La battaglia di Eylau (7-8 febbraio 1807) fu un confronto militare sanguinoso ma dall'esito incerto che ebbe luogo durante le guerre napoleoniche (1803-1815). Combattuto nei campi innevati della Polonia, lo scontro durò due giorni e terminò senza che nessuno dei due contendenti prendesse il sopravvento. Grazie a un esercito russo guidato da Levin August von Bennigsen, Eylau fu la prima grande battuta d'arresto della Grande Armée di Napoleone.
Contesto
Il 14 ottobre del 1806 la Grande Armée di Napoleone sconfisse sonoramente l'esercito prussiano nelle battaglie di Jena e Auerstadt. Nel giro di due settimane, i soldati francesi marciavano per le strade di Berlino, costringendo il re Federico Guglielmo III di Prussia, sul trono dal 1797 al 1840, a fuggire per mettersi in salvo con la sua corte a Königsberg, in Prussia orientale (moderna exclave di Kaliningrad, Russia). Federico Guglielmo rifiutò di ammettere la sconfitta, sperando che la situazione potesse essere salvata dal suo alleato russo. I soldati russi più vicini si trovavano nella zona di occupazione prussiana della Polonia, ed erano guidati da un feldmaresciallo sessantottenne, il conte Michail Kamenskij. Tuttavia, Kamenskij era un comandante timoroso e decise di far allontanare il suo esercito da Varsavia. Come risultato, l'avanzata francese in Polonia fu ostacolata solo dalle strade fangose e dalle inospitali condizioni metereologiche.
Mentre il re prussiano osservava disperatamente gli eventi da Königsberg, Napoleone entrò nella città polacca di Poznań, dove venne accolto da una fanfara estatica. Alla fine del XVIII secolo, le tre spartizioni del 1772, 1793 e 1795 avevano cancellato la Polonia dalla mappa dell'Europa: il suo territorio fu spartito tra Prussia, Russia e Austria. I polacchi sognavano di riottenere lo status di Nazione e videro in Napoleone l'uomo che poteva realizzare questa visione. Sebbene Napoleone fosse desideroso di interpretare la parte del liberatore, si rese conto della fragilità della situazione: una Polonia rediviva avrebbe offeso la neutrale Austria e avrebbe reso più difficili le trattative con lo zar di Russia. Di conseguenza, Bonaparte si assicurò di non fare promesse esplicite, anche se elevò sei dipartimenti polacchi al livello di entità politica semi-autonoma, gestita da un consiglio composto da sette nobili polacchi.
La campagna di Polonia
Nel frattempo, l'esercito russo di Kamenskij si era ritirato verso Pułtusk, circa 65 chilometri a nord di Varsavia. Dopo essere entrato a Varsavia senza incontrare opposizione il 19 dicembre, Napoleone ordinò a tutto il suo esercito di attraversare la Vistola, sperando di avanzare il più possibile prima dell'arrivo dell'inverno. Queste notizie furono accolte malamente dai soldati della Grande Armée che, secondo il generale Jean Rapp, mostrarono "una vivace avversione all'attraversamento della Vistola" (Chandler, 517). Dopo due mesi di marcia i soldati erano stanchi, demoralizzati e avevano nostalgia di casa; molti non vedevano la Francia dall'estate del 1805. Il morale peggiorò a causa delle pessime condizioni metereologiche, delle strade allagate e della scarsità di cibo; i soldati scherzavano sulla penuria di viveri dicendo che bastava conoscere solo cinque parole in polacco: "Chleba? Nie ma. Woda? Zaraz!" ("Pane? Non ce n'è. Acqua? Immediatamente!") (Roberts, 432).
Nonostante le loro misere condizioni, i soldati francesi erano pronti a combattere. Il 22 dicembre, il III Corpo d'armata del maresciallo Louis-Nicolas Davout scoprì un distaccamento di 15.000 russi che facevano la guardia all'attraversamento del fiume Wkra, vicino la città di Czarnowo. Napoleone compì personalmente delle ricognizioni nell'area prima di ordinare a Davout di procedere con un attacco a sorpresa notturno; l'attraversamento venne preso al costo di 1.400 perdite per parte. Il giorno successivo fu caratterizzato da schermaglie sporadiche mentre l'esercito francese entrava in posizione ma, quando Napoleone seppe che Kamenskij stava preparando la ritirata, ordinò di attaccare.
