La Mesopotamia (sostantivato femminile dell'aggettivo greco μεσοποτάμιος, composto da μέσος- / mésos- “centrale, che sta in mezzo” e ποταμός / potamós “fiume”: cioè “tra i due fiumi”) è una regione storica ad est del Mediterraneo, confinante a nordest con i monti Zagros iraniani, a sud con l'altipiano saudita, e corrispondente per larga parte all'odierno Iraq e a porzioni di Iran, Siria e Turchia; i “due fiumi” di cui al toponimo sono il Tigri e l'Eufrate, e, in riferimento alla parte orientale di quella che l'egittologo J. H. Breasted avrebbe poi definito “la Mezzaluna Fertile”, i geografi musulmani indicavano i territori settentrionali tra i corsi d'acqua col toponimo Al-Jazirah (“l'isola” o “la penisola”). Si tratta dei luoghi dove ebbe inizio la civiltà mesopotamica.
La culla della civiltà
Diversamente dalle più unificate e uniformi civiltà di Egitto e Grecia, la Mesopotamia era piuttosto un insieme di culture diverse tenute insieme dal sistema di scrittura (il cuneiforme), le pratiche religiose e le credenze mitiche, ed elementi sociali specifici quali la condizione femminile; i diritti delle donne, l'importanza dell'alfabetizzazione e il panteon erano sì condivisi attraverso tutta la regione (quantunque agli stessi dèi venissero dati nomi diversi a seconda del periodo e della zona), ma, di là da ciò, il costume sociale di Akkad non si piò ad esempio presumere corrispondesse a quello di Babilonia. Di conseguenza, la Mesopotamia va meglio compresa come regione che ha prodotto avvicendamenti di diversi imperi e civiltà, più che una civiltà singola in sé. Essa è nota come “culla della civiltà” principalmente per due sviluppi verificatisi nella regione di Sumer nel IV millennio a.C. :
- il sorgere della città quale entità sociale e logistica avente la stessa nostra accezione moderna,
- l'invenzione della scrittura (quantunque sistemi indipendenti si svilupparono in Egitto, nella valle dell'Indo e in Cina).
Anche l'invenzione della ruota è attribuita ai Mesopotamici, e, nel 1922, l'archeologo Leonard Woolley rinvenne “i resti di due carri a quattro ruote [presso il sito dell'antica città di Ur]: i più antichi veicoli a ruote mai riportati alla luce, con tanto di 'pneumatici' in pelle” (Bertman, 35). Altre invenzioni loro attribuibili includono, ma non si limitano a, l'addomesticamento di animali e la sistematizzazione di tecniche di agricoltura; lo sviluppo di utensili e strumenti, armi sofisticate e strategie belliche organizzate; la comprensione della fermentazione di vino e birra; la demarcazione del tempo in ore, minuti e secondi; la sistematizzazione di rituali religiosi complessi; l'invenzione della vela e dell'irrigazione. Tanto più che l'orientalista Samuel Noah Kramer ha potuto aggiungere, nella sua lista di primati documentati originati in Sumer:
Le prime scuole; i primi casi di sfacciata ruffianeria, piaggeria o di delinquenza minorile di cui si abbia testimonianza e denuncia scritta; la prima guerra di propaganda e contro-propaganda, a mo' di conflitto psicologico; i primi organi deliberativi bicamerali; il primo storico; il primo caso di riduzione della pressione fiscale; il primo 'Mosè'; il primo caso di precedente legale; la prima farmacopea; il primo lunario/almanacco alla 'frate indovino'; il primo esperimento di giardinaggio con piante da ombra; i primi apparati di cosmogonia e cosmologia umani; i primi ideali e scrupoli morali; il primo 'impiego salariato'; i primi proverbi e modi di dire; le prime favole con animali; i primi dibattiti letterari; il primo 'Noè'; il primo racconto di resurrezione; il primo San Giorgio che uccide il drago; il primo caso di prestito letterario; la prima mitica 'età degli eroi' o 'età dell'oro'; la prima canzone d'amore; il primo catalogo librario; le prime lamentele per una società 'corrotta' e 'traviata', dovuta a una 'pessima' nuova generazione; le prime lamentazioni liturgiche; i primi messia; i primi campioni maratoneti; le prime poetiche letterarie; i primi simbolismi sessuali; la prima Mater Dolorosa; la prima ninnananna; le prime biografie letterarie; le prime elegie; le prime conquiste sindacali; il primo acquario.
