L’arco di Settimio Severo, eretto nel 203 d.C., si trova a Roma e commemora le vittorie Romane sui Parti nell’ultimo decennio del secondo secolo d.C. Il triplo arco trionfale era uno dei più riccamente decorati del suo tipo e ancora oggi, anche se gravemente danneggiato, si trova nel Foro Romano come uno dei più duraturi e imponenti monumenti della vanità Romana.
L’arco si trova nella Via Sacra del Foro Romano e ha tre archi tipici degli ultimi archi trionfali Romani. L’arco centrale più grande era usato per il passaggio, mentre i due archi esterni erano chiusi da gradini. Dal punto di vista dei materiali da costruzione, il nucleo e le fondazioni sono di tavertina, mentre il tutto è rivestito da marmo Proconnesiano, caratterizzato da fasce grigie e bianche. Le otto colonne composite, quattro su ogni facciata, sono dello stesso tipo di marmo.
Era possibile salire sull’arco tramite una scala interna, all’interno del pilastro sud, anche se l’entrata si trovava a 5m dal livello del suolo per motivi di sicurezza. Sopra il secondo cornicione si trovava sia una passerella che l’accesso all’attico cavo.
Iscrizione
L’iscrizione sull’attico, originariamente con lettere in bronzo dorato, è una dedica a Settimio Severo e i suoi due figli Caracalla e Geta i quali ‘restaurarono la Repubblica e espansero il dominio del popolo Romano’. Questo si riferisce alle riuscite campagne contro i Parti nell’Iran moderno quando Settimio Severo prese la città di Ctesifonte (197 d.C.) and creò la nuova provincia Romana della Mesopotamia (199 d.C.). È interessante notare che l’iscrizione fu cambiata in seguito all’assassinio di Geta da parte di suo fratello Caracalla nel 212 d.C. Septimio L. Fil. Getae nobiliss(imo) Caesari or ‘il più nobile Cesare Geta’ fu rimosso e optimis fortissimisque princibus aggiunto (quarta riga).
Scultura decorativa
L’arco era riccamente decorato con sculture che raffiguravano scene delle campagne militari in Partia, le stagioni, varie divinità e vittorie. Lo stile delle sculture è simile a quello della colonna di Marco Aurelio c.180 d.C. ma, sfortunatamente, è in un pessimo stato di conservazione e alcune scene sono a malapena distinguibili oggi. Sopra all’arco centrale su entrambe le facciate ci sono vittorie alate che portano ciascuna trofei. L’arco presenta la chiave di volta tipica di questo genere di monumento architettonico che qui rappresenta Marte, il dio Romano della guerra. Anche gli archi più piccoli hanno chiavi di volta che sono scolpite per rappresentare Bacco e Ercole - divinità che Settimio Severo stimava particolarmente. Anche gli archi inferiori portano figure, questa volta divinità fluviali. Sopra ciascuno degli archi più piccoli c’è un fregio che raffigura una processione trionfale dove bottino e prigionieri sono messi in mostra. I plinti delle colonne hanno ciascuno sculture in rilievo che mostrano soldati Romani con Parti catturati.
La scultura più impressionante si trova su quattro enormi pannelli - due su ogni facciata - che mostrano scene delle campagne militari in Partia. Il pannello sinistro dalla parte del Foro mostra l’esercito che lascia il loro campo, la battaglia, e Settimio Severo che parla davanti alle sue truppe, e la liberazione di Nisibi. Il pannelllo destro mostra macchine d’assedio mentre attaccano la città di Odessa, un gruppo di Parti che si arrende a Settimio Severo, un consiglio di guerra dentro un campo fortificato, e il lancio di una nuova campagna. Sul lato Capitolino il pannello raffigura la città di Seleucia sotto attacco, la sua eventuale caduta, e i Parti sconfitti. Il pannelllo destro mostra l’assedio di Ctesifonte con la sua definitiva sconfitta e Settimio Severo che parla di fronte al suo vittorioso esercito.
In cima alla struttura, come indicato da monete dell’epoca, ci sarebbe una volta stato un carro a sei cavalli in bronzo dorato sul quale cavalcava una statua di Settimio Severo. L’imperatore era originariamente affiancato dai suoi due figli a cavallo, forse resi in argento. Un tempo anche trofei e ghirlande in bronzo ornavano le superfici piane intorno all’iscrizione sulle facciate.
Storia successiva
Il monumento, come molti altri dell’antichità, soffrì in tempi successivi, in particolare nel Medioevo quando fù in una fortezza, furono aggiunte torri, e la struttura fu inglobata negli edifici circostanti. All’interno del passaggio central uno scultore o uno scalpellino aveva addirittura una bottega e i profili da lui scolpiti sono ancora visibili oggi. Allo stesso modo, gli archi inferiori erano furono usati per il commercio fino al 19esimo secolo. Il danno peggiore alla strutture, tuttavia, deriva dalla scarsa qualità dei materiali originari e forse anche anche dalla lavorazione al momento della sua costruzione originaria. Numerose profonde crepe nel marmo, fessure verticali nelle colonne, e la rottura di pezzi della scultura possono essere attribuiti alla mancata attenzione degli operai alla stratificazione naturale del marmo. Le sculture hanno anche subito gravi danni a cause degli agenti atmosferici e l’inquinamento dell’ambiente.