Il 26 dicembre, il V Corpo francese del maresciallo Jean Lannes, forte di 25.000 uomini, attaccò una forza russa composta da 35.000 soldati in quella che sarebbe stata la battaglia di Pułtusk. In mezzo a una violenta bufera di neve, i soldati di Lannes riuscirono a prendere il villaggio di Pułtusk per poi essere scacciati nuovamente da un contrattacco russo. Lo stesso giorno due forze francesi, al comando rispettivamente dei marescialli Davout e Charles-Pierre Augereau, ingaggiarono 18.000 russi guidati dal principe Golicyn nella battaglia di Gołymin. Trovandosi in inferiorità numerica, Golicyn fu in grado di tenere fino a notte, per poi far sfilare le sue truppe dal campo di battaglia.
Gli accampamenti invernali
L'esercito russo fu in grado di allontanarsi e di sistemarsi negli accampamenti invernali. Kamenskij, dopo essere andato incontro sia alla frustrazione dei suoi subordinati che all'ira dello zar per la sua inattività, diede le dimissioni. La carica di comandante in capo passò a uno dei suoi subordinati, Levin August von Bennigsen. Nato ad Hannover, von Bennigsen era uno dei molti e capaci ufficiali tedeschi che servivano lo zar. Questo cambio però creò dei problemi nell'esercito russo: Friedrich von Buxhoevden, subordinato di von Bennigsen e tedesco come lui, era furioso per non essere stato scelto come comandante in capo e lo sfidò persino a duello.
Anche i francesi si accamparono per l'inverno lungo le rive della Vistola e Napoleone tornò a Varsavia. Lì fece la conoscenza di una giovane e bella nobildonna polacca, la contessa Maria Walewska, con cui ebbe una delle sue relazioni romantiche più durevoli. Mentre Napoleone si scaldava nel letto della contessa, i suoi uomini soffrivano il freddo polacco. I convogli per i rifornimenti erano così esigui che, a un certo punto, alcuni soldati si ridussero a bere sangue di cavallo dalle padelle; prima di Natale, circa cento francesi si suicidarono per disperazione. I marescialli di Napoleone, in crescente rivalità tra loro, cercavano di accaparrarsi i rifornimenti a danno l'uno dell'altro. All'inizio del nuovo anno, il VI Corpo del maresciallo Michel Ney stava per rimanere pericolosamente a secco di provviste. Anche se gli ordini dicevano chiaramente di restare sul posto fino a primavera, il 10 gennaio 1807 Ney decise di tentare una sortita a nord per prendere un deposito di rifornimenti a Königsberg.
Quando però Ney arrivò a Lidzbark Warmiński una settimana dopo, vi trovò ben più che delle semplici scorte: si era imbattuto nei prussiani del generale Anton Wilhelm von L'Estocq, che si stavano muovendo verso ovest. Dopo aver interrogato alcuni soldati nemici rimasti indietro, Ney scoprì che von Bennigsen stava lanciando un attacco a sorpresa, marciando con i suoi 63.000 russi e 13.000 prussiani attraverso la foresta di Johannisberg per nascondere i suoi movimenti agli esploratori francesi. Ney informò immediatamente Napoleone, che ordinò al suo esercito di uscire dagli accampamenti invernali il 27 gennaio.
Il fallimento della trappola
Mentre molti condottieri si sarebbero preoccupati dopo aver appreso che un esercito nemico stava preparando un attacco a sorpresa, l'astuto imperatore dei francesi vide un'opportunità d'oro per tendere a sua volta una trappola. Se von Bennigsen avesse continuato a marciare verso ovest avrebbe inevitabilmente esposto il suo fianco sinistro e la retroguardia all'attacco francese. Napoleone ordinò al I Corpo del maresciallo Jean Bernadotte di attirare i russi ancora più a ovest mentre tutte le altre unità prendevano posizione. Bernadotte obbedì, anche se il resto dell'esercito era rallentato da una fitta nevicata. Napoleone scrisse dei nuovi ordini a Bernadotte, che avrebbe dovuto riunirsi con la parte sinistra dello schieramento francese con una marcia segreta nottetempo. Tuttavia, questi piani furono affidati fatalmente a un giovane ufficiale che era arrivato da poco sul fronte. Non essendo familiare con il territorio polacco, l'ufficiale si perse e fu catturato da un gruppo di cosacchi prima che avesse il tempo di distruggere i suoi dispacci, che contenevano le disposizioni per tutto l'esercito francese.
