Invasione dell'India da parte delle Compagnie delle Indie Orientali inglesi e olandesi

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James Hancock
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 28 luglio 2022
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Indonesiano, Spagnolo
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All'inizio del XVII secolo, le Compagnie olandesi e inglesi delle Indie orientali misero i loro occhi sull'India come parte dei loro grandi progetti di sviluppo di estese reti commerciali nei mari indiani e cinesi. Dovettero affrontare due importanti sfide: 1) ottenere il favore dei Moghul che controllavano la maggior parte dell'India settentrionale e, 2) scacciare i portoghesi che si erano ben radicati lungo la costa occidentale.

I Moghul

Nel Seicento, i Moghul musulmani, sotto Akbar il Grande, che regnò dal 1556 al 1605, dominavano sulla maggior parte dell'India. I Moghul erano arrivati nel subcontinente all'incirca insieme ai portoghesi. Akbar era un 'maniaco del lavoro' che raramente dormiva più di tre ore a notte e supervisionava personalmente l'amministrazione del suo vasto paese. Costruì il suo impero con una politica di conciliazione con i sovrani conquistati attraverso matrimoni combinati e l'uso della diplomazia, che gli diede il supporto persino dei suoi sudditi non-musulmani.

European Settlements in India.
Insediamenti europei in India
Luis wiki (CC BY-SA)

Quando Akbar morì, il quarto imperatore dei Moghul divenne Jahangir, che restò in carica dal 1605 al 1627. Fu un sovrano piuttosto inefficiente, dipendente dall'oppio e soggetto a intrighi di corte. Sotto il suo mandato, 'il numero di funzionari improduttivi e opportunisti si moltiplicò, così come la corruzione' (Heitzman, 23). Jahangir fu molto meno tollerante di Akbar e appoggiò le conversioni di massa all'Islam. Sposò una principessa persiana e accolse numerosi artisti, accademici e scrittori persiani che trovarono asilo alla sua corte.

L'IMPERO MOGHUL DIVENNE LA PIÙ GRANDE ECONOMIA MONDIALE.

Jahangir fu rimpiazzato da suo figlio, Shāh Jahān, sul trono dal 1628 al 1658, che aveva una grande passione per l'architettura, come esemplificato dalla costruzione del Taj Mahal. Fu anche un grande sostenitore della letteratura, della pittura e della calligrafia e probabilmente possedeva la più grande collezione di gioielli al mondo. Questo stile di vita opulento non fu privo di conseguenze perché limitò notevolmente l'economia dell'impero in un periodo di diminuzione delle risorse.

L'ultimo dei grandi sovrani moghul fu Aurangzeb, in carica dal 1658 al 1707, che prese il potere uccidendo tutti i suoi fratelli e imprigionando suo padre Shāh Jahān. Sotto il regno di Aurangzeb, l'impero divenne la più grande economia del mondo, rappresentando circa un quarto del prodotto interno lordo globale, anche se allo stesso tempo stava fallendo. 'La burocrazia era cresciuta a dismisura ed era eccessivamente corrotta e l'enorme esercito si dimostrò dotato di armamenti e tattiche obsolete' (Heitzman, 24). Quando Aurangzeb morì nel 1707, il grande Impero moghul che aveva controllato gran parte dell'India per 180 anni cadde rapidamente e si dissolse in stati indipendenti più piccoli che furono eliminati dagli inglesi.

The Court of Akbar
La corte di Akbar
Unknown artist (Public Domain)

Gli inglesi entrano in India

La prima spedizione della Compagnia inglese delle Indie Orientali (EIC in inglese, East India Company) in India fu guidata da William Hawkins, che arrivò a Surat a bordo dell'Hector il 24 agosto 1608. Hawkins si recò alla corte dell'imperatore Jahangir ad Agra, sperando di concludere un accordo commerciale. Ci volle del tempo perché l'imperatore gradiva molto la compagnia di Hawkins, tanto che lo tenne con lui per tre anni prima di concedergli una farman, ossia una licenza per costruire una base commerciale. Mentre era a corte, Hawkins percepì un buono stipendio e gli venne data una moglie.

NELLE TRE CITTÀ COMMERCIALI PIÙ GRANDI, CIOÈ CALCUTTA, MADRAS E BOMBAY, SI STABILIRONO GRANDO COMUNITÀ INGLESI.

