Prima battaglia di El Alamein

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Mark Cartwright
da , tradotto da Giovanni De Simone
pubblicato il 07 agosto 2024
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese
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La prima battaglia di El Alamein, che si svolse nel corso della Seconda guerra mondiale dal 1° al 27 luglio del 1942, fu caratterizzata da una serie di scontri che ebbero luogo in Egitto tra gli Alleati e le potenze dell'Asse. I combattimenti si concentrarono intorno alla linea difensiva di El Alamein, e terminarono senza un risultato decisivo, se non per il fatto di aver finalmente bloccato l'avanzata verso l'Egitto del generale tedesco Erwin Rommel (1891-1944).

L'8ª Armata britannica ottenne una vittoria nella battaglia di Alam Halfa nel settembre del 1942, per poi cambiare definitivamente il corso della guerra in Nordafrica sconfiggendo gli italo-tedeschi nel grande scontro noto come seconda battaglia di El Alamein, tra l'ottobre e il novembre del 1942.

Vickers Machine Gun Post, El Alamein
Mitragliatrice Vickers, El Alamein
A. McLaren - Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

L'importanza del Nordafrica

Il Nordafrica divenne un teatro rilevante della Seconda guerra mondiale a causa dell'importanza del Canale di Suez e per la protezione delle vitali rotte marittime nel Mediterraneo. Nei primi anni di guerra, il Nordafrica fu l'unico posto in cui la Gran Bretagna poté combattere una guerra terrestre contro Germania e Italia, sperando di ottenere le indispensabili vittorie che avrebbero incoraggiato i britannici dopo il disastro dell'evacuazione di Dunkerque e gli orrori del Blitz su Londra. La guerra nel deserto del Nordafrica, tra il giugno del 1940 e il gennaio del 1943, che vide il coinvolgimento di fanteria, artiglieria, divisioni corazzate e mezzi aerei, è nota nella storiografia anglosassone con il nome di Western Desert Campaign.

GLI ALLEATI FURONO COSTRETTI A COMBATTERE IN RITIRATA E A RAGGRUPPARSI DIETRO LA NUOVA LINEA DIFENSIVA DI EL ALAMEIN, IN EGITTO.

Nel corso dell'operazione Compass, tra il dicembre del 1940 e il febbraio del 1941, le truppe britanniche e del Commonwealth obbligarono il mal equipaggiato esercito italiano a ritirarsi dall'Egitto e dalla Cirenaica, cioè, dalla parte orientale della Libia. Dal febbraio del 1941, le forze dell'Asse in Nordafrica vennero considerevolmente potenziate dall'arrivo di truppe scelte tedesche, come il Deutsches Afrikakorps (D.A.K.), complessivamente superiori in termini di mezzi corazzati, armamenti e addestramento, sia nei confronti degli italiani che degli Alleati. La situazione migliorò ulteriormente per le potenze dell'Asse quando il generale Rommel prese il comando delle truppe italo-tedesche in Nordafrica. Rommel ottenne una serie di vittorie tra il marzo e l'Aprile del 1941, ma gli Alleati tennero la piazzaforte di Tobruch dall'aprile al dicembre del 1941, il cui porto era vitale per i loro rifornimenti. Gli italo-tedeschi riottennero l'iniziativa con la battaglia di Ain el-Gazala, tra il maggio e il giugno del 1942, in cui distrusse la linea difensiva degli Alleati. Il 21 giugno Rommel riuscì persino a riprendere Tobruch, venendo promosso al grado di feldmaresciallo. Successivamente, ottenne un'altra vittoria nella battaglia di Marsa Matruh, riuscendo a prendere il porto egiziano il 28 giugno. In Nordafrica, come in altri scenari del conflitto, gli Alleati stavano prendendo delle batoste.