Von Bennigsen adesso era a conoscenza della trappola di Napoleone mentre Bernadotte ne era all'oscuro. Il 1° febbraio i russi fecero una brusca sterzata verso est, per mettersi in salvo oltre il fiume Łyna; non sapendo che il suo piano era stato scoperto, Napoleone si lanciò precipitosamente all'inseguimento. Il 6 febbraio von Bennigsen aveva attraversato la Łyna, lasciando la sua retroguardia al comando del generale Michail Barclay de Tolly per respingere la cavalleria del maresciallo francese Joachim Murat presso Hoff; Barclay de Tolly riuscì a trattenere i francesi al costo di 2.000 perdite russe. Tuttavia, von Bennigsen sapeva che non poteva scappare per sempre. Se avesse voluto difendere Königsberg, avrebbe dovuto difendere la sua posizione. Si spostò con il suo esercito in una piccola città delle Prussia orientale, Preussisch-Eylau, a circa 35 chilometri a sud di Königsberg. Disponeva di circa 67.000 uomini e contava sull'arrivo dei 9.000 prussiani di L'Estocq.
Nel frattempo, Napoleone aveva a disposizione 45.000 soldati pronti all'uso, ossia il IV Corpo del maresciallo Jean-de-Dieu Soult, il VII Corpo del maresciallo Augereau, la cavalleria di Murat e la sua Guardia imperiale. Sebbene fosse in inferiorità numerica, aveva la possibilità di ricevere i rinforzi: Ney e i suoi 14.500 uomini erano impegnati nell'inseguimento di L'Estocq, mentre Davout era a poche ore di distanza.
Primo giorno: 7 febbraio
Posizionata lungo la strada per Königsberg, Eylau (moderna Bagrationovsk) era una piccola città di 1.400 abitanti. Si trovava a circa 2,5 chilometri da un altopiano ed era situata tra il lago Tenknitten a sinistra e il lago Waschkeiten a destra. A destra della città si ergeva una piccola collinetta su cui c'erano una chiesa e un cimitero. Gli studiosi moderni non sono d'accordo sul fatto che Napoleone volesse davvero combattere a Eylau. Secondo il barone Marbot, un ufficiale di Augereau, i soldati francesi erano entrati in città per avere un riparo sicuro ma furono individuati da una pattuglia russa che aprì il fuoco su di loro, a cui i francesi risposero. Il rumore dei moschetti attirò soldati da entrambe le parti fino a che la piccola schermaglia di Eylau non divenne un confronto sanguinoso.
Alle due del pomeriggio, sentendo il trambusto della schermaglia, la cavalleria di Murat e la testa della fanteria del maresciallo Soult si avvicinarono sull'altopiano di fronte a Eylau, difeso dall'avanguardia del principe Bagration. Soult ordinò a due battaglioni di avanzare per spingere gli avversari fuori dalla cresta; dopo essere stati martoriati dall'artiglieria russa, i due battaglioni subirono un assalto alla baionetta. I dragoni di San Pietroburgo caricarono sul lago Tenknitten, che era ghiacciato, e presero di sorpresa i francesi, riuscendo anche a catturare uno stendardo con l'aquila imperiale. Un contrattacco dei dragoni francesi impedì ai russi di approfittare di questo successo, mentre l'artiglieria di Soult costrinse Bagration a tornare verso il grosso dell'esercito russo.
