Donne nell'antico Egitto

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Articolo

Joshua J. Mark
da , tradotto da Omayma Ghendi
pubblicato il 30 marzo 2023
Disponibile in altre lingue: Inglese, Arabo, Francese, Portoghese, Spagnolo, Turco
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Le donne nell'antico Egitto erano considerate al pari degli uomini in qualsiasi aspetto salvo che nell'impiego. L'uomo era il capo della famiglia e nazione, ma la donna gestiva la casa e contribuiva alla stabilità della nazione come artigiane, birraie, dottoresse, musiciste, scribi e molti altri lavori, qualche volta anche quelli che implicavano l'autorità sugli uomini.

Egyptian Royal Woman
Donna della Famiglia Reale Egiziana
bstorage (Copyright)

Uno dei valori principali dell'antica civiltà egiziana, si può dire il valore centrale, era il ma'at - concetto di armonia ed equilibrio in tutti gli aspetti della vita di una persona. Questo ideale era il dovere più importante osservato dal faraone il quale, essendo il mediatore tra gli dei e le persone, era ritenuto dovesse fungere da esempio su come vivere una vita equilibrata. L'arte egiziana, l'archittetura, le pratiche religiose e adirittura le agenzie governative esibivano tutti una perfetta simmetria di equilibrio e questa poteva anche essere visto nei ruoli di genere nel corso della storia della civiltà nell'antico Egitto.

Gli studiosi Bob Briee e Hoyt Hobbs notano come la donne fosse al pari dell'uomo in quasi tutti gli aspetti ad eccezione del lavoro: "Gli uomini combattevano, governavano e gestivano i lavori nei campi; le donne cucinavano, cucivano e gestivano la casa" (89). L'uomo occupava posizioni di comando come re, governatore, generale ed era considerato il capo della famiglia, ma all'interno di questo patriarcato le donne esercitavano un considerevelo potere e indispendenza. L'eggittologa Barbara Watterson scrive:

Nell'antico Egitto una donna godeva degli stessi diritti legali di un uomo. I sui diritti de jure [diritto spettante] dipendeva dalla classe sociale a cui apparteneva e non dal sesso. Tutte le proprietà terriere discendevano per linea femminile, da madre a figlia, sull'assunzione, forse, che la maternità era una questione di fatto mentre la paternità una questione di opinione. Una donna aveva il diritto di amministrare i propri beni e di disporne come desiderava. Poteva comprare, vendere, essere socia in contratti legali, essere esecutrice testamentaria e testimone di documenti legali, presentare azioni in tribunale e adottare bambini col proprio nome. Una donne nell'antico Egitto era legalmente capax [competente, capace]. Al contrario una donna nell'antica Grecia era supervisionata da un kyrios [tutore maschile] e molte donne greche che vivevano in Egitto durante il Periodo Tolemaico, osservando le donne egiziane agire senza kyrioi, erano incoraggiate a fare altrettanto. In breve una donna nell'antico Egitto godeva di uno status sociale più elevato rispetto a molte donne di altre società, sia antiche che moderne. (16)

Tuttavia questa condizione sociale dipendeva dal supporto e dall'approvazione degli uomini che in alcuni casi era negato o ostacolato. Sembra anche chiaro che molte donne non fossero a conoscenza dei propri diritti e per questo non li esercitarono mai. Nonostante ciò nell'antico Egitto è evidente il rispetto concesso alle donne in quasi tutti gli aspetti della civilttà dal credo religioso ai costumi sociali. Gli dei erano sia uomini che donne e ognuno aveva le proprie aree di competenza altrettanto importanti. Le donne potevano sposare chi volevano e divorziare da coloro che non erano più adatti a loro, potevano occupare i posti di lavoro che preferivano - entro certi limiti - e viaggiare come desideravano. I miti di creazione più antichi della cultura sottolineano tutti, in misura maggiore o minore, il valore del principio femminile.

