Lo sciamanesimo era largamente praticato in Corea fin dai tempi preistorici, fino a giungere all'era moderna. È un sistema di credenze originatosi nelle culture nord-est asiatiche ed artiche, e nonostante il termine sciamanesimo abbia acquisito da allora un significato più vasto attraverso varie culture, nell'antica Corea manteneva la sua forma originale, dove praticanti auto nominatisi tali promettevano di contattare ed influenzare il mondo degli spiriti per assistere quello dei viventi. Gli sciamani ottenevano autorità da quelli che credevano nel loro valore. Come tale non si considera una religione, e non c'era una gerarchia sacerdotale, niente testi e nessun dogma al quale aderire. Per quanto riguarda la storia coreana documentata, il buddhismo era la religione ufficiale di stato, ma lo sciamanesimo continuò ad essere importante per una larga parte della popolazione ordinaria e contadina. La sua influenza sull'antica cultura coreana è particolarmente tangibile in quello che ci è rimasto dell'arte, dell'architettura, della letteratura e della musica.
Rituali & praticanti
Nello sciamanesimo, chiamato misin o 'superstizione' in coreano, si pensa che ci sia un altro mondo oltre a quello dei viventi, e che in questo mondo di spiriti ci sono sia buone che cattive entità che possono influenzare le faccende umane. Lo sciamanesimo era inoltre mescolato con elementi di animismo, dove caratteristiche naturali come alberi, montagne, rocce e fiumi si credeva possedessero spiriti propri, e con l'idea della geomanzia, dove ogni collocazione di case, templi e tombe, ad esempio, è attentamente presa in considerazione per beneficiare al meglio della posizione delle dimore di spiriti e forze vitali. Uno sciamano, per lo meno per i credenti, possiede l'abilità non solo di stabilire un contatto con questi spiriti, ma di entrare proprio nel loro mondo. In alternativa, in un rituale kut, uno spirito o un dio specifico può prendere possesso temporaneamente o coabitare il corpo dello sciamano ed essere in grado di tenere una conversazione. Lui o lei fa questo in uno stato alterato di coscienza o in trance, che ha raggiunto attraverso canti prolungati e danze accompagnate da percussioni e suoni di campana. Infine agli sciamani erano anche attribuiti poteri di guarigione e l'abilità di favorire effetti positivi sul corpo, come la fertilità e la longevità.
Le sciamane erano conosciute come mudang, mentre gli uomini erano chiamati paksu o pansu, con prove che ce ne fossero di più delle prime, principalmente perché era una delle sole quattro professioni che era permesso intraprendere alle donne . Per diventare sciamano non era richiesta nessuna cerimonia particolare, apprendimento o iniziazione. Auto-proclamatisi, gli sciamani spesso rivendicavano un'esperienza spirituale, solitamente durante una malattia, e praticavano da quel momento in poi. Le figlie delle mudang seguivano normalmente i passi della madre e diventavano anch'esse sciamane. Queste sciamane non avevano un posto particolare o un tempio dove praticare le loro abilità, ma si esibivano dovunque fosse necessario. Esistevano tuttavia dei santuari sciamani, come quelli in aree montuose affidati a Sanshin, il Dio della montagna.
Gli sciamani non avevano affiliazione con alcun corpo particolare e neppure responsabilità religiosa, ma i credenti li assumevano a loro proprio rischio. Comunque fosse, molte persone credevano nelle loro abilità di intermediari tra questo mondo e la dimensione degli spiriti. Un gruppo di spiriti, in particolare, il chosang o spiriti degli antenati, potevano essere molesti e ad essi erano attribuiti ogni sorta di accadimenti negativi. Uno sciamano veniva allora impiegato per contattare questi spiriti e trovare la ragione della loro inquietudine così da essere tranquillizzati e abbandonare le questioni riguardanti i viventi.
Mudang e paksu devono aver avuto molto successo, poiché si ritiene che gli sciamani fossero tra i capi delle comunità nelle società primitive dell'antica Corea, o che fossero persino il capo unico. Uno dei termini dati ai re dell'antico Silla era chachaung o sciamano. Tale ipotesi è ulteriormente suggerita dal modello delle corone d'oro rinvenute nelle tombe reali del Regno di Silla del V-VI secolo EC. Queste corone hanno appendici a forma d'albero, un motivo comunemente trovato nell'arte dello sciamanesimo, e simile a quelli delle tribù siberiane. Il regno contemporaneo di Baekje (Paekche) produsse anch'esso un ornamento a forma di rami per le proprie corone reali. La mitologia coreana descrive i regnanti, come il fondatore della razza coreana Dangun, come dotati di qualità o eredità sciamaniche, e questi è talvolta ritratto in arte come Sanshin ( o viceversa).