Nel frattempo, nel centro abitato, si stava svolgendo il combattimento più sanguinoso per il possesso della collinetta con la chiesa e il cimitero. La sommità fu inizialmente raggiunta dalla divisione del generale Saint-Hilaire; in questa prima fase del combattimento, il generale russo Barclay de Tolly fu gravemente ferito al braccio da un colpo di mitraglia. Sebbene il principe Bagration avrebbe preferito abbandonare Eylau, von Bennigsen ordinò di riprenderla a tutti i costi. Tre colonne della fanteria di Bagration furono mandate all'interno della città, finendo direttamente sotto i colpi dell'artiglieria francese. Nonostante le pesanti perdite subite, alle 6 del pomeriggio i russi avevano ripreso la maggior parte della città, anche se la chiesa e il cimitero erano ancora in mani francesi. Von Bennigsen decise che forse non ne valeva più la pena e alle 6:30 ordinò ai suoi uomini di ritirarsi sulle alture a est di Eylau. La battaglia per il cimitero di Eylau costò 4.000 perdite per ciascun schieramento.
Anche se i francesi controllavano la città, non avrebbero avuto sollievo quella notte. Gli ufficiali e una parte dei soldati furono abbastanza fortunati da trovare riparo nelle case, ma la maggior parte dei francesi (e tutti i russi) passarono la notte esposti alla furia degli elementi, in particolare di una bufera di neve che iniziò dopo mezzanotte e che sarebbe continuata per tutto il giorno successivo. Le strade di Eylau erano bloccate dai cadaveri, e i carri dei convogli francesi non riuscivano a passare per le vie, lasciando molti uomini senza rancio. Le sofferenze patite nella notte sarebbero state rapidamente eclissate dagli orrori del giorno successivo.
Secondo giorno: 8 febbraio
Intorno alle 8 del mattino, 460 cannoni russi iniziarono un infernale bombardamento sulla città. I cannoni francesi risposero al fuoco, cominciando un duello di artiglieria che sarebbe durato due ore. Napoleone impiegò questo tempo escogitando un piano di battaglia: gli uomini di Soult, sostenuti da ogni cannone disponibile, avrebbero dovuto inchiodare i russi e assorbire l'impatto più forte del loro attacco fino all'arrivo di Davout, che avrebbe attaccato il fianco sinistro del nemico. La speranza era che Davout riuscisse a circondare il fianco sinistro; a quel punto, Augereau e Murat sarebbero stati mandati contro il fianco destro russo; l'arrivo di Ney da nord avrebbe completato l'accerchiamento, intrappolando l'esercito russo da ogni lato. Lo storico David G. Chandler sottolinea che, se questo doppio avvolgimento avesse avuto successo, avrebbe potuto rivaleggiare con quanto fatto da Annibale nella battaglia di Canne.
Alle 9:30, Soult ricevette l'ordine di minacciare il fianco destro russo per distrarre l'attenzione di von Bennigsen da Davout, che si sarebbe avvicinato a momenti al fianco sinistro russo. Soult e i suoi uomini avanzarono per 550 metri prima gli impazienti russi li caricassero; nel giro di mezz’ora, Soult fu costretto a tornare a Eylau. Sulla parte opposta del campo di battaglia, la prima divisione del corpo d'armata di Davout fu caricata dalla cavalleria russa di Osterman-Tolstoj. Napoleone si innervosì per questi sviluppi: non si aspettava che Soult venisse respinto così presto né che Davout venisse notato così rapidamente. Per salvare la situazione, l'imperatore decise di inviare i 9.000 uomini del maresciallo Augereau contro il fianco sinistro russo per alleggerire la pressione su Davout. La divisione di Saint-Hilaire si sarebbe unita all'attacco.
Augereau mise diligentemente i suoi uomini in posizione per la carica. Il maresciallo era in pessime condizioni: dovette essere issato sul cavallo da un aiutante di campo e, a causa di una ferita, indossava una sciarpa intorno alla testa, sotto il cappello. Le condizioni di Augereau possono essere state una delle cause del disastro che seguì; un'altra ragione fu la bufera di neve che ostacolava severamente la visibilità. In ogni caso, poco dopo essersi messo in marcia, i soldati di Augereau cambiarono direzione e invece di ingaggiare il fianco sinistro dello schieramento russo, finirono direttamente contro un'imponente batteria russa da 70 cannoni. Gli uomini di Augereau furono spazzati via dai colpi a bruciapelo dell'artiglieria. Nel giro di 15 minuti, 5.000 soldati furono uccisi o feriti e lo stesso Augereau fu colpito al braccio. I sopravvissuti dovettero fuggire indietro verso il cimitero di Eylau. La divisione di Saint-Hilaire, che aveva seguito la direzione corretta, adesso si ritrovava da sola sul fianco sinistro e presto sarebbe stata circondata dalla cavalleria russa.