Gli scavi archeologici iniziati negli anni '40 dell'Ottocento hanno portato alla luce insediamenti mesopotamici risalenti al 10.000 a.C., indicando che la fertilità della regione tra i due fiumi avesse permesso a cacciatori-raccoglitori nomadi di stanziarvisi, addomesticare animali e dedicarsi all'agricoltura; seguì il commercio, e, con una certa prosperità, i processi di conurbazione che diedero vita alla città. È generalmente ritenuto la scrittura venisse inventata in conseguenza del commercio, onde meglio tenere l'inventario e permettere comunicazioni a lunga distanza.
Cultura e religione
La Mesopotamia era in antichità nota quale sede di cultura e apprendimento, e si ritiene che Talete di Mileto (585 a.C. circa, noto come “il primo filosofo”) abbia là studiato — tesi tra l'altro corroborata dalla convergenza del suo sistema notoriamente basato sull'ἀρχή / archè acqua-principio originario con la credenza babilonese che proprio dall'acqua tutto il resto dell'universo fluisca, e siccome Thales è famoso proprio per questa affermazione, sembra probabile che abbia studiato nella regione.
Ricerca e attività intellettuali erano tenute in alta considerazione in Mesopotamia, e presso le scuole (principalmente dedicate alla classe sacerdotale), e le quali si diceva fossero numerose quanto gli stessi templi, s'insegnava lettura, scrittura, religione, legge, medicina, e astrologia. Il panteon delle culture mesopotamiche comprendeva oltre 1000 divinità e numerosi miti, tra i quali quello della creazione, l'Enūma Eliš; e si ritiene altresì che racconti biblici come, tra gli altri, quello della Caduta dell'uomo e del Diluvio universale abbiano avuto origine nella tradizione mesopotamica, avendo chiaro precedente in testi come Il mito di Adapa e l'Epopea di Gilgameš, il più antico racconto mai scritto a noi pervenuto. I mesopotamici credevano di essere collaboratori delle divinità, e che la terra fosse pervasa di spiriti e demoni (questi ultimi non da intendersi nell'accezione cristiana contemporanea).
L'inizio del mondo credevano scaturisse da una vittoria degli dèi contro le forze del caos, vittoria che tuttavia non impediva il caos ritornasse; pertanto i mesopotamici ritenevano d'esser d'aiuto nel mantenimento dell'equilibrio dell'universo e nel tenere a bada le forze della distruzione attraverso rituali giornalieri, pratiche funerarie appropriate, e finanche i semplici doveri sociali. Il lavoro che si svolgeva ogni giorno, si credeva, onorava gli dèi tanto quanto l'ossequio per gli anziani e il reciproco rispetto.
Il lavoro
Sia gli uomini che le donne lavoravano duramente, e, “trattandosi di una società fondamentalmente agraria, le occupazioni primarie erano coltivazione e allevamento di bestiame” (Bertman, 274). Altre occupazioni includevano quella di scriba, guaritore, artigiano, tessitore, vasaio, ciabattino, pescatore, sacerdote. Bertman prosegue:
In cima alla società erano monarchi e sacerdoti serviti da ampio personale di palazzo e tempio. Con l'istituzione di eserciti stabili e il diffondersi di imperialismi aggressivi, ufficiali militari e soldati di professione presero ad occupare preminente posto nella forza lavoro in espansione in Mesopotamia. (274)
Le donne godevano di diritti quasi alla pari, e potevano possedere terre, fare affari, ottenere il divorzio, e siglare contratti nel commercio. I primi birrai e cantinieri, così come i primi guaritori delle comunità, furono inizialmente donne. Sembra poi che, con il crescere del loro profitto, queste attività vennero successivamente gestite da uomini. E tuttavia, il lavoro del singolo era significativamente considerato non un mero “impiego” ma un contributo quasi sacro alla socialità e, per estensione, agli dèi nel loro sforzo di mantenere l'armonia e la pace del mondo.
