Il buddhismo venne introdotto dalla Cina nell'antica Corea nel IV secolo AEC e poi adottato come religione ufficiale di stato dal Regno di Baekje, Goguryeo e Silla. La fede si divise in varie scissioni attraverso l'Asia, tra le quali una delle più importanti è il buddhismo Seon (Son), chiamato anche buddhismo Chan, ma meglio conosciuto nel mondo occidentale attraverso la sua pronuncia giapponese, buddhismo Zen. Il buddhismo Zen enfatizzava la necessità della contemplazione meditativa (son), per raggiungere la piena illuminazione e sosteneva che le scritture non potevano esprimere completamente i principi, che devono essere compresi solamente dalla mente individuale. Nel corso del tempo questa branca si divise in varie sotto-branche, dove alcune esclusero completamente le scritture, mentre altre accettavano almeno alcune come necessarie per gli studi intellettuali.
Introduzione in Corea
Essendo arrivato in Cina col monaco indiano Bodhidharma nel VI secolo EC, il buddhismo Zen raggiunse la penisola coreana intorno al tardo VII o inizio VIII secolo EC. Venne portato dal monaco Pomnang (ca. 632-646 EC) che aveva studiato nella Cina dei Tang. Uno dei primi monasteri Zen venne costruito dal monaco Sinhaeng (morto nel 779 EC) e la fede venne diffusa ulteriormente dall'opera di un altro monaco, Toui (morto nel 825 EC), che fondò la setta del monte Kaji al Borimsa. La rigida disciplina monastica richiesta per praticare fino in fondo questa versione del buddhismo non le impedì di acquisire popolarità, specialmente dal IX secolo EC, quando fiorirono le Scuole delle Nove Montagne (kusanmun). Queste erano così chiamate per via dei nove più importanti monasteri che promuovevano il buddhismo Zen. Il buddhismo Zen divenne popolare in particolare tra la nobiltà terriera (gli hojok), in quanto il suo individualismo faceva appello alla loro preoccupazione di essere indipendenti dal governo centrale.
Dottrine principali
Così come con altre branche del Buddhismo, c'era una gerarchia di preti e un esame d'ingresso per coloro che desideravano abbracciare la vita monastica. Il grado più basso era di monaco designato (taeson), mentre il più alto era di grande mentore seon (taesonsa). Nonostante il buddhismo Zen avesse molte versioni, lo storico K Pratt presenta le seguenti idee centrali riguardo al buddhismo meditativo, riassunte nella Storia della filosofia cinese, vol. II (1953):
- La verità ultima è inesprimibile.
- La coltivazione spirituale non è possibile.
- In ultima istanza non si guadagna nulla.
- Non c'è molto dell'insegnamento buddhista.
- Il dao [via] sta nel trasportare l'acqua e nel tagliare la legna. (433)
L'illuminazione era raggiungibile per tutti e poteva arrivare attraverso la meditazione, siccome dentro ciascuno c'è la natura del buddha. Durante la meditazione, per aiutare la mente a liberare se stessa dalla confusione e rimuovere lo strato esterno del desiderio terreno, venivano cantati i sutra (i sermoni di Buddha) e recitato il nome di Buddha. Un altro metodo per aiutare la mente a concentrarsi, era la contemplazione di koan (gong-an), problemi irrisolvibili o senza senso. Questo approccio venne introdotto in Corea dal monaco Jinul (1158-1210 EC), e si pensava che tenendo la mente occupata senza sosta con tali problemi, l'illuminazione sarebbe arrivata con un inaspettato e brillante bagliore di ispirazione.
Siccome lo studio dei testi era considerato meno importante che la nozione di tramandare la conoscenza da insegnante ad allievo, i maestri zen erano molto venerati. Questo era così specialmente dopo la morte di un maestro (sonsa), e grandi monumenti venivano eretti in loro onore, principalmente stupa. Queste contenevano le ceneri dei morti ed erano spesso accompagnate da una stele di pietra che descriveva i meriti del monaco. La più antica di tali stupa, eretta in onore del monaco Yomgo, venne costruita nel 790 EC, mentre una delle più impressionanti è quella di Doyun, fondatore della setta del monte Saja (una delle sette delle Nove Montagne), presso il Ssangbongsa a Hwasun. Le pietre con le epigrafi non sono solamente una preziosa fonte di storia, ma sono anche un importante documento di calligrafia coreana. Una di tali pietre fu scritta dal grande monaco letterato Choe Chiwon.
L'evoluzione in Corea
Il buddhismo Zen fu spesso in contrasto con l'altra forma maggiore del buddhismo nella Corea antica, il buddhismo Kyo, che sottolineava l'importanza dello studio delle scritture in opposizione alla meditazione per raggiungere l'illuminazione. Taejo di Goryeo (regnò dal 918 al 943 EC), il fondatore di tale dinastia, istruì il suo successore affinchè sostenesse entrambe le forme di buddhismo. In seguito il monaco Uicheon (1055-1101 EC) fece un ulteriore passo e tentò notoriamente per poi fallire, di collegare e colmare il divario tra queste due branche maggiori del buddhismo. Un altro monaco, Jinul (1158-1210 EC), ebbe più successo nel combinare i due approcci, come riassunto nella sua famosa massima: 'illuminazione improvvisa seguita da graduale coltivazione'. La forma di buddhismo, unificatrice ed inclusiva, di Jinul, è conosciuta come buddhismo Jogye, e divenne la religione ufficiale di stato nella Corea, rimanendo popolare ancora oggi.
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