Come avvenne l'ascesa al potere di Hitler?

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Mark Cartwright
da , tradotto da Aurora Alario
pubblicato il 29 novembre 2024
Disponibile in altre lingue: Inglese, Arabo, Francese, Portoghese, Turco
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L'ascesa di Adolf Hitler (1889-1945), dittatore nazista della Germania dal 1933, venne permessa da coloro che, già al potere, erano desiderosi di trarre vantaggio dalla sua popolarità. Hitler promise di rendere di nuovo grande la Germania umiliata durante prima guerra mondiale. Per raggiungere l'obiettivo aveva in mente di riconquistare i territori perduti, promuovere i valori tradizionali tedeschi, raggiungere la piena occupazione e distruggere i "nemici" quali comunisti ed ebrei.

L'ascesa al potere fu un processo sorprendentemente lungo, a più riprese e che presentò diversi ostacoli, come l'arresto in seguito al fallito colpo di stato noto come il Putsch di Monaco (Beer Hall Putsch) nel novembre 1923. Hitler impiegò dieci anni per arrivare al potere. Il partito nazista ottenne solo 12 seggi (su un totale di 491) alle elezioni per il Reichstag (Parlamento) tedesco nel 1928 , 107 nel 1930, 230 nel luglio 1932, 196 nel novembre 1932 e 288 seggi nel 1933. Una volta saldamente al potere come cancelliere, nel 1933, Hitler eliminò rapidamente ogni opposizione e instaurò un regime totalitario autoproclamandosi dittatore indiscusso, il Führer della Germania.

Adolf Hitler in SA Uniform
Adolf Hitler in uniforme SA
Imperial War Museums (CC BY-NC-SA)

Adolf Hitler e il partito nazista presero potere per le seguenti motivazioni:

  • Le rigide condizioni del Trattato di Versailles, in particolare la clausola con la quale veniva data alla Germania la colpa di aver dato il via alla prima guerra mondiale, irritarono molti tedeschi e la firma del trattato contribuì a macchiare l'immagine dei partiti tradizionali. Hitler promise di revocare il trattato e risanare l'orgoglio tedesco.
  • Le conseguenze della grande depressione portarono alla disoccupazione di massa e all'iperinflazione, spingendo gli elettori a rivolgersi a partiti politici più estremi.
  • La debolezza e l'inettitudine dei successivi governi di coalizione della Repubblica di Weimar.
  • Hitler promise la piena occupazione attraverso programmi come la costruzione di strade e il riarmo.
  • In cambio di sostegno, Hitler promise agli imprenditori lucrosi contratti statali che includevano anche la produzione di armi. L'idea venne apprezzata anche dall'esercito tedesco.
  • Hitler fece appello alle tradizionali convinzioni tedesche riguardanti la grandezza della nazione, i forti valori della famiglia e di una società senza classi.
  • Hitler promise un'espansione della Germania per trovare nuove terre e Lebensraum ("spazio vitale") dove il popolo tedesco potesse prosperare.
  • Hitler utilizzò la propaganda per identificare quelli che i nazisti descrivevano come nemici comuni dello Stato, quali forestieri ed ebrei che, secondo lui, stavano frenando la Germania.
  • Si venne a creare "il culto di Hitler", secondo il quale veniva visto come il salvatore della Germania.
  • L'establishment pensava che, invitando Hitler al potere, avrebbe potuto controllare meglio il fenomeno nazista e trarre beneficio dalla popolarità di quest'ultimo.
  • Una volta diventato cancelliere, Hitler utilizzò il potere acquisito per eliminare i rivali. Indebolì il potere del parlamento tedesco e instaurò a poco a poco una dittatura proclamando se stesso capo indiscusso di uno stato di polizia a partito unico.

Il peso che i punti sopra citati hanno avuto nell'ascesa al potere di Hitler viene ancora oggi discusso dagli storici.

Hitler promise di abolire i termini del trattato di Versailles e di creare una nuova "Grande Germania".

Il Trattato di Versailles

La Prima guerra mondiale (1914-18) si concluse formalmente con il Trattato di Versailles, che dettò i termini della resa tedesca. La Germania perse gran parte del proprio territorio, venne obbligata a risarcire i danni e assumersi la piena responsabilità dell'inizio del conflitto. Nel 1919 il popolo tedesco protestò contro i termini del trattato e i politici che li accettarono vennero definiti "criminali". Un tale risentimento venne alimentato dal mito secondo il quale i tedeschi, durante la Prima Guerra Mondiale, si sentirono pugnalati alle spalle dall'alto comando dell'esercito che altrimenti, a parere di molti, avrebbe potuto vincere la guerra. Di conseguenza, c'era la sensazione che l'establishment politico e militare della nuova Germania, la Repubblica di Weimar (1918-33), non potesse essere pienamente affidabile.