Edifici e governo
Il tempio, al centro di ogni città e spesso edificato su d'una piattaforma sopraelevata, simbolizzava la preminenza della divinità poliade anche adorata dalle altre comunità che rientravano nella medesima sfera di influenza politico-amministrativa. Le città mesopotamiche, tra le prime a sorgere nel mondo, erano prevalentemente edificate con mattoni essiccati al sole. Bertman prosegue ancora:
L'architettura domestica della Mesopotamia crebbe, per così dire, dal suolo stesso su cui insisteva; diversamente dall'Egitto, la Terra tra i due fiumi, massime nel suo meridione, era priva di roccia da estrarre e con cui costruire, e la relativa assenza di legname spinse altresì al massiccio utilizzo delle risorse che più di tutte erano a portata di mano: l'argilla fangosa degli argini fluviali, e i giunchi e le canne delle paludi — con queste materie vennero innalzate tra le prime strutture non megalitiche di cui ci pervengano resti: colonne, archi e strutture a volta” (285).
Le comuni dimore erano costruite su d'una struttura portante di fasci di canne legate insieme e inseriti nel terreno sbancato, mentre le dimore più complesse erano erette con mattoni essiccati, una pratica successivamente adottata anche in Egitto. Edifici istituzionali e complessi templari, le celebri ziggurat (piramidi a gradoni tipiche dell'area), erano costruiti con mattoni di argilla cotti in forno e poi dipinti.
Si credeva che gli dèi presiedessero alla pianificazione urbanistica e al lavoro nei cantieri, tanto che l'esecuzione di ogni progetto includeva la recitazione di alcune specifiche preghiere ritenute di massima importanza onde ingraziarsi la riuscita del lavoro e la prosperità dei futuri occupanti dell'edificio.
Quali che fossero la cultura o il regno dominante, o l'impero avente supremazia su tutta la regione, lungo tutto il periodo storico il ruolo vitale del divino nella vita di tutti i giorni rimase inalterato: questa particolare e riverente religiosità caratterizzava profondamente l'esistenza dei contadini quanto del re, come sottolinea la storica Helen Chapin Metz:
La precarietà dell'esistenza nella Mesopotamia meridionale ingenerò una religiosità e una devozione significativamente sviluppate e pervasive. Centri di culto come Eridu, risalenti anche al 5000 a.C., erano assurti meta di pellegrinaggio e oggetto di devozione già da prima dell'ascesa di Sumer; molte delle maggiori città mesopotamiche emersero e ascesero nelle aree intorno luoghi cultuali pre-sumeri, di fatto creando e rafforzando la stretta relazione tra religione e governo (2).
Il ruolo del monarca fu istituito e si stabilizzò dopo il 3600 a.C. — e, diversamente dalla classe sacerdotale regnante che lo aveva preceduto, il re interagiva direttamente con i sudditi e, onde accertarsi il suo volere fosse chiaro, emanava leggi di sua concezione. Prima dell'ascesa dei re, i sacerdoti si ritiene detenessero una teocrazia di fatto attraverso leggi e precetti religiosi interpretati da segni e auspici; il re, invece, pure agli occhi del pubblico placando e onorando gli dèi, ne venne ritenuto rappresentate sufficientemente potente onde interpretarne il volere attraverso la sua voce in prima persona
Ciò è chiaramente riscontrabile nel famoso Codice di Hammurabi di Babilonia (r. 1792 – 1750 a.C.) — quantunque casi di governanti che affermavano avere diretto contatto con il divino si verificassero già prima, segnatamente come nel caso del re accade Naram-Sin (r. 2261 – 2224 a.C.), il quale non ebbe anzi scrupolo a definirsi dio incarnato. Il monarca era responsabile per il benessere della sua gente, e un buon re che governi in conformità al volere divino si riteneva potesse specchiarsi nella prosperità della regione sotto il suo controllo.