Rommel ambisce all'Egitto

Gli Alleati furono costretti a combattere in ritirata e a raggrupparsi dietro la nuova linea difensiva di El Alamein, in Egitto. Con il sostegno di Adolf Hitler (1889-1945) e Benito Mussolini (1883-1945), Rommel era determinato a inseguire il nemico e annientarlo prima che avesse il tempo di riunirsi e rafforzarsi. Il canale di Suez e il porto di Alessandria era in una situazione di pericolo imminente e correvano il rischio di essere presi dalle forze dell'Asse, che però avrebbero dovuto agire rapidamente, prima che gli Alleati ricevessero rinforzi dal Medio Oriente e, più importante di tutto, prima che arrivassero le truppe statunitensi.

WWII North Africa Campaign, 1940-1943
Campagna del Nordafrica nella seconda guerra mondiale, 1940-1943
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

Gli Alleati furono severamente ostacolati dalla deleteria combinazione di truppe scarsamente addestrate, equipaggiamento scadente, pessima cooperazione tra le varie armi e cattivi comandanti che non riuscirono a far fronte alle tattiche di Rommel, basate sulla velocità e l'audacia nell'uso dei mezzi corazzati. Le tattiche di Rommel compensavano più che bene l'inferiorità in uomini e mezzi che aveva rispetto agli Alleati.

I COMANDANTI BRITANNICI AVEVANO IDENTIFICATO EL ALAMEIN COME POTENZIALE AREA DI DIFESA FIN DAGLI ANNI TRENTA.

L'8ª Armata britannica, dopo le ultime vittorie italo-tedesche, aveva perso 50.000 uomini ma, grazie all'arrivo delle riserve di carri armati da Egitto e Siria, rimase un ostacolo formidabile per le ambizioni di Rommel. Il comando dell'8ª Armata venne assegnato al generale Claude Auchinleck (1884-1981), che era anche comandante in capo delle truppe alleate in Medio Oriente, che preferì prendere personalmente il comando delle operazioni in Nordafrica. Come disse lui: "il pericolo di una completa catastrofe era troppo grande per lasciare la responsabilità a un mio subordinato" (Mitchelhill-Green, 348).

Le difese di El Alamein

El Alamein era un piccolo snodo ferroviario nel deserto, costruito negli anni Venti e situato 95 chilometri a ovest di Alessandria. La linea difensiva di El Alamein si estendeva dalla costa verso l'interno per 65 chilometri, ed era molto migliore di quella di Gazala, dato che la parte meridionale non poteva essere aggirata dal nemico a causa della depressione di El Qattara, una vasta area di sabbia soffice e paludi salmastre che non potevano essere attraversata da mezzi pesanti. Come riporta lo storico D. Allen Butler, "se Rommel voleva arrivare al Cairo, sarebbe dovuto passare attraverso l'8ª Armata, non intorno a essa" (343). Un altro vantaggio rispetto alla linea di Gazala era il crinale di Ruweisat, posto proprio nel mezzo: si trattava di una bassa sporgenza rocciosa lunga circa 13 chilometri, che forniva un eccellente riparo naturale sia contro i carri che contro i colpi d'artiglieria. Altre caratteristiche a beneficio dei difensori erano la ripida scarpata intorno alla depressione di El Qattara e la presenza della depressione di Deir el Munnsaib, che obbligavano a passare in determinati punti la cui difesa poteva essere allestita in anticipo. Non sorprende, dunque, che i comandanti britannici avevano identificato El Alamein come una potenziale area di difesa fin dagli anni Trenta.

 General Claude Auchinleck
Generale Claude Auchinleck
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Auchinleck utilizzò ogni ora a sua disposizione per rafforzare le sue difese interrando mitragliatrici e pezzi d'artiglieria, posizionando ancora più mine e facendo riempire freneticamente alla fanteria dei sacchi di sabbia per proteggere meglio le loro posizioni. Sapendo che non poteva difendere l'intera linea, Auchinleck fortificò tre settori: uno all'estremità settentrionale della linea, presso El Alamein; un altro all'estremità meridionale, intorno alla grotta di Abu Dweiss, e uno al centro, nella zona della depressione di El Qattara. Realizzando che i tre settori erano troppo lontani tra loro, ne concepì un altro, chiamato Deir el Shein, tra El Alamein e la depressione di El Qattara.

