Multiculturalismo Mongolo

Articolo

Isaac Toman Grief
da , tradotto da Omayma Ghendi
pubblicato il 20 giugno 2022
Disponibile in altre lingue: Inglese, Cinese, Francese
Ascolta questo articolo
X
Stampa l'articolo

L'Impero mongolo accettò e accolse molte culture. Gli storici spesso parlano di uno scambio tra culture dell'Impero mongolo in Asia come qualcosa che fu facilitato solo dalla pace e stabilità attraverso questo grande territorio - la "Pax Mongolica". Tuttavia i mongoli furono agenti attivi in questo processo cercando di usare le numerose culture presenti nel loro impero per espandere e consolidare il loro dominio.

An Audience with Mongke Khan
Un'udienza con il Mongke Khan
Unknown Artist (Public Domain)

L’Ilkhanato e la Dinastia Yuan

Gengis Khan (r. 1206 – 1227), durante la sua vita, conquistò gran parte dell’Asia e i suoi successori continuarono il suo compito. In seguito alla morte del sucessore di Gengis Khan ci fu una breve disputa su chi dovesse succedergli e Möngke Khan (r. 1251 – 1259) prese il titolo di Gran Khan. Möngke era figlio di Tolui, il figlio più piccolo di Gengis Khan e per questa ragione i discendenti di Möngke furono chiamati Toluidi.

Dopo la guerra civile, i diversi khan assunsero identità e politiche separate.

I Gran Khan precedenti avevamo già conquistato i territori corrispondenti all’odierno Iran orientale e Cina settentrionale, ma l’impero mongolo non era ancora stato completato. I mongoli non riuscirono mai a stabilire un solido governo in Iran e la maggior parte del territorio fu effettivamente governata da signori della guerra rivali tra di loro. Nel frattempo c’erano infinite possibilità di conquistare la Cina meridionale e il Tibet. Möngke e suo fratello Kubilai Khan (r.1260 - 1294) erano impegnati nel guidare campagne militare nell’Asia orientale e per questo nel 1253 Möngke inviò un altro dei suoi fratelli, Hülegü (1217 – 1294) a pacificare l'Iran. Hülegü non solo distrusse uno dei più grandi poteri di quel territorio, un gruppo appartenente allo Sciismo: gli Ismailiti. Procedette poi alla distruzione di quello che era rimasto del Califfato Abbaside. Nel 1258 conquistò Baghdad.

Un anno dopo Möngke morì e tra i mongoli scoppiò una guerra civile. Nel 1264 Kubilai riuscì a vincere divenendo Gran Khan. I vari capi mongoli continuavano a considerarsi parte dello stesso impero, ma dopo la guerra civile questo senso di unità divenne molto più debole, e i diversi khan assunsero identità e politiche separate. A questo punto possiamo parlare di stati successori. Lo stato di Kublai diede inizio alla Dinastia Yuan, il dominio mongolo della Cina, mentre quello di Hülegü fu l'Ilkhanato, che comprendeva l'attuale Iran, Iraq, Azerbaigian e Turchia orientale.

Four Khanates of the Mongol Empire
I quattro Khanati dell'Impero Mongolo
Arienne King (CC BY-NC-SA)

Questi due avevano un rapporto speciale dato che entrambe le dinastie facevano parte dello stesso lignaggio Toluide e pertanto dovevano mostrare un senso di unità contro i sovrani non Toluidi degli altri stati mongoli. Inoltre entrambi scelsero di governare su territori aventi società urbane ricche e altamente sofisticate con radici risalenti a tempi antichissimi. I mongoli tradizionalmente nomadi si trovarono improvvisamente a capo di culture potenti. Questa fu una grande sfida, ma anche una grande opportunità. Usarono il multiculturalismo in tre modi: come aiuto a governane l'impero, ottenere servizi unici e mostrare la vasta portata del loro potere.

Amministrazione

Fin dalle prime espansioni dell’impero in territori che si trovavano oltre le steppe, Gengis Khan aveva bisogno effettivamente di governare società sedentarie. La vita sedentaria e quella nomade sono molto diverse. Da un lato il livello di specializzazione (i.e. la distinzione delle professioni) è molto più elevato nelle società sedentarie. Gengis impiegò gli Uiguri (un popolo turco prevalentemente musulmano) fin dai primi tempi per ricoprire tali ruoli in nome dei loro padroni mongoli. Questa necessità non fece altro che aumentare di importanza.