Nonostante ciò, anche sovrani efficienti come Sargon di Akkad (r. 2334 – 2279 a.C.) dovettero tuttavia guardarsi da continue insurrezioni e rivolte di fazioni ed intere regioni che ne contestarono la legittimità; essendo la Mesopotamia una regione vasta e popolata da diversi gruppi etnici e culturali, il tentativo di un singolo sovrano d'imporre le leggi di un governo centrale veniva invariabilmente sempre resistito da qualcuno.
La Storia della Mesopotamia
Onde più linearmente comprendere l'intricata storia e gli alterni sviluppi delle civiltà che là fiorirono, è bene adottare le seguenti cronologizzazioni:
Neolitico pre-ceramico
Intorno il 10.000 a.C. circa, quantunque testimonianze archeologiche suggeriscano anche precedenti stanziamenti umani. Abbiamo da questo periodo evidenza di insediamenti primitivi e i primi segni di indubbie guerre tribali, queste ultime con buone probabilità ascrivibili al controllo delle zone fertili e dei terreni da pascolo. Questa iniziale economia zootecnica è leggibile in particolare crescita lungo tutto un periodo marcato dall'abbandono del sistema di caccia e raccolta nomade per una cultura agraria stanziale. Ciò nonostante, lo storico Marc Van De Mieroop nota:
Più che un netto e definitivo passaggio dal sistema di caccia e raccolta all'agricoltura, si verificò un processo di lunga durata, non scevro tra l'altro di andirivieni, durante il quale gli individui, pur facendo crescente affidamento su risorse direttamente controllabili, ancora potevano e dovevano integrare la propria dieta con la caccia di animali selvatici. L'agricoltura permise però un incremento di stanziamenti continuativi e poi definitivi delle persone (12).
Con il crescere degli insediamenti, si resero col tempo necessari più sofisticati approcci architettonici alla costruzione di dimore permanenti.
Neolitico ceramico (7000 a.C. circa)
È attestabile a questo periodo un più diffuso uso di utensili e vasellame ceramico, e una specifica cultura inizia ad emergere nella Mezzaluna Fertile. Secondo lo studioso Stephen Bertman, “in quest'epoca la tecnologia all'avanguardia era proprio la realizzazione di utensili”, la sofisticatezza dei quali crebbe sia nella lavorazione litica sia nella creazione di armi. Il Bertman nota inoltre come “l'economia neolitica fosse prevalentemente basata su agricoltura e zootecnia” (55) e più stanziale rispetto a quella più mobile e volatile delle fasi precedenti. Le innovazioni architettoniche conseguirono naturalmente dallo stanziarsi con continuità, così come la manifattura ceramica e la più avanzata lavorazione della pietra.
Età del rame (5900 – 3200 a.C.)
Anche nota come Calcolitico (dal Greco χαλκός / khalkós, “rame” e λίθος / líthos, “pietra”) a cagione della transizione da utensili in pietra a quelli in rame. Quest'epoca include il cosiddetto periodo della Cultura di Ubad (5000 – 4100 a.C. circa), e prende il nome dal sito iracheno di Tell al-ʿUbaid, dove il maggior numero di artefatti a esso databili sono stati rinvenuti; i primi templi mesopotamici vennero allora edificati e primi processi di inurbamento raccolsero preesistenti sporadici insediamenti di singole dimore in villaggi non fortificati. Questi villaggi sarebbero divenuti, durante il Periodo di Uruk (4100 – 2900 a.C.), vere e proprie città come Eridu, Uruk, Ur, Kish, Nuzi, Lagash, Nippur e Ngirsu in Sumer, e Susa in Elam.
Uruk è spesso menzionata come città più antica, ma è uno status che condivide con Eridu ed Ur. Il Van De Mieroop scrive che “la Mesopotamia fu la più densamente urbanizzata regione del mondo antico” (in Bertman, 201), e le città sia sulle sponde di Tigri ed Eufrate che più lontane stabilirono uno stretto sistema di commercio che comportò, per l'epoca, una rimarchevole prosperità.