Europe after The Treaty of Versailles
L'Europa dopo il trattato di Versailles
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

Nel 1920 venne fondato il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP o, in breve, Partito nazista), il quale non era né socialista né minimamente interessato ai lavoratori. Adolf Hitler, tuttavia, aveva scelto il nome per conferire al partito ultranazionalista il più ampio appeal possibile. Hitler fu in grado di sfruttare il sentimento anti-establishment dal momento che i nazisti erano dei veri e propri outsider. Già nel 1925, nel libro Mein Kampf (La mia battaglia), Hitler promise di abolire i termini di Versailles e di creare una nuova "Grande Germania".

La Grande Depressione

Il 1923 in Germania fu l'anno dell'iperinflazione, che colpì i risparmi degli esponenti della classe media tedesca, i quali non dimenticarono né perdonarono mai i politici di Weimar. Il peggio doveva arrivare. La Grande Depressione, innescata dal crollo della borsa di Wall Street del 1929, portò alla crisi di molte economie per tutti gli anni Trenta. Il commercio mondiale subì un crollo, così come la produzione industriale che precipitò del 42%. I prezzi si abbassarono, colpendo duramente industria e agricoltori; inoltre, molti dei lavoratori subirono una diminuzione dei salari. Come effetto ben un terzo dei lavoratori tedeschi perse il lavoro, dando luogo ad una disoccupazione di massa. Nel 1928 il tasso di disoccupazione era di 1,4 milioni; nel 1932 di 6 milioni. La criminalità, in particolare quella giovanile, aumentò vertiginosamente. Una successione di governi di coalizione deboli nella Repubblica di Weimar (una situazione non aiutata dal sistema di rappresentanza proporzionale) venne incolpata di incapacità nell'affrontare i gravi problemi economici.

Hitler, nel frattempo, promise al popolo tedesco che avrebbe dato loro lavoro e pane, raggiungendo la piena occupazione attraverso progetti sponsorizzati dallo Stato, come la costruzione di autostrade e il riarmo della Germania (cosa fortemente limitata dal Trattato di Versailles). L'idea del riarmo, ovviamente, piaceva ai generali tedeschi, la cui importanza, di conseguenza, sarebbe aumentata quanto più grande fosse stato l'esercito. Hitler fu anche in grado di ottenere il sostegno dei dirigenti d'azienda, poiché promise di non interferire negli affari, di limitare i poteri dei sindacati e di offrire loro importanti contratti statali di costruzione e la produzione di armamenti.

The Rise of Nazi Germany, 1919 - 1939
Ascesa della Germania nazista, 1919 - 1939
Simeon Netchev (CC BY-NC-ND)

Valori tradizionali tedeschi

Hitler voleva presentare il Partito nazista come un sostenitore delle tradizioni tedesche. I nazisti parlarono di Volksgemeinschaft o comunità popolare tradizionale, ovvero una società autosufficiente, senza distinzioni di classe. I nazisti cercarono abilmente di fare appello al maggior numero possibile di settori della società tedesca, come i protestanti, i contadini, gli operai, la classe media, i giovani e le donne, rivolgendosi a ciascuno di essi con campagne di propaganda specifiche. Ciò significava spesso che i messaggi del partito erano in realtà contraddittori, ma questo non fermò la macchina della propaganda nazista. Dall'enfasi sulla famiglia ai benefici della coltivazione a livello nazionale, tali messaggi attiravano la massa attingendo a opinioni radicate in Germania. Come afferma lo storico F. McDonough, "Hitler era il batterista che accompagnava una vecchia melodia suonata da strumenti moderni" (93). La strategia funzionò: le statistiche elettorali mostrano che il partito nazista non era un "partito della classe media", ma raccoglieva voti da tutti i gruppi sociali, fasce d'età e regioni" (ibidem, 88).

NEL 1932, IL PRESIDENTE TEDESCO, PAUL VON HINDENBURG, INVITÒ HITLER A DIVENTARE CANCELLIERE.

La ricerca di popolarità non era rivolta solo agli adulti, ma anche ai futuri elettori, e così già nel 1922 venne fondata la Gioventù hitleriana. L'organizzazione era di per sé un cenno ai tradizionali gruppi giovanili tedeschi. I ragazzi (e più tardi le ragazze) venivano indottrinati con l'ideologia nazista, come la teoria razziale, e con una forte enfasi sui vantaggi dell'esercizio fisico, dell'indossare un'uniforme elegante, dell'obbedienza all'autorità, del nazionalismo, del militarismo e dell'adorazione di Hitler stesso. Mentre questi adolescenti diventarono elettori negli anni Trenta, Hitler aveva gettato le basi per un sostegno spesso da considerarsi fanatico.