LA RELIGIONE EGIZIANA ONORAVA & ELEVAVA IL RUOLO DELLA DONNA, & QUINDI NON SORPRENDE AFFATTO CHE LE DONNE FOSSERO MEMEBRI IMPORTANTI DEL CLERO E DELLA VITA NEL TEMPIO.

La Divinità Femminile

Nel mito più famoso sulla creazione, il dio Atum posiziona sulla zolla primordiale in mezzo alle acque tumultuanti del caos e inizia a creare il mondo. In alcune versioni di questo racconto, tuttavia, è la dea Neith a portare la creazione e anche quando Atum è il personaggio centrale, le acque primordiali sono personificate come Nu e Naunet, un equilibrio dei principi maschile e femminile in armonia che si combinano per l'atto creativo.

Successivamente la creazione e l'inizio del tempo le donne continuarono a giocare un ruolo fondamentale come evidenziato nella stessa popolare storia di Osiride e Iside. Si racconta che questa coppia fratello e sorella abbia governato il mondo (cioè l'Egitto) dopo la sua creazione ed abbia insegnato agli esseri umani i precetti della civiltà, l'arte dell'agricoltura e il corretto culto degli dei. Osiride viene ucciso dal geloso fratello Set e fu Iside a riportarlo in vita, partorire suo figlio Horus, a crescerlo affinchè diventasse re ed è anche colei che insieme a sua sorella Nephthys e ad altre dee come Serket e Neith aiutò a rispristinare l'equilibrio sulla terra.

La dea Hathor mandata sulla Terra come Sekhmet la distruttrice per punire gli umani per le loro trasgressioni divenne amica delle persone e una stretta compagna dopo essersi ubriacata di birra ed essersi svegliata con uno spirito più gioiso. Tennet era la dea della birra, che si pensava fosse la bevanda degli dei, la quale forniva alle persone la ricetta e controllara la riuscita della birra. Seshat era la dea della parola scritta e dei bibliotecari, Tayet era la dea della tessitura e Tefnut la dea dell'umidità.

Isis Wall Painting
Pittura su Muro di Iside
The Yorck Project Gesellschaft für Bildarchivierung GmbH (GNU FDL)

Anche il passare del tempo era considerato femminile in quanto personificato da Renpet, la quale intagliava il suo ramo di palma per segnare il trascorrere del tempo. La dea Bastet, una delle più popolari in tutto l'Egitto, era la protettrice delle donne, dei loro segreti e della casa. La religione egiziana onorava ed elevava il femminile, quindi non sorprende che le donne fossero membri importanti del clero e della vita nel tempio.

Donne & Religione

La posizione più importante che una donna poteva ricoprire in Egitto, a partire dal Medio Regno (2040 - 1782 a.C.) era la moglie del dio Amon. Vi erano molte "Mogli degli Dei" associate con diverse divinità ed inizialmente durante il Medio Regno la moglie del dio Amon era semplicemente una tra le tante. La moglie di un dio era un titolo onorifico dato ad una donna (inizialmente di qualsiasi classe sociale successivamente solo della classe benestante) la quale assisteva il più importante sacerdote nelle cerimonie e si prendeva cura della statua del dio.

In tutto il periodo del Nuovo Regno (1570 - 1069 a.C.) la posizione crebbe di potere fino a quando al tempo del Terzo Periodo Intermedio (1069 - 525 a.C.) la moglie del dio Amun aveva lo stesso potere del re comandando effettivamente l'Alto Egitto. Durante il periodo del Nuovo Regno la moglie più famosa di un dio era la faraona Hatshepsut (r. 1479 - 1458 a.C.), ma furono molte le donne che ottennero l'incarico prima e dopo di lei.

Portrait of Queen Hatshepsut
Ritratto della Regina Hatshepsut
Rob Koopman (CC BY-SA)

Le donne potevano essere scribi o sarcedotesse, spesso di un culto dedicato ad una dvinità femminile. I sacerdoti di Iside per esempio erano donne e uomini, mentre il culto di una divinità maschile spesso aveva solo sacerdoti uomini (come nel caso di Amon). L'alto prestigio della Moglie degli Dei di Amon, tuttavia, è un esempio dell'equilibrio osservato dagli antichi Egizi, poiché la posizione dell'Alto Sacerdote di Amon era bilanciata da una donna altrettanto potente.