Assistiamo inoltre all'invenzione della ruota (3500 a.C. circa) e della scrittura (3000 a.C. circa), ad opera dei Sumeri; la sostituzione del sacerdozio regale con la monarchia vera e propria, e la prima vera e propria guerra di cui ci giunga documentale testimonianza, tra i regni di Sumer ed Elam (2700 a.C.), che vide i primi vittoriosi. Durante il Periodo Protodinastico (2900 – 2334 a.C.) le città e i governi si stabilizzarono, e le innovazioni del periodo precedente vennero migliorate e diffuse. La crescente prosperità della regione è testimoniata dalle sfarzose decorazioni di templi e santuari, dalla sofisticatezza di vasellame e figurine votive fittili (ivi anche incluse bambole e modellini di carri per i bambini), e dall'uso di sigilli personali (cilindri di materiale duro incisi perché, rotolati, imprimano il disegno a rilievo su superfici bidimensionali di argilla, così da denotarne la proprietà a mo' di firma personale) — questi ultimi possono essere paragonati a una odierna carta d'identità o patente, tanto che lo smarrimento o il furto di un sigillo corrispondeva a un odierno furto d'identità con carta di credito.
Prima età del bronzo (3000 – 2119 a.C.)
Durante questo periodo, il bronzo sostituì il rame quale materiale per utensili ed armi. L'ascesa della città gettò le basi per una stabilità economica e politica che avrebbe condotto all'Impero Accadico (2334 – 2218 a.C.) e alla rapida crescita delle città di Akkad e Mari, due dei più prosperi centri del tempo. La stabilità culturale risultò inoltre in linguaggi artistici più maturi e disegni e progetti più intricati in architettura e scultura, e
in un numero di specifiche invenzioni fondamentali, quali l'aratro, la ruota e il carro, la navigazione a vela, il sigillo cilindrico - la forma d'arte più distintiva dell'antica Mesopotamia e pervasiva dimostrazione dell'importanza della proprietà nella vita giornaliera del Paese” (Bertman, 55-56).
L'Impero Accadico di Sargon il Grande fu il primo regno multinazionale del mondo, e sua figlia Enḫeduanna (2285 – 2250 a.C.) il primo autore letterario il cui nome ci sia noto. La biblioteca di Mari custodiva oltre 20.000 libri in tavolette in cuneiforme, e lo stesso edificio era considerato tra i più distinti della regione.
Media età del bronzo (2119 – 1700 a.C.)
L'espansione dei regni assiri (Assur, Nimrud, Sharrukin, Dur e Ninive) e l'ascesa della dinastia babilonese (Babilonia e Caldea) intensificò sia il dinamismo commerciale che gli scontri bellici. La tribù dei Gutei, feroci nomadi che abbatterono l'Impero Accadico, dominò la politica mesopotamica fino alla sconfitta ad opera dei regni alleati di Sumer, i quali conobbero una rinascita (la cosiddetta Età neo-sumerica).
Hammurabi, re di Babilonia, ascese dalla relativa oscurità di un regno minore inserito in un complesso sistema di città-stato, ma detenne il potere per 43 anni. Viene maggiormente ricordato per il suo famoso codice di leggi, inscritto su d'una stele votiva. Babilonia divenne il centro nevralgico per la ricerca e l'attività intellettuale e i conseguimenti artistici e letterari. Ma fu fenomeno di breve durata cui seguirono i saccheggi degli anatolici Ittiti e la supremazia dei Cassiti.
Tarda età del bronzo (1700 – 1100 a.C.)
L'ascesa della dinastia cassita (una tribù dei monti Zagros prevalentemente oggi ritenuta di origine indoiraniana) e la conquista di Babilonia mutarono gli equilibri di potere e di cultura. Al cosiddetto Collasso dell'età del bronzo precedette la scoperta della metallurgia del ferro, cui sia Ittiti che Cassiti avevano fatto efficace ricorso per gli armamenti.