Coesistenza con altre religioni
A partire dalla dinastia di Goryeo (918-1392 EC) in poi, quando i principi confuciani e il buddhismo crebbero d'importanza, lo sciamanesimo diminuì in termini di influenza sul governo e sugli affari di stato. Alcune regine impiegarono i loro sciamani personali e talvolta questi erano convocati dai governi in tempi di crisi come gravi siccità o inondazioni, ma durante la dinastia Joseon, a partire dal XIV secolo EC, c'erano disposizioni specifiche che escludevano gli sciamani dalla corte reale.
Tutti gli sciamani dovevano essere registrati, e un ufficiale del governo era incaricato di monitorare le loro attività. Questo era a motivo dell'adozione del neo-confucianesimo e di una disapprovazione generale aristocratica dello sciamanesimo e delle sue indecorose danze e della mescolanza dei sessi durante i rituali. Continuò comunque a mantenere una forte influenza sulla maggior parte della popolazione ordinaria, rurale, che non aveva scrupoli nell'accettare la validità di questa e di altre religioni, dalla tradizionale venerazione degli antenati al Buddhismo approvato dallo stato. Certamente la religione popolare fu per tanto tempo uno misto eclettico di sciamanesimo, animismo, buddhismo semplificato, taoismo e confucianesimo, ed è evidenziato nell'altrettanto eclettico immaginario che si può vedere nell'arte popolare coreana.
Arte sciamana
Le pitture sciamane, normalmente il tentativo di un artista o dello sciamano stesso di catturare l'esperienza di un rituale kut, erano creati su seta, carta e cotone. Sono alquanto primitive, senza alcun tentativo di presentare una prospettiva, ma hanno audacia e vitalità. Il soggetto tematico può anche essere alquanto limitato, con un piccolo cast di dei che appaiono con grande frequenza. Il Dio della Montagna Sanshin è uno dei favoriti, ed è raffigurato come un vecchio signore con una lunga barba bianca, seduto normalmente sotto un pino e accompagnato dal suo messaggero la tigre. Altri dei popolari comprendono Yongwang, il Dio Drago, e Haenim e Talnim, rispettivamente gli spiriti del sole e della luna. Alcuni dei hanno origine buddhista come il Sambul chesok o i Tre Buddha, che appaiono su così tanti ventagli di carta usati dagli sciamani nei rituali .
Durante i rituali queste pitture venivano appese alle pareti o, se all'aperto, venivano posizionate su schermi o agganciate a fili sospesi. I colori più comuni usati in tali pitture erano bianco, blu e giallo. Le pitture contenevano spesso elementi del buddhismo, perchè era a monaci buddhisti che veniva commissionata la pittura. In tal modo le scene potevano contenere sia figure di Buddha che figure sciamane come Chilseong, lo Spirito delle Sette Stelle, e costellazioni di particolare importanza per lo sciamanesimo come l'Orsa Maggiore, così come la stella polare e i nove pianeti. In queste pitture a stile misto, il colore rosso era usato molto più che nelle opere puramente sciamaniche. Un'altra forma di pittura era il pujok, dei poster temporanei appuntati alle porte, pareti e al petto, per scacciare gli spiriti maligni. Questi ritraevano molto spesso disegni rudimentali di tigri, cani, galletti e leoni.
Altre forme d'arte comprendono le corone reali del periodo dei Tre Regni, influenzate dallo sciamanesimo, già menzionate, e sonagli o campane stellate di bronzo risalenti al III secolo AEC, anch'esse ritrovate nelle tombe antiche e probabilmente utilizzate nei rituali. Lo sciamanesimo influenzò anche l'architettura buddhista, come è noto per le pagode di pietra posizionate di fronte ai templi, che avevano talvolta sette anelli circolari a rappresentare le sette stelle della costellazione dell'Orsa Maggiore. Anche la scultura buddhista prese talvolta ispirazione dall'iconografia sciamana. Ad esempio, durante l'XI secolo EC, grandi figure del Buddha Maitreya ( il Buddha del futuro) vennero scolpite in rocce naturali e molte indossano degli speciali cappelli alti, che per alcuni studiosi potrebbe rappresentare un legame con lo sciamanesimo. Alcuni di questi esempi si possono trovare a Paju e presso il tempio Gwanchok a Nonsan.
This content was made possible with generous support from the British Korean Society.