici di questi stati al livello della cultura più sofisticata da loro conosciuta. Il processo può essere visto come un pacchetto composto da un sistema di governo, una filosofia politica (confucianesimo), un sistema di scrittura (caratteri 'cinesi'), e una religione (buddhismo), accompagnati dall'arte e da altre caratteristiche culturali.
È importante notare che questo processo di diffusione della cultura ebbe luogo durante il periodo di disunità (dal crollo dell'Impero Han agli inizi del III secolo EC all'emergenza della dinastia Sui nel tardo VI secolo EC). Molte di queste entità politiche non erano più grandi di Koguryŏ (Goguryeo) ed erano regnate da élite 'barbare' (agli occhi dei 'cinesi'). In altre parole, questo processo di diffusione culturale ebbe luogo in un momento in cui non c'era uno stato 'cinese' centralizzato, e quando si aveva una larga parità geografica, politica ed etnica tra gli stati nella penisola coreana e nella Manciuria, e gli stati nel territorio dell'ex Impero degli Han.
Un aspetto interessante di questa diffusione della cultura 'cinese' era che fu attuata in parte per sviluppare legami diplomatici tra gli stati del territorio 'cinese' con quelli nel territorio 'coreano'. Antiche documentazioni sostengono che i primi missionari buddhisti presso Koguryŏ (Goguryeo) venivano da uno stato nel quale era situata la parte settentrionale dell'Impero Han, mentre i missionari presso Paekche (Baekje) venivano da una realtà nella quale era situata la parte meridionale dell'Impero Han. Viene inoltre affermato che il buddhismo raggiunse per la prima volta Silla attraverso la rappresentanza di un monaco che arrivava da Koguryŏ (Goguryeo). Gli stati 'coreani', a turno, adottarono questa politica nella diffusione del buddhismo al Giappone, dove i monaci buddhisti, rappresentanti la classe dominante nelle proprie nazioni, erano inviati per costruire legami diplomatici e politici attraverso la diffusione della cultura.
Non penso che si debba usare il termine di 'opportunismo politico' nei riguardi della diffusione della cultura 'cinese' e del buddhismo presso gli stati 'coreani', se non per intendere che l'accettazione della nuova cultura venne forzata delle élite dominanti in tali stati. Piuttosto penso che si debba considerare più come parte del processo di costruzione di uno stato più sofisticato e 'moderno', così come di una nazione e di una cultura tale. Il buddhismo era l'elemento religioso del pacchetto culturale 'cinese'.
JBW: Mentre il buddhismo arrivò in Corea dalla Cina, è importante enfatizzare il ruolo dei monaci coreani nella diffusione del buddhismo. Potrebbe dirci di più a proposito di questi monaci coreani che viaggiarono per la Cina e l'India per acquisire nuove conoscenze, testi, e per scoprire nuovi rami delle religione? Come influirono le loro attività nella formazione del buddhismo coreano e nell'attrazione di proseliti?
JHG: Fin da un periodo molto precoce, certamente verso la metà o il tardo VI secolo EC, monaci da Koguryŏ (Goguryeo) e da Paekche (Baekje) andarono presso monasteri chiave nel territorio della 'Cina' per studiare e fecero pellegrinaggi verso famosi siti buddhisti per avere un'esperienza religiosa. Questo era normale, in quanto i monaci 'coreani' vedevano la 'Cina' come origine della loro religione e volevano andare là per approfondire la loro conoscenza e la loro esperienza. Quando tornavano, riportavano con sè non solamente il loro sapere e la loro esperienza, ma anche testi (scritture e commentari ai testi) e opere d'arte (statue, pitture, etc.).
Tuttavia dobbiamo evitare di guardare a questo movimento di monaci da una parte dell'Asia Orientale (attuale Corea) verso un'altra parte dell'Asia Orientale (attuale Cina) come ad un movimento tra nazioni stato moderne. Questo è piuttosto come un muoversi e viaggiare dei monaci e dei letterati dell'Europa medievale, che si spostavano da un posto all'altro del continente. Non bisognerebbe, in questo stadio, parlare di religioni di stato in Asia Orientale, come di un buddhismo cinese o di un buddismo coreano. Si tratta di un buddhismo dell'Asia Orientale e di più buddhismi dell'Asia Orientale. Si andava formando un mondo culturale comune, nel quale la filosofia socio-politica era il confucianesimo e la religione il buddhismo. Era un mondo culturale dalle varie entità politiche. Era lo svincolo tra le parti del mondo culturale comune che diffondevano e approfondivano la pratica del buddhismo, l'estensione delle sue tradizioni artistiche, architettoniche e le tradizioni intellettuali per spiegare le credenze e le idee buddhiste.