Nel 1612 Thomas Best fu inviato dall'Inghilterra a Surat con quattro navi - la Red Dragon, l'Hosiander, la James e la Solomon. Subito dopo il loro arrivo, una squadriglia di quattro galeoni portoghesi e 16 velieri affrontò la flotta inglese dando battaglia per tre giorni. Tre galeoni si incagliarono e uno fu affondato, costringendo i portoghesi a ritirarsi. L'intero scontro si svolse davanti a migliaia di persone accorse lungo la costa e impressionò il sardar (governatore) del Gujarat, a tal punto che quest'ultimo convinse l'imperatore a concedere il suo favore agli inglesi invece che ai portoghesi da quel momento in poi. Questo permise agli inglesi di avere una base permanente in India.

Nel 1615, Thomas Roe fu inviato in India come ambasciatore di re Giacomo I, e con doni lussuosi e lusinghe riuscì a ottenere dall'imperatore Jahangir una farman per costruire basi commerciali in tutto l'Impero moghul. Jahangir non voleva dare agli inglesi diritti esclusivi, ma gli permise di competere con i mercanti tradizionali. L'EIC convinse anche l'Impero di Vijayanagara del sud a permetterle di aprire una base a Madras. Gli inglesi iniziarono poi a costruire empori commerciali lungo le coste dell'India, e grandi comunità inglesi si stabilirono nelle tre maggiori città commerciali, ossia Calcutta, Madras e Bombay.

Inizio della penetrazione olandese in India

Il primo mercante olandese a essere inviato in India dalla Compagnia olandese delle Indie orientali (VOC in olandese, Vereenigde Oostindische Compagnie) fu David van Deynssen, che arrivò a Surat nel 1606. Sfortunatamente, la sua missione si sarebbe rivelata un fallimento perché i portoghesi riuscirono a mettergli contro i Moghul. Si suicidò dopo essere stato torturato e minacciato ripetutamente, lasciando tutta la merce nelle loro mani.

VOC Trade Lodge in Hooghly, Bengal
Emporio commerciale della VOC a Hooghly, nel Bengala
Hendrik van Schuylenbergh (Public Domain)

La VOC impiegò i successivi dieci anni cercando di ottenere un risarcimento per il carico di van Deynssen, che valeva circa 20.000 fiorini. Nel 1615 si presentò un'opportunità quando i Moghul offrirono di ripagare gli olandesi se questi gli avessero fornito supporto navale nella loro guerra contro i portoghesi. Un mercante di nome Ravensteyn fu inviato via terra da Machilipatnam a Surat per ricevere la merce, ma quando arrivò lì i Moghul e i portoghesi avevano già fatto la pace e fu costretto a tornare a mani vuote.

Successivamente, il direttore generale della VOC mandò Pieter van den Broecke a Surat nell'agosto del 1616. Anche lui all'inizio ottenne insuccessi ma alla fine, nel 1618, con il supporto dei mercanti locali del Gujarat, l'imperatore Jahangir gli concesse una licenza generosa che permetteva agli olandesi di svolgere la loro attività commerciale a Surat. Questo accordo fu rinnovato 28 volte fra il 1618 e il 1729.

Le Compagnie delle Indie Orientali si diffondono da Surat

Surat ebbe la maggior parte delle attenzioni dell'EIC in India all'inizio, ma la sua importanza calò drammaticamente negli anni Trenta del Seicento a causa di una prolungata siccità che interessò tutta l'India occidentale. Come descritto da un testimone oculare:

Quando giungemmo nella città di Surat riuscimmo a scorgere a malapena qualche sopravvissuto, là dove c'erano migliaia di persone; i morti erano così tanti che le persone sane che arrivavano in città si ammalavano con l'odore...

(Barrow, 13)

Surat riuscì a risorgere, ma l'EIC si spostò gradualmente sulla costa occidentale dell'India a Bombay, poi a Madras sulla Costa orientale del Coromandel e infine nel Bengala.

Bombay fu un dono dei portoghesi per il re d'Inghilterra Carlo II, sul trono dal 1660 al 1685, come parte della dote della sua sposa Caterina di Braganza. L'EIC spostò il suo quartier generale a Bombay nel 1687, quando a Surat la pressione politica locale si era fatta troppo intensa. Le autorità locali avevano iniziato a essere sempre più scontente dell'EIC, che aveva iniziato a sequestrare le navi dei suoi concorrenti europei danneggiando il commercio dei Moghul. Gli inglesi temevano anche la confederazione dei Maratha, l'altra potenza regionale, che saccheggiò Surat in due occasioni.