Si deve notare che la parola "culto" nel descrivere la religione dell'antico Egitto non aveva lo stesso significato che gli viene attribuito al giorno d'oggi. Un culto nell'Antico Egitto sarebbe l'equivalente di una setta nelle religioni moderne. È anche importante riconoscere che non c'erano servizi religiosi come li si osserverebbero oggi. Le persone interagivano con le loro divinità principalmente durante le feste, dove le donne svolgevano regolarmente ruoli importanti, come le due vergini che eseguivano Le Lamentazioni di Iside e Nephthys durante le feste di Osiride.

I sacerdoti e le sacerdotesse custodivano il tempio e si prendevano cura delle statue degli dei e delle dee, le persone visitavano il tempio per chiedere aiuto riguardanti diversi problemi, ripagare debiti, ringraziare, chiedere consiglio su problemi, decisioni e interpretazione dei sogni, ma non vi erano servizi per il culto come li conosciamo oggi. A parte il periodo delle feste le persone pregavano gli dei a casa di fronte ad altari personali, si riteneva che fossero stati eretti e mantenuti dalle donne come parte delle loro responsabilità domestiche.

Le donne venivano consultate anche per l'interpretazione dei sogni. I sogni erano considerati dei portali verso la vita dopo la morte, mezzi con i quali gli dei o i morti potevano communicare con i vivi; tuttavia non erano sempre chiari. Agli abili interpreti era richiesto di comprendere i simboli nei sogni e il loro significato. L'egittologa Rosalie David scrive:

Nei testi di Deir el-Medina ci sono riferimenti a 'donne sagge' e il ruolo che hanno giocato nel prevedire eventi futuri e le loro cause. È stato suggerito che tali veggenti potrebbero essere stati un aspetto regolare della religione praticata nel Nuovo Regno e possibilmente anche prima. (281)

Queste donne sagge erano esperte nell'intepretazione dei sogni ed erano in grado di predire il futuro. Le uniche testimonianze esistenti sui sogni e la loro interpretazione provengono da uomini, Hor di Sebennytos e Ptolemaios, figlio di Glaukius (entrambi intorno al 200 a.C.), ma iscrizioni e frammenti indicano che le donne erano principalmente consultate in queste questioni. David continua:

Alcuni templi erano rinomati come centri di incubazione dei sogni, dove il richiedente poteva trascorrere la notte in un edificio speciale e comunicare con gli dei o parenti defunti al fine di ottenere una visione del futuro. (281)

Il più famoso di questi era adiacente al Tempio di Hathor a Dendera dove i sacerdoti erano in maggioranza donne.

The Temple of Hathor
Tempio di Hathor
Steve F-E-Cameron (CC BY-SA)

Occupazioni delle Donne

I sacerdoti dell'antico Egitto godevano di grande rispetto e di una vita confortevole. La storia egiziana a partire del Primo Periodo Dinastico (c. 3150 a.C. - c. 2613 a.C.) fino al Tardo Periodo dell'Antico Egitto (525-332 a.C.) abbonda di registri del clero, soprattutto quello di Amon, che accumulava terre e ricchezze. Per diventare sacerdote era necessario prima essere scriba, il che richiedeva anni di dedizione allo studio. Una volta che una donna diventava scriba poteva entrare nel clero, intraprendere l'insegnamento o diventare medico.

Le birraie e le lavandaie erano spesso sUpervisionate da lavoratori uomini.

Le donne medico erano molto rispettate nell'antico Egitto, la scuola medica di Alessandria era frequentata da studenti provenienti da molti paesi diversi. Nel IV secolo a.C. il medico Agnodice essendole stata negata un'educazione in medicina in Grecia a cuasa del suo sesso, studiò in Egitto per poi tornare nella sua città natale travestita da uomo per esercitare la prefessione.