Verso il VI secolo EC, ci fu un altro importante movimento di monaci - i viaggi dei monaci 'coreani' in India. Dal V secolo EC i monaci 'cinesi' avevano fatto un viaggio arduo attraverso l'Asia Centrale, e poi oltre le catene montuose verso le pianure settentrionali dell'India. Si erano messi in cammino in pellegrinaggio verso i luoghi sacri del buddhismo, e andarono a studiare nei grandi centri di studi buddhisti in India. È nel secolo successivo che vediamo monaci 'coreani' fare la stessa cosa; andavano alla sorgente della loro religione. Questi viaggi nell'Est asiatico hanno il loro apice nel VII secolo EC. Durante questo periodo, un documento 'cinese' che annotava i viaggi di monaci dell'Asia dell'Est in India, indicava che ai tempi della compilazione, il 16 per cento di questi monaci venivano solamente da Silla.
Ce n'erano solo una manciata da Koguryŏ (Goguryeo) e nessuno dal Giappone. Questo è sorprendente se si considera quanto più grande fosse la Cina dei Tang (ora unificata) in scala geografica rispetto a Silla, che aveva appena le dimensioni di una provincia Tang. Questo fatto sta ad indicare l'intensità con la quale i 'coreani' si occuparono dell'apprendimento della propria religione e dei pellegrinaggi sacri verso i luoghi chiave della sua storia. Nel mezzo dell'VIII secolo, l'ultimo 'coreano' noto che si recò in viaggio in India, Hyech'o, lasciò un dettagliato rapporto del suo viaggio, un importante documento dell'Asia orientale sull'India del tempo, il cosiddetto Wang och'ŏnch'uk-kuk chŏn ("Documentazione di un viaggio verso i Cinque Regni dell'India").
I monaci della penisola coreana furono importanti anche per la trasmissione del buddhismo in Giappone. Nei secoli VI e VII EC, i monarchi di Koguryŏ (Goguryeo) e Paekche (Baekje) inviarono monaci e monache, pittori e artigiani buddhisti presso la corte giapponese. Il famoso tempio Horyuji a Nara, costruito sotto i comandi del principe Shotoku, figura chiave, fu progettato e costruito da architetti e artigiani di Baekje. Uno dei monaci buddhisti che istruì il principe fu il monaco di Koguryŏ (Goguryeo) chiamato Hyeja ("Keiji" in giapponese). Quindi ad un punto cruciale nell'introduzione e sviluppo del buddhismo in Giappone, il buddhismo della penisola, sia quello laico che quello clericale, ebbero una notevole influenza politica e culturale. L'influenza peninsulare fu portata avanti da Silla nel tardo VI e VIII secolo EC, dopo aver ottenuto il dominio politico in 'Corea'.
JBW: Molte persone in occidente credono erroneamente che il buddhismo zen abbia le sue origini in Giappone, ma fu originato in Cina e sviluppò radici solide anche in Corea. (In Corea è conosciuto come 'Sŏn'). Potrebbe parlarci della trasmissione della scuola di buddhismo Sŏn (Seon) in Corea, così come le caratteristiche che la definiscono?
JHG: Ha ragione a dire che la tradizione Chan (conosciuta in occidente attraverso la pronuncia giapponese del carattere 禪, 'zen') non è giapponese. Le radici della tradizione sono indiane, una tradizione storico-leggendaria che fu portata in 'Cina' durante la prima parte del VI secolo da un monaco indiano o serindiano, conosciuto come Bodhidharma (ca. 470-543). Il primo monaco di Silla conosciuto, ad aver viaggiato verso la Cina dei Tang per imparare la tradizione Chan fu Pŏmnang, nella metà del VII secolo.