East India Company Fort, Bombay
Forte della Compagnia delle Indie a Bombay
Unknown Artist (Public Domain)

La VOC iniziò a fondare basi commerciali lungo la Costa del Coromandel all'inizio del XVII secolo. Le prime furono quella di Pulicat nel 1600 e di Masulipatam nel 1615. I portoghesi conquistarono una base olandese a Negapatam nel 1658. La VOC lottò contro i portoghesi e le autorità locali per mantenere questi insediamenti, che di conseguenza si organizzarono per la maggior parte intorno a fortezze. Gli olandesi costruirono Fort Geldria a Pulicat, che divenne il loro quartier generale sulla Costa del Coromandel e residenza del governatore della VOC per il Coromandel fino al 1690.

Il primo insediamento dell'EIC sulla Costa del Coromandel fu quello di Masulipatam nel 1611, che però venne spostato più a sud a Madras nel 1639, quando venne costruito Fort St. George per sfuggire alla guerra in corso tra la dinastia Qutb Shahi di Golconda e i Moghul. Madras fu scelta più per la posizione che per la convenienza, dato che non aveva un porto naturale e il commercio si svolgeva trasportando le merci da terra con dei catamarani verso le navi ancorate. Nel 1658 tutti gli altri insediamenti inglesi sulla Costa del Coromandel vennero posti sotto il comando di Fort St. George ed entro gli anni Settanta del Seicento Madras aveva superato il volume d'affari di Surat.

Sia gli olandesi che gli inglesi iniziarono a commerciare in Bengala agli inizi del Seicento, ma fu solo negli anni Trenta che il locale governatore moghul concesse agli europei concessioni commerciali a pieno titolo. Il governatore del Bengala Shah Shuja esentò inglesi e olandesi da qualsiasi dazio doganale in luogo di pagamenti annuali al suo governo. Gli olandesi crearono un primo emporio commerciale a Calcutta, da cui la VOC prese possesso di quasi tutta la costa del Malabar a danno dei portoghesi, scacciandoli definitivamente dalla costa occidentale dell'India nel 1663 e fondando le proprie fortificazioni lungo la costa, piazzando il loro quartier generale a Cochin. L'EIC creò le sue prime basi a Balasore nel 1633, Kasim Bazar e Hughli nel 1658, Dhaka nel 1668 e Calcutta nel 1690.

Il Bengala divenne il centro degli affari nel subcontinente indiano sia per la VOC che per l'EIC. La provincia bengalese di Subah era la più ricca dell'Impero moghul e diventò il centro mondiale del commercio di mussola e seta. Inoltre, la maggior parte dell'India dipendeva da prodotti bengalesi come riso, seta e cotone. Anche il salnitro arrivava in Europa sulle navi dal Bengala; l'oppio veniva venduto in Indonesia; la seta grezza viaggiava dal Giappone all'Europa; tessuti di cotone e seta venivano esportati in Europa, Indonesia e Giappone; il cotone andava verso le Americhe e l'oceano Indiano. Il Bengala arrivò a rappresentare circa il 40% delle importazioni olandesi dall'Asia, includendo più della metà di tutti i tessuti e l'80% della seta.

Map of Cochin
Mappa di Cochin
António Bocarro; Pedro Barreto de Resende (Public Domain)

La concorrenza francese

Nel 1668 i francesi fondarono una loro base indiana a Surat, sotto gli auspici della Compagnia francese delle Indie orientali creata da Jean-Baptiste Colbert, ministro delle finanze di re Luigi XIV, sul trono francese dal 1643 al 1715. Nel 1674, il centro dell'India francese diventò Puducherry, a circa 137 chilometri a sud di Madras, sulla Costa del Coromandel, non lontana dalla base dell'EIC.

Fin dall'inizio, i francesi furono in conflitto costante con olandesi e inglesi. La VOC, gelosa delle sue attività, nel 1693 riuscì persino a scacciarli, ma la Compagnie Française des Indes Orientales tornò nel 1699, e per i successivi 100 anni Puducherry fu la capitale in India dei francesi, che costruirono basi a Surat, Chandannagar, Calicut, Dhaka, Patna, Kasim Bazar, Balasore e Jodia.

Il governatore più famoso dell'India francese fu Joseph François Dupleix, che cercò di costruire un impero territoriale in India anche se persino il governo francese non era particolarmente interessato a provocare i britannici. L'esercito di Dupleix arrivò a controllare l'area tra Hyderabad e Cape Comorin, ma fu soggetto a costanti intrighi politici e schermaglie militari con gli inglesi. La sua ambizione di creare un impero francese in India svanì quando il general maggiore britannico Robert Clive arrivò in India nel 1744, prese possesso del Bengala e schiacciò le forze francesi. Dupleix fu richiamato bruscamente in Francia e congedato nel 1754.