Queste ridotte erano difese in forze, ma dipendevano dalle unità mobili per il supporto e per coprire i vuoti esistenti tra loro. Ogni ridotta ospitava due battaglioni di fanteria e tre batterie di artiglieria: una campale, una contraerea e una anticarro. Inoltre, nel caso in cui la situazione fosse precipitata e bisognava ritirarsi ancora una volta, era stata preparata una linea di difesa nelle retrovie. Intanto, l'attività al Cairo e ad Alessandria era frenetica: gli ufficiali governativi stavano raccogliendo gli incartamenti, bruciando i documenti segreti e si tenevano pronti per un'evacuazione totale. Nonostante temesse un'altra sconfitta, Auchinleck, almeno con i suoi uomini, si mostrava determinato a resistere e a combattere a El Alamein. Il comandante mandò il seguente messaggio a tutti i ranghi dell'8ª Armata:

Il nemico si è allungato fino al limite e pensa che siamo un esercito in rotta... Lui [Rommel] spera di prendere l'Egitto con l'inganno. Mostriamogli dove si fermerà.

(Holland, 193)

General Rommel on Campaign
Rommel nel corso di una campagna
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Gli armamenti

Come nelle precedenti battaglie, l'esercito britannico era composto da truppe provenienti da ogni parte dell'impero, in particolare da Australia, India, Nepal, Nuova Zelanda e Sud Africa. Il meglio che Auchinleck poteva schierare era l’agguerrita 7ª Divisione corazzata, nota con il nome di Desert Rats, dal nome dell'emblema del loro distintivo, un gerboa. Gli Alleati ricevettero importanti attrezzature all'avanguardia nell'estate del 1942. L'arrivo dei nuovi carri armati Lee e Grant, di produzione statunitense, permise di eguagliare i Panzer IV tedeschi. Entrambi questi carri erano dotati di cannoni da 75 e 37 mm. Un'altra notevole aggiunta all'arsenale alleato fu il cannone anticarro da 57 mm, capace di perforare una corazza da 50 mm con le sue munizioni da 2,84 kg. L'arma più distruttiva in mano agli italo-tedeschi rimaneva il cannone da 88 mm, originariamente pensato per essere usato come contraerea, ma che il D.A.K. impiegava ad alzo zero con effetti devastanti sui carri nemici.

Inoltre, pur se l'Asse era dotata di forze speciali, gli Alleati erano all'avanguardia in questo campo. Il Long Range Desert Group (LRDG) e lo Special Air Service (SAS), ora equipaggiati con nuovi fuoristrada statunitensi, compivano audaci incursioni oltre le linee nemiche, distruggendo materiali e rifornimenti vitali, in particolare aeroplani e basi aeree. Un'altra importante funzione del LRDG era di individuare i convogli di rifornimento nemici e segnalare la loro posizione alle forze aeree, che così potevano attaccare il bersaglio e distruggerlo.

In ultimo, l'arma finale era lo spionaggio militare. Auchinleck era assistito dalle intercettazioni e dalla decodifica delle comunicazioni dell'Asse effettuate da ULTRA, che gli permetteva di conoscere in anticipo i piani di Rommel anche se, vista la tendenza del feldmaresciallo di comunicare raramente le sue mosse ai suoi superiori, questo sistema non sempre era d'aiuto come avrebbe potuto essere. Anche gli italo-tedeschi avevano le proprie fonti di spionaggio: un gruppo intercettava le comunicazioni alleate tra Europa e America ma, alla fine, venne scoperto. Una seconda fonte di informazioni era un'unità specializzata del D.A.K., la Kompanie 621, che ascoltava le conversazioni delle truppe alleate: anche se non era una fonte di alto livello, molto spesso si rivelò utile per venire a conoscenza degli spostamenti delle varie unità. Sfortunatamente per Rommel, la Kompanie 621 venne messa fuori gioco dopo essere stata attaccata e catturata a metà luglio.