Tuttavia poichè il corso di studi per diventare uno scriba era lungo e difficile non erano molte le persone - uomini e donne - che sceglievano di seguirlo. Inoltre, gli scribi provenivano solitamente da famiglie di scribi, dove si attribuiva grande importanza all'istruzione e alla scrittura e ci si aspettava che i figli seguissero l'occupazione del padre o della madre. Pertanto le donne erano regolarmente impiegate come tessitrici, fornaie, birraie, prefiche, produttrici di sandali, lavandaie, intrecciatrici di cesti, cuoche, cameriere o come 'Padrone di Casa' conosciute oggi come proprietarie di tenute o amministratrici immobiliari. Le birraie e le lavandaie erano spesso supervisionate da lavoratori uomini.

Una donna quando le moriva il marito o quando divorziava poteva tenere la casa e gestirla come più gradiva. Questo aspetto di uguaglianza di genere è quasi sorpendente se lo si paragona con i diritti delle donne negli ultimi 200 anni. Una vedova americana degli inizi del XIX secolo per esempio non aveva alcun diritto di proprietà sulla casa e doveva dipendere dall'intervento di un parente maschio per mantenere la sua casa dopo la morte o la partenza del marito. Nell'antico Egitto una donna poteva decidere da sè come avrebbe fatto i soldi e come manetenere le sue proprietà. Lo studioso Jamec C. Thompson scrive:

C'erano diversi modi con cui una 'Padrona di Casa' poteva integrare il suo reddito. Alcune avevano piccoli orti di verdure. Molte facevano vestiti. Un documento parla di una donna intraprendente intenta a compare uno schiavo per 400 deben. Pagò metà in vestiti e il resto lo prese in prestito dai suoi vicini. È probabile che la donna si aspettasse di poter restituire il prestito affittando lo schiavo. Infatti, abbiamo una ricevuta che mostra che una donna ricevette diversi indumenti, un toro e sedici capre come pagamento per 27 giorni di lavoro del suo schiavo. Coloro che non potevano fare soldi da sè spesso si univano ai vicini per comprare uno schiavo. Le donne spesso facevano parte di questo consorzio. Sappiamo che una donna poteva ereditare e gestire una grande e ricca proprietà. Un uomo che possedeva una tale tenuta avrebbe assunto uno scriba maschio per gestirla e sembrerebbe ragionevole che un'ereditiera facesse la stessa cosa. Abbiamo poche prove di donne dell'élite che facessero lavori retribuiti a tempo pieno o parziale. (3)

Specialmente le donne di talento potevano trovare lavoro come concubine. Una concubina non era una semplice lavoratrice sessuale ma doveva essere competente anche nella musica, conversazione, tessitura, cucito, moda, cultura, religione e arte. Ciò non significa tuttavia che il loro aspetto fisico non fosse importante. Una richiesta di 40 concubine da parte di Amenhotep III (r. c. 1386-1353 a.C.) per un uomo chiamato Milkilu, principe di Gezer, chiarisce questo punto. Amenhotep III scrive:

Ecco, ti ho inviato Hanya, il commissario degli arcieri, con merci al fine di ottenere belle concubine, ovvero tessitrici. Argento, oro, vestiti, ogni tipo di pietre preziose, sedie d'ebano, come tante altre cose belle, del valore di 160 deben. In totale: quaranta concubine - il prezzo di ogni concubina è di quaranta di argento. Perciò, invia concubine molto belle senza difetti. (Lewis, 146)

Queste concubine sarebbero state tenute dal farone come parte del suo harem e nel di caso di Amenhotep III tenute molto bene nel suo palazzo a Malkata che era tra i più ricchi nella storia d'Egitto. Il re era considerato degno di molte donne purché rimanesse fedele nel prendersi cura della sua Grande Moglie, ma per la maggior parte degli egiziani, il matrimonio era monogamo e durava per tutta la vita.

