Il Tempio di Saturno, risalente al IV secolo a.C., è situato nell'angolo nord-occidentale del Foro Romano di Roma e presenta otto maestose colonne ancora in piedi. Costruito in onore di Saturno, era il punto focale di questo antico culto e sorgeva sul sito del tempio originario dedicato nel 497 a.C. circa che aveva sostituito il primo santuario del dio, l'Ara Saturni. Inoltre, durante la Repubblica il tempio ospitava anche l'erario pubblico (aerarium), funzione che mantenne, anche se in modo più limitato, in epoca imperiale.
Saturno è una figura misteriosa nella religione romana. Le raffigurazioni del dio nell'arte sopravvissuta lo vedono indossare un velo e brandire una falce o un coltello da potatura. Forse una versione del dio greco Crono, era venerato soprattutto nella festa dei Saturnalia che si teneva ogni 17 dicembre (almeno dal V secolo a.C.) e durava diversi giorni. Si trattava di un'occasione di festa in cui le persone si facevano regali a vicenda, si concedevano agli schiavi le libertà di cui godevano i cittadini comuni, si indossavano abiti più informali al posto della solita toga e c'era un generale giro di festeggiamenti e baldoria che la rendeva la festa romana più allegra del calendario; un fatto che portò Catullo a definirla "il migliore dei tempi". Nei secoli successivi la festa si sarebbe trasformata nella festa dei Brumalia e la somiglianza delle sue caratteristiche e del suo calendario - spostato più avanti nel mese di dicembre nei secoli successivi - suggeriscono un'influenza sulla celebrazione del Natale.
Le rovine superstiti del tempio poggiano su un frontone di blocchi di travertino e sono a loro volta composte da pezzi riciclati da templi precedenti. Le colonne sono di ordine ionico e ne rimangono otto sulla facciata settentrionale. I fusti delle colonne sono in granito egiziano, le due laterali in rosa di Assuan e le sei della facciata in grigio di Mons Claudianus. A testimonianza della loro diversa storia, tre sono monoliti e le altre sono composte da due pezzi incastrati tra loro. I capitelli ionici, infatti, sono le uniche parti realizzate appositamente per il tempio e sono in marmo di Taso e scolpiti nel tipico stile tardo-antico. L'architrave reca un fregio ionico con foglie d'acanto e palmette e proviene dal precedente tempio del sito, commissionato da uno dei generali di Giulio Cesare, Lucio Munatius Plancus, nel 43 a.C. con il bottino delle campagne in Siria.
All'interno del tempio si trovava una statua di culto di Saturno che diventava il centro dell'attenzione durante i Saturnalia, quando i suoi piedi venivano simbolicamente liberati dai legami di lana che lo legavano per il resto dell'anno. Questo atto ha portato ad associare Saturno alla liberazione, certamente una caratteristica della festa dei Saturnalia. L'iscrizione sull'esterno dell'architrave si riferisce alla ricostruzione effettuata negli anni 360 e 370 d.C. e recita come segue:
SENATVS POPVLVSQVE ROMANVS
INCENDIO CONSVMPTVM RESTITVIT
(Il Senato e il Popolo di Roma, restaurati dopo la distruzione causata da un incendio).