La cultura babilonese iniziò a declinare, e alla supremazia cassita successe quella elamita, poi i semiti Aramei s'imposero. Il piccolo regno d'Assiria intraprese un serie di campagne militari di successo, e poté imporsi saldamente quale potere sovranazionale particolarmente prospero durante i regni di Tiglatpileser I (r. 1115 – 1076 a.C.) e Assurbanipal II (r. 884 – 859 a.C.) i quali ne consolidarono ulteriormente la forza. Il Collasso dell'età del bronzo (1250 – 1150 a.C.. circa) lasciò il più delle città mesopotamiche distrutte o indebolite, e gli seguì una breve “era buia”.
Età del ferro (1000 – 500 a.C.)
Quest'epoca vide la meteorica ascesa ed espansione di conquista del cosiddetto Impero neo-assiro, sotto Tiglatpileser III (r. 745 – 727 a.C.), Sargon II (r. 722 – 705 a.C.), Sennacherib (r. 705 – 681 a.C.) Esarhaddon (r. 681 – 669 a.C.) Assurbanipal/Sardanapalo (r. 668 – 627 a.C. circa) il quale conquistò Babilonia, Siria, Israele ed Egitto. L'impero sofferse un declino rapido quando la sua ascesa, a cagione dei disordini interni e degli attacchi esterni ad opera dei Medi e degli Sciti.
Il ri-consolidamento dei poteri confinanti ittiti (Impero neo-ittita) e del Mitanni favorì anche l'ascesa di un Impero neo-babilonese, il cui re Nabucodonosor II distrusse Gerusalemme e ne costrinse gli abitanti alla cosiddetta cattività babilonese (il monarca è il celebre protagonista romanzato del Nabucco verdiano — N.d.T.). Costui fu inoltre responsabile di estese campagne di riedificazione a Babilonia risultate in edifici famosi come la Porta di Ištar e la Grande Ziggurat Etemenanki di Babilonia (passata alla storia nella rilettura biblica di “Torre di Babele”). La caduta di Babilonia alla conquista di Ciro II di Persia nel 539 a.C. pose di fatto fine alla cultura babilonese.
Antichità classica e tarda antichità (500 a.C. – VII sec. d.C)
Dopo la presa di Babilonia, l'intera Mesopotamia divenne parte dell'Impero achemenide; questo periodo assisté al rapido declino culturale della regione, principalmente nella perdita della conoscenza della scrittura cuneiforme. La successiva conquista di Alessandro Magno nel 331 a.C. ellenizzò la cultura, ma, quantunque lo stesso macedone tentò di far tornare Babilonia ai fasti della conoscenza, i suoi giorni di gloria erano ormai passati.
Dopo la morte di Alessandro, il suo generale Seleuco prese controllo della regione e fondò la Dinastia seleucide, che avrebbe regnato fino al 126 a.C. — soppiantata poi dai Parti, i quali soccombettero successivamente a loro volta al dominio sassanide (genti di etnia persiana). Bertman conclude: “Sotto l'Impero sassanide, la Mesopotamia era in rovine, i suoi campi inariditi o ridotti a palude, le sue grandi città deserte” (58).
Al tempo della conquista romana (115 – 117 d.C. circa), la Mesopotamia era prevalentemente ellenizzata, ma le mancava unità, e gli dèi e le antiche tradizioni erano obliati. Quantunque i romani introdussero miglioramenti nella rete infrastrutturale della nuova provincia, segnatamente attraverso l'introduzione della legge romana e di una più efficiente rete viaria, fognaria e d'acquedotti, la regione sarebbe rimasta irrimediabilmente impigliata nelle guerre tra gli imperatori romani e le altre nazioni confinanti.
Ciò che della cultura mesopotamica restava fu spazzato via dalla conquista araba musulmana nel VII secolo d.C. la quale introdusse unità di legge, lingua, religione e cultura sotto l'Islam. Come notato dal Bertman, la storia dell'antica Mesopotamia si conclude proprio con la conquista islamica nel 651. Oggi, le grandi città che sorgevano lungo il Tigri e l'Eufrate si configurano come montagnole di sabbia, detriti e mattoni nelle pianure aride, non tutte ancora interessate da spedizioni archeologiche; la Mezzaluna terra fertile si è isterilita a cagione dell'intervento umano (erosione del terreno ed eccessivo sfruttamento agricolo, sviluppo urbano incontrollato) e del cambiamento climatico.