Amore, Sesso & Matrimonio

Come detto precedentemente da Watterson le donne erano considerate legalmente capaci in ogni aspetto della loro vita e non necessitavano della supervisione, consultazione o approvazione di un uomo per intraprendere qualsiasi azione. Questa regola si apllicava al matrimonio e al sesso così come in tanti atri aspetti della vita di una persona. Le donne potevano sposare chiunque avessero scelto, il matrimonio non era organizzato dagli uomini della famiglia e potevano divorziare quando volevano. Non vi erano stigma sul divorzio sebbene si pensasse che un matrimonio lungo tutta una vita era considerato preferibile. Brier e Hobbs commentano:

Sia ricchi che poveri, qualsiasi persona libera aveva il diritto alle gioie del matrimonio. Il matrimonio non era una questione religiosa in Egitto - non si svolgeva alcuna cerimonia che coinvolgesse un sacerdote - ma semplicemente una convenzione sociale che richiedeva un accordo, vale a dire un contratto, negoziato dal pretendente con la famiglia della sua futura moglie. L'accordo coinvolgeva uno scambio di oggetti di valore da entrambe le parti. Il pretendente offriva una somma chiamata "dono di verginità" quando appropriato, per compensare la sposa per ciò che avrebbe perso, indicando che nell'antichità la verginità era apprezzata nelle spose femminili. Il dono non venva dato nel caso di seconde nozze, ovviamente, ma un "regalo alla sposa" sarebbe stato fatto anche in quel caso. In cambio, la famiglia della futura sposa offriva un "regalo per la moglie". In molti casi, questi due regali non venivano mai consegnati poiché le due famiglie presto univano le case. Tuttavia, in caso di divorzio, qualsiasi parte avrebbe potuto successivamente citare in giudizio l'altra parte per il regalo concordato. (88)

Nell'antico Egitto, le coppie entravano anche in accordi prematrimoniali che favorivano la donna. Se un uomo iniziava il divorzio, perdeva tutti i diritti di citare in giudizio per i regali e doveva pagare una certa somma di mantenimento alla sua ex moglie fino a quando questa non si fosse risposata o avesse richiesto l'interruzione del pagamento. I figli del matrimonio andavano sempre con la madre, e la casa, a meno che non fosse di proprietà della famiglia del marito, rimaneva con lei.

Sabu's Family Group Statue
Statue del Gruppo Familiare di Sabu
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

Il controllo delle nascite e gli aborti erano disponibili per le donne sposate e non sposate. Il Papiro medico di Ebers, del 1542 a.C., include questo passaggio sul controllo delle nascite:

Prescrizione per impedire a una donna di rimanere incinta per uno, due o tre anni. Macinare finemente insieme una misura di datteri di acacia con del miele. Bagnare legno di seme con il miscuglio e inserire nella vagina. (Lewis, 112)

Anche se la verginità poteva essere apprezzata dagli uomini che iniziavano il matrimonio, non era richiesto che una donna fosse vergine nella notte di nozze. L'esperienza sessuale di una donna prima del matrimonio non era un motivo di grande preoccupazione. Le uniche ammonizioni riguardanti la sessualità femminile riguardavano le donne che tentavano gli uomini lontano dalle loro mogli. Questo era semplicemente perché un matrimonio stabile contribuiva a una comunità stabile, e quindi era nell'interesse di tutti che una coppia rimanesse insieme. Inoltre, gli antichi egizi credevano che la vita terrena fosse solo una parte di un viaggio eterno, e ci si aspettava che si rendesse la propria vita, compreso il proprio matrimonio, degna di essere vissuta per sempre.