British Lee Tank, El Alamein
Carro armato britannico Lee, El Alamein
J.P.H. Flack - Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

L'attacco di Rommel

Con la riconquista di Tobruch, gli italo-tedeschi si erano ampiamente riforniti di munizioni, mezzi di trasporto e carburante, ma le loro linee si erano allungate pericolosamente. Inoltre, il furioso inseguimento degli Alleati in ritirata verso l'Egitto aveva presentato il suo prezzo alle forze dell'Asse: Rommel era rimasto con circa 85 carri armati, 30 dei quali erano modelli italiani di qualità inferiore. Il generale tedesco aveva ancora 300 cannoni, di cui 29 da 88 mm. Entrambe le parti avevano un disperato bisogno di riposare e colmare le perdite di uomini e materiali. Le disperate azioni che seguirono vengono collettivamente chiamate con il nome di prima battaglia di El Alamein, anche se gli storici moderni preferiscono non classificare questi scontri come una singola battaglia.

Rommel attaccò le posizioni alleate di El Alamein il 1° e il 3 luglio, concentrandosi sui settori settentrionali e centrali, venendo respinto entrambe le volte. Il generale tedesco forse aveva sottovalutato la capacità di resistenza di queste ridotte e la forza dell'aviazione nemica. Tra il 2 e il 5 luglio, la Western Desert Air Force alleata compì oltre 2.000 sortite. Inoltre, il piano di Rommel fallì a causa della presenza inaspettata di un'intera divisione indiana e di un'improvvisa tempesta di sabbia che ritardò fortemente il dispiegamento dei suoi carri armati. In questi primi giorni di battaglia, gli italo-tedeschi persero circa un quarto dei loro carri. A martoriare le forze dell'Asse ci si mise anche la dissenteria. Nei giorni successivi, mentre erano in corso una serie di schermaglie minori, Rommel decise di scavare le proprie linee difensive. Il 9 luglio ordinò di attaccare il settore meridionale.

Il contrattacco di Auchinleck

Il 10 luglio, in quella che sarà chiamata battaglia di Tell el Eisa, il generale William Ramsden mandò la 9ª Divisione australiana e la 1ª Divisione sudafricana contro le truppe italiane all'estremità settentrionale della linea. Lo scontro ancora una volta non fu decisivo, anche se le perdite italiane furono considerevoli. Sembrava che nessuna delle due parti riuscisse a conseguire un guadagno territoriale di una qualche entità. Il 14 luglio, il generale William Gott impiegò la 5ª Divisione indiana e la divisione neozelandese in quella che divenne nota come prima battaglia di Ruweisat. Le truppe alleate si scontrarono con due divisioni italiane ma, dopo due giorni, grazie anche al supporto delle truppe tedesche, lo scontro terminò ancora senza risultati significativi. Auchinleck credeva che gli italiani fossero il punto debole dell'Asse, ma si sbagliava. La battaglia era entrata in una fase di stallo, dato che "il vantaggio numerico dell'8ª Armata non riusciva a contrastare la superiorità delle tattiche nemiche" (Butler, 353). Entrambi gli schieramenti si trovavano seriamente a corto di munizioni.

Allied Defences, First Battle of El Alamein
Difese alleate, prima battaglia di El Alamein
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Il concetto di battaglia di attrito era parte del piano degli Alleati, come sintetizzato dal generale John Strawson:

Concentrare l'esercito, combattere in gruppi integrati, ammassare l'artiglieria, gestire con parsimonia i mezzi corazzati, formare brigate corazzate leggere per effettuare ricognizioni ai fianchi, attaccare e logorare le divisioni italiane.

