La battaglia di Qadesh e il primo trattato di pace

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Joshua J. Mark
da , tradotto da Medea Santonocito
pubblicato il 18 gennaio 2012
Disponibile in altre lingue: Inglese, Francese, Spagnolo, Turco
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Ramses II (detto "Il Grande", 1279-1213 a.C.) governò l'Egitto per 67 anni e, ad oggi, il paesaggio egiziano mostra ancora i segni della prosperità raggiunta durante il suo regno. Ne sono un esempio i molti templi e monumenti che egli fece erigere per celebrare le sue conquiste e vittorie. Non esiste alcun sito archeologico in Egitto dove non compaia il nome di Ramses II e il racconto della sua vittoria nella battaglia di Qadesh, nel 1274 a.C., è ormai leggenda. Eppure, una delle sue migliori imprese da faraone non fu rappresentata da un atto di guerra bensì da uno di pace: la firma del primo trattato di pace della storia.

Malgrado esista un accordo più antico, noto come il Trattato di Mesilim e siglato fra le città mesopotamiche di Umma e Lagash nel 2550 a.C., gli studiosi sono concordi nel definirlo un trattato di delimitazione (ossia, allo scopo di stabilire dei confini) piuttosto che un trattato di pace. Inoltre, siccome è stato in realtà stipulato fra le divinità di Umma e Lagash, e non fra i sovrani delle due città o i loro rappresentanti, il Trattato di Mesilim non può essere considerato un accordo di pace vero e proprio. Pertanto il Trattato di Qadesh del 1258 a.C. si distingue per essere il primo trattato di pace al mondo.

La minaccia ittita

Nel quinto anno del proprio regno il giovane Ramses II lasciò la sua città di Pi-Ramses ("Casa di Ramses") per marciare verso la Siria, allo scopo di assicurarsi il controllo della città di Qadesh, un centro strategico lungo le vie commerciali dell'epoca. Il re ittita Muwatalli II (1295-1272 a.C.) conduceva da tempo frequenti incursioni in territorio egiziano e, dopo aver fortificato Qadesh, si era trasformato in una reale minaccia per il faraone.

Il potere degli Ittiti in Anatolia era cresciuto a partire dal secondo millennio a.C. fino a rimpiazzare, nel 1530 a.C. circa, Babilonia quale potenza dominante. Fu così che il regno ittita cominciò a mettere alla prova le forze del vicino Egitto. Diverse dichiarazioni d'intenti vennero inviate al faraone Akhenaton (1353-1336 a.C., diciottesima dinastia) alle quali egli non rispose mai, così come non prese atto delle azioni ittite lungo i confini del proprio regno. Il generale di Akhenaton, Horemheb (che avrebbe regnato in veste di faraone dal 1320 al 1292 a.C.), condusse senza successo delle campagne contro gli Ittiti. Sul finire del regno di Tutankhamon (che succedette ad Akhenaton nel 1336 a.C.) gli Ittiti avevano accresciuto talmente il loro potere che osarono fortificare i centri vicini alle frontiere egiziane.

Quando Horemheb divenne faraone, nel 1320 a.C., inaugurò una politica più aggressiva nei confronti degli Ittiti, rendendo sicuri i confini egiziani, ma senza risolvere definitivamente la questione delle loro incursioni. Successivamente Seti I (circa 1290-1279 a.C.) riuscì a ristabilire l'autorità egiziana sulla Palestina e su Qadesh anche se, accontentatosi di questa vittoria, non prese provvedimenti per mantenere il controllo sulla città. Spettava ormai a Ramses II (diciannovesima dinastia) affrontare il problema dell'invasione ittita e, nel 1274 a.C., egli radunò le sue truppe a Pi-Ramses per espellere gli Ittiti da Qadesh e fiaccare la forza del loro esercito.

Ramesses II at The Battle of Kadesh
Ramses II durante la battaglia di Qadesh
Cave cattum (CC BY-SA)

La marcia di Ramses

Con il suo carro alla testa di quattro divisioni (20.000 uomini), e sicuro di ottenere una rapida vittoria, Ramses II fece avanzare la sua prima divisione talmente in fretta che presto si ritrovò molto distanziato dalle altre tre. Nei pressi di Qadesh due beduini vennero fatti prigionieri e interrogati in merito alla posizione di Muwatalli II e del suo esercito. Essi risposero che le truppe nemiche si trovavano lontane da Qadesh e che Muwatalli II temeva la forza dell'esercito egizio così come quella del giovane faraone. In realtà, i beduini erano delle spie ittite e Muwatalli II nel frattempo aveva già fortificato Qadesh, mentre i suoi carri (3.500) e i suoi fanti (37.000) erano in attesa proprio dietro alla collina adiacente.

Ramses guidò il suo carro alla testa di 20.000 uomini, del tutto sicuro di ottenere una vittoria.