Rilievi, dipinti e iscrizioni raffigurano mariti e mogli che mangiano insieme, ballano, bevono e lavorano nei campi l'uno con l'altro. Anche se l'arte egizia è altamente idealizzata, è evidente che molte persone godevano di matrimoni felici e rimanevano insieme per tutta la vita. Le poesie d'amore erano estremamente popolari in Egitto e lodavano la bellezza e la bontà della propria fidanzata o moglie e giuravano amore eterno con frasi molto simili alle moderne canzoni d'amore:

Non sarò mai lontano da te/Finché la mia mano è nella tua/ E camminerò con te/In ogni luogo preferito. (Lewis, 201)

I parlanti in queste poesie sono sia maschi che femmine e affrontano tutti gli aspetti dell'amore romantico. Gli egizi trovavano grande gioia negli aspetti più semplici della vita, e non era necessario essere della nobiltà per godere della compagnia del proprio amante, moglie, famiglia o amici.

Regine egiziane & Influenza Femminile

Tuttavia non c'è dubbio che i reali egiziani vivessero bene e le numerose regine e le mogli inferiori che viveno nel palazzo avrebbero goduto di grande lusso. Il palazzo di Amenohotep III a Malkata menzionato precedentemente, si estendeva per oltre 30.000 metri quadrati (3 ettari) con appartamenti spaziosi, stanze per conferenze, stanze per l'udienza, stanza del trono e sala di ricevimento, sala per le festività, biblioteche, giardini, magazzini, cucine, un harem e un templio per il dio Amon. Le pareti esterne del palazzo brillavano di un bianco acceso mentre i colori degli interni erano di un vivo blu, giallo - oro e un vibrante verde. La donna in questi tipi di palazzi godeva di una vita ben al di sopra di quella delle classi inferiori, tuttavia aveva i suoi doveri da adempiere in accordo con il ma'at.

L'egittologa Sally-Ann Ashton scrive:

In un mondo che era dominato dal faraone, è spesso difficile comprender epienamente il ruolo delle regine egiziane. Il faraone avrebbe avuto un certo numero di regine, ma la più importante sarebbe stata elevata a moglie principale. (1)

Il ruolo di principale o Grande Moglie variava con il faraone. La regina Tiye (1398 - 1338 a.C.), moglie di Amenhotep III, prendeva parte regolarmente parte agli affari di stato, agiva come diplomatica ed ebbe adirittura il suo nome scritto in un cartiglio come un re. Nefertiti (c. 1370 - 1336 a.C.) moglie di Akhenaton, si prendeva cura della famiglia mentre aiutava anche il marito a governare il paese. Quando suo marito essenzialmente abbandonò i suoi doveri come faraone per concentrarsi sulla sua nuova religione monoteistica, Nefertiti si prese carico delle sue responsabilità.

Queen Nefertiti
Regina Nefertiti
Philip Pikart (CC BY-SA)

Vi sono tracce di grandi regine già nel Primo Periodo Dinastico dell'Egitto con la regina Merneith (r. c. 3000 a.C.) la quale regnò come reggente per il figlio Den. La regina Sobeknefru (r. c. 1807 - 1802 a.C.) prese il trono durante il Medio Regno Egiziano e governò come donna senza alcun riguardo per gli ornamenti tipici della tradizione secondo cui solo un uomo poteva governare in Egitto. Hatshepsut della XVIII dinastia portò avanti la tradizione di Sobeknefru incoronando sè stessa faraone. Hatshepsut continua ad essere considerata tra le donne più potenti dell'antico Egitto e tra i grandi faraoni d'Egitto. Tutte queste donne esercitarono un'influenza considerevole sui loro mariti, sulla corte e sul paese.

lo condizione della donna in egitto era incredibilmente avanzato per qualsiasi momento della storia mondiale, compreso il presente.

Conclusioni

Secondo una copia di un'antica leggenda risalente al II secolo d.C. quando Osiride e Iside governavano sul mondo agli inizi dei tempi, Iside diede in dono all'umanità e tra di loro uguaglianza tra uomo e donna. Il significato di questa leggenda è esemplificato attraverso l'alto status che le donne hanno goduto lungo tutta la storia dell'Egitto.

Brier e Hobbs notano come "lo status delle donne in Egitto fosse incredibilmente avanzato per l'epoca" (89). Questo è senza dubbio vero, ma si potrebbe argomentare che lo status delle donne nell'antico Egitto fosse incredibilmente avanzato per qualsiasi epoca della storia mondiale, compreso il presente. Una donna nell'antico Egitto aveva più diritti di molte donne che vivono nel presente.