Kublai Khan on a Hunting Expedition
Kublai Khan in una spedizione di caccia
Liu Guandao (Public Domain)

Nella Dinastia Yuan le istituzioni cinesi avevano il compito di servire i loro nuovi sovrani mongoli. Bolad Aqa (d.1313) era il figlio di ba’urchi della moglie principale di Gengis Khan, Börte. Ba’urchi significava letteralmente cuocere, ma nella società mongola, era una posizione altamente elevata. Aveva bisogno della fiducia assoluta del proprio padrone o padrona e questi a loro volta davano loro il controllo completo nella gestione della casa come anche un frequente e libero accesso alla loro persona. I lasciti scritti di Bolad nei registri della corte Yuan si riferiscono a un Po-lo che gli storici hanno a lungo erroneamente scambiato con Maro Polo (1254 – 1324). Tuttavia in un certo senso Boland è la versione reale del mitizzato Marco. Egli era uno stretto collaboratore di Kubilai Khan ed aveva una carriera che lo portava lungo la Via della Seta. Casualmente Bolad e Marco possono anche essersi incontrati dal momento che entrambi furono presso la corte Yuan negli ‘70 e ‘80 del 1200.

Bolad imparò il cinese fin da piccolo e la conoscenza della lingua che maturò nel tempo lo aiutò a collaborare in maniera stressa con funzionari cinesi. Con questi fondò diverse istituzioni di impronta cinese per servire la nuova dinastia e rivitalizzare il prestigio perduto causato dalla conquista mongola. Per esempio Bolad persuase Kublai ad aumentare i poteri del Gran Ufficio dei supervisori dell’Agricoltura – fondato originariamente dall’antica dinastia Han (206 a.e.c. – 220 e.c.) e riprendere le sue cerimonie. In seguito nel 1273 iniziò a lavorare sulla Direzione della Libreria Imperiale che si dedicava a preservare documenti, mappe e dipinti cinesi, inclusi libri di magie proibite. Quindi c’era un mongolo che serviva un Khan mongolo usando fonti cinesi per governare la Cina.

Spesso i mongoli dovevano affrontare il problema di provare a governare contemporaneamente tante, diverse culture il che richiese soluzioni multiculturali. Un problema che ebbe Hülegü fu che le popolazione dell’Ilkhanato usavano differenti sistemi di datazione. Nessuno poteva sapere esattamente quando qualcosa era successo o doveva avvenire dato che cinesi, cristiani nestoriani, musulmani, persiani usavano tutti sistemi di datazione diversi tra loro. (Sebbene i persiani fossero in maggioranza musulmani molti usavano ancora l’antico calendario zoroastriano che si riferiva all’ascesa al trono del re persiano Yazdegerd III nel 632) Per Hülegü la soluzione fu l’astronomia. Egli era profondamente interessato a questa materia scientifica e salvò tutti gli strumenti astronomici dalla fortezza ismailita che catturò, con anche il matematico Nasir al-Din Tusi.

Nasir al-Din al-Tusi & Observatory
Nasir al-Din al-Tusi & Osservatorio
Unknown Artist (Public Domain)

In una storia di quel tempo si racconta che dopo aver perso una battaglia contro i Mamelucchi nel 1260, Hülegü ordinò che tutti i Mamelucchi del regno venissero giustiziati. Però uno di questi riuscì a salvarsi dopo aver dichiarato semplicemente di essere uno astronomo e fu rilasciato immediatamente. Ciò è certamente in linea con la mossa successiva di Hülegü. Fondò un osservatorio a Maragheh, vicino alla capitale Tabriz, e lo dotò di libri e strumenti provenienti da tutta l'Eurasia. Successivamente riunì un'eccellente squadra di astronomi, appartenenti a diverse tradizioni, guidata da Nasir al-Din Tusi e da un collega cinese proveniente dalla corte Yuan. Questi lavorarono a Maragheh sotto stretta sorveglianza per evitare che qualcuno potesse rubare le loro innovative scoperte, col fine di completare lo Zij-i Ilkhani, le "Tavole astronomiche degli Ilkhan" che correlavano tra di loro tutti i sistemi di datazione. Inoltre questa collaborazione multiculturale produsse risultati che misero in discussione l'antica ortodossia di Tolomeo, al punto che alcuni storici hanno definito il fenomeno una vera e propria rivoluzione scientifica.

Servizi Specialistici

I mongoli compresero che le innovazioni sviluppate dai popoli sottomessi potevano dare all’impero un vantaggio strategico che nessun altro impero poteva eguagliare. Era un circolo virtuoso: più persone, più potere, più crescita, più persone.