Il lascito della Mesopotamia
Numerosi degli aspetti più basilari della vita moderna conservano ancora oggi il lascito della Mesopotamia, uno fra tutti la divisione sessagesimale di minuti ed ore. La Metz conclude:
Siccome il benessere della comunità dipendeva dall'attenta osservazione dei fenomeni naturali, le attività scientifiche e proto-scientifiche occupavano larga parte del tempo dei sacerdoti. I Sumeri ad esempio credevano ogni dio essere rappresentato da un numero: il numero 60, sacro ad An, era la loro unità base di calcolo. I minuti in un'ora e i gradi del cerchio sono concetti sumerici. Lo squisitamente sviluppato sistema agricolo e irriguo che permise ai sumeri di accumulare surplus produttivo permise lo sviluppo di grandi città (4).
L'urbanizzazione, la ruota, la scrittura, l'astronomia, la matematica, l'energia eolica, l'irrigazione, la zootecnia, e i tanti racconti che alla fine sarebbero stati riscritti come le Scritture ebraiche e avrebbero fornito la base per l'Antico Testamento cristiano provenivano tutti dalla terra della Mesopotamia.
La succitata lista di primati mesopotamici snocciolati dal Kramer nel suo libro La Storia inizia a Sumer è sorprendente, eppure i contributi alla cultura del mondo non si limitano ad essi. I Mesopotamici ebbero influenza sulle culture d'Egitto e di Grecia per tramite di commercio a lunga distanza e diffusione culturale, e, attraverso queste culture, ebbero un certo impatto su quella cultura romana che avrebbe poi impostato lo standard di sviluppo e diffusione della civiltà occidentale. La Mesopotamia in genere, e Sumer nello specifico, hanno infuso al mondo alcuni dei suoi caratteri culturali più duraturi; e, quantunque le città e i grandi palazzi siano in rovina da millenni, il loro lascito all'era moderna è trapelato e continuato.
Nell'Ottocento, archeologi di varie nazionalità si recarono in Mesopotamia onde effettuare scavi che corroborassero i racconti biblici veterotestamentari. La Bibbia era erroneamente ritenuta il più antico libro del mondo, e i miti nelle sue pagine essere composizioni originali; gli archeologi alla ricerca di prove fisiche a supporto delle Scritture, però, s'imbatterono nell'esatto opposto quando i caratteri cuneiformi vennero decifrati nel 1872 dallo studioso e traduttore George Smith (1840 – 1876). Le storie del Diluvio universale e dell'Arca di Noè, la Caduta dell'uomo, e il concetto di Giardino dell'Eden — persino il Lamento di Giobbe — tutte erano state scritte secoli prima in Mesopotamia.
Quando il cuneiforme fu finalmente interpretabile, l'antica Terra tra i fiumi si aperse alla contemporaneità e trasformò la concezione di sé e del mondo delle persone. La scoperta della Civiltà sumera e delle storie delle tavolette in cuneiforme infuse nuova libertà di ricerca e impegno intellettuale in tutti gli ambiti della conoscenza; si comprese che le narrazioni bibliche non erano originale lavoro della cultura ebraica, e che il mondo fosse ovviamente assai più antico di essa e di quanto le Chiese affermavano — c'erano civiltà sorte, succedutesi e cadute da prima del Grande Egitto, e se le contrariate affermazioni da parte delle autorità religiose e della cultura dominante erravano in questo proposito, forse potevano sbagliarsi anche su molto altro.
Lo spirito di ricerca e la sete di conoscenza del tardo Ottocento avevano battuto già lunga strada nella sfida ai paradigmi di pensiero universalmente accettati quando Smith decifrò il cuneiforme, ma le scoperte circa la cultura e la religione mesopotamica incoraggiarono ulteriormente questo processo. Nell'antichità, la Mesopotamia influenzò e cambiò il mondo con le sue invenzioni, innovazioni ed idee; nel mondo contemporaneo, ha potuto letteralmente sovvertire i nostri modi di concepire la Storia e il nostro posto in essa.