Uguaglianza e rispetto per le donne continuò durante tutta la dinastia Tolemaica (328 - 30 a.C.) fino all'ultima a regnare in Egitto prima che fosse annesso a Roma. Cleopatra VII (r. 51 - 30 a.C.), l'ultima regina d'Egitto è tra le migliori rappresentazioni dell'uguaglianza delle donne dal momento che governò il paese moglio meglio degli uomini che la precedettero o che pensavano di governare insieme a lei. Lo status delle donne iniziò a declinare in seguito alla sua morte dopo che l'Egitto fu conquistato da Roma.

Alcuni studiosi, tuttavia, fanno risalire il declino al Periodo tolemaico (323-30 a.C.), notando che si è solo accelerato nell'Egitto romano (30 a.C. - circa 640 d.C.). Le leggi e le mentalità greco-romane nei confronti delle donne, unite all'ascesa del cristianesimo nel IV secolo che ha attribuito la colpa della Caduta dell'Uomo alle donne come discendenti di Eva, hanno incoraggiato la convinzione che le donne non fossero da fidarsi e avessero bisogno della guida e della supervisione maschile. Questo declino è proseguito dopo l'invasione araba musulmana del VII secolo, mettendo ulteriormente in discussione l'alto status che le donne egiziane avevano conosciuto nel paese per oltre 3.000 anni.

Domande e risposte

Quali erano i diritti delle donne nell'antico Egitto?

Le donne avevano importanti diritti nell'antico Egitto in ogni campo ad eccezione del lavoro. Potevano possedere terre, vendere e comprare proprietà, chiedere il divorzio ed erano libere di viaggiare tanto quanto lo erano gli uomini. Non era permesso loro governare, ma nonostante ciò vi furono potenti regine egiziane e alte sacerdotesse.

Com'erano considerate le donne nell'antico Egitto?

Le donne erano considerate con grande rispetto nell'antico Egitto come evidenziato dalle numerose dee presenti nel pantheon egiziano e dai resoconti scritti sulla vita quotidiana.

Che tipo di lavori potevano svolgere le donne nell'antico Egitto?

Nell'antico Egitto le donne potevano essere dottoresse, scribi, sacerdotesse, birraie, tessitrice di cesti, danzatrici, musiciste, lavandaie, artigiane, prefiche e gestire proprietà tra le altre professioni incluso in alcuni casi regine.

Quando avvenne il declino della condizione della donna nell'antico Egitto?

La condizione della donna nell'antico Egitto iniziò a declinare nel IV secolo e.v. a causa con l'istituzione delle leggi e della cultura greco-romana combinata con la crescita del cristianesimo, il quale incoraggiò la superiorità maschile. Il declino continuò nel VII secolo e.v. dopo l'invasione degli arabi musulmani in Egitto.

Info traduttore

Omayma Ghendi
Amante della storia con una prima laurea in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali e un Master in Storia e Studi Orientali.

Info autore

Joshua J. Mark
Scrittore freelance ed ex Professore part-time di Filosofia presso il Marist College (New York), Joshua J. Mark ha vissuto in Grecia ed in Germania, ed ha viaggiato in Egitto. Ha insegnato storia, scrittura, letteratura e filosofia all'Università.

Cita questo lavoro

Stile APA

Mark, J. J. (2023, marzo 30). Donne nell'antico Egitto [Women in Ancient Egypt]. (O. Ghendi, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-623/donne-nellantico-egitto/

Stile CHICAGO

Mark, Joshua J.. "Donne nell'antico Egitto." Tradotto da Omayma Ghendi. World History Encyclopedia. Modificato il marzo 30, 2023. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-623/donne-nellantico-egitto/.

Stile MLA

Mark, Joshua J.. "Donne nell'antico Egitto." Tradotto da Omayma Ghendi. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 30 mar 2023. Web. 21 dic 2024.