Nel corso dell'VIII e IX secolo EC, vari monaci intrapresero il viaggio verso i Tang per imparare questa tradizione, molti dei quali studiarono con i discepoli del maestro Ma-zu. Verso la fine dell'epoca di Silla agli inizi del X secolo EC, vennero istituite nove scuole (chiamate ku-san o 'nove montagne'). Nessuna di esse era particolarmente diversa dalle altre, ma il termine scuola venne usato semplicemente in riferimento alle tradizioni delle pratiche istituite dai fondatori della tradizione e perpetuate dai loro 'discendenti'. Il punto importante a proposito della tradizione Sŏn (Seon) è che verso la fine del regno di Silla, la pratica buddhista della meditazione nella tradizione Chan era diventata la forma predominante di pratica monastica nella penisola. Erano presenti anche altre scuole di buddhismo, ma da allora il buddhismo monacale in Corea si basò prevalentemente sulla tradizione Sŏn (Seon). Allo stesso modo, la pratica buddhista popolare divenne in prevalenza quella della Scuola della Terra Pura, o Ch'ŏnt'ae-jong ("Tian-tai" in cinese), così come in Cina. Dal periodo Koryŏ (Goryeo, 918-1392 EC), le scuole Sŏn (Seon) svilupparono una tradizione mista di studio e meditazione, la pratica corrente. Questo è tuttavia uno sviluppo più tardo e un'altra storia!
JBW: Come si differenziava la pratica del buddhismo nella Corea antica e medievale dal buddhismo in Cina e in Giappone durante la stessa era?
JHG: Fin dagli inizi dell'ultima dinastia coreana, la dinastia Chosŏn (Joseon, 1392-1910 EC), la scena buddhista in Corea era molto simile a quella cinese. C'erano le stesse scuole buddhiste, le stesse pratiche monastiche e popolari, e un movimento costante di monaci studiosi, tra la 'Cina' e la penisola coreana, in entrambe le direzioni. In effetti si potrebbe dire che dalla metà del VII secolo EC fino al tardo XIV secolo EC c'era un mondo culturale buddhista-confuciano (che includeva il Vietnam, ma nel quale il Giappone si trovava solo ai margini). In questo mondo culturale il confucianesimo era la fonte principale di idee per la filosofia, così come per le pratiche di buon governo e per il mantenimento di una 'buona' società. Il buddhismo era l'aspetto 'religioso' di questo mondo culturale, occupato con questioni riguardanti la metafisica e l'aldilà.
In Giappone il buddhismo cominciò più tardi rispetto a come era accaduto nel continente e non fiorì se non molto più tardi. Anche le scuole buddhiste in Giappone si svilupparono intellettualmente e nella pratica in un modo diverso rispetto alle stesse scuole nel continente, essendo il 'nazionalismo' un elemento importante. Per di più, il confucianesimo non prese mai piede nel sistema politico e sociale del Giappone, come aveva invece fatto in Cina o in Corea. La filosofia confuciana, in periodi diversi, trasformò le strutture politiche feudali cinesi e coreane in un sistema di governo altamente organizzato, basato sul governo per meritocrazia burocratica, e a livello popolare basato sul sistema familiare quale spina dorsale morale della società. Questo non accadde mai in Giappone. Tuttavia, verso il XIV secolo EC, lo stato di complementarietà tra il buddhismo ed il confucianesimo cominciò a crollare in Corea. Questo rese la condizione del buddhismo in Corea molto diversa rispetto alla situazione sia della Cina che del Giappone.
JBW: Perché i sovrani della dinastia Chosŏn (Joseon, 1392-1910 EC) favoreggiarono il confucianesimo a spese del buddhismo agli inizi dell'era moderna? Era principalmente poiché le istituzioni buddhiste erano diventate più corrotte durante la seconda metà della dinastia Koryŏ (Goryeo, 918-1392 CE), quando la Corea si trovava sotto l'occupazione mongola (1270-1356 EC)?
JHG: La rivoluzione Neo-confuciana che ebbe luogo in Corea a partire dagli inizi della dinastia Chosŏn (Joseon) cambiò drasticamente il rapporto tra il buddhismo e il confucianesimo, tra il buddhismo e lo stato. Quando il regno di Koryŏ (Goryeo) venne rimpiazzato dalla nuova dinastia, i dirigenti del movimento che voleva sovvertire il sistema politico esistente erano esponenti del 'Neo-confucianesimo'. Quello che rese il 'neo-confucianesimo' 'nuovo' era lo sviluppo di un sistema di metafisica. Il confucianesimo classico è una filosofia politica che cerca di creare un sistema di buon governo. È essenzialmente una filosofia politica, ma ha una forte influenza sull'etica sociale e personale, e sulla pratica rituale, riguardante in particolare il lignaggio e gli antenati della famiglia. Non speculava sulle origini dell'universo, per esempio. Non aveva un sistema di metafisica. Verso il XII secolo EC, in Cina, studiosi confuciani cominciarono a speculare intorno alle 'origini' e adattarono idee prese dal filosofico daoismo (taoismo). Questo significò che la filosofia confuciana si muoveva in un territorio che era stato tradizionalmente 'buddhista'. La tradizione neo-confuciana screditò il buddhismo in quanto superstizioso, e ciò divenne la fonte della storia del conflitto politico e intellettuale tra la Corea e la Cina.