La VOC perde slancio

I profitti complessivi della VOC raggiunsero il picco negli anni Settanta del Seicento, per poi iniziare a ridursi gradualmente. Gli olandesi furono costretti a lasciare Formosa, attuale Taiwan, nel 1663 e non poterono più scambiare la seta cinese con l'oro giapponese, che usavano tradizionalmente per acquistare le merci asiatiche. Tentarono allora di concentrarsi sul mercato della seta bengalese, ma i profitti non erano altrettanto elevati. Tra il 1675 e il 1683 la VOC e l'EIC si fecero una guerra dei prezzi che portò entrambe le compagnie sull'orlo della bancarotta. La VOC ebbe una piccola ripresa nel 1685, quando riuscì a scacciare la concorrenza britannica da Bantam e Java, ma ciò fu vanificato dalla decisione giapponese di quello stesso anno di limitare le esportazioni di oro e argento, privando definitivamente gli olandesi della loro preziosa fonte di metalli preziosi. Dal 1741 al 1743 dovettero fronteggiare una ribellione a Java, scatenatasi dopo il massacro di 10.000 cinesi residenti a Batavia (attuale Giacarta). Alla fine del XVII secolo, la competizione dei francesi e anche dei danesi mise a rischio gli investimenti olandesi in India. Alla fine, gli olandesi persero le fortezze lungo la Costa del Malabar e il Golfo Persico alla fine del XVIII secolo, dopo che i britannici decimarono la loro marina asiatica durante la quarta guerra anglo-olandese, tra il 1780 e il 1784.

English & Dutch Galleons in Combat
Combattimento tra galeoni inglesi e olandesi
Hendrick Cornelisz Vroom (Public Domain)

L'EIC prende il pieno controllo dell'India

Nel 1686, l'EIC ritenne che fosse arrivato il momento di affrontare con una guerra diretta il decadente Impero moghul per ricevere ampi privilegi commerciali nell'intero subcontinente e, più precisamente, per ottenere il permesso di costruire una fortezza in Bengala, considerata cruciale per proteggere il fiorente commercio della Compagnia da olandesi e altri intrusi.

La prima guerra anglo-moghul (1686-1690) iniziò sulle rive del fiume Hughli e alla fine fu combattuta su entrambe le coste. Viene spesso chiamata la 'guerra di Child' perché fu guidata da uno dei maggiori azionisti dell'EIC, Josiah Child, e causò grande imbarazzo in Inghilterra. Furono utilizzate dodici navi da guerra britanniche e ci furono diverse battaglie in tutto il subcontinente, tra cui un assedio a Bombay e un incendio a Balasore. La marina britannica bloccò i porti dei Moghul sulla costa occidentale e attaccò il loro esercito a terra. Nel corso delle operazioni diverse grandi città come Bombay, Madras, Calcutta e Chittagong subirono danni considerevoli.

Un punto di svolta del conflitto si ebbe quando gli inglesi confiscarono un convoglio di navi che trasportavano granaglie per Yakut Khan, un capo regionale che si era alleato con i Moghul ma che non si era unito ai combattimenti. Yakut Khan reagì sbarcando con un esercito presso Bombay e mise la città sotto assedio per quasi un anno e mezzo. La guerra terminò nel 1690, quando l'imperatore moghul Aurangzeb concesse una farman agli inglesi permettendogli di costruire una fortezza a Calcutta, ma non prima di aver preteso un pagamento enorme, la restituzione dei beni sequestrati e aver imposto molte altre condizioni.

In Inghilterra, la guerra causò una veemente reazione di disgusto. Barrow cita un panflettista che descrisse come la guerra aveva rovinato il buon nome dell'Inghilterra: "è così che la Nazione inglese ha iniziato a puzzare per le narici di quella gente mentre prima, quando mettemmo piede su quella costa dorata, eravamo i più amati e stimati tra gli europei" (18)

Da commercianti a dominatori

Con il passare del XVIII secolo e l'abbandono forzato del subcontinente da parte della VOC, la Compagnia delle Indie orientali decise che era arrivato il momento per l'atto finale dell'invasione dell'India, compiendo la transizione da mercanti a dominatori. Questo passaggio iniziò in Bengala nel 1756 quando, dopo decenni di benevolo dominio dei Moghul, Siraj ud-Daulah diventò il nuovo nawab e decise di esercitare la sua autorità. Egli pretese un'esorbitante quantità di denaro dall'East India Company e lanciò un attacco sulle fortificazioni inglesi a Calcutta. Questi forti caddero facilmente e vennero fatti 146 prigionieri, che furono rinchiusi nella prigione di Calcutta, chiamata il 'buco nero'. Molti morirono di caldo e per l'umidità, scatenando le ire delle comunità coloniale britannica.