Identificazione dei capri espiatori

Hitler guadagnò popolarità come forte oppositore del comunismo, visto come una minaccia da molti tedeschi fin dalla Rivoluzione russa del 1917. Hitler identificò altri "nemici" ben precisi che, a suo dire, frenavano la Germania e ne impedivano la piena realizzazione. Tali nemici, oltre ai comunisti, includevano sindacalisti, slavi, rom, i disabili e, i più odiati di tutti erano gli ebrei. È forse importante notare che, sebbene l'antisemitismo sia diventato una delle principali politiche naziste negli anni successivi, prima del 1933 aveva un'attrattiva elettorale limitata (e non era, in ogni caso, un'esclusiva del NSDAP). Al contrario, furono i messaggi positivi dei nazisti ad attrarre le masse durante il primo periodo. Hitler credeva che la pura razza tedesca o ariana fosse destinata a essere padrona del mondo, ma che non avrebbe potuto raggiungere questo obbiettivo se fosse stato permesso ad altre razze e gruppi di esistere. In breve, tutti i mali della Germania negli anni successivi alla prima guerra mondiale erano imputati ad "altri", ma allo stesso tempo Hitler mostrava assoluta fiducia nella maggioranza del popolo tedesco considerati gli elettori di riferimento.

Hitler, Nuremberg Rally
Hitler, raduno di Norimberga
Bundesarchiv, Bild 183-2006-0329-502 (CC BY-SA)

Il culto di Hitler

Hitler era una figura carismatica, un oratore potente in grado di suscitare nel pubblico grande ammirazione, non solo con le parole e i gesti, ma anche con le proprie idee utopiche in un periodo cupo per il popolo tedesco. Un tale cocktail retorico e inebriante, poteva risultare ripugnante per alcuni, ma divenne una droga per milioni di persone. La parte più attesa del raduno annuale del Partito Nazista a Norimberga, di per sé un incontro sfarzoso che si svolgeva in più giorni, era letteralmente l'ultimo atto dell'evento, ovvero il discorso di Hitler. Hitler era consapevole del potere dell'esposizione e gli effetti positivi che uno spettacolo ben orchestrato poteva avere su una popolazione forse ancora non pienamente convinta delle politiche naziste. Al tema della presentazione e della propaganda Hitler dedicò due capitoli del Mein Kampf . Circondato da un'architettura grandiosa, da un'illuminazione suggestiva e da bandiere colorate, Hitler pronunciava discorsi drammatici utilizzando un'accozzaglia di stereotipi, figure retoriche e un linguaggio carico di emozioni. Come ricorda William L. Shirer (1904-1993), il celebre storico del Terzo Reich che fu testimone di Hitler a Norimberga, il raduno fu una "settimana estenuante di parate, discorsi, sfarzo pagano e la più frenetica adulazione per un personaggio pubblico che questo scrittore avesse mai visto" (230). Milioni di persone che non potevano essere presenti di persona ascoltarono i discorsi di Hitler e degli altri funzionari del partito alla radio. La stampa, il cinema e i manifesti furono utilizzati per creare un culto di Hitler. Il partito nazista era Hitler e anche lo Stato tedesco, un giorno, lo sarebbe stato.

Invito al potere

Nel 1932, il presidente tedesco Paul von Hindenburg (l. 1847-1934), avendo esaurito tutte le altre opzioni e non essendo mai stato particolarmente innamorato dell'idea di democrazia, invitò Hitler a diventare cancelliere. Hindenburg riteneva che Hitler, nonostante non avesse la maggioranza assoluta dei seggi del parlamento, fosse il candidato migliore per guidare un governo di coalizione. Si riteneva inoltre che Hitler potesse essere controllato meglio all'interno di un governo piuttosto che al di fuori di esso. Ironia della sorte, la popolarità del Partito nazista raggiunse il picco nel 1932. Nelle elezioni del novembre di quell'anno, i nazisti persero 34 seggi rispetto alle elezioni di tre mesi prima. Hitler organizzò nuove elezioni generali per il marzo 1933, nella speranza che il Partito nazista potesse ritrovare un po' di smalto e ottenere una vittoria netta. I nazisti avevano certamente bisogno di una spinta alla propria popolarità per essere certi di un risultato elettorale più positivo. La risposta arrivò con l'incendio del Reichstag del 27 febbraio 1933. Apparentemente appiccato da un anarchico comunista - anche se è molto probabile che siano stati i nazisti ad appiccarlo. Il disastro diede a Hitler l'occasione perfetta per affermare che solo il suo partito poteva ristabilire l'ordine e impedire una rivoluzione comunista.