Quando Hülegü arrivò in Iran per la prima volta portò con sè ingegneri cinesi per gli assedi. Gli assedi furono da sempre un problema per la tattica di guerra-lampo praticata dai mongoli e per questo i governanti si affrettarono a farli eseguire da altri, in particolare dai cinesi del nord. Guo Kan (1217-1277) fu uno di questi ingegneri degli assedi, presente nella conquista di Baghdad nel 1258. Era un discendente lontano di Guo Baoyu, che aveva soppresso la ribellione di An Lushan nel IX secolo. Secondo la storia dinastica, piuttosto esagerata, Guo Kan si dimostrò ancor più capace di lui. Si dice che avesse gestito la campagna in Iran quasi interamente da solo, conquistando territori ben più a ovest di quanto le armate di Hülegü fossero mai arrivate.

Painting of the Siege of Baghdad
Raffigurazione dell'assedio di Baghdad
Saint Louis Art Museum (Public Domain)

Si suppone che Guo Kan avesse addirittura catturato il califfo di Baghdad costruendo un ponte galleggiante sul fiume per bloccare la via di fuga in nave. Si tratta di un’esagerazione, ma il ruolo degli ingegneri cinesi dell’assedio fu veramente fondamentale. Un ponte galleggiante in effetti permise la cattura del dawadar del califfo (cancelliere) e furono quasi sicuramente gli ingegneri cinesi a progettarlo – è anche plausibile che Guo Kan fosse coinvolto direttamente. Alcuni storici hanno sostenuto che avessero portassero con sé la polvere da sparo, ma questo è improbabile. Ciò che i cinesi avevano da offrire era una specializzazione nell'ingegneria degli assedi e nella creazione di macchine da guerra.

C’erano anche altre contingenti oltre a quelle cinesi. Ausiliari e alleati giocarono un ruolo cruciale nella macchina da guerra. Nella Battaglia di Hom del 1281 contro i mamelucchi, l’Ilkhanato portò con sè contingenti provenienti dall’Armenia, Georgia e dal Sultanato Selgiuchide di Rum, che erano loro stati tributari. Furono assistiti anche dai Cavalieri Ospedalieri. I cavalieri erano lì poichè i notabili cristiani armeni avevano descritto i mongoli pagani come alleati spiritualmente accettati dal popolo latino cristiano. Loro fecero leva sul fatto che nel loro regno i mongoli trattavano bene i cristiani (il chè era vero), che erano vicini al battesimo (il chè era una forzatura) e che addirittura i grandi mongoli del passato si erano convertiti al cristianesimo (il chè era una bugia). Questi esercizi di costruzione della fiducia da parte dei sudditi dei Mongoli erano fondamentali per i loro sforzi militari – anche se, nel caso dei Mamelucchi, non ebbero successo.

La divinazione Yuan accolse gli oroscopi disegnati dalle traduzioni cinesi & islamiche.

Per i mongoli i poteri spirituali e magici erano importanti tanto quanto gli oggetti materiali e tanto utili nelle campagne di conquista. La dinastia Yuan unì deliberatamente diverse forme di magia. Boland aiutò a reintrodurre sacrifici rituali nei templi cinesi del Cielo, Terra e Grano, ma ora gli ufficianti sacrificavano un animale come nello stile mongolo. La divinazione Yuan accolse oroscopi disegnati dalle tradizioni cinesi e islamiche. Gli eventi celesti erano considerati presagi quindi l’astronomia-astrologia esercitava un particolare fascino sull’élite Yuan. Infatti gli astrologi gareggiavano per prevedere con la maggior precisione possibile le eclissi lunari e i migliori ottenevano il favore del sovrano. Tuttavia i Khan integravano tutto ciò con la propria forma tradizionale di divinazione: un Tolghecin che poteva vedere il futuro rompendo ossa bruciate di pecora o lanciando i dadi o osservando il volo degli uccelli. Il Monaco e scienziato inglese Ruggero Bacone (1219 – 1292) credeva che queste eclettiche divinazioni davano ai mongoli uno sguardo migliore al futuro rispetto a chiunque altro, il che spiega i loro eccezionali successi militari.

Un'altra forma prominente di magia era la geomanzia. I guerrieri mongoli erano strateghi esperti e pastori nomadi, caratteristiche che conferivano loro una particolare sensibilità verso la toponomastica. Credevano che le terre possedessero proprietà magiche, oltre a quelle materiali, e che queste potessero essere manipolate a proprio vantaggio. Si racconta, ad esempio, che Kublai abbia lisciato una mappa – la rappresentazione della terra – con la mano, ideando così una strategia vincente. In altre parole, la terra avrebbe permesso che il piano di Kublai funzionasse perché era stata simbolicamente placata. La corte Yuan faceva anche largo uso sia delle tecniche cinesi di "vento e acqua" (meglio note come feng shui) sia della "scienza della sabbia" geomantica islamica.