The Victoria Memorial, Kolkata
Memoriale della vittoria, Calcutta
PlaneMade (CC BY-SA)

Fu inviata una forza al comando di Robert Clive per riprendere Madras, il quale riuscì velocemente nell'impresa e mise a morte Siraj ud-Daulah. Seguì un periodo di tumulti e intrighi di corte fino al Trattato di Allahabad, firmato nel 1765 con l'imperatore moghul. Questo accordo tramutò essenzialmente la Compagnia in uno stato sovrano, dato che permise all'EIC di raccogliere le entrate fiscali nelle province del Bengala, Bihar e Orissa.

Dopo molte altre guerre, i britannici alla fine ottennero il controllo di gran parte dell'India. A partire dagli anni Quaranta del Settecento, la Compagnia combatté almeno un grande conflitto ogni dieci anni fino al 1850. Le guerre anglo-mysore (1766-1799) furono combattute nell'India meridionale, le guerre anglo-maratha (1772-1818) in India centrale e le guerre anglo-sikh (1845-1849) nel nord del subcontinente, nel Punjab.

Fine del dominio dell'EIC in India

L'EIC dominò l'India fino al 1858, quando i moti indiani generati dalla rivolta dei sepoy costrinsero il governo britannico ad assumere il controllo del paese. All'incirca durante lo stesso periodo delle guerre dell'oppio, la Compagnia iniziò ad assistere rapidamente all'aumento di insurrezioni nei suoi territori indiani. La conquista del subcontinente durante il XVIII e gli inizi del XIX secolo aveva lasciato molte cicatrici. Molti ribelli erano indiani arruolati nello stesso esercito dell'EIC, che era arrivato ad avere oltre 200.000 uomini, di cui l'80% erano reclute indiane. I ribelli sorpresero i britannici con la guardia abbassata e riuscirono a uccidere molti soldati, civili e indiani leali alla Compagnia. Come rappresaglia, l'EIC uccise brutalmente migliaia di locali, sia ribelli che sostenitori dei moti. I massacri terminarono a Delhi, dove vennero uccise 1.400 persone. Come riportato da William Dalrymple:

'gli ordini erano di sparare a tutti', scrive Edward Vibart, ufficiale britannico diciannovenne. 'era letteralmente omicidio... Ho assistito a molti eventi sanguinosi di recente, ma uno come quello di cui sono stato testimone ieri prego di non vederlo mai più. Le donne venivano risparmiate, ma le loro grida alla vista dei mariti e figli massacrati erano molto dolorose... il Cielo sa che non provo pietà, ma quando un vecchio barbuto viene preso e fucilato davanti ai tuoi occhi, dev'essere difficile trovare un uomo che guardi a ciò con indifferenza...' (7)

Sull'onda di questa sanguinosa insurrezione, il governo britannico abolì di fatto l'EIC nel 1858, assumendo i suoi poteri amministrativi e fiscali, il controllo di tutti i territori e delle forze armate. Ebbe così inizio il British Raj, e il dominio coloniale britannico sull'India continuò fino a quando non le fu concessa l'indipendenza nel 1947.

Bibliografia

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Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

James Hancock
James F. Hancock è scrittore freelance e professore emerito alla Michigan State University. I suoi interessi specifici sono l'evoluzione delle colture e la storia del commercio. Tra i suoi libri - "Spices, Scents and Silk" (CABI) e "Plantation Crops" (Routledge).

Cita questo lavoro

Stile APA

Hancock, J. (2022, luglio 28). Invasione dell'India da parte delle Compagnie delle Indie Orientali inglesi e olandesi [The English and Dutch East India Companies' Invasions of India]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2048/invasione-dellindia-da-parte-delle-compagnie-delle/

Stile CHICAGO

Hancock, James. "Invasione dell'India da parte delle Compagnie delle Indie Orientali inglesi e olandesi." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il luglio 28, 2022. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2048/invasione-dellindia-da-parte-delle-compagnie-delle/.

Stile MLA

Hancock, James. "Invasione dell'India da parte delle Compagnie delle Indie Orientali inglesi e olandesi." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 28 lug 2022. Web. 07 apr 2025.