I gruppi paramilitari nazisti erano tutt'altro che guardiani della legge e dell'ordine. Le SA (Sturmabteilung) o "camicie brune" naziste picchiavano gli oppositori politici del Partito nazista, intimidivano gli elettori ai seggi e, quando non si sporcavano le mani, facevano propaganda al partito. Alle elezioni di marzo, il Partito Nazista ottenne 288 seggi. Non era ancora una maggioranza, la quale venne ottenuta unendo le forze con il Partito Nazionale Popolare Tedesco (DNVP), di orientamento conservatore-nazionalista. Finalmente Hitler non dovette più piegarsi a nessun rivale politico.

Hitler & Hindenburg
Hitler e Hindenburg
Bundesarchiv, Bild 183-S38324 (CC BY-SA)

Consolidamento del potere

Hitler, avendo ottenuto il 44% dei voti alle elezioni e alimentando ancora le paure dovute all'incendio del Reichstag, non tardò a consolidare la posizione di leader. Mise al bando il Partito Comunista, che, in Germania, era ancora un potente movimento antinazista nonostante tutte le intimidazioni. Hitler dichiarò la legge marziale ed emanò un decreto che conferiva alla polizia nuovi poteri di arresto e imponeva limitazioni significative alle libertà civili dei cittadini. Il decreto fu seguito dal Decreto dei pieni poteri, che venne approvata intimidendo i componenti del parlamento e vietando ai deputati comunisti di partecipare. Decreto dei pieni poteri permise a Hitler di bypassare il parlamento da quel momento in poi e, vietando tutti i partiti politici tranne il Partito Nazista, stabilì un regime nazista totalitario. Tutto, dalla polizia alla stampa, era ormai controllato dai nazisti. Quando Hindenburg morì, nell'agosto del 1934, Hitler unì di fatto le cariche di presidente e cancelliere e si dichiarò leader della Germania o Führer. Tutto il personale delle forze armate dovette giurare fedeltà a Hitler personalmente, il quale era di fatto diventato lo Stato. La lunga ascesa al potere giunse a compimento, un potere che poi usò per assassinare milioni di ebrei e altri gruppi minoritari. Illuso dal potere in patria, l'invasione della Polonia da parte di Hitler nel 1939 diede inizio a un'altra guerra mondiale, che si concluse con la distruzione sua e della Germania.

Domande e risposte

Qual era il fascino di Adolf Hitler?

Il fascino di Adolf Hitler consisteva nella promessa di ridurre la disoccupazione, di tornare ai valori tradizionali tedeschi, di revocare il Trattato di Versailles e di espandere i confini della Germania.

Qual è stato il percorso di Hitler verso il potere?

Il percorso di Hitler verso il potere si è svolto per lo più con mezzi elettorali legittimi, conquistando sempre più seggi per il partito nazista nelle elezioni degli anni Venti e dei primi anni Trenta. Come leader del partito con la maggiore percentuale di voti e seggi, il presidente Hindenburg invitò Hitler a diventare cancelliere, una posizione che Hitler trasformò poi in quella di dittatore della Germania nazista.

Info traduttore

Aurora Alario
Sono una traduttrice freelance. Mi sono laureata in Mediazione Linguistica presso il SSML Centro Masterly di Palermo, dove ho studiato interpretariato e traduzione per le lingue inglese e francese. Mi interessa la storia e subisco il fascino della cultura indiana. Sono appassionata di informatica, musica e lingue, ovviamente.

Info autore

Mark Cartwright
Mark è ricercatore, storico e scrittore. Formatosi in filosofia politica, si interessa di arte, architettura e di storia globale delle idee. È direttore editoriale della World History Encyclopedia.

Cita questo lavoro

Stile APA

Cartwright, M. (2024, novembre 29). Come avvenne l'ascesa al potere di Hitler? [How Did Hitler Rise to Power?]. (A. Alario, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2578/come-avvenne-lascesa-al-potere-di-hitler/

Stile CHICAGO

Cartwright, Mark. "Come avvenne l'ascesa al potere di Hitler?." Tradotto da Aurora Alario. World History Encyclopedia. Modificato il novembre 29, 2024. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-2578/come-avvenne-lascesa-al-potere-di-hitler/.

Stile MLA

Cartwright, Mark. "Come avvenne l'ascesa al potere di Hitler?." Tradotto da Aurora Alario. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 29 nov 2024. Web. 21 gen 2025.