(Strawson, 141).

Auchinleck, determinato a impedire a Rommel di riparare i mezzi e riorganizzarsi, lanciò un altro attacco il 21 luglio, noto come seconda battaglia del Ruweisat. All'inizio, l'attacco notturno portò a dei risultati, ma il contrattacco italo-tedesco ristabilì la situazione di partenza. Gli Alleati, pur avendo la superiorità numerica in termini di uomini e mezzi, pagavano ancora una volta la scarsa coordinazione tra i mezzi corazzati e la fanteria in fase di attacco, anche se difensivamente la cooperazione era molto migliorata. Solo il 22 luglio, i britannici persero 121 carri contro i tre di Rommel. Gli Alleati spinsero ancora il 23 e il 26 luglio, ma senza conseguenze. Le truppe dell'Asse, ormai composte da veterani della guerra nel deserto, resistevano in maniera straordinaria a qualsiasi cosa gli venisse lanciata contro.

Valutazione

L'avanzata di Rommel fu certamente fermata da queste battaglie minori, ma gli storici ancora dibattono se sia stato per la sua mancanza di rifornimenti o per lo sforzo alleato. Si ritiene generalmente che le forze italo-tedesche non fossero pronte per una grande battaglia, e che la guerra statica intorno a El Alamein avvantaggiasse molto di più gli Alleati a causa della loro superiorità materiale, della posizione migliore e della capacità di rimpiazzare uomini e mezzi. Non essendo più in grado di dettare i termini dello scontro, le abilità di Rommel e la sua ambiziosa guerra ad alta velocità stavano avendo un impatto minore sugli esiti degli scontri.

Destroyed German 88mm Gun, El Alamein
Cannone tedesco da 88 mm distrutto, El Alamein
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Rommel si era allontanato sia dalle sue linee logistiche che dall'ombrello della copertura aerea. L'azzardo di puntare a una vittoria rapida era fallito, come egli stesso notò: “ho portato il mio esercito allo stremo delle forze" (Clark, 210-11). Quel che è peggio, il mancato successo della Germania sul fronte russo diminuì le possibilità di Rommel di ricevere risorse sufficienti per condurre la sua campagna come voleva. Inoltre, la presenza navale e aerea dell'Asse nel Mediterraneo si stava indebolendo, e non fu più garantito l'arrivo nemmeno delle poche risorse destinate al Nordafrica. Come notato da Allen Butler, "per i primi otto mesi del 1942, solo il 40% del tonnellaggio di cui aveva bisogno arrivò effettivamente alla Panzerarmee Afrika [nome che prese l’Afrikakorps]" (362).

Resta il fatto però, che Rommel era ancora una minaccia per l'Egitto. La prima battaglia di El Alamein non aveva raggiunto gli obiettivi che si era posta l'8ª Armata, come sintetizzato dallo storico militare Niall Barr:

Non era stata strappata alcuna porzione considerevole di terreno alla Panzerarmee Afrika, e la maggior parte delle forze dell'8ª Armata erano state sprecate in attacchi frettolosi e terminati in confusione... L'8ª Armata aveva subito più di 13.000 perdite... Le perdite dell'Asse sono difficili da stimare, ma furono catturati almeno 7.000 soldati tedeschi e italiani... Nessuno dei due eserciti aveva raggiunto i suoi obiettivi.

(184)

Il primo ministro britannico Winston Churchill (1874-1965), deluso che Rommel non fosse stato sconfitto in modo decisivo, rimpiazzò Auchinleck con il generale Harold Alexander (1891-1969) come comandante in capo in Medio Oriente. Churchill soffriva la pressione dell'opinione pubblica britannica e dei suoi alleati statunitensi, che chiedevano a gran voce una vittoria decisiva in Nordafrica, che sarebbe servita come piattaforma per un'invasione dell'Europa meridionale.