Secondo alcuni resoconti della battaglia, Ramses II catturò altre spie che rivelarono la spiacevole verità dei fatti, ma l'intelligence egiziana aveva agito troppo tardi. A causa del suo eccessivo fervore nel conquistare Qadesh e sconfiggere il re ittita, Ramses II si era separato dal resto del suo esercito. A quel punto si affrettò a mandare dei messaggeri per avvertire le altre tre divisioni, ma subito dopo i carri ittiti si abbatterono sul suo accampamento. Il faraone descrive la situazione nel Poema di Pentaur, il quale, assieme al cosiddetto Bolletino, fornisce il resoconto egiziano dello scontro:

Nessuno dei miei principi, dei miei ufficiali era con me, nessun capitano o auriga; poiché i miei guerrieri e i miei carri mi avevano abbandonato al mio destino, nessuno era rimasto per prendere parte alla battaglia...Eccomi, completamente solo, nessuno al mio fianco, i miei guerrieri e i miei carri, spaventati, disertarono, nessuno udì la mia voce quando io, il loro re, gridai ai codardi in cerca di aiuto. Ma scoprii che la grazia di Amon era molto meglio che un milione di uomini e diecimila carri in combattimento.

La divisione Ptah arrivò in tempo per evitare la completa disfatta delle forze egiziane e Ramses II in persona guidò ripetutamente in battaglia ciò che rimaneva della divisione Amon, respingendo le truppe ittite al di là del fiume Oronte, nel quale molti soldati nemici annegarono. A questo punto Muwatalli II avrebbe soltanto dovuto marciare dalle mura di Qadesh per stringere in una morsa i soldati di Ramses II fra le parti del suo esercito rimaste presso il fiume e quelle che sarebbero avanzate con lui. Tuttavia, per ragioni ignote, il re ittita decise di rimanere nella città, senza mai impegnare le sue riserve nello scontro.

Kadesh Treaty
Il Trattato di Qadesh
Osama Shukir Muhammed Amin (Copyright)

La vittoria egiziana

Ramses II rivendicò un'eclatante vittoria a Qadesh e ordinò al suo scriba di annotare il racconto della gloriosa battaglia; la testimonianza di Muwatalli II, però, era molto differente e nella fattispecie descriveva Qadesh come una vittoria ittita. Per quanto Ramses II non fosse riuscito a occupare la città, il faraone in effetti sconfisse l'esercito ittita sul campo di battaglia, mentre Muwatalli II mantenne il controllo su Qadesh ma non fu in grado di annientare gli Egiziani come sperava. Una delle ragioni alla base di tale fallimento, a parte la strana riluttanza del re a impegnare le truppe di riserva, furono la maggiore agilità e velocità dei carri egiziani, equipaggiati con due uomini, in confronto a quelli ittiti, più pesanti e con tre uomini di equipaggio.

Dopo la morte di Muwatalli II, Hattusili III (morto nel 1237 a.C.) salì sul trono ittita e fu durante il suo regno che venne firmato il primo trattato di pace della storia, nel 1258 a.C. Eccone un estratto:

Ramses, il grande re, il re d'Egitto, non attaccherà mai il paese di Hatti per prendere possesso di una parte (di questo paese). E Hattusili, il grande re, il re di Hatti, non attaccherà mai il paese d'Egitto per prendere possesso di una parte (di questo paese).

La battaglia di Qadesh, ad oggi considerata un pareggio fra le parti, segnò la fine delle ostilità tra i due paesi. Entrambi i re capirono che nessuno dei due avrebbe potuto prevalere sull'altro e che la strada migliore da seguire sarebbe stata quella della pace. Gli Ittiti e gli Egiziani, dunque, intrapresero una rinnovata relazione, per cui si sarebbero reciprocamente scambiati conoscenze ed esperienze piuttosto che colpi sul campo di battaglia.

Gli Ittiti erano abili nella metallurgia e insegnarono agli Egiziani come realizzare armi e strumenti di qualità superiore, mentre gli Egiziani condivisero le loro competenze agricole con gli Ittiti. I due paesi avrebbero mantenuto relazioni reciprocamente vantaggiose fino alla caduta del regno ittita, avvenuta all'incirca nel 1200 a.C. a causa degli attacchi continui e combinati dei Popoli del Mare, degli Assiri e delle tribù note come Kaska. I rapporti pacifici e costruttivi fra i due paesi permisero a entrambi di migliorare le condizioni di vita della popolazione nonché l'economia, senza sprecare le loro risorse nella guerra.

Info traduttore

Medea Santonocito
Traduttrice con uno spiccato interesse per la storia e il patrimonio culturale, ha lavorato per diversi enti e associazioni culturali. Nel tempo libero scrive articoli online di vario argomento. Attualmente risiede in Scozia.

Info autore

Joshua J. Mark
Scrittore freelance ed ex Professore part-time di Filosofia presso il Marist College (New York), Joshua J. Mark ha vissuto in Grecia ed in Germania, ed ha viaggiato in Egitto. Ha insegnato storia, scrittura, letteratura e filosofia all'Università.

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Mark, J. J. (2012, gennaio 18). La battaglia di Qadesh e il primo trattato di pace [The Battle of Kadesh & the First Peace Treaty]. (M. Santonocito, Traduttore). World History Encyclopedia. Estratto da https://www.worldhistory.org/trans/it/2-78/la-battaglia-di-qadesh-e-il-primo-trattato-di-pace/

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Mark, Joshua J.. "La battaglia di Qadesh e il primo trattato di pace." Tradotto da Medea Santonocito. World History Encyclopedia. Modificato il gennaio 18, 2012. https://www.worldhistory.org/trans/it/2-78/la-battaglia-di-qadesh-e-il-primo-trattato-di-pace/.

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Mark, Joshua J.. "La battaglia di Qadesh e il primo trattato di pace." Tradotto da Medea Santonocito. World History Encyclopedia. World History Encyclopedia, 18 gen 2012. Web. 20 nov 2024.