Dimostrazione del Potere

Grandi manifestazioni di multiculturalismo potevano mostrare la ricchezza, l'estensione e la magnificenza dell'Impero Mongolo. Questo certamente serviva a ostentare, ma era anche qualcosa di più. L'ideologia mongola sviluppatasi nel periodo di Gengis Khan era che il cielo avesse scelto i mongoli come governatori del mondo. Potevano rendere visibile la loro pretesa di sovranità universale riunendo rappresentazioni di molte e diverse culture. Inoltre, potrebbero aver creduto che questo avesse un effetto magico. Le società delle steppe, così come i cinesi, avevano a lungo creduto che un microcosmo potesse influenzare un macrocosmo, quindi la stabilità dell’impero poteva essere garantita mostrando l’armonia dei simboli delle sue numerose culture.

Mongol Clothing of the Imperial Court
Abbigliamento mongolo della Corte imperiale
smartneddy (CC BY-SA)

La cucina Yuan era una combinazione sorprendente di stili provenienti da tutta l'Asia. Il libro di ricette chiamato Yin-shan Cheng-yao (traduzione di Eugene Anderson: "Conoscenze Essenziali e Appropriati su Cibo e Bevande") smentisce l’idea che i Mongoli mantenessero la propria cucina senza lasciare traccia sulle abitudini locali quando i governanti della Cina si ritiravano nelle steppe. Al contrario, unirono la cucina cinese e quella mongola, ad esempio insaporendo la carne di pecora arrosto in stile mongolo con spezie cinesi e servendola con verdure locali. Delle 98 ricette nella prima parte del libro, 28 sono mongolo-turche, 33 sono dell'Asia occidentale con influenze cinesi, tre sono cinesi e una è del Kashmir. Ci sono anche 28 ricette di tipo misto – quello che oggi definiremmo fusion – che non sono conosciute al di fuori di questo libro di ricette. Alcuni ingredienti del Yin-shan Cheng-yao sono distintamente dell'Asia occidentale, come melograni, noci e ceci.

Gli imperatori Khagan della dinastia Yuan impiegarono persino uno sherbetchi. Come suggerisce il nome, il compito di questo funzionario – sempre un cristiano nestoriano – era quello di preparare il sorbetto, un'importazione iraniana molto amata dai Mongoli. Questo ruolo era prestigioso e influente, come dimostra l’incontro di Marco Polo con lo sherbetchi di Kublai Khan. Il costo elevato degli ingredienti e degli esperti, insieme alla fusione deliberata degli stili, suggerisce che la dinastia Yuan stesse creando la propria alta cucina per mostrare la sua immensa ricchezza e il suo potere su molte culture e climi, oltre a soddisfare i palati con stile. Vale anche la pena considerare che la tavola da pranzo potrebbe rappresentare un eccellente esempio di microcosmo dell'Impero mongolo. Forse riunire tutte le cucine dei sudditi del Khagan davanti a lui e fonderle in nuovi piatti contribuiva a unire e armonizzare l’intero impero.

The Secret History of the Mongols Casket
La storia segreta dello Scrigno dei mongoli
Xylan2016 (CC BY-SA)

Mentre la dinastia Yuan affermava la propria pretesa imperiale attraverso la cucina, gli Ilkhan lo facevano attraverso i libri. Rashid al-Din (1247-1318), medico e convertito all'Islam dall’ebraismo, divenne ministro dell'Ilkhan Ghazan (r. 1295-1304) e successivamente di Öljeitu (r. 1304-1316). Come alto funzionario del governo, lavorò con Bolad su una serie di scambi culturali tra l’Iran mongolo e la Cina, poiché entrambi sembravano condividere il senso delle opportunità offerte dal dominio mongolo sull’Eurasia. Tuttavia, il più grande contributo di Rashid al-Din alla storia fu la sua opera Jami al-Tavarikh (1308), o Raccolta di Cronache. Nelle sue stesse parole:

Fino ad oggi, in nessuna epoca è stata prodotta un’opera che contenga un resoconto generale della storia degli abitanti delle regioni del mondo e delle diverse specie umane… Oggi, grazie a Dio e per suo volere, le estremità della terra abitata sono sotto il dominio della casa di Chinggis Qan [Gengis Khan], e filosofi, astronomi, studiosi e storici provenienti dalla Cina settentrionale e meridionale, dall’India, dal Kashmir, dal Tibet, dagli Uiguri, da altre tribù turche, dagli Arabi e dai Franchi, appartenenti a diverse religioni e sette, sono riuniti in gran numero al servizio del maestoso cielo. E ognuno di loro possiede manoscritti sulla cronologia, la storia e gli articoli di fede del proprio popolo, ed è esperto di qualche aspetto di queste conoscenze. La saggezza, che decora il mondo, richiede che venga preparato dai dettagli di queste cronache e narrazioni un compendio, ma essenzialmente completo [lavoro], che porti il nostro augusto nome. (Allsen, 83)

La struttura di quest’opera fu innovativa. Invece di incorniciare la storia attorno a una singola tradizione, come avviene per i racconti storici del Profeta Muhammed, il Jami al-Tavarikh includeva la storia cinese, ebraica, indiana, europea e islamica senza dare centralità a nessuna di esse. Anche i metodi di ricerca di Rashid al-Din erano inusuali. Egli disponeva di un grande team di assistenti e faceva ampio uso di esperti locali per raccogliere le sue narrazioni, come il monaco kashmiro Kalamashri e naturalmente Bolad. Inoltre, riuscì in qualche modo a ottenere l'accesso all’Altan Debten (Registro d'Oro), una raccolta di frammenti sulla storia della conquista mongola custodita sotto chiave nel tesoro dell’Ilkhan.

Questo da solo dimostra che il Jami al-Tavarikh aveva il sostegno degli Ilkhan, ma un progetto su scala così vasta non avrebbe potuto essere realizzato senza il loro patrocinio. Ghazan e Öljeitu desideravano quest’opera perché una storia universale si addice a una società universale. La storia dell’Ilkhanato doveva inserirsi nelle storie di tutti i suoi sudditi per giustificarne il dominio ai loro occhi. Essi dovevano vedere le proprie culture come rami della stessa società governata legittimamente dagli Ilkhan. Ciò che il Jami al-Tavarikh fece fu dimostrare come tutte queste storie conducano, quasi naturalmente, all’unità del mondo sotto i Mongoli.

I sovrani mongoli abbracciarono, piuttosto che sopprimere, altre culture per dimostrare che erano destinati a governarle. Questo processo, inevitabilmente, funzionava in entrambe le direzioni, poiché i Mongoli si adattavano agli altri allo stesso modo in cui gli altri si adattavano a loro. Nel tempo, il multiculturalismo creò un nuovo tipo di governo mongolo sia nello Yuan che nell’Ilkhanato e nuovi schemi di pensiero che influenzarono le ideologie imperiali dei loro imperi sucessivi come quelli degli Ottomani e dei Safavidi.

Domande e risposte

Come hanno fatto i mongoli ad assimilare le culture straniere?

I capi mongoli hanno accolto anziché sopprimere le altre culture e hanno usato il multiculturalismo come sostegno per governare l'impero, ottenendo servizi unici e mostrare la grandezza del loro potere.

Come hanno influenzato la cultura i mongoli?

La così detta Pax Mongolica - stabilità e pace - facilitò gli scambi culturali, e i sovrani mongoli erano chini ad usare il multiculturalismo a loro vantaggio. Adottarono metodi amministrativi cinesi e tecniche d'assedio, diffusero il calendario nell'impero, fecero scoperte astronomiche unendo differenti tradizioni, crearono una fusione delle varie cucine e divulgarono una storia che includesse tradizioni cinesi, ebree, indiane, europee e islamiche senza porre al centro nessuna di esse.

Bibliografia

World History Encyclopedia è un associato Amazon e guadagna una commissione sugli acquisti di libri qualificati.

Info traduttore

Omayma Ghendi
Amante della storia con una prima laurea in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali e un Master in Storia e Studi Orientali.

Info autore

Isaac Toman Grief
Isaac a doctor of International Relations and a civil servant in the UK. His favourite hobby is learning and his favourite thing to learn is history.

Cita questo lavoro

Stile APA

Grief, I. T. (2022, giugno 20). Multiculturalismo Mongolo [Mongol Multiculturalism]. (O. Ghendi, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2013/multiculturalismo-mongolo/

Stile CHICAGO

Grief, Isaac Toman. "Multiculturalismo Mongolo." Tradotto da Omayma Ghendi. World History Encyclopedia. Modificato il giugno 20, 2022. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2013/multiculturalismo-mongolo/.

Stile MLA

Grief, Isaac Toman. "Multiculturalismo Mongolo." Tradotto da Omayma Ghendi. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 20 giu 2022. Web. 18 gen 2025.