Column of Grant Tanks, North Africa Campaign
Colonne di carri armati Grant, campagna del Nordafrica
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Conseguenze

El Alamein si rivelò uno stallo, ma era l'inizio del punto di svolta della guerra in Nordafrica. Gli Alleati, la cui forza cresceva con le risorse che arrivavano continuamente ad Alessandria, vinsero la successiva battaglia di Alam Halfa, tra l'agosto e il settembre del 1942. L'esercito britannico beneficiò del grande afflusso di carri armati e pezzi d'artiglieria di produzione statunitense, e aumentò fortemente il supporto aereo fornito dalla Western Desert Air Force, che si era ingrandita moltissimo. Al contrario, il sostegno aereo di Rommel diminuì con la sua avanzata verso oriente e le sue linee logistiche si allungarono fino al punto di rottura. In maniera altrettanto significativa, a partire dall'agosto del 1942 il nuovo comandante dell'8ª Armata fu il generale Bernard Montgomery (1887-1976), che rivitalizzò le truppe. Montgomery riuscì a combinare in modo molto più efficace l'uso di artiglieria, fanteria e mezzi corazzati, infliggendo una pesante sconfitta a Rommel nell'ottobre-novembre del 1942 nella seconda battaglia di El Alamein ma, nonostante avesse perso 30000 prigionieri, a Rommel venne permesso di ritirarsi e di continuare a combattere. Tobruch venne ripresa dagli Alleati.

Tre nuove forze, compresa la Western Task Force al comando del generale George Patton (1885-1945), sbarcarono in Nordafrica nel novembre del 1942, dirigendosi verso est. Montgomery entrò a Tripoli nel gennaio del 1943. Rommel realizzò che la sua posizione era senza speranza, data la superiorità del nemico in termini numerici e logistici, ma il suo appello all'alto comando tedesco di non abbandonare il fronte nordafricano non venne ascoltato. Ritiratosi con le sue forze in Tunisia, seguì l'ordine di condurre al meglio la campagna nel deserto. Gli Alleati furono attaccati e addirittura sconfitti nella battaglia del passo di Kasserine nel febbraio del 1943. L'8ª Armata britannica ottenne una vittoria presso Médenine (6 marzo 1943) e Rommel, in pessime condizioni di salute, tornò in Germania nel marzo del 1943: non avrebbe più combattuto in Africa. Le forze terrestri e aeree alleate, in combinazione con il blocco navale dei porti strategici, cacciarono le potenze dell'Asse dal Nordafrica nel maggio del 1943.

Domande e risposte

Chi vinse la prima battaglia di El Alamein?

La prima battaglia di El Alamein del luglio del 1942 terminò in pareggio.

Cosa accadde nella prima battaglia di El Alamein?

Nel corso della prima battaglia di El Alamein le forze dell'Asse, guidate dal generale Erwin Rommel, fallirono lo sfondamento della linea difensiva alleata. La controffensiva alleata fallì a sua volta, non riuscendo a far ritirare Rommel. La battaglia, dunque, terminò in stallo.

Info traduttore

Giovanni De Simone
Ho conseguito la laurea in Lingue e Mediazione Culturale con il massimo dei voti presso l'Università di L'Aquila. Ho una grande passione per la storia e sono convinto che l'attività di traduzione possa arricchire la conoscenza di ciascuno di noi.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

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Stile APA

Cartwright, M. (2024, agosto 07). Prima battaglia di El Alamein [First Battle of El Alamein]. (G. D. Simone, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2517/prima-battaglia-di-el-alamein/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Prima battaglia di El Alamein." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. Modificato il agosto 07, 2024. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2517/prima-battaglia-di-el-alamein/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Prima battaglia di El Alamein." Tradotto da Giovanni De Simone. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 07 ago 2024. Web. 22 nov 2024.