La terribile situazione peggiorò quando una colonna russa di 5.000 caricò all'interno di Eylau, iniziando aspri combattimenti corpo a corpo per le strade. A un certo punto, i russi raggiunsero il campanile che Napoleone utilizzava come suo quartier generale. Napoleone probabilmente sarebbe stato ucciso o catturato se non fosse stato per la sua coraggiosa scorta personale, che tenne a bada i russi abbastanza a lungo fino all'arrivo della Guardia imperiale. Fu proprio in questo momento che la bufera si placò, e Napoleone intravide un'opportunità per salvare la giornata. Alle 11:30 convocò il suo audace comandante di cavalleria, il maresciallo Murat. Riferendosi ai russi che stavano avanzando, Napoleone chiese, "permetterai a quegli uomini di divorarci? Riunisci tutta la cavalleria disponibile e schiaccia quella colonna." (Roberts, 443).
La carica di Murat
Quello che accadde dopo è ampiamente riconosciuta come una delle più grandi cariche di cavalleria della storia. Murat riunì ogni cavaliere disponibile arrivando a 11.000 uomini, e li guidò per 2,3 chilometri in campo aperto contro le linee russe. La cavalleria francese spazzò via rapidamente le truppe russe che erano entrate a Eylau, prima di dividersi in due ali. La prima ala recuperò la divisione di Saint-Hilaire che era rimasta isolata, mentre la seconda tagliò fuori l'artiglieria russa che aveva respinto la carica di Augereau. Le due ali si riunirono ancora una volta per distruggere il centro dello schieramento russo; ricompattatesi di nuovo oltre la linea del nemico, caricarono verso la direzione da cui erano partite, galoppando verso la salvezza oltre le linee francesi. Al prezzo di 1.500 cavalieri, Murat aveva seminato il caos nell'esercito russo e aveva dato tempo a Napoleone di riorganizzarsi.
La carica di Murat costò a von Bennigsen la possibilità di vincere la battaglia. Davout adesso era tornato in posizione e all'una del pomeriggio caricò disponendosi in un ampio cerchio sul fianco vulnerabile di Osterman-Tolstoj. Davout respinse i russi per due ore e, proprio quando sembrava che stessero per cedere, L'Estocq arrivò sul campo di battaglia con i suoi 9.000 prussiani. Dopo aver radunato i soldati russi in fuga, L'Estocq caricò e riuscì a far perdere a Davout il terreno che quest'ultimo aveva così faticosamente guadagnato. Alla fine, intorno alle 7 di sera, il maresciallo Ney arrivò con 14.500 uomini freschi. A questo punto, i combattimenti si stavano esaurendo e per le 10 di sera la battaglia di Eylau era terminata.
Conseguenze
Alle 11, von Bennigsen tenne un consiglio di guerra. Sebbene i suoi ufficiali premessero per rimanere e combattere per un terzo giorno, von Bennigsen era scosso dall'arrivo improvviso di Ney e decise di ritirarsi. I russi iniziarono ordinatamente la ritirata durante la notte; i francesi li lasciarono andare perché erano troppo stanchi per inseguirli. Napoleone venne lasciato in possesso del campo e ciò gli permise di reclamare la vittoria, nonostante la battaglia fosse stata, nel migliore dei casi, uno stallo. Le perdite russe sono stimate tra i 15-26.000 uomini, contro le 15-29.000 francesi. Eylau fu forse la più sanguinosa battaglia delle guerre napoleoniche fino a quel momento, come notato da Ney il quale, dopo aver osservato la carneficina, disse: "che massacro! E senza alcun risultato!! (Roberts, 445).
Infatti, gli unici risultati furono l'ulteriore demoralizzazione delle truppe francesi la dimostrazione che la Grande Armée non era invincibile. Dopo Eylau, russi e francesi si ritirarono ancora una volta nei loro accampamenti invernali. Lo scontro decisivo della guerra avrebbe avuto luogo quattro mesi più tardi, nella battaglia di Friedland (14 giugno 1807).