Durante il dominio mongolo in Corea nella tarda era di Koryŏ (Goryeo), il buddhismo divenne uno stretto alleato dell'insediamento mongolo. Per ciò, i rivoluzionari che infine rovesciarono il sistema di Koryŏ (Goryeo), avevano due ragioni per disprezzare il buddhismo; una politica ed una nazionalista, così come una intellettuale ed una morale. Quando i 'rivoluzionari' neo-confuciani presero il potere, tentarono di creare una società modello confuciana, oltre ad avere un governo modello confuciano. Questo fu un evento nuovo nella storia coreana. Il governo promosse attivamente la confucianizzazione della società così come del governo, per giungere a controllare strettamente il buddhismo o a eradicarlo completamente dalla penisola coreana. Agli inizi della dinastia, la maggior parte dei templi vennero chiusi e molti monaci laicizzati.
Nonostante questa politica di chiudere i monasteri e limitare il numero dei monastici (monaci e monache) cambiò attraverso i secoli, uno stretto controllo del buddhismo era considerata una caratteristica necessaria per un buon governo morale. In due momenti del XVI secolo EC, il governo tentò di eradicare il buddhismo chiudendo tutti i monasteri e vietando a chiunque di diventare monaco. Queste normative vennero revocate, ma ciò non significò che la condizione del buddhismo nella Corea di Chosŏn (Joseon) si fosse invertita rispetto a quella che era stata durante la Corea di Koryŏ (Goryeo), e molto diversa dalla sua situazione contemporanea sia in Cina che in Giappone. Una legge che passò verso la metà del periodo monastico, indica quanto il buddhismo fosse caduto in disgrazia. I clericali buddhisti erano classificati legalmente come membri del gruppo dei 'fuori-casta', che comprendeva i macellai, le prostitute e gli schiavi. Nell'era di Koryŏ (Goryeo), i membri delle famiglie nobili - persino un potenziale re- erano membri di ordini monastici buddhisti.
JBW: Come definirebbe il retaggio del buddhismo antico e medievale nella Corea moderna, professor Grayson?
JHG: Come abbiamo menzionato sopra, ci fu un cambiamento radicale nella condizione del buddhismo in Corea a partire dalla fine del XIV secolo EC. Mentre sotto la precedente dinastia il buddhismo aveva avuto un posto di onore nella cultura e nella società, per un mezzo millennio in avanti, il buddhismo venne fortemente represso. Recenti studi coreani sullo stato del buddhismo nel periodo Chosŏn (Joseon) hanno evidenziato come e in quali modi il buddhismo sopravvisse e si mantenne. Questa è una buona rettifica all'atteggiamento generale che fa come se niente degno di menzione sia accaduto. Nonostante ciò, la condizione del buddhismo in Corea prima del XX secolo EC era ancora critica. Lo stato di disonore del buddhismo durante Chosŏn (Joseon) era nettamente diverso dalla sua condizione in Cina, Giappone o Vietnam.
Questo stato pericoloso cominciò a cambiare nel tardo XIX secolo EC, quando il potere dello stato di Chosŏn (Joseon) cominciò a crollare, e molto giovani confuciani 'progressisti' cominciarono a mettere in dubbio i fondamenti intellettuali e morali dello stato e della società. Accaddero tre cose: per primo ci fu un movimento, verso la fine del XIX secolo EC, che voleva riformare e purificare la pratica monastica buddhista; in secondo luogo, il protestantesimo cristiano entrò in Corea a partire dalla metà degli anni '80, e la sua rapida crescita e le sue pratiche sociali offrirono un modello ed uno stimolo competitivo allo sviluppo del buddhismo nel XX secolo EC; e in terzo luogo, a seguito dell'annessione della Corea all'Impero Giapponese nel 1910, il governo coloniale sostenne il buddhismo come contro-bilanciere al protestantesimo cristiano, per i suoi legami con il movimento d'indipendenza.
Il movimento cominciato da monaci come Kyŏnghŏ (Gyeongheo) a partire dagli anni '80, per purificare la pratica monastica, condusse direttamente alla riqualificazione e all'estensione della vita monastica buddhista. Il risultato può essere visto nelle odierne e pulsanti comunità monastiche presenti nei templi in tutta la Corea del Sud. I grandi e famosi templi in Giappone oggi hanno spesso comunità monastiche impoverite, in contrasto con la vita dei templi in Corea. L'effetto del protestantesimo sul buddhismo fu forte. L'influenza più significativa si ebbe sulla laicità. Il protestantesimo è preminentemente un movimento laico con numerosi gruppi (gruppi di giovani, gruppi di studio biblico, cori, e così via), nei quali i laici giocano un ruolo principale. I gruppi laici buddhisti come il Purim-hoe, i gruppi di gioventù buddhista, l'uso di melodie di inni protestanti per canzoni moderne buddhiste, giornali buddhisti, canali di emittenti radiotelevisive, e così via indicano la portata con la quale la pratica laica buddhista sia stata influenzata dai modelli protestanti. Anche il protestantesimo è altamente evangelico, in quanto cerca di attrarre altri verso i propri membri. Il rinnovamento dell'idea delle missioni buddhiste e dell'evangelizzazione (chiamata p'o-gyo) è un risultato diretto delle missioni protestanti. Il protestantesimo offrì al buddhismo sia un modello per un movimento moderno laicale, sia, attraverso la sua rapida crescita, uno stimolo ad 'andare e fare diversamente'.
Il fattore finale della crescita del buddhismo agli inizi del XX secolo EC fu il supporto dato ad esso dal governo coloniale giapponese. Se si guarda l'effetto a lungo termine, questo supporto portò con sé lo sviluppo nell'era moderna. Il buddhismo non fu ferito da esso (in quanto oggetto della rabbia nazionalista), e beneficiò finanziariamente, ad esempio, delle donazioni di significativi appezzamenti di terra attorno ai maggiori templi storici, che si trovavano tutti nel profondo delle montagne.
Riassumendo, la crescita del buddhismo ai giorni nostri è dovuta ad un movimento interno per la purificazione monastica, all'ascesa del ruolo organizzato della laicità all'interno della vita buddhista basato su modelli protestanti, e al supporto ricevuto dal regime coloniale. L'influenza del buddhismo pre-moderno sulla società coreana contemporanea è forse lieve. Tuttavia, l'impatto storico, culturale ed artistico sulla Corea è grande. Chiunque vada a fare escursionismo nelle numerose montagne della Corea visiterà inevitabilmente uno dei maggiori (o minori) templi e ammirerà la loro arte e architettura. Musei nazionali e provinciali sono pieni di arte religiosa buddhista (in pietra o metallo). La Corea è la proprietaria del più completo compendio di scritture buddhiste dell'Asia orientale, il Tripitaka Koreanum, che fu messo su 80,000 blocchi di stampa in legno a due lati, conservati presso il grande tempio Haein-sa. Per un millennio e mezzo il buddhismo influenzò la vita artistica, culturale e religiosa della penisola coreana, e questo non venne completamente spazzato via durante i 500 anni del regno di Chosŏn (Joseon).
JBW: Professor Grayson, la ringrazio molto per il suo tempo e la sua attenzione! A nome dell'Ancient History Encyclopedia le auguro molte felici avventure nella ricerca.
JHG: Grazie per avermi chiesto di introdurre alcuni aspetti del buddhismo in Corea. Spero che i vostri lettori saranno stimolati a guardare più attentamente alla storia del buddhismo là e anche a studiare la storia del confucianesimo e del cristianesimo in Corea.
Nota Bene: La romanizzazione della lingua coreana è piena di sfide, ed è un tormento sia per linguisti che per accademici. In questa intervista abbiamo favorito il sistema McCune-Reischauer con la romanizzazione rivista del coreano tra parentesi. Per esempio Chosŏn (Joseon). L'unica eccezione è riguardo alle immagini, caricate e pubblicate prima della pubblicazione dell'intervista.
This content was made possible with generous